Elémire Zolla

saggista, filosofo e storico delle religioni italiano (1926-2002)

«Non nutre illusioni, non ha ombra di fede, il puro conoscitore. Si limita a sapere o a non sapere o a sapere dubitando. Non crede a niente. Lo porta a ciò che sa non un sentimento, ma una semplice valutazione. Conosce perché verifica.»

Elémire Zolla (Torino, 9 luglio 1926[2]Montepulciano, 29 maggio 2002) è stato uno scrittore, filosofo e storico delle religioni italiano, conoscitore di dottrine esoteriche e studioso di mistica occidentale e orientale.

Elémire Zolla

Biografia modifica

«Chi sa di sapere o di sapere con incertezza o di non sapere non accampa nessuna fede.»

Nacque in una famiglia cosmopolita: il padre era il pittore Venanzio Zolla (18801961), nato in Inghilterra da padre lombardo e madre alsaziana; la madre era la musicista britannica Blanche Smith (18851951), originaria del Kent. Zolla trascorse gli anni dell'infanzia tra Parigi, Londra e Torino parlando naturalmente inglese, francese e italiano[4], e studiando, in seguito, il tedesco e lo spagnolo. In gioventù si dedicò alla pittura e una sua Composizione di ellissi figurò accanto alle opere del padre all'esposizione Nazionale d'arte al Valentino del 1953. Studiò diritto e psichiatria all'Università di Torino, dove si laureò in giurisprudenza nel 1953[5].

A 22 anni si ammalò di tubercolosi, rimanendo con i polmoni danneggiati, e durante la malattia scrisse un romanzo, Minuetto all'inferno, pubblicato nel 1956, con cui vinse il premio Strega opera prima.

Nel 1957 si trasferì a Roma, dove Nicola Chiaromonte lo volle nella redazione della rivista Tempo presente. Collaborò inoltre alle riviste Lo spettatore italiano, Il pensiero critico, Letterature moderne, Il Punto e a vari giornali, tra i quali il Corriere della Sera[6] e Il Giornale d'Italia, sul quale firmò con lo pseudonimo di "Bernardo Trevisano"[7].

Nel 1958, dopo dieci anni di fidanzamento, sposò la poetessa Maria Luisa Spaziani, ma il lungo legame sfociato nel matrimonio s'incrinò quasi subito[8].

Dal 1959 fu legato alla scrittrice Cristina Campo (al secolo Vittoria Guerrini), con la quale visse fino alla morte di lei, avvenuta nel 1977[9]. Nello stesso anno pubblicò il saggio Eclissi dell'intellettuale (Premio Crotone): opera "antagonista" ove, con serrate critiche alla società di massa svolte in base alle analisi di Adorno e Horkheimer, l'autore si schiera contro le lobby politiche e culturali ed il conformismo progressista[10]. In seguito Zolla eluderà dal proprio campo di attenzione le elaborazioni dei due sociologi tedeschi di ascendenza illuministica.

Nel 1960, per intervento di Mario Praz, ottenne l'incarico di Lingua e Letteratura angloamericana all'Università di Roma; le sue lezioni furono frequentate, tra gli altri, dai giovani Roberto Calasso e Masolino D'Amico. L'anno dopo, pubblica il suo ulteriore romanzo: Cecilia o la disattenzione, evocando una Torino allucinata socialmente dal conformismo, dal nichilismo delle mode industriali di allora (e di ora).

Nel 1962 ebbe una grave ricaduta di malattia polmonare, e Cristina Campo lo portò in casa dei suoi genitori, dove lo fece visitare dal suo medico di famiglia e lo convinse a curarsi con le medicine da lui prescritte (in ossequio alla medicina orientale Zolla non assumeva farmaci in quel momento) e probabilmente gli salvò la vita[11].

Dal 1967 insegnò come ordinario all'Università di Catania, successivamente a Genova (dove tenne anche cattedra di Filologia germanica); dal 1974 è di nuovo a Roma.

Dal 1966 al 1968 fu segretario generale dell'Istituto Accademico di Roma[12] e dal 1970 al 1973 direttore dell'Istituto Ticinese di Alti Studi a Lugano.

Nel 1968, dopo un viaggio nel sud-ovest degli Stati Uniti, scrisse una storia dell'immagine dell'Indiano nella letteratura statunitense, I letterati e lo sciamano. Negli anni successivi si dedicò a viaggi in India, Indonesia, Cina, Corea e Iran, di cui diede ampi ragguagli nel libro Aure: i luoghi e i riti.

