Elezioni generali nel Regno Unito del 2019

elezioni generali nel Regno Unito
Elezioni generali nel Regno Unito del 2019
Stato Bandiera del Regno Unito Regno Unito
Data
12 dicembre
Legislatura LVIII
Assemblea Camera dei comuni
Affluenza 67,3% (Diminuzione 1,5%)
Boris Johnson election infobox.jpg
Official portrait of Jeremy Corbyn crop 3, 2020.jpg
Nicola Sturgeon election infobox 3.jpg
Leader
Liste
Voti
13.966.565
43,6%
10.269.076
32,2%
1.242.380
3,9%
Seggi
365 / 650
202 / 650
48 / 650
Differenza %
Aumento 1,2%
Diminuzione 7,9%
Aumento 0,8%
Differenza seggi
Aumento 48
Diminuzione 60
Aumento 13
Distribuzione del voto per collegio
Primo ministro
Boris Johnson (Governo Johnson II, 2019-2022)
Liz Truss (Governo Truss, 2022)
Rishi Sunak (Governo Sunak, 2022-)
2017

Le elezioni generali nel Regno Unito del 2019 si sono tenute il 12 dicembre per il rinnovo della Camera dei comuni; hanno avuto luogo in anticipo rispetto alla scadenza naturale della legislatura, apertasi dopo le elezioni generali del 2017.

Il periodo precedente alle elezioni è stato segnato da uno stallo politico in Parlamento riguardo al modo di realizzare la cosiddetta "Brexit", ovvero l'uscita dall'Unione europea della Gran Bretagna a seguito del referendum del giugno 2016 in occasione del quale gli elettori britannici si erano espressi in tal senso. La Brexit è dunque diventata il tema principale della campagna elettorale. I Conservatori hanno promesso un'uscita effettiva dall'Unione secondo il piano elaborato dal Primo ministro in carica Boris Johnson, mentre il Partito Laburista, guidato da Jeremy Corbyn, ha proposto un piano di aumento della spesa pubblica e di nazionalizzazioni, oltre alla riproposizione di un nuovo referendum sulla Brexit. I Liberal Democratici di Jo Swinson hanno proposto di cancellare gli effetti del referendum sulla Brexit, come anche il Partito Nazionale Scozzese di Nicola Sturgeon, la quale ha concentrato la sua campagna elettorale sulla proposta di un secondo referendum sulla sua indipendenza.

In attesa dei risultati ufficiali, gli exit poll dei principali canali televisivi britannici hanno preannunciato una larga vittoria del Partito Conservatore, che dovrebbe essersi aggiudicato una maggioranza di 86 seggi (guadagnandone 50 rispetto al Parlamento precedente), mentre ad essere uscito nettamente sconfitto dalle elezioni dovrebbe essere il Partito Laburista di Corbyn, che avrebbe perso 71 seggi[1]. Corbyn ha successivamente annunciato che si dimetterà dalla carica di leader del Partito Laburista dopo "un periodo di riflessione", a seguito di una sconfitta che segnerebbe il peggior risultato per il Labour dal 1935[2]. Un'altra "vittima" di queste elezioni è stata la leader dei Liberal Democratici, Jo Swinson, la quale non è riuscita a farsi rieleggere nel collegio in cui era candidata (non accadeva dal 1945, quando il capo del Partito Liberale Archibald Sinclair non riuscì a farsi rieleggere).

Nel Galles il Labour è riuscito a mantenere la maggioranza, tuttavia ha perso 7 seggi. In Scozia il Partito Nazionale Scozzese si è riconfermato come forza politica principale aumentando la sua presenza in Parlamento, passando da 35 a 48 seggi. Nell'Irlanda del Nord sia il Partito Unionista Democratico che il Sinn Féin sono arretrati a tutto vantaggio del Partito Social Democratico e Laburista e del Partito dell'Alleanza dell'Irlanda del Nord (i quali sono ritornati ad avere dei propri rappresentanti nel Parlamento). Il risultato in Irlanda del Nord è storico, perché è la prima volta che i partiti unionisti hanno preso meno voti dei partiti nazionalisti.

