Edizione di Bekker

edizione di riferimento delle opere di Aristotele

L’edizione critica dell'opera omnia di Aristotele curata dal filologo August Immanuel Bekker (1785-1871), docente all'università di Berlino per conto dell'Accademia di Berlino,[1] fornisce il sistema di riferimento ancor oggi comunemente seguito nel citare gli scritti dello Stagirita. Esso permette di riferirsi a ogni sezione o passo delle opere aristoteliche per mezzo d'un certo "numero del Bekker" (e ciò, naturalmente, a prescindere dalla traduzione che eventualmente si stia usando, perché il riferimento è sempre al testo greco originale). Questo sistema è quello comunemente in uso, sicché è opportuno attenersi sempre a esso.

L'inizio delle Categorie di Aristotele dal vol. I dell'edizione Oxoniense di Bekker (1837).

Ogni numero del Bekker è costituito da un numero di pagina compreso tra 1 e 1500, seguito da una delle due lettere 'a' o 'b' (che sta a indicare la colonna) e, quando si ritenga opportuno, da un altro numero che ìndica la riga. Per esempio, l'inizio dell'Etica nicomachea si cita col numero del Bekker 1094a1, che corrisponde alla pagina 1094 dell'edizione del Bekker, prima colonna, riga 1.

Anche per le citazioni dalle opere di Platone si segue un sistema simile: qui, il riferimento è all'edizione dello Stefano (Enrico Stefano, nome umanistico d'Henri Estienne), pubblicata a Ginevra nel 1578.

Numeri dell'edizione del Bekker

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Volume I

Volume II

  1. ^ Aristoteles graece, ex recognitione Immanuelis Bekkeri, 5 voll. Berolini, apud Georgium Reimerum, 1831-1836.

Collegamenti esterni

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