Nel gennaio 1969 fondava la celebre rivista Conoscenza Religiosa (edita da La Nuova Italia), che diresse fino al 1983. Secondo De Stefano, Conoscenza religiosa venne molto criticata, ci furono numerosi attacchi critici, anche carichi d'odio. Zolla venne, per alcuni anni, fatto "prigioniero" di una specie di ricatto ufficiale, per cui veniva presentato (e descritto anche in opere a carattere enciclopedico) come un uomo di destra, cosa falsissima; la sua formazione era stata liberale, vicino al periodico Il Mondo (rivista) di Pannunzio[13]. In seguito, avvicinandosi a Cristina Campo, aveva esplorato i sentieri della mistica d'Occidente per poi rivolgersi, sempre più, a quella d'Oriente. Collaborarono a Conoscenza Religiosa, l'unica nuova rivista italiana degli anni 1960 a trovare in quel periodo diffusione in ogni parte del mondo, storici delle religioni e delle filosofie d'oriente, narratori e poeti di varie nazionalità: quali Abraham Joshua Heschel, Jean Servier, Henry Corbin, Cristina Campo, Patrick Modiano, Quirino Principe, Guido Ceronetti, Pietro Citati, Sergio Quinzio, Margarete Riemschneider, Jorge Luis Borges, Margarete Lochbrunner, dantista di fama mondiale, Leo Schaya, Hossein Nasr, Eugenio Montale, Giuseppe Sermonti e Rosario Assunto. Vi furono pubblicati saggi di Marcel Griaule (1898-1956).

Molti dei testi degli autori pubblicati in Conoscenza Religiosa, tra cui gli scritti dello stesso Elémire Zolla, emergono dall'alveo della "Scuola tradizionalista".[14]

Come prefatore e critico, Zolla ha scritto su Yakup Kadri Karaosmanoğlu, le Upaniṣad, l'Imitazione di Cristo, Richard Rolle, Ioan Petru Culianu, Mircea Eliade, Thomas Mann, Sade, Kafka, Joyce, Emily Dickinson, Herman Melville (del quale curò una traduzione parziale del poema Clarel), Nathaniel Hawthorne, Margery Kempe, Francis Scott Fitzgerald e altri letterati statunitensi del Novecento.

Nel 1970 scrisse una controversa introduzione alla prima edizione per Rusconi de Il Signore degli Anelli di Tolkien, dove saluta l'opera come la rinascita dell'epica cavalleresca, ma criticata per il ricorso a simbologie, archetipi e allegorie per commentare e spiegare una chiave interpretativa esoterica e gnostica del romanzo, con riferimenti alla numerologia, alla via della mano sinistra e della mano destra e al cristianesimo di Tolkien messo in contrapposizione o confrontato con altri "favolisti", come C.S. Lewis e Robert Graves, citando Carl Jung e William Blake. A differenza dei monisti, come Jung, Blake e Graves (Zolla fa riferimento al testo La dea bianca e al proprio saggio sull'Androgino) Tolkien "non cerca la mediazione fra male e bene, ma soltanto la vittoria sul male" e nonostante la vittoria temporanea "accetta il destino di sconfitta che è inevitabile per l'eroe solare: vincitore è l'Anarca, come già nel Giardino, ma tanto maggiore è dunque la purezza di chi lo combatte". Tuttavia questo tipo di metodo esegetico era rifiutato dall'autore inglese, che si considerava un creatore di mitologie e non un allegorista filosofico-politico. La prefazione è stata sostituita nel 2003 da Bompiani, che fino ad allora l'aveva mantenuta, con l'originale introduzione di Tolkien.

Nel 1974 presentò la prima edizione mondiale (nella traduzione di Pietro Modesto) della monumentale opera La colonna e il fondamento della Verità del filosofo e mistico russo Pavel Aleksandrovič Florenskij, di cui tradusse successivamente Le porte regali. Saggio sull'icona (1977).

