Elezioni politiche in Italia del 1924

20ª elezione della Camera dei deputati del Regno d'Italia
Elezioni politiche in Italia del 1924
Stato Bandiera dell'Italia Italia
Data
6 aprile
Legislatura XXVII
Assemblea Camera dei deputati
Legge elettorale Legge Acerbo
Affluenza 63,78% (Aumento 5,39%)
Liste
Voti
4 653 488
64,9%
645 789
9,0%
422 957
5,9%
Seggi
374 / 535
39 / 535
24 / 535
Differenza %
nuovo partito%
Diminuzione 11,4%
nuovo partito%
Differenza seggi
nuovo partito
Diminuzione 69
nuovo partito
Governo
Mussolini
1921 1929

Le elezioni politiche in Italia del 1924 per l'elezione della Camera dei deputati si svolsero il 6 aprile 1924. Furono le ultime elezioni multi-partitiche a sovranità popolare svoltesi in Italia prima dell'avvento della dittatura fascista.

Contesto storico modifica

La frammentazione elettorale delle precedenti elezioni (del 1921) spinse il Partito Nazionale Fascista a presentare un progetto di legge elettorale in nome della governabilità.

La cosiddetta legge Acerbo (n. 2444 del 18 novembre 1923), un proporzionale con voto di lista e premio di maggioranza, fu approvata in un clima intimidatorio come dimostra il discorso di Filippo Turati:

«Sotto l'intimidazione non si legifera; non si legifera tra i fucili spianati e con la minaccia incombente delle mitragliatrici [...] Una legge, la cui approvazione vi è consigliata dai 300 mila moschetti dell'esercito di dio e del suo nuovo profeta, non può essere che la legge di tutte le paure e di tutte le viltà. Quindi non sarà mai una legge. Voi continuate a baloccarvi, signori del Governo, in quella quadratura del circolo che è l'abbinamento del consenso e della forza. Or questo è l'assurdo degli assurdi. O la forza o il consenso. Dovete scegliere. La forza non crea il consenso, il consenso non ha bisogno della forza, a vicenda le due cose si escludono.»

La campagna elettorale e le elezioni furono segnate da un clima di intimidazione e da ripetute violenze da parte dei sostenitori del Partito Nazionale Fascista, denunciate nella seduta parlamentare del 30 maggio dal segretario socialista Matteotti.

Diritto di voto modifica

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Percentuale degli elettori rispetto ai residenti.

 
Mussolini si reca a votare

Non avevano diritto di voto le cittadine maggiorenni di sesso femminile. Erano temporaneamente privati del diritto di voto sottufficiali e soldati dell'Esercito, della Marina e dei corpi organizzati militarmente per servizio dello Stato.

Circoscrizione Iscritti nelle liste 1923 Militari Con diritto di voto
Piemonte 1 197 561 9 908 1 187 653
Liguria 429 601 5 742 423 859
Lombardia 1 542 651 11 250 1 531 401
Veneto 1 109 602 14 680 1 094 922
Venezia Giulia 469 272 8 637 460 635
Emilia 921 996 9 358 912 638
Toscana 904 824 9 863 894 961
Marche 378 613 9 968 368 645
Lazio e Umbria 669 469 8 277 661 192
Abruzzo e Molise 519 603 3 548 516 055
Campania 1 102 598 9 078 1 093 520
Puglie 662 011 8 035 653 976
Calabria e Basilicata 645 430 4 965 640 465
Sicilia 1 270 334 10 666 1 259 668
Sardegna 245 771 5 909 239 862
Totale 12 069 336 129 884 11 939 452

Candidati modifica

 
Cartolina di propaganda fascista per le elezioni

Alla consultazione parteciparono 23 liste con 1306 candidati, di cui 346 erano deputati uscenti e 41 avevano esercitato il loro mandato nel corso della XXV Legislatura.

Oltre alla Lista Nazionale (nota anche come "listone") e alla Lista Nazionale bis, si presentarono sette liste liberali e quattro liste democratiche di opposizione, due liste socialiste, due liste autonomiste (slavi-tedeschi e sardisti) e una lista ciascuna per popolari, comunisti, repubblicani, demosociali ed agrari. Solo tre liste si presentavano in tutto il regno: Lista Nazionale, PPI e PSU.

