Enrico II di Rohan
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Enrico II di Rohan-Gié, principe di Léon (Blain, 21 agosto 1579 – Königsfelden, 16 aprile 1638), è stato un condottiero bretone degli ugonotti nel periodo del regno di Luigi XIII di Francia.
Enrico II di Rohan | |
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Nascita | Blain, 21 agosto 1579 |
Morte | Windisch, 16 aprile 1638 |
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BiografiaModifica
Era figlio primogenito maschio di Renato II di Rohan, principe di Léon, visconte di Porthöet e di Caterina di Parthenay, ereditiera di una potente famiglia protestante del Poitou. La nonna paterna, Isabella di Navarra d'Albret era figlia del re di Navarra.
All'età di 16 anni giunse alla corte di Enrico IV. Viaggiò poi a lungo (dal maggio del 1600 per oltre 20 mesi) in Germania, Inghilterra ed Italia. Affascinò la regina Elisabetta I d'Inghilterra ed il re di Scozia Giacomo VI, che gli chiese di far da padrino al figlio, il futuro re d'Inghilterra Carlo I.
Ritornato in Francia, Enrico IV elevò nel 1603 la contea di Rohan a ducato ed Enrico di Rohan divenne duca e pari di Francia.[1] Fu quindi nominato colonnello della Guardia svizzera e sposò, nel 1604, Margherita di Béthune (1595–1660), figlia del futuro duca di Sully, Massimiliano.
Grazie all'amicizia del re gli si prospettava una eccellente carriera: partecipò alla campagna contro il duca di Bouillon, quindi alle campagne di Fiandra contro gli spagnoli agli ordini di Maurizio di Nassau, figlio di Guglielmo il Taciturno. Ma l'assassinio del re nel 1610 distrusse le sue speranze ed egli divenne capo degli ugonotti. Dopo che i suoi sforzi per un'amichevole composizione dei conflitti fra questi e la corte di Francia fallirono, egli prese le armi, rafforzò le piazzeforti della Guyenna e della Linguadoca, difese Montauban, contro il re, impedendogli di assediare Montpellier, finché questi nel 1622 non confermò l'Editto di Nantes con il trattato di Montpellier.
Dal 1621 al 1625 ci fu una serie di rivolte protestanti contro il potere centrale, nelle province dei Saintonge, Guyenna e Linguadoca, da La Rochelle, a Saint-Jean-d'Angély, a Montauban e Montpellier: in tutte queste il promotore e sostenitore era Enrico[2], ma dopo alcune vittorie precarie fu sconfitto dal re a Privas nel 1627. Egli cercò pure di sostenere l'assedio di La Rochelle, con l'aiuto del fratello Beniamino di Rohan-Soubise, ricorrendo all'Inghilterra. Ma la spedizione inglese, agli ordini di George Villiers, duca di Buckingam, fu uno smacco e La Rochelle fu conquistata dalle truppe del cardinale Richelieu nell'ottobre del 1628. Tuttavia egli continuò la lotta in Linguadoca, ove il 27 giugno 1629 ad Alès Luigi XIII, su consiglio del Richelieu, dopo aver conquistato le piazzeforti protestanti, emise l'atto di grazia con il quale veniva riconosciuta la libertà di culto ai protestanti e graziati tutti coloro che avevano combattuto contro il re[3] ma ai protestanti venne tolto il diritto di tenere le piazzeforti e governare in alternativa al potere centrale.
Il duca di Rohan fu costretto all'esilio, si recò quindi a Venezia ove si mise al servizio della Repubblica e dove scrisse le sue Memorie che verranno pubblicate postume. Intraprese quindi una serie di viaggi svolgendo attività di cartografo per la Svizzera, l'Alsazia, la Borgogna ed il ducato di Milano. Riconciliatosi con il re di Francia, questi gli chiese di agire come suo ambasciatore speciale presso il Grigioni e quindi di cacciare le truppe imperiali che occupavano la Valtellina (1634).
Assunto il comando di un esercito di 15.000 uomini, sconfisse le truppe imperiali a Cassano, sconfisse gli spagnoli nel 1636 sul Lago di Como dopo aver cacciato anche il duca di Lorena dalla zona, ma fu lasciato privo di rinforzi e di ordini precisi dalla Francia e quindi di propria iniziativa nel 1637 concluse con il nemico un accordo, in cui accettava di riconsegnare la Valtellina ai Grigioni, insorti sotto il comando di Jürg Jenatsch. Per questo motivo, sospettato di tradimento dalla corte francese, il duca di Rohan fu nuovamente costretto all'esilio.
Fermatosi a Ginevra, ricevette dall'alleato della Francia Bernardo di Sassonia-Weimar, l'invito a riprendere le armi contro gli imperiali. Egli accettò nel gennaio 1638, ma allorché fu attaccato dall'esercito nemico presso Rheinfelden, rimase gravemente ferito e morì.
