Etelfrido di Bernicia

Etelfrido (in inglese antico Æthelfrith; ... – 616) regnò sulla Bernicia (odierno Northumberland, Inghilterra settentrionale) dal 593 al 616 e nel 604 conquistò anche la corona della Deira. Unificò così questi due reami, in seguito conosciuti col nome di Northumbia. Di fatto, fu quindi il primo sovrano di questo nuovo regno.

È ricordato dalle fonti come un potente re-guerriero, che ottenne molte vittorie contro i vicini reami britannici e contro quello di Dalriada. Sebbene sia stato ucciso in battaglia e rimpiazzato sul trono da una dinastia rivale, la sua discendenza tornò al potere negli anni Trenta del VII secolo e lo mantenne fino alla prima metà del secolo VIII.

Figlio di Etelrico, succedette a re Hussa, che non apparteneva alla dinastia che discendeva dal nonno Ida. La sua salita al potere, sembrerebbe quindi frutto di contrasti dinastici[1]. È l'Historia Brittonum attribuita a Nennio ad affermare che era figlio di Etelrico. Secondo quest'opera, avrebbe regnato dodici anni come re di Bernicia e altri dodici come sovrano di Deira[2].

I suoi predecessori sono praticamente ignoti e infatti Etelfrido è il primo sovrano berniciano sulla cui vita si conoscono dettagli significativi[3].

Nella sua Historia ecclesiastica gentis Anglorum, San Beda il Venerabile ricorda che Etelfrido era pagano[4] e narra le sue conquiste contro i regni britannici, che rese suoi tributari e vassalli, o dai quali scacciò i precedenti abitanti, sostituendoli con gli angli[5].

Le conquiste modifica

Nel 603, Áedán mac Gabráin, il re irlandese di Dal Riada, regno situato a nord-ovest della Bernicia, preoccupato dai successi di Etelfrido, mise insieme una grande armata, a cui, secondo la Cronaca anglosassone, si sarebbe unito anche Hering, figlio di Hussa[6]. Ciò testimonierebbe l'esistenza di lotte dinastiche per la successione al trono[7]. Secondo Beda, Etelfrido, sebbene il suo esercito fosse in netta inferiorità numerica, sconfisse i nemici nella sanguinosa Battaglia di Daegsastan, dove però morì suo fratello Theobald[8]. La battaglia fu probabilmente seguita da un trattato di pace con la Dalriada: lo testimonierebbero sia il fatto che le successive campagne militari di Etelfrido furono condotte in altre direzioni sia il fatto che i suoi figli, dopo la morte del padre in battaglia, avrebbero trovato rifugio proprio a Dalriada[9].

L'anno successivo (604), Etelfrido acquisì anche il controllo del regno di Deira, in circostanze poco chiare[10]. Tuttavia, è probabile che si sia trattato di una conquista militare, dato che i membri della famiglia reale furono cacciati o fuggirono. Tra loro c'erano Hereric e suo zio Edvino (figlio dell'ex sovrano Aella), due eminenti esponenti della famiglia reale. Anche il breve regno (appena cinque anni) dell'immediato predecessore di Etelfrido, Etelrico, indicherebbe che si sia trattato di una conquista militare[11]. In alternativa, D. P. Kirby ha suggerito che il dominio di Etelfrido su entrambi i regni potrebbe essere stato solo "la formalizzazione di un già esistente rapporto" di collaborazione tra i due reami. Kirby ha anche fatto notare che non necessariamente Edvino sarebbe andato subito in esilio e che forse l'ostilità di Etelfrido nei suoi confronti "si manifestò per gradi"[12]. Edvino si sarebbe salvato dalle ire di Etelfrido spostandosi da un regno all'altro: nel regno britannico del Gwynedd (nell'odierno Galles), nel regno anglosassone di Mercia e nel regno anglosassone dell'Anglia orientale. La sua presenza in quest'ultimo reame fu la causa dello scoppio delle ostilità tra Anglia orientale e Bernicia[13], conflitto che porterà alla caduta di Aetelfrith. Nella Mercia, Edvino sposò anche una figlia di re Cearl[14]