Antefatto modifica

Sebbene il Fixed-term Parliaments Act 2011 (FTPA) allora in vigore prevedesse le successive elezioni per il 2022, a causa dell'impasse sulla Brexit e la conseguente perdita della maggioranza del governo nella Camera dei comuni, una delle soluzioni possibili tra quelle proposte erano state le elezioni anticipate rispetto alla fine naturale del mandato, da svolgersi alla fine del 2019 o all'inizio del 2020.

Dopo essere diventato Primo Ministro a luglio 2019, Boris Johnson tentò per tre volte, senza successo, di indire le elezioni politiche anticipate (il Fixed-Terms Parliament Act 2011 stabiliva che l'anticipazione delle elezioni poteva avere luogo solo se autorizzata dalla Camera dei Comuni a maggioranza di due terzi dei propri membri). Il Governo, con l'appoggio di parte dell'opposizione, decise di utilizzare un mezzo alternativo, e assicurare l'indizione di elezioni anticipate nel dicembre 2019 attraverso un'apposita legge, approvata in soli due giorni dalle due Camere del Parlamento e le entrata in vigore il 29 ottobre 2019. Sulla base del principio lex posterior derogat priori, questa nuova legge, entrando in contraddizione con il Fixed-Term Parliaments Act 2011, lo derogava. Ciò è possibile poiché nel Regno Unito, che fa uso della sovranità parlamentare, non esistono leggi costituzionali e tutte le leggi, anche quelle che regolano gli affari istituzionali, sono leggi ordinarie. Lo stesso Fixed-term Parliaments Act 2011 poteva essere abrogato, modificato o derogato dalla Camera dei Comuni a maggioranza semplice.

Sono state le prime elezioni generali indette a dicembre sin dal 1923.[3]

Partiti politici e candidati modifica

La maggior parte dei candidati sono espressione di un partito politico, che deve essere registrato presso la Commissione Elettorale. I candidati che non appartengono a partiti registrati, concorrono come indipendenti. In tutto il Regno Unito, concorrono alle elezioni 3.415 candidati rappresentanti 68 partiti politici, tra cui 206 indipendenti.

Gran Bretagna modifica

I maggiori partiti (partiti con deputati nell'ultimo Parlamento o attuali eurodeputati) che concorrono alle elezioni in Gran Bretagna sono mostrati nella tabella sotto riportata, con i risultati delle elezioni generali del 2017 in ordine per numero di seggi ottenuti.

Partito Leader Leader dal Collegio del leader Ultime elezioni Seggi allo
scioglimento
Collegi con candidati
% di
voti
Seggi
Partito Conservatore Boris Johnson Luglio 2019 Uxbridge & South Ruislip 42,4% 317 298 635 collegi nel Regno Unito
Partito Laburista Jeremy Corbyn Settembre 2015 Islington North 40,0% 262 244 631 collegi in Gran Bretagna
Partito Nazionale Scozzese Nicola Sturgeon Novembre 2014 Nessuno[4] 3,0% 35 35 59 collegi in Scozia
Liberal Democratici Jo Swinson Luglio 2019 East Dunbartonshire 7,4% 12 21 611 collegi in Gran Bretagna
Plaid Cymru Adam Price Settembre 2018 Nessuno[5] 0,5% 4 4 36 collegi nel Galles
Partito Verde di Inghilterra e Galles Jonathan Bartley Settembre 2016 Nessuno[6] 1,6% 1 1 474 collegi in Inghilterra e Galles
Siân Berry Settembre 2018
Change UK - The Independent Group Anna Soubry Giugno 2019 Broxtowe Nuovo partito 5 Broxtowe, Nottingham East e Ilford South[7]
Reform UK Nigel Farage Marzo 2019 Nessuno[8] Nuovo partito 0 276 collegi in Gran Bretagna