Anche su Conoscenza Religiosa, Zolla continuò, con articoli originali e recensioni di testi di autori fino ad allora affatto ignoti, almeno in italia, la sua personale ricerca in area americana, riguardo ai cui sviluppi sociali e culturali, di quel periodo e fino ad oggi, poteva osservare e scrivere che col sorgere della proposta kennedyana in difesa dei diritti umani, l'era Eisenhower si frantumava e con essa, scrive Grazia Marchianò citando Zolla «l'astuccio del materialismo in cui l'industria culturale teneva l'uomo si crepò, spalancandosi sul satanismo: "l'unica dottrina seria se si accetta davvero e nel cuore l'idea di progresso - perfino Carducci poteva capirlo", sentenziava senza mezzi termini».[15] Con il termine, Zolla, non cristiano, ma al tempo influenzato dal cattolicesimo tradizionale e poi dal cristianesimo ortodosso di Cristina Campo, intendeva in questo caso un eccessivo culto dell'individualismo, "la scelta del male per il male, la pretesa antropocentrica dell'eritis sicut dii"[16], pretendendo dal materialismo ciò che può essere dato solo dallo spiritualismo. Zolla si schierò apertamente contro il Sessantotto. In seguito, con l'evolversi del suo pensiero, esprimerà riserve sul dualismo (bene e male, materia e spirito) del misticismo cristiano e dell'Occidente, apprezzando chi si è avvicinato alla concezione di non-dualismo orientale come Meister Eckhart, come scrive in Uscite dal mondo[17] del 1992, libro che vede con favore il diffondersi del sincretismo religioso (da sempre presente in oriente come nelle società antiche) nella società occidentale moderna e l'avvento dell'informatica ("gli occhiali magici"). Come il guru psichedelico Timothy Leary, Zolla (nonostante la fama di antimoderno che molti gli vollero affibbiare) si mostrò favorevole allo sviluppo della realtà virtuale:

«Oggi si compiono soltanto esperienze premature e insignificanti, ma quando la virtualità avrà raggiunto il suo pieno sviluppo sarà possibile produrre visioni, percezioni, sensazioni e atmosfere assolutamente indistinguibili da quelle della realtà che conosciamo. In esse si troverà anche una risposta a quello che troppi hanno rifiutato di riconoscere come un bisogno primario: il misticismo.[18] [...] Nella realtà virtuale credo si arriverà alla radice sadica e masochista dell'istinto. Si potrà sfogare in pieno il desiderio di tortura e anche il diletto della sofferenza. [...] L'uomo sarà modificato in virtù dello spostamento costante da una realtà ordinaria a una pluralità di realtà virtuali... [...] Molti temono precisamente questo effetto. Penso che questa trasmutazione sia auspicabile. Il senso dell'io si stempererà... [...] Ci si avvicinerà, in Occidente, all'idea dell'io che prevale fra i giapponesi. Non soltanto, essi ricevono per tanta parte un'educazione buddhista, la cui prima mira è estirpare il senso dell'io, illusione formata da una serie di cause fortuite...»

Nel 1980 sposò Grazia Marchianò, studiosa di estetica e orientalista[19].

Nel 1987 vinse il Premio Internazionale Città di Ascoli Piceno, organizzato dall'Istituto di Studi Medievali Cecco d'Ascoli, un premio letterario che viene assegnato ad una personalità nel campo della medievalistica internazionale contraddistintasi nella realizzazione di opere intellettuali che contribuiscono all'indagine storica e al valore della ricerca storiografica.

Nel 1991, dopo aver lasciato l'insegnamento universitario, si trasferì a Montepulciano (Siena), e nel 1992 partecipò al nuovo ciclo (iniziato nel 1989) dei Colloqui di Eranos[20], il gruppo fondato da Carl Jung, consacrato ai viaggi, con una relazione intitolata "Il motivo del viaggio in un capolavoro letterario"[21]. Sempre nel 1991 ricevette il Premio Nazionale Letterario Pisa, sezione di Saggistica.[22] Diverse sue opere sono poi state edite da Roberto Calasso per Adelphi. Si interessò negli anni '80 e '90 anche di mistici orientali contemporanei e fuori dagli schemi quali Osho Rajneesh e Jiddu Krishnamurti.

Morì di attacco cardiaco nella casa di Montepulciano dove viveva con la moglie Grazia Marchianò[23] il 29 maggio 2002, dopo aver rifiutato il ricovero, mentre beveva un tè.[24] La sua biblioteca è stata ereditata dalla «Accademia Vivarium Novum»[25].

