Erika Stefani

politica e avvocata italiana (1971-)

Erika Stefani (Valdagno, 18 luglio 1971) è una politica italiana.

Erika Stefani
Erika Stefani nel 2022.

Segretaria del Senato della Repubblica
In carica
Inizio mandato19 ottobre 2022
PresidenteIgnazio La Russa

Ministro per le disabilità
Durata mandato13 febbraio 2021 –
19 ottobre 2022
Capo del governoMario Draghi
PredecessoreAlessandra Locatelli
SuccessoreAlessandra Locatelli

Ministro per gli affari regionali e le autonomie
Durata mandato1º giugno 2018 –
5 settembre 2019
Capo del governoGiuseppe Conte
PredecessoreGianclaudio Bressa[1]
SuccessoreFrancesco Boccia

Senatrice della Repubblica Italiana
In carica
Inizio mandato15 marzo 2013
LegislaturaXVII, XVIII, XIX
Gruppo
parlamentare
Lega - Salvini Premier
CircoscrizioneVeneto
CollegioXVIII: 7 (Vicenza)
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoLega per Salvini Premier
Titolo di studioLaurea in giurisprudenza
UniversitàUniversità degli Studi di Padova
ProfessioneAvvocata, politica

Senatrice della Repubblica per la Lega nella XVII, XVIII e XIX legislatura, è stata ministro per gli affari regionali e le autonomie nel governo Conte I (2018-2019) e ministro per le disabilità nel governo Draghi (2021-2022).

Biografia modifica

Nata a Valdagno, in provincia di Vicenza, entra in politica nel 1999, ricoprendo la carica di consigliera comunale di Trissino per la lista civica Insieme per Trissino.[2][3]

Aderisce successivamente alla Lega Nord di Umberto Bossi, venendo rieletta nel consiglio dello stesso comune alle elezioni comunali in Veneto del 2009 con la lista "Progetto Trissino - Lega Nord. Durante il mandato, ricopre le cariche di vicesindaco e assessore all'urbanistica e all'edilizia privata.

In occasione delle elezioni politiche del 2013, viene eletta al Senato della Repubblica nella circoscrizione Veneto, nelle liste della Lega Nord, entrando a far parte della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari.

Confermata al Senato in occasione delle elezioni politiche del 2018 nel collegio uninominale di Vicenza, il 1º giugno 2018 giura nelle mani del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella come ministra degli affari regionali e delle autonomie, entrando nella compagine del Governo Conte I sostenuto dalla coalizione instauratasi tra Lega e Movimento 5 Stelle, fino al 5 settembre 2019.

Il 12 febbraio 2021 viene annunciata come Ministra per le disabilità nel governo tecnico di unità nazionale presieduto da Mario Draghi, giurando il giorno successivo al palazzo del Quirinale nelle mani del Presidente della Repubblica Mattarella come ministro nel governo Draghi il 13 febbraio 2021.[4]

Alle elezioni politiche anticipate del 25 settembre 2022 viene ricandidata per il Senato come capolista nel collegio plurinominale Veneto - 01 risultando eletta.[5] Il 19 ottobre viene eletto Segretario del Senato con 88 voti.[6]

Vita privata modifica

A gennaio 2012, mentre si stava allenando in palestra in vista di una gara di moto, la sua passione, Erika Stefani fu colpita da un aneurisma cerebrale, rimanendo in coma all'ospedale per quattro giorni.[7]

Note modifica

  1. ^ Sottosegretario.
  2. ^ COMUNE DI TRISSINO - VERBALE DI DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO COMUNALE – N. 9 (PDF), su ilsestantenews.it, COMUNE DI TRISSINO, 11 marzo 2010. URL consultato il 15 febbraio 2019 (archiviato il 15 febbraio 2019).
  3. ^ Matteo Riberto, Passi avanti sull’autonomia: Zaia incontra la Ministra Erika Stefani, su ilsestantenews.it, Il Sestante News, 15 giugno, 2018. URL consultato il 15 febbraio 2019 (archiviato il 15 febbraio 2019).
  4. ^ Governo Draghi, ecco chi sono i ministri. Dai tecnici ai politici riconfermati: tutti i profili, su Il Fatto Quotidiano, 12 febbraio 2021. URL consultato il 18 luglio 2023.
  5. ^ Tutti i senatori eletti al proporzionale, in la Repubblica, 26 settembre 2022.
  6. ^ AMP | Camera e Senato, eletti i rappresentanti dei partiti negli uffici di presidenza, su www.rainews.it. URL consultato il 19 ottobre 2022.
  7. ^ Cristina Agostini, Il ministro Erika Stefani e l'aldilà: "Sono stata in coma 4 giorni. Cosa ho visto", su liberoquotidiano.it, 10 giugno 2018. URL consultato il 19 novembre 2021.

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