Il Partito Conservatore è al governo in coalizione o da solo dal 2010, ed è guidato da Boris Johnson dal luglio 2019. Jeremy Corbyn è leader del Partito Laburista dal 2015 ed è il primo leader laburista a guidare il partito in elezioni consecutive, sin da Tony Blair. I Liberal Democratici furono guidati nelle elezioni del 2017 da Tim Farron, prima di essere sostituito da Vince Cable. A Cable succedette nel luglio 2019 Jo Swinson. Il Brexit Party è candidato in circa la metà dei collegi; il partito fu fondato all'inizio del 2019 da Nigel Farage, ex leader del Partito per l'Indipendenza del Regno Unito (UKIP), ed ottenne la maggioranza relativa dei seggi alle elezioni europee del 2019. Il Brexit Party ha sostituito UKIP nella politica britannica, e quest'ultimo (che ottenne il 12,6% dei voti ma solo un deputato alle elezioni generali del 2015) ha perso tutto il suo sostegno. UKIP è candidato in 42 collegi in Gran Bretagna e due collegi in Irlanda del Nord.

Il Partito Verde di Inghilterra e Galles è guidato da Jonathan Bartley e Siân Berry dal 2018, e la sua controparte del Partito Verde Scozzese è candidato nei seggi scozzesi; i due partiti sono candidati in un totale di 495 collegi. Il terzo partito per seggi alle elezioni del 2018 è stato il Partito Nazionale Scozzese guidato da Nicola Sturgeon dal 2014; il partito è candidato solo in Scozia, in cui detiene la maggioranza dei seggi (35 su 59). Analogamente, Plaid Cymru guidato da Adam Price è candidato solo nel Galles, dove detiene 4 su 40 seggi.

Irlanda del Nord modifica

Mentre alcuni partiti del Regno Unito hanno anche una organizzazione nell'Irlanda del Nord (tra cui i laburisti, che non si candidano nei collegi nordirlandesi) e altri invece sono candidati nei collegi (tra cui i Conservatori dell'Irlanda del Nord), i principali partiti nordirlandesi sono diversi da quelli del resto del Regno Unito. Alcuni partiti dell'Irlanda del Nord operano anche nel resto dell'isola, tra cui Sinn Féin. L'unica indipendente eletta al Parlamento nel 2017, Sylvia Hermon, rappresentante North Down, non si è ricandidata nel 2019.

Partito Leader Leader dal Collegio del leader Ultime elezioni Seggi allo
scioglimento
Collegi con candidati
(18 in totale)
%
in IN
Seggi
Partito Unionista Democratico Arlene Foster Dicembre 2015 Nessuno[9] 36,0% 10 10 17 collegi
Sinn Féin Mary Lou McDonald Febbraio 2018 Nessuno[10] 29.4% 7 7 15 collegi
Partito Social Democratico e Laburista Colum Eastwood Novembre 2015 Nessuno[11] 11,7% 0 0 15 collegi
Partito Unionista dell'Ulster Steve Aiken Novembre 2019 Nessuno[12] 10,3% 0 0 16 collegi
Partito dell'Alleanza dell'Irlanda del Nord Naomi Long Ottobre 2016 Nessuno[13] 7,9% 0 0 18 collegi

Sinn Féin persegue una politica di astensionismo e gli eletti non siedono mai alla Camera dei comuni.

In Irlanda del Nord sono candidate in totale 102 persone, e Alleanza è l'unico partito candidato in tutti i 18 seggi. Aontù è candidato in 7 collegi, i Conservatori dell'Irlanda del Nord in 4, il Partito Verde dell'Irlanda del Nord in 3, e People Before Profit e UKIP in 2 ciascuno. Voce Unionista Tradizionale non è candidata in queste elezioni.[14]