«Uscire dallo spazio che su di noi hanno incurvato secoli e secoli è l'atto più bello che si possa compiere.»

Critiche (di merito e di metodo) a Zolla modifica

Nota, almeno in ambiti religiosi, è la critica, dalla destra cattolica tradizionalista, svolta nel 1994 nel testo Gli Adelphi della dissoluzione, da Maurizio Blondet nei confronti di Zolla (col rimprovero, in oltre, di aver catapultato, da parte di questi, su Osho Rajneesh valori di genuina introspezione mistica che non gli competerebbero), Roberto Calasso, Sergio Quinzio e, in genere, contro l'intero gruppo editoriale della casa editrice Adelphi; ad essa si connette, in certo modo, con toni più sfumati ma non meno radicali, quella non propriamente confessionale, dunque metodologica, di Alfonso Berardinelli: "Ci si chiede se l'autore, in gioventù così attento nel distinguere l'oro dal princisbecco e le vere tradizioni ininterrotte dalle loro scimmiottature contemporanee, spesso semplici e goffe mascherature estetiche, non abbia smarrito proprio quello spirito di discriminazione che si richiede preliminarmente al cammino mistico. L'essere, il mito, l'origine e i saperi premoderni sono davvero ancora e di nuovo accessibili a chi sia cresciuto come intellettuale moderno in una società moderna? L'esperienza dell'essere e del sacro, il pensiero simbolico, mitologico, allegorico, sono davvero praticabili per individui che vivano la vita quotidiana della società di massa contemporanea? Questa aristocrazia culturale modellata su esempi precedenti la rivoluzione illuministica e industriale non è forse una replica suggestiva, ma vuota, di forme di cultura che l'Occidente (magari a suo danno), ha storicamente, socialmente distrutto e perduto? Nessuno scrittore e artista moderno, in realtà, potrebbe restaurare il mito nelle sue forme originarie: potrà creare nuove mitologie personali o mostrare la decadenza di quelle antiche. Forse siamo più contemporanei di Luciano e di Seneca che di Parmenide e di Eschilo; più dei sofisti e di Socrate che della sapienza originaria dei Presocratici. L'esito finale dell'itinerario mistico di Zolla può sembrare (e forse è) paradossale: il culto dell'arcaico e del preindustriale incontra alla fine, trionfalmente, le tecnologie più recenti dell'Occidente desacralizzato, massificato, capitalistico. Il fatto è che anche Zolla, come Calasso, porta nella riscoperta delle antiche saggezze uno stile, una strategia da intellettuale moderno, da erudito, da collezionista, da esteta, da divulgatore: cosa che fa di loro, ormai, dei tipici pensatori New Age e postmoderni".

Eteronimi modifica

Opere modifica

Saggistica modifica

Narrativa modifica

Antologie e curatele modifica

Raccolte postume modifica

  • Conoscenza religiosa: scritti 1969-1983 , a cura di Grazia Marchianò, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma 2006
  • Gli arcani del potere: elzeviri 1960-2000, a cura di Grazia Marchianò, Rizzoli, Milano 2009
  • Gli usi dell'immaginazione e il declino dell'Occidente, introduzione di Grazia Marchianò, A.I.R.E.Z., Montepulciano 2010
  • Filosofia perenne e mente naturale, a cura di Grazia Marchianò, Marsilio, Venezia 2013 (contiene La nube del telaio e La filosofia perenne)
  • Il serpente di bronzo. Scritti antesignani di critica sociale, a cura di Grazia Marchianò, Marsilio, Venezia 2015 (contiene Eclissi dell'intellettuale, Volgarità e dolore e Storia del fantasticare)
  • Civiltà indigene d'america, a cura di Grazia Marchianò, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma 2015 (raccoglie saggi sui nativi americani apparsi su Conoscenza religiosa)
  • Archetipi. Aure. Verità segrete. Dioniso errante. Tutto ciò che conosciamo ignorandolo, a cura di Grazia Marchianò, Marsilio, Venezia 2016 (contiene Archetipi, Aure e Verità segrete esposte in evidenza, e l'introduzione all'antologia Il dio dell'ebbrezza)
  • Le tre vie. Soluzioni sovrumane in terra indiana, a cura di Grazia Marchianò, Marsilio, Venezia, 2019
  • Le potenze dell'anima. Vie alla riforma interiore dal disincanto al risveglio, a cura di Grazia Marchianò, Marsilio, Venezia, 2020
  • Dal tamburo mangiai, dal cembalo bevvi... Lo stato mistico e altre questioni di antropologia spirituale, a cura di Grazia Marchianò, Marsilio, Venezia, 2021
  • L'umana nostalgia della completezza. «L'Androgino» e altri testi ritrovati, a cura di Grazia Marchianò, Marsilio, Venezia, 2022

