In informatica e tecnologie correlate alle reti, per failover[1] si intende la tecnica che prevede in caso di guasto o interruzione anomala nel funzionamento di un server, un componente hardware o una rete,[2] la commutazione automatica a una struttura analoga ridondante o in standby, in modo che il nuovo dispositivo rimpiazzi quello non più funzionante. Il failover e lo switchover sono essenzialmente la stessa operazione, tranne per il fatto che di solito il failover è automatico e opera senza preavviso, mentre lo switchover richiede l’intervento umano.

I progettisti in genere forniscono funzionalità di failover in server, dispositivi e reti che richiedono una disponibilità quasi continua e un elevato grado di affidabilità.

Funzionamento modifica

In un esempio di funzionamento a livello di server, l'automazione del failover utilizza solitamente un segnale periodico di controllo (heartbeat), tra due server interconnessi tramite una connessione di rete o un cavo separato (per esempio un cavo seriale RS-232). Finché è presente il segnale di controllo, il secondo server non porterà i suoi sistemi online; non appena viene rilevata un'alterazione (o interruzione) nel segnale di controllo, il secondo server riprende il lavoro del primo. Alcuni sistemi hanno la possibilità di inviare una notifica di failover.

Alcuni sistemi possono eseguire il failover in modo non completamente automatico ma richiedere l'intervento umano; questa configurazione semi automatizzata "con approvazione manuale" viene eseguita automaticamente solo dopo che un utente ha approvato il failover.

L'utilizzo dei software di virtualizzazione, ha consentito alle pratiche di failover di diventare meno dipendenti dall'hardware fisico, questo avviene attraverso il processo denominato "migrazione", processo in cui una macchina virtuale in esecuzione viene spostata da un host fisico a un altro, con interruzioni del servizio minime o nulle.

Failback modifica

Viene definito failback il processo inverso, e cioè il processo di ripristino di un sistema, di un componente o di un servizio, che da uno stato di errore ritorna al suo stato originale di lavoro, quindi il sistema di rimpiazzo passa da "funzionamento" a standby. In pratica, il failback segue il failover e si esplica nella procedura di trasferimento al sistema principale dei contenuti modificati durante il periodo di interruzione. Questa può essere interamente automatica o controllabile dall'operatore a seconda delle necessità.

Storia modifica

Il termine "failover", anche se probabilmente usato dagli ingegneri molto prima, può essere trovato in un rapporto NASA declassificato del 1962.[3] Il termine "switchover" lo si può trovare in alcune pubblicazioni verso la fine degli anni 50,[4] quando vengono descritti i "sistemi di attesa" a "caldo" e a "freddo", con il significato attuale di passaggio immediato a un sistema in esecuzione (a caldo) e commutazione ritardata a un sistema che necessita di partenza (a freddo).

Note modifica

  1. ^ Lett. "eccedenza" ma non lo si traduce praticamente mai, come altri termini informatici.
  2. ^ Per failover a livello di applicazione vedi p.e. Kailash Jayaswal, Administering Data Centers, Wiley India Pvt. Limited, 2005, p. 364, ISBN 978-81-265-0688-0. URL consultato il 18 giugno 2018.
  3. ^ (EN) NASA, Postlaunch Memorandum Report for Mercury-Atlas (PDF), su jsc.nasa.gov, 15 giugno 1962. URL consultato il 18 giugno 2018.
  4. ^ (EN) Petroleum engineer for management, vol. 31, Dallas, Petroleum Engineer Pub. Co., 1959, p. D-40, OCLC 1589015. URL consultato il 18 giugno 2018.