  1. Opposizione costituzionale Partito Demolaburista Italiano (Ettore Lombardo Pellegrino), lista presente solo in Calabria-Basilicata e Sicilia
  2. Liberali Angelo Pezzullo, Giuseppe Barattolo e Giuseppe Toscano, lista presente solo in Campania e Sicilia
  3. Partito Socialista Unitario
  4. Lista Nazionale bis (fascisti estremisti e fiancheggiatori fidati), lista presente solo in Toscana, Lazio-Umbria, Abruzzi-Molise e Puglie
  5. Partito Popolare Italiano
  6. Liberali indipendenti Alfonso Rubilli e Gianfranco Tosi, lista presente solo in Emilia, Abruzzi-Molise, Campania, Puglie e Calabria-Basilicata
  7. Partito Democratico Sociale Italiano, presente solo in Toscana, Campania, Calabria-Basilicata, Sicilia e Sardegna
  8. Opposizione costituzionale Giovanni Amendola, lista presente solo in Abruzzi-Molise, Campania, Calabria-Basilicata e Sardegna
  9. Liberali Silvestro Graziano, lista presente solo in Calabria-Basilicata e Sicilia
  10. Partito Repubblicano Italiano, lista non presente in Piemonte, Abruzzi-Molise e Sardegna
  11. Opposizione costituzionale Ivanoe Bonomi: democratici autonomi, LDN, demosociali dissidenti, lista presente solo in Piemonte, Lombardia, Veneto e Venezia Giulia
  12. Slavi e Tedeschi, lista presente solo in Veneto e Venezia Giulia
  13. Opposizione costituzionale Vincenzo Giuffrida: nittiani e socialriformisti, lista presente solo in Campania e Sicilia
  14. Fasci nazionali di Raimondo Sala e Cesare Forni, lista presente solo in Piemonte e Lombardia
  15. Partito dei Contadini d'Italia, lista presente solo in Piemonte, Liguria, Lombardia e Lazio-Umbria
  16. Liberali indipendenti Nicola De Grecis, lista presente solo in Campania e Puglie
  17. Partito Sardo d'Azione, lista presente solo in Lazio-Umbria e Sardegna
  18. Liberali Giovanni Giolitti, lista presente solo in Piemonte, Liguria e Lazio-Umbria
  19. Partito Comunista d'Italia, lista non presente in Abruzzi-Molise e Sardegna
  20. Liberali indipendenti Giuseppe Maria Fiamingo, lista presente solo in Lazio-Umbria e Sicilia
  21. Lista Nazionale, lista presente in tutta Italia (PNF, destra, nazionalisti, liberal-nazionali, nazional-sindacalisti, nazional-popolari)
  22. Camillo Corradini, lista presente solo in Toscana, Abruzzi-Molise e Calabria-Basilicata
  23. Partito Socialista Italiano, lista non presente in Abruzzi-Molise e Sardegna

Simboli modifica

Di seguito sono rappresentati i simboli delle liste, nell'ordine sopra descritto.

Modalità di voto modifica

 
Facsimile di scheda elettorale

Con la nuova legge elettorale era introdotta la scheda di Stato (sostituendo la precedente busta di Stato) stampata su carta bianca, che riportava i contrassegni delle liste ammesse per le votazioni nella circoscrizione.

L'elettore poteva esprimere il proprio voto tracciando un segno sul simbolo della lista prescelta; poteva anche esprimere il voto di preferenza per tre candidati se nella circoscrizione erano eletti più di 20 deputati oppure per due candidati nelle altre circoscrizioni.