Cultura di massa modifica

Note modifica

  1. ^ Elémire Zolla, Le tre vie, Adelphi, Milano, 1995, p. 39.
  2. ^ Fabrizio Frigerio, "Tema natale di Elémire Zolla", in: Grazia Marchianò, (a cura di), Elémire Zolla dalla morte alla vita, Viàtor, Annuario del G.E.R., Rovereto, 2005-2006, Anno IX n. 1, pp. 187-203.
  3. ^ Elémire Zolla, L'umana nostalgia della completezza. L'Androgino e altri testi ritrovati, a cura di Grazia Marchianò, Marsilio, Venezia, 2022, p. 340.
  4. ^

    «Avevo vissuto fino allora in un paradiso terrestre dove non pendevano minacce, dove liberamente m'aggiravo tra mobili dignitosi e persone che s'ingegnavano a esserlo, talvolta riuscendoci. Quel paradiso terrestre si spostava, secondo i capricci di mio padre, da Londra a Parigi, sicché la noia non poteva, nemmeno essa, insinuarsi e di quando in quando tutto allegramente mutava, la lingua del mondo di fuori diventando quella di mia madre (inglese), o di mia nonna (francese), o di mio padre (italiano. Poi di colpo, un giorno orrendo, fui cacciato dal paradiso, anche se in apparenza tutto restava intatto. Mi portarono a vivere, stavolta definitivamente, a Torino, un giorno della guerra d'Etiopia.»

    De Stefano, pp. 95-96
  5. ^ La tesi di Laurea aveva come titolo Le compensazioni private e gli affari di reciprocità nel diritto commerciale, (135 pagine), relatore il Prof. P. Greco, Università di Torino, anno accademico 1952-1953.
  6. ^

    «Ma in aprile Zolla ha perduto il suo posto alla Longanesi e anche questo forse lei lo sa. Di qui un odioso dibattito di avvocati… (Il Corriere, dopo due articoli suoi, ha sospeso pro tempore la collaborazione, in seguito alle proteste di un vecchio, orrido e vile potentato -non Montale). Questo ha distrutto i nervi di Z. e anche la sua salute, o quanto ne rimaneva»

    Lettera ad Alessandro Spina, in: Cristina Campo e Alessandro Spina, Carteggio, Brescia, Morcelliana, 2007, lettera XVIII del 1962, p. 30.
  7. ^ Lo stesso pseudonimo fu pure usato altrove da Cristina Campo.
  8. ^ Antonio Gnoli, Maria Luisa Spaziani, la poetessa racconta incontri, passioni e qualche rivincita, La Repubblica, 3 febbraio 2013, pp. 50-51.
  9. ^

    «Zolla mi raccontò che era stato un trapasso molto difficile, che le mancava l'ossigeno. Ma mi disse anche che prima di morire Cristina gli aveva lanciato un sorriso aperto, accorato, perfetto, che lui non avrebbe mai dimenticato»

    De Stefano, p. 181
  10. ^ Mario Bernardi Guardi, Elémire Zolla/l’alchimista del sapere, in Il Tempo, 30 luglio 2012, p. 18.
  11. ^

    «Fu concretissima nel curare con i nuovi farmaci i polmoni di Elémire Zolla, che si sarebbe lasciato morire per tenere "fede" ai dettami della medicina orientale»