Sempre nel 604, Etelfrido divenne padre di Osvaldo[15]. Sua madre sarebbe stata Acha, figlia di Aella e sorella di Edvino[16]. Beda non dice in maniera esplicita che Etelfrido avesse sposato Acha[17], anche se è probabile che lo avesse fatto, forse prima della conquista per garantirsi un'eventuale legittimità, o forse dopo per consolidarla[12]. L'Historia Brittonum dice che Etelfrido diede la città di Din Guaire alla moglie Bebba, dalla quale la città fu chiamata Bamburgh[18]. Anche Beda dice che Bamburgh fu chiamata così dall'ex regina Bebba, ma non menziona Etelfrido[19]. C'è chi ha suggerito che Bebba "sarebbe stata la prima e più importante moglie di Etelfrido"[20].

Forse tra il 613 e il 616, Etelfrido attaccò il regno gallese del Powys, sconfiggendone il re Selyf ap Cynan nella battaglia di Chester[21]. Sia il re del Pows sia un suo alleato, re Cetula, probabilmente Cadwal Crysban del Rhôs[22], morirono in battaglia. Prima di questo scontro, Etelfrido massacrò anche i monaci di Bangor-Is-Coed (Beda dice che ne morirono 1.200 e che se ne salvarono solo cinque), che si erano radunati per pregare per la vittoria dei britannici[23]. È stato ipotizzato che Etelfrido abbia compiuto questo massacro per ragioni tattiche, cioè per cogliere di sorpresa i britannici e costringerli a cambiare i loro piani per difendere i monaci[20]. Dopo aver ucciso i monaci, Etelfrido sconfisse l'esercito nemico, anche se Beda ricorda che il sovrano berniciano ebbe numerose perdite[24]. La vittoria di Etelfrido a Chester ebbe però una grande importanza strategica, perché portò alla definitiva separazione tra i regni britannici del Galles e quelli delle terre settentrionali[25]

Sconfitta e morte modifica

Mentre si trovava in esilio, Hereric della famiglia reale di Deira fu avvelenato dal suo ospite, re Ceredig ap Gwallog dell'Elmet, probabilmente su istigazione di Etelfrido[26], che inviò anche numerosi messaggeri presso re Raedwald dell'Anglia orientale, che ospitava Edvino, principe di Deira, per convincerlo a uccidere quest'ultimo in cambio di ricchi doni, e arrivando anche a minacciare guerra[27]. In un primo momento Raedwald aveva deciso di uccidere o di consegnare Edvino al suo nemico, ma fu dissuaso dalla moglie, che gli fece capire il disonore che sarebbe derivato da quest'azione. Allora il sovrano dell'Anglia orientale marciò in armi contro Etelfrido e lo sconfisse e uccise in una battaglia sulla riva orientale del fiume Idle, attorno al 616[28]. Dopo la morte di Etelfrido, Raedwald mise Edvino sul trono di Bernicia e non su quello di Deira, mentre i figli di Etelfrido (Eanfrith, Osvaldo e Oswiu) fuggirono a nord, e solo dopo la morte di Edvino recuperarono il trono paterno[29]. La morte in battaglia di Etelfrido è stata vista da Ziegler come la causa scatenante di "una rivoluzione pressoché totale nelle nazioni di quella che è oggi l'Inghilterra settentrionale". Dopo la morte di Edvino (che aveva nuovamente riunificato Deira e Bernicia nella Northumbria) nella battaglia di Hatfield Chase (633), Eanfrith riprese temporaneamente il potere in Bernicia, e in seguito Osvaldo ridiede alla dinastia berniciana di Etelfrido il potere sia sulla Bernicia sia sulla Deira e così i suoi discendenti continuarono a regnarono fino alla prima metà dell'VIII secolo[30].