Dalla moglie Margherita di Béthune-Sully ebbe solo una figlia, Margherita, che sposò nel 1645 il gentiluomo cattolico Henri de Chabot, signore di Jarnac e d'Apremont, che diede origine al ramo dei Rohan-Chabot.
ArmorialeModifica
Stemma della famiglia Rohan | |
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Blasonatura | |
di rosso (gueules) con nove anelli a rombo d'oro, disposti 3, 3, 3. |
- Albero genealogico della famiglia Rohan-Parthenay
Giovanni V di Parthenay-l'archevêque Signore di Mouchamps (Les Herbiers) detto Soubise (1512-1561) | Antoinette Bouchard d'Aubeterre (1535-1580) Douairière di Soubise | Isabella d'Albret (1513-1555) zia di Giovanna d'Albret (regina di Navarra) | Renato I di Rohan Visconte di Rohan (1516-1552) | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Charles de Quellenec Barone di Pont, detto Soubise (1548-1572) | Catherine de Parthenay Signora di Soubise Madre dei Rohan Douairière di Rohan (1554-1631) | Renato II di Rohan detto Pontivy, poi Frontenay, Visconte di Rohan (1550-1585) | Jean detto Frontenay (?-morto nel 1574) | Enrico I di Rohan Visconte di Rohan (1535-1575) | Françoise de Rohan Signora della Garnache (1540-1591) | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Enrico II di Rohan Visconte e I duca dopo il 1604 (1579-1638) | Beniamino di Rohan Duca di Soubise (1583-1642) | Henriette de Rohan detta la Bossue (la gobba) (1577-1624) | Catherine de Rohan sposata a Giovanni II di Baviera (1580-1607) | Anne de Rohan Poetessa (1584-1646) | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
"duca non mi degno"
BibliografiaModifica
- Mémoires du Duc de Rohan ristampa febbraio 2010 delle Éditions Ampelos
- Voyage / du duc / de Rohan, / Faict en l'an 1600, / En Italie, Allemaigne, Pays-bas / Unis, Angleterre, & / Escosse. / [°] / A Amsterdam. / Chez Louys Elzevier, / - / 1646. In-12, [1 (titolo)], [1 bl.], 256 p. Edizione originale, disponibile su Gallica
- Memoires et lettres de Henri Duc de Rohan sur la Guerre de la Valteline. Publiés pour la première fois, & accompagnés de notes geographiques, historiques & généalogiques, par M. le Baron de Zur-Lauben, 3 volumes, Genève, 1758.
NoteModifica
- ^ Essendo il primo duca, assunse il nome di Enrico I, duca di Rohan. La madre avrebbe per questo affermato:
(FR) «Roi ne puis, duc ne daigne, Rohan suis»
(IT) «Re, non posso, duca non ne son degno, sono Rohan»
(Caterina di Parthenay) che passò poi erroneamente per essere considerato il motto di famiglia.
- ^ Le rivolte furono infatti chiamate: Le guerre di Monsieur Rohan.
- ^ Le proprietà del Rohan furono inizialmente confiscate a beneficio della famiglia dei Condé, ma questi non fecero in tempo a prenderne possesso poiché intervenne l'atto di grazia di Alés e le proprietà furono restituite al Rohan.
Voci correlateModifica
- Rohan (Francia)
- Duca di Rohan
- Beniamino di Rohan-Soubise
- Giovanni V di Parthenay[1], detto Soubise, suo nonno, quando scriveva alla madre, da Padova il 24 dicembre 1630:
(FR)
«Je seray fort ayse d'avoir les Mémoires que vous me promettez de mon grand-père de Soubize. De tous mes prédécesseurs, sans faire tort aux autres, il n'y en a pas un à qui j'aymasse mieux ressembler.» |
(IT)
«Io non sarò degno di avere le Mémoires che voi mi promettete di mio nonno di Soubize. Di tutti i miei predecessori, senza fare torto agli altri, non ce ne sono altri ai quali ambisca maggiormente assomigliare.» |
Altri progettiModifica
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Enrico II di Rohan
Collegamenti esterniModifica
- Museo dei protestanti, su museeprotestant.org.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 27134595 · ISNI (EN) 0000 0001 2125 2889 · BAV 495/246893 · CERL cnp00405530 · LCCN (EN) n85053726 · GND (DE) 119336839 · BNE (ES) XX1095255 (data) · BNF (FR) cb12313927d (data) · J9U (EN, HE) 987007267145805171 · WorldCat Identities (EN) lccn-n85053726 |
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- ^ Jules Bonnet in Bulletin de la SHPF