Risultati modifica

 
Ufficio elettorale del Viminale
 
Presentazione dei verbali alla Corte d'Appello di Roma
PartitoRisultatiSeggi
Voti%±Num±
21. Lista Nazionale4 305 93660,09n.d.355n.d.
4. Lista nazionale bis347 5524,85n.d.19n.d.
5. Partito Popolare Italiano645 7899,01n.d.39n.d.
3. Partito Socialista Unitario422 9575,90n.d.24n.d.
23. Partito Socialista Italiano360 6945,03n.d.22n.d.
19. Partito Comunista d'Italia268 1913,74n.d.19n.d.
10. Partito Repubblicano Italiano133 7141,87n.d.7n.d.
7. Partito Democratico Sociale Italiano111 0351,55n.d.10n.d.
18. Liberali78 0991,09n.d.4n.d.
6. Liberali indipendenti74 3171,04n.d.4n.d.
15. Partito dei Contadini d'Italia73 5691,03n.d.4n.d.
8. Opposizione costituzionale72 9411,02n.d.8n.d.
12. Slavi e Tedeschi62 4910,87n.d.4n.d.
13. Opposizione costituzionale45 3650,63n.d.5n.d.
11. Opposizione costituzionale33 4730,47n.d.0n.d.
2. Liberali29 9360,42n.d.3n.d.
22. Camillo Corradini29 5740,41n.d.2n.d.
17. Partito Sardo d'Azione24 0590,34n.d.2n.d.
14. Fasci nazionali18 0620,25n.d.1n.d.
9. Liberali12 9250,18n.d.1n.d.
1. Opposizione costituzionale6 1530,09n.d.1n.d.
16. Liberali indipendenti5 2750,07n.d.1n.d.
20. Liberali indipendenti3 3950,05n.d.0n.d.
Iscritti11 939 452100,00
↳ Votanti (% su iscritti)7 614 45163,78n.d.
 ↳ Voti validi (% su votanti)7 165 50294,10
 ↳ Voti non validi (% su votanti)448 9495,90
↳ Astenuti (% su iscritti)4 325 00136,22

In base alla nuova legge elettorale (legge 18 novembre 1923 n. 2444, nota come "legge Acerbo"), alla lista più votata a livello nazionale - purché avesse almeno il 25% dei voti validi - venivano assegnati i 2/3 dei seggi in tutte le circoscrizioni (ciò significava l'elezione in blocco di tutti i candidati della lista, essendo essi 356), mentre gli scranni rimanenti erano assegnati alle altre liste in proporzione ai voti ottenuti e secondo ordine di preferenza personale.

Il "listone", al quale spettavano 356 seggi, a causa della morte di uno dei propri candidati (Giuseppe de Nava) perse un seggio nella circoscrizione Calabria e Basilicata; il seggio fu inizialmente assegnato a Fausto Gullo del Partito Comunista, ma nella seduta parlamentare del 17 dicembre 1924 la Camera approvò la decisione della Giunta delle elezioni per l'elezione del deputato Nicola Siles del Partito Popolare Italiano.[2] Il numero di deputati del Partito Comunista e quello dei deputati del Partito Popolare passarono rispettivamente da 19 a 18 e da 39 a 40.

Risultati per circoscrizione modifica

Circoscrizione Eletti Seggi ottenuti per lista
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23
Piemonte 47 3 3 0 0 3 3 2 31 2
Liguria 18 2 2 0 0 1 1 12 0
Lombardia 70 5 8 0 0 1 1 3 47 5
Veneto 53 2 8 1 0 2 2 35 3
Venezia Giulia 23 1 2 1 0 2 2 15 0
Emilia 41 3 4 0 2 2 27 3
Toscana 38 2 5 2 0 1 1 25 0 2
Marche 16 1 1 1 1 11 1
Lazio e Umbria 30 1 3 2 1 0 0 0 1 0 20 2
Abruzzi e Molise 21 1 5 0 0 1 14 0
Campania 49 3 1 2 1 1 4 0 1 0 1 33 2
Puglie 32 0 6 0 3 0 1 1 21 0
Calabria e Basilicata 28 0 1 1 0 2 2 0 0 1 18 2 1
Sicilia 57 1 0 1 3 7 1 0 4 1 0 38 1
Sardegna 12 0 1 0 1 2 8
Totale 535 1 3 24 19 39 4 10 8 1 7 0 4 5 1 4 1 2 4 19 0 355 2 22

Partecipazione al voto modifica

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Percentuale dei votanti rispetto al numero degli aventi diritto al voto.

Circoscrizione Con diritto
di voto
Votanti %
Piemonte 1 187 653 645 900 54,38
Liguria 423 859 252 702 59,62
Lombardia 1 531 401 1 112 002 72,61
Veneto 1 094 922 716 537 65,44
Venezia Giulia 460 635 287 949 62,51
Emilia 912 638 682 024 74,73
Toscana 894 961 651 322 72,78
Marche 368 645 217 029 58,87
Lazio e Umbria 661 192 404 339 61,15
Abruzzi e Molise 516 055 280 426 54,34
Campania 1 093 520 620 777 56,77
Puglie 653 976 533 384 81,56
Calabria e Basilicata 640 465 357 171 55,77
Sicilia 1 259 668 707 038 56,13
Sardegna 239 862 145 851 60,81
Totale 11 939 452 7 614 451 63,78

Eletti modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Deputati della XXVII legislatura del Regno d'Italia.
 
