Lanza (famiglia)

famiglia nobiliare siciliana
(Reindirizzamento da Famiglia Lanza)
Disambiguazione – Se stai cercando la dinastia del XIII secolo, vedi Lancia (casato).

I Lanza Branciforte[1], noti semplicemente come Lanza, sono una famiglia nobile italiana originatasi in Sicilia nel XV secolo. Derivata da un ramo cadetto dei Lancia dei Baroni di Longi, di origine aleramica, rappresenta una delle maggiori dinastie dell'aristocrazia siciliana.

Lanza Branciforte
D'oro al leone coronato di nero armato e lampassato di rosso, bordatura composta d'argento e di rosso
Stato Regno di Sicilia
Bandiera dello Stato Pontificio Stato Pontificio
Regno delle Due Sicilie
Regno d'Italia
Bandiera dell'Italia Italia
Casata di derivazioneLancia di Sicilia
Casata principaleLanza Branciforte di Trabia (est. nel 1938)
Titoli
FondatoreBlasco Lanza
Data di fondazioneXV secolo
Etniaitaliana
Rami cadetti
  • Lanza Branciforte di Scalea
  • Lanza dei Principi Lanza (est. nel XIX sec.)
  • Lanza Branciforte dei Conti Lanza
  • Lanza d'Ajeta
  • Lanza Filangieri di Mirto (est. nel 1968)
Stemma principesco di Casa Lanza

Questo casato, fu nei secoli al vertice del potere politico ed economico nell'isola, avendo i suoi esponenti ricoperto le più alte cariche istituzionali, civili e militari, del Regno di Sicilia. Estintosi il ramo primogenito dei Principi di Trabia nella prima metà del XX secolo, la famiglia Lanza Branciforte è rappresentata dalla linea collaterale dei Principi Lanza di Scalea.

 
Tomba di Blasco Lanza e della nipote Laura, baronessa di Carini, nella cripta di famiglia in Santa Cita a Palermo. Gli stemmi recano i leoni antichi dei Lancia

Capostipite accertato del casato fu Blasco Lanza (1466-1535), avvocato catanese appartenente a un ramo cadetto della nobile famiglia Lancia dei Baroni di Longi.[1][2] La sua discendenza dai Lancia venne negata da Mario Cutelli, del pari insigne giurista catanese di un secolo più tardi, che lo disse figlio di un oscuro scrivano cresciuto dai Domenicani.[3][4] Divenne feudatario con l'acquisizione della terra di Trabia, nel Val di Mazara (1498), e della baronia di Castania, nel Val Demone (1507), ambedue possessi pervenuti in dote jure uxoris.[1][2][5] Sulla terra di Trabia ebbe investitura col titolo di barone con privilegio dato dal re Ferdinando II d'Aragona il 14 novembre 1509, reso esecutivo dall'11 giugno 1510.[1][3][6][7] Fu per due volte deputato del Regno (1508 e 1514) e regio consigliere dal 1517.[1][3][4]

A Blasco succedette nei titoli e nei feudi il figlio Cesare Lanza Tornabene, II barone di Trabia († 1593), nato dalla sua seconda unione.[1] Detto Cesare, fu mastroportulano (1537), governatore della Compagnia della Carità di Palermo (1546), ambasciatore a Palermo dell'imperatore Carlo V d'Asburgo, che servì nelle sue guerre in Germania, nella Spedizione di Algeri e all'Assedio di Vienna (dal 1548), e per quattro volte pretore di Palermo (1548, 1555, 1556 e 1560).[2][8] Nel 1549 acquistò la terra e il castello di Mussomeli, nel Val di Mazara, su cui ebbe investitura del titolo di conte per privilegio dato l'11 gennaio 1564 dal re Filippo II di Spagna, esecutoriato il 27 novembre, per i servigi militari resi all'Imperatore Carlo V di suo padre.[1][8] Padre di nove figli, avuti da due diverse unioni, gli succedette nei titoli e nei feudi il maggiore dei suoi figli di secondo letto, Ottavio Lanza de Centelles, II conte di Mussomeli (1547-1617), che fu vicario generale e capitano generale delle armi del Regno di Sicilia, il quale per privilegio dato il 22 luglio 1601 dal re Filippo III di Spagna, esecutoriato il 13 novembre del medesimo anno, ebbe concessione del titolo di I principe di Trabia.[2][9] Dalla sua unione con la nobildonna Giovanna Orteca Gioeni Paternò dei baroni di Valcorrente, ebbe quattro figli, tra cui Lorenzo, III conte di Mussomeli († 1612), che essendogli premorto non poté succedergli nel possesso dei titoli e dei feudi di famiglia, di cui alla sua morte prese possesso il nipote Ottavio.[9] Un altro figlio del Conte Cesare fu Blasco, sacerdote e probabilmente cavaliere gerosolimitano dal 1557.[10]

Ottavio Lanza Barrese, II principe di Trabia († 1675), fu deputato del Regno di Sicilia e vicario generale a Sciacca nel 1647.[1][9] Sposò Giovanna Lucchese Spinola, II duchessa di Camastra, ultima discendente di un ramo della famiglia Lucchese Palli, e attraverso questa unione gli pervennero in dote il Ducato di Camastra e la Contea di Sommatino.[5][9][10][11] Da questa unione nacquero cinque figli tra cui: Lorenzo, V conte di Mussomeli († 1660); Giuseppe, III duca di Camastra († 1708), che fu militare, deputato del Regno di Sicilia (1668), capitano di giustizia (1672) e pretore di Palermo (1679), vicario generale di Siracusa, Augusta e Terranova (1676) e del Val di Noto e del Val Demone (1693); Giacomo († 1710), investito del titolo di I principe di Lanza per privilegio dato nel 1677; Cesare, cavaliere dell'Ordine militare di Calatrava, III principe di Buonfornello dal 1684, titolo acquisito dal matrimonio con Anna Bellacera Giglio, vedova di Blasco Alliata Galletti, che non lasciò discendenza.[1][9][10][12] Attraverso Giuseppe, che sposò in prime nozze Maria Gomez de Silveira Ferreri, i Lanza acquisirono per successione nel 1675 il possesso del Principato di Santo Stefano e delle baronie di Pettineo e Migaudo.[1][13] Il primogenito Lorenzo, che sposò Luisa Moncada Gaetani dei Principi di Paternò, generò due figli, Giovanna e Ottavio, III principe di Trabia († 1720), che fu deputato del Regno di Sicilia (1680).[1][9] Detto Ottavio, nel 1713, in qualità di pari del Regno, accolse il duca Vittorio Amedeo II di Savoia a Palermo per l'incoronazione regia.[14] Sposò Lucrezia Reggio Saladino dei Principi di Campofiorito, da cui ebbe quattro figli, di cui suo successore nei titoli e nei feudi fu Ignazio, IV principe di Trabia (1693-1753), che fu capitano di giustizia (1717) e pretore di Palermo (1739), deputato del Regno di Sicilia (1723) e consigliere aulico dell'Imperatore Carlo VI dal 1720.[1][2][9][10] Sposò la cugina Giovanna Lanza Castello, unica figlia ed erede dello zio paterno Giuseppe, duca di Camastra, che gli portò in dote il Principato di Santo Stefano e il Ducato di Camastra, e lo rese padre di quattro figli, tra cui Giuseppe, V principe di Trabia, e Antonino (1728-1775), chierico teatino che fu vescovo di Girgenti.[1][9][15]

Giuseppe Lanza e Lanza, V principe di Trabia (1719-1783), fu capitano di giustizia