Risultati elettorali modifica

Partito Leader Eletti Voti
% ± % ±
Partito Conservatore Boris Johnson 365 56,2%
365 / 650
  48 13 966 565 43,6%   1,2
Partito Laburista Jeremy Corbyn 202 31,1%
202 / 650
  60 10 269 076 32,1%   7,9
Partito Nazionale Scozzese Nicola Sturgeon 48 7,4%
48 / 650
  13 1 242 372 3,9%   0,8
Liberal Democratici Jo Swinson 11 1,7%
11 / 650
  1 3 696 423 11,6%   4,2
Partito Unionista Democratico Arlene Foster 8 1,2%
8 / 650
  2 244 128 0,8%   0,1
Sinn Féin Mary Lou McDonald 7 1,1%
7 / 650
  181 853 0,6%   0,2
Plaid Cymru Adam Price 4 0,6%
4 / 650
  153 265 0,5%  
Partito Social Democratico e Laburista Colum Eastwood 2 0,3%
2 / 650
  2 118 737 0,4%   0,1
Partito Verde di Inghilterra e Galles Siân Berry
Jonathan Bartley
1 0,2%
1 / 650
  835 579 2,7%   1,1
Partito dell'Alleanza dell'Irlanda del Nord Naomi Long 1 0,2%
1 / 650
  1 134 115 0,4%   0,2
Speaker Lindsay Hoyle 1 0,2%
1 / 650
  26 831 0,1%  
Reform UK Nigel Farage 0 0,1%
0 / 650
642 303 2,0%
Altri 0
0 / 650
218 383 0,7%
Totale 650 100% 31 829 630 67,30%

Note modifica

  1. ^ Exit Poll Predicts Majority for Boris Johnson and Conservatives, su theguardian.com.
  2. ^ (EN) Jeremy Corbyn to step down as Labour Party leader after U.K. election defeat, su NBC News. URL consultato il 13 dicembre 2019.
  3. ^ Why UK election outcome is impossible to predict, su politico.eu.
  4. ^ Nicola Sturgeon siede nel Parlamento scozzese nel collegio di Glasgow Southside. Ian Blackford, deputato per il collegio di Ross, Skye and Lochaber guida il SNP alla Camera dei comuni.
  5. ^ Adam Price siede nell'Assemblea nazionale per il Galles nel collegio di Camarthen East and Dinefwr. Il leader del partito alla Camera dei comuni è Liz Saville Roberts, deputata per il collegio di Dwyfor Meirionnydd.
  6. ^ Bartley detiene un seggio al Consiglio del borgo londinese di Lambeth mentre Berry siede nell'Assemblea di Londra.
  7. ^ The Independent Group for Change, su The Independent Group for Change. URL consultato il 13 novembre 2019 (archiviato il 14 novembre 2019).
    «We are proud to be fielding three parliamentary candidates: Anna Soubry in Broxtowe, Chris Leslie in Nottingham East, Mike Gapes in Ilford South»
  8. ^ Farage siede al Parlamento europeo; il partito non ha deputati alla Camera dei comuni
  9. ^ Arlene Foster siedeva nell'Assemblea dell'Irlanda del Nord nel collegio di Fermanagh and South Tyrone prima dello scioglimento dell'Assemblea. Il leader del partito alla Camera dei comuni è Nigel Dodds, deputato per il collegio di Belfast North.
  10. ^ Mary Lou McDonald è membro del Dáil Éireann per il collegio di Dublin Central. Sinn Féin adotta una politica di astensionismo a Westminster, e nessuno dei 7 deputati ha mai occupato il seggio.
  11. ^ Colum Eastwood siedeva nell'Assemblea dell'Irlanda del Nord nel collegio di Foyle prima dello scioglimento dell'Assemblea. Eastwood è candidato nel collegio di Foyle, identico a quello dell'Assemblea.
  12. ^ Steve Aiken siedeva nell'Assemblea dell'Irlanda del Nord nel collegio di South Antrim prima dello scioglimento dell'Assemblea.
  13. ^ Naomi Long è eurodeputata al Parlamento europeo per l'Irlanda del Nord.
  14. ^ Jayne McCormack, Candidates confirmed for general election, BBC News, 14 novembre 2019.

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