La composizione della Camera dei Deputati della XXVII Legislatura del Regno d'Italia.

I 531 inizialmente eletti (4 deputati furono eletti in due circoscrizioni) comprendevano:

  • 294 nuovi deputati
  • 217 deputati uscenti riconfermati
  • 20 deputati che avevano già ricoperto la carica in altre legislature

Si riporta l'attribuzione finale dei seggi, per partito, alla Camera.

Partito Seggi
Lista Nazionale[3]
374 / 535
Partito Popolare Italiano
39 / 535
Partito Socialista Unitario
24 / 535
Partito Socialista Italiano
22 / 535
Partito Comunista d'Italia
19 / 535
Liberali[4]
15 / 535
Opposizione costituzionale[5]
14 / 535
Partito Democratico Sociale Italiano
10 / 535
Partito Repubblicano Italiano
7 / 535
Partito dei Contadini d'Italia
4 / 535
Liste di Slavi e Tedeschi
4 / 535
Partito Sardo d'Azione
2 / 535
Fascisti dissidenti
1 / 535

La contestazione dei risultati e l'omicidio di Matteotti modifica

Il 30 maggio 1924, al momento di convalidare le decisioni della Giunta delle elezioni, diversi parlamentari di minoranza segnalarono proteste per le modalità di voto in alcune circoscrizioni (Abruzzi, Campania, Calabria, Puglie e Sicilia) e fu presentata una richiesta degli onorevoli Labriola, Matteotti e Presutti per il rinvio degli atti alla Giunta.

«Data la unicità del collegio, l'annullamento delle elezioni in una circoscrizione evidentemente avrebbe per conseguenza la nullità di tutte le elezioni.»

«Nessuno si è trovato libero, perché ciascun cittadino sapeva a priori che se anche avesse osato affermare a maggioranza il contrario, c'era una forza a disposizione del Governo che avrebbe annullato il suo voto e il suo responso.»

La richiesta fu negata dalla Camera e fu approvata in blocco l'elezione dei componenti la maggioranza.

In seguito al celebre discorso di denuncia dei brogli, Giacomo Matteotti, segretario del Partito Socialista Unitario, fu rapito e assassinato da una squadra fascista: essa era capeggiata da Amerigo Dumini ed al suo interno vi era un elemento per il cui arruolamento "era stato indispensabile addirittura scomodare Marinelli e De Bono e chiamare in causa il ministro dell'interno Mussolini"[7]. Il corpo di Matteotti fu ritrovato circa due mesi dopo.

«Le elezioni del 6 aprile avevano dimostrato chiaramente come il fascismo fosse una minoranza infima della popolazione, anche se la forza armata aveva procurato al fascismo milioni di schede e 400 deputati alla Camera. La fulminea crisi in cui il fascismo piombò, dopo che la scomparsa dell'on. Matteotti fu conosciuta dal pubblico, non era un fenomeno imprevisto e imprevedibile: essa era legata alla situazione generale, carattere del regime fascista, allo stato d'animo diffuso nelle masse popolari e rivelato dalle elezioni del 6 aprile»

Note modifica

  1. ^ Tornata di domenica 15 luglio 1923 (PDF), su storia.camera.it.
  2. ^ Seconda tornata di mercoledì 17 dicembre 1924 (PDF), su storia.camera.it. URL consultato il 3 agosto 2017 (archiviato dall'url originale il 3 agosto 2017).
  3. ^ Totale Lista Nazionale e Lista nazionale bis.
  4. ^ Totale dei sette cartelli elettorali di orientamento liberale: Liberali (Angelo Pezzullo, Giuseppe Barattolo e Giuseppe Toscano); Liberali indipendenti (Alfonso Rubilli e Gianfranco Tosi); Liberali (Silvestro Graziano); Liberali indipendenti (Nicola De Grecis); Liberali (Giovanni Giolitti); Liberali indipendenti (Giuseppe Maria Fiamingo); Lista Camillo Corradini.
  5. ^ Totale delle quattro liste Opposizione costituzionale.
  6. ^ a b Tornata di venerdì 30 maggio 1924 (PDF), su storia.camera.it.
  7. ^ G.Buonomo, I paradossi del pensiero "forte", ovvero come una professione di fede diventa una cosa incredibile, Questione giustizia, 11 febbraio 2023.
  8. ^ "l'Unità", anno I, n. 118, 21 giugno 1924, prima pagina

Bibliografia modifica

Voci correlate modifica

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