    De Stefano, p. 96
  12. ^ «Istituto Accademico di Roma, di cui avevo per un anno assunto (un errore!) la segreteria», in: Un destino itinerante. Conversazioni tra Occidente e Oriente di Elémire Zolla edoriano Fasoli, Venezia, Marsilio, 1995; ripubblicato in: L'umana nostalgia della completezza. «L'Androgino» e altri testi ritrovati, a cura di Grazia Marchianò, Marsilio, Venezia, 2022, p. 333.
  13. ^ De Stefano, p. 152.
  14. ^ Vedasi: The Unanimous Tradition, Essays on the essential unity of all religions, di Joseph Epes Brown, Titus Burckhardt, Rama P. Coomaraswamy, Gai Eaton, Isaline B. Horner, Toshihiko Izutsu, Martin Lings, Seyyed Hossein Nasr, Lord Northbourne, Marco Pallis, Whitall N. Perry, Leo Schaya, Frithjof Schuon, Philip Sherrard, William Stoddart, Elémire Zolla, a cura di Ranjit Fernando, Sri Lanka Institute of Traditional Studies, 1991. ISBN 955-9028-01-4.
  15. ^ Grazia Marchianò, Introduzione a Elémire Zolla, Conoscenza religiosa: scritti 1969-1983, Edizioni di Storia e Letteratura, 2006
  16. ^ La Fiera letteraria, volume 1, 1971, p. 20; E. Zolla, Il satanismo, in «Conoscenza religiosa», n. 4, 1970, p. 397, poi in Che cos'è il satanismo in Che cos'è la Tradizione, Adelphi, Milano, 1998, pp. 237-329
  17. ^ Elémire Zolla, Uscite dal mondo, p.557
  18. ^ Elémire Zolla, Nei paradisi artificiali dei bit ritroviamo l'ebbrezza dell'estasi
  19. ^

    «Zolla mi chiese di condividere la sua vita pochi giorni dopo la morte di Cristina Campo. Nell'ultimo periodo si erano notevolmente allontanati. Me lo disse con chiarezza, spiegandomi che era libero affettivamente da molto tempo.»

    De Stefano, pp. 177-178
  20. ^ Fotografia di Elémire Zolla ai Colloqui di Eranos del 1992.
  21. ^ (DE) Indice del colloquio di Eranos del 1992 consacrato ai viaggi.
  22. ^ Albo d'oro, su premionazionaleletterariopisa.onweb.it. URL consultato il 7 novembre 2019.
  23. ^ Visiting Elemire Zolla's House, su vimeo.com.
  24. ^ Ricordo di Elémire Zolla a vent'anni dalla morte
  25. ^ “Il conoscitore di segreti”: Il lascito intellettuale di Elémire Zolla (1926-2002), su vivariumnovum.net. URL consultato il 24 giugno 2022.
  26. ^ Elémire Zolla, Uscite dal mondo, Adelphi, Milano 1992, p. 15.
  27. ^ Elémire Zolla, La verità in uno stile, Corriere della Sera, 15 novembre 1987
  28. ^

    «Ha ricevuto Volgarità e dolore? C'era il suo nome nella lista di omaggi ma Bompiani non lo manda neppure ai critici. Qui lo stanno già facendo a pezzi - è un libro, infatti, che merita il martirio.»

    Lettera a Alessandro Spina, in: Cristina Campo - Alessandro Spina, Carteggio, Brescia, Morcelliana, 2007, lettera XVI del 1962, p. 28.
  29. ^

    «Dei Mistici di Zolla ho letto l'introduzione ma ben poco dell'antologia. Sono convinto anch'io (mi pare lo abbia detto Citati) che è la cosa migliore di questi anni. È un vero e proprio "esercizio spirituale" per il lettore.»

    "Lettera a Cristina Campo", in: Cristina Campo, Alessandro Spina, Carteggio, Brescia, Morcelliana, 2007, lettera CVI del 6 aprile 1964, p. 154.