Note modifica

  1. ^ Michelle Ziegler, The Politics of Exile in Early Northumbria Archiviato il 10 gennaio 2011 in Internet Archive., The Heroic Age, Issue 2, Autumn/Winter 1999
  2. ^ Historia Brittonum 63 Archiviato il 27 luglio 2009 in Internet Archive.; Per un'interpretazione della cronologia vedi D. P. Kirby, The Earliest English Kings (1991, 2000), pag. 57
  3. ^ Nel XX secolo, lo storico Frank Stenton (Anglo-Saxon England, 1943, 1971, 1998, Oxford paperback, pagg. 76-77) ha scritto che "una continuativa storia di Northumbria, e addirittura dell'Inghilterra, cominciò col regno di Etelfrido" e che "egli fu il vero fondatore del regno di Northumbria" e che "è stato il primo grande capo a elevarsi tra gli angli del nord"
  4. ^ La cristianizzazione della Northumbria inizierà infatti solo una decade dopo la sua morte
  5. ^ Beda, Historia ecclesiastica gentis Anglorum, I, 34 Archiviato il 30 agosto 2009 in Internet Archive.
  6. ^ Cronaca anglosassone manoscritto E, anno 603. Beda, invece, non menziona Hering
  7. ^ Ziegler, "Politics of Exile" (nota 5 Archiviato il 22 marzo 2006 in Internet Archive.): oltre a ipotizzare l'esistenza di queste lotte dinastiche per il trono della Bernicia, l'autore ipotizza anche che Beda sapesse della presenza di Hering, ma che l'abbia menzionata volutamente per non macchiare la descrizione di Etelfrido e della dinastia berniciana che da lui discendeva
  8. ^ Beda, Historia ecclesiastica, I, 34; Cronaca anglosassone manoscritto E, anno 603, che parla della morte di Theodbald, insieme a "tutte le sue truppe"
  9. ^ Rosemary Cramp, "The Making of Oswald's Northumbria", in C. Stancliffe and E. Cambridge (ed.), Oswald: Northumbrian King to European Saint (1995, 1996), pag. 19 e nota 10
  10. ^ D. P. Kirby, The Earliest English Kings, pagg. 60-61
  11. ^ Michelle Ziegler, idem
  12. ^ a b D.P. Kirby, ibidem
  13. ^ John Marsden, Northanhymbre Saga (1992), basato su Reginaldo di Durham e le Triadi gallesi
  14. ^ Beda, Historia ecclesiastica gentis Anglorum II, 14.
  15. ^ Questa data di nascita si desume da Beda (Historia ecclesiastica gentis Anglorum, III, 9 Archiviato il 13 maggio 2011 in Internet Archive.), secondo cui Osvaldo morì nel 642, a 38 anni, ragion per cui sarebbe nato attorno al 604
  16. ^ Beda, Historia ecclesiastica gentis Anglorum III, 6
  17. ^ Ziegler, "Politics of Exile", nota 14 Archiviato il 22 marzo 2006 in Internet Archive.
  18. ^ Historia Brittonum, 63; Ziegler, ibidem.
  19. ^ Beda, Historia ecclesiastica gentis Anglorum III, 6; 16
  20. ^ a b Ziegler, ibidem
  21. ^ Cronaca anglosassone manoscritto E data la battaglia al 605, data che è generalmente considerata scorretta, mentre viene accettato l'anno 616, proposto per la prima volta da Charles Plummer, Venerabilis Beda Opera Historica (1896)
  22. ^ A. W. Wade-Evans, Vitae sanctorum Britanniae et genealogiae (1944)
  23. ^ Beda, Historia ecclesiastica gentis Anglorum II, 2. La Cronaca anglosassone (E) parla di 200 morti, ma concorda sul fatto che si salvarono cinque monaci
  24. ^ Beda, Historia ecclesiastica gentis Anglorum II, 2
  25. ^ L'attenzione di Beda è però tutta rivolta al massacro dei monaci, mentre egli non riconosce nella battaglia un punto di svolta; Stenton, pag 78
  26. ^ Beda, Historia ecclesiastica gentis Anglorum IV, 23 Archiviato il 14 maggio 2011 in Internet Archive.; Ziegler, "Politics of Exile", e Kirby, pag. 61
  27. ^ Kirby ibidem
  28. ^ Beda, Historia ecclesiastica gentis Anglorum II, 12; Kirby, pagg. 52 e 61
  29. ^ Beda, Historia ecclesiastica gentis Anglorum II, 12; III, 1: dice che i figli di Etelfrido andarono in esilio tra gli Scoti e i Pitti); Cronaca anglosassone manoscritto E, anno 617: elenca i figli di Etelfrido (Eanfrith, Osvaldo, Oswiu, Oslac, Oswudu, Oslaf and Offa)
  30. ^ Kirby, pag. 52

Voci correlate modifica

Collegamenti esterni modifica