Nei tubi radiogeni, l'effetto anodico, conosciuto anche come effetto spigolo o effetto tacco[1] (dall'inglese heel effect), è una variazione dell'intensità dei raggi X emessi dall'anodo dipendente dalla direzione di emissione. A causa della forma geometrica dell'anodo, infatti, i raggi X emessi verso il catodo sono generalmente più intensi di quelli emessi in direzione perpendicolare all'asse catodo-anodo. L'effetto deriva dall'assorbimento dei fotoni X prima che essi lascino l'anodo nel quale sono stati prodotti. L'intensità di questo assorbimento dipende dal percorso che i fotoni devono fare all'interno del materiale che costituisce l'anodo, che a sua volta dipende dalla direzione di emissione.[2][3]

Un'illustrazione dell'effetto anodico in un tubo radiogeno, il percorso effettuato all'interno dell'anodo da parte del raggio emesso perpendicolarmente alla direzione degli elettroni è maggiore rispetto a quello effettuato dal raggio emesso in direzione del catodo.

Fattori modifica

Distanza sorgente - ricevitore modifica

La distanza tra l'anodo, la sorgente dei raggi X, e il ricevitore dell'immagine influenza molto l'intensità apparente dell'effetto anodico. Più corta è la distanza, infatti, e meno i raggi divergono, ne consegue quindi che l'effetto anodico risulta meno evidente che per distanze sorgente - ricevitore elevate.[4][5][6]

Dimensione del ricevitore modifica

Nella diagnostica a raggi X i raggi possono essere collimati per formare fasci più o meno larghi. Un ricevitore di immagine largo sarà in grado di catturare una percentuale del fascio generato più grande rispetto a quella che potrebbe catturare un ricevitore più stretto, ne consegue che con un ricevitore avente una superficie di ricezione inferiore l'effetto anodico sarà meno osservabile.[4][7][8]

Angolo dell'anodo modifica

Maggiore è l'angolo dell'anodo, meno lungo sarà il percorso che i fotoni X prodotti dovranno effettuare all'interno del materiale dell'anodo prima di uscirne, un aumento dell'angolo dell'anodo, quindi, diminuisce l'intensità dell'effetto anodico sebbene esso comporti però un incremento delle dimensioni della macchia focale.[6][9][10]

Soluzioni modifica

Tutti i moderni generatori di raggi X presentano l'effetto anodico. In radiologia, onde evitare che l'effetto risulti troppo evidente sulle immagini, si fa posizione il paziente in modo che la componente del fascio a energia maggiore colpisca gli organi più spessi[1], quando, ad esempio, si vuole radiografare un piede, più spesso all'altezza della caviglia piuttosto che a livello delle dita, le dita dovrebbero essere posizionate verso l'anodo e la caviglia verso il catodo.[8]

Esiste anche l'opportunità di installare dei filtri per attenuare maggiormente una parte del fascio o di aggiustare automaticamente le immagini tramite software che intervengono sui singoli pixel dell'immagine.[11]

Note modifica

  1. ^ a b Stefano Cangialosi, Le immagini a raggi x in campo medico (PDF), su stefanocangialosi.files.wordpress.com, Stefano Cangialosi, 18 marzo 2009, p. 12. URL consultato il 12 febbraio 2017.
  2. ^ Figure 3-12. Anode heel effect. - Fundamentals of X-Ray Physics, su armymedical.tpub.com, Integrated Publishing. URL consultato l'11 febbraio 2017.
  3. ^ Thomas S Curry, James E Dowdey e Murry Robert C., Christensen's physics of diagnostic radiology., Lea & Febiger, 1990, p. 18.
  4. ^ a b Figure 3-13. Anode heel effect and focus film distance, su armymedical.tpub.com, Integrated Publishing. URL consultato l'11 febbraio 2017.
  5. ^ A. G. Ghom, Textbook of Oral Radiology, Elsevier India, 2009, p. 52, ISBN 9788131211489.
  6. ^ a b Walter Huda, Review of radiologic physics, Lippincott Williams & Wilkins, 2010, p. 26, ISBN 9780781785693.
  7. ^ K. Thayalan, Basic Radiological Physics, Jaypee Brothers Publishers, p. 66, ISBN 9788171798544.
  8. ^ a b Kenneth L Bontrager e John Lampignano, Textbook of Radiographic Positioning and Related Anatomy, Elsevier Health Sciences, 2013, p. 38, ISBN 9780323277556.
  9. ^ Asghar Mesbahi e Seyed-Salman Zakariaee, Effect of anode angle on photon beam spectra and depth dose characteristics for X-RAD320 orthovoltage unit, in Reports of Practical Oncology & Radiotherapy, vol. 18, n. 3, 2 maggio 2013, pp. 148–152, DOI:10.1016/j.rpor.2012.12.001.
  10. ^ Valerie F. Andolina e Shelly Lille, Mammographic imaging: a practical guide, Lippincott Williams & Wilkins, 2010, p. 238, ISBN 9781605470313.
  11. ^ Marcelo Zanchetta do Nascimento, Annie France Frère e Fernao Germano, An Automatic Correction Method for the Heel Effect in Digitized Mammography Images, in Journal of Digital Imaging, vol. 21, n. 2, 11 settembre 2007, pp. 177–187, DOI:10.1007/s10278-007-9072-1, PMC 3043860.
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