Bibliografia modifica

  • Maurizio Blondet, Gli Adelphi della dissoluzione - Edizioni Ares, 1994.
  • Alfonso Berardinelli, in: "Storia della letteratura italiana: Il Novecento, scenari di fine secolo", diretta da Nino Borsellino e Lucio Felici -Garzanti editore, 2001.
  • Mario Baudino, Zolla, un dinamitardo fra i miti dell'occidente, in La Stampa, 31 maggio 2002.
  • Giulio Busi, Uno sciamano con la passione dell'estraneità, in Il Sole 24 Ore, 2 giugno 2002.
  • Silvio Calzolari, Elémire Zolla, studioso della tradizione, in Erasmo Notizie, n. 13/14, 15-31 luglio 2002.
  • M.G. Caramella e G. Marchianò (a cura di), Passione di verità nel pensiero di Elémire Zolla, Atti del Convegno (Firenze 29 febbraio 2012), Firenze, Polistampa, 2012.
  • Alfredo Cattabiani,
    • È morto Zolla: dai mistici all'Oriente indù, in Avvenire, 31 maggio 2002.
    • Zolla, il Signore degli archetipi, in Il Sole 24 Ore, 1º dicembre 2002.
  • Hervé Antonio Cavallera,
    • Elémire Zolla. La luce delle Idee, Le Lettere, 2011.
    • La fragile soglia del visibile in Elémire Zolla, in Vie della Tradizione, n. 167, 2014, pp. 100-111.
  • Pietro Citati, Zolla. Così la sua mente senza strutture divorava il mondo intero, in La Repubblica, 11 agosto 2002.
  • Cristina De Stefano, Belinda e il mostro. Vita segreta di Cristina Campo, Milano, Adelphi, 2002.
  • Andrea Fasoli, Il pensiero che oltrepassa la parola, in L'Unità, intervista a Elémire Zolla, 20 giugno 1999.
  • Umberto Galimberti, È morto Elémire Zolla, l'ultimo degli esoterici, in La Repubblica, 31 maggio 2002.
  • Francesco Gallo,
    • È morto Elémire Zolla: addio all'intellettuale “sciamano”, in Gazzetta del Sud, 31 maggio 2002.
    • Zolla: uno sguardo oltre il sensibile, in La Sicilia, 31 maggio 2002.
  • Claudia Gualdana, Il lungo viaggio di Zolla che va oltre l'oltretomba, in Il Giornale, 16 novembre 2002.
  • Ugo Leonzio, Elémire Zolla, viandante nel segno di Dioniso, in L'Unità, 31 maggio 2002.
  • Alberto Lombardo, Zolla e la rivincita dell'intellettuale vero, in Corriere della Sera, 6 giugno 2002.
  • Grazia Marchianò,
    • Elémire Zolla dalla morte alla vita, in Viator, nuova serie monografica, IX n. 1, Rovereto, 2005-06.
    • Il conoscitore di segreti. Una biografia intellettuale, Milano, Rizzoli, 2006, ISBN 88-17-01036-7. Nuova edizione Marsilio, Venezia, 2012.
    • Zolla esoterico, in Octagon. La ricerca della totalità, collana Scientia Nova, a cura di Hans Thomas Hakl, vol. 3, Frietsch, H. Verlag, 2017, pp. 147-156, ISBN 978-3-935164-10-8.
  • Cesare Medail,
    • Contro dogmi, mode e ideologie, in Corriere della Sera, 26 maggio 2002.
    • Zolla, il minuetto col diavolo che turbò Vittorini, in Corriere della Sera, 19 giugno 2004.
  • Alessandro Mezzena Lona, Elémire Zolla: parole di luce ritrovate, in Il Piccolo, intervista a Elémire Zolla risalente al 1997, 6 giugno 2002.
  • Lorenzo Morelli, Elémire Zolla. Tradizione e critica sociale, Cesena, Historica edizioni, 2019.
  • Felice Piemontese (a cura di), Elémire Zolla, in Autodizionario degli scrittori italiani, Milano, Leonardo Editore, 1989.
  • Silvia Ronchey,
  • Giuseppe Saltini,
    • Addio a Elémire Zolla, mistico d'occidente, in Il Messaggero, 31 maggio 2002.
    • Ricordo di Elémire Zolla, in Il Tempo, 31 maggio 2002.
  • Andrea Tagliapietra, Elémire Zolla, sciamano della filosofia, in Il Gazzettino, 31 maggio 2002.
  • Giovanni Tesio, Zolla e il re appollaiato sulla colonna, in Pagine del Piemonte, n. 9, dicembre 1999.
  • Armando Torno, Elémire Zolla, uomo fuori dal tempo, in Corriere della Sera, 31 maggio 2002.
  • Stefano Zecchi, Addio al signore del sacro, in Il Giornale, 31 maggio 2002.
  • Paolo Zellini,
    • Elémire Zolla. Dalla mistica all'infinito il raffinato cacciatore delle tradizioni perdute, in La Repubblica, 4 agosto 2012, p. 41.
    • Il pensiero (matematico) di Zolla, vent’anni fa, il 29 maggio 2002, moriva il grande studioso che insegnava ai suoi lettori come viaggiare controcorrente, in Corriere della Sera, 27 maggio 2022, p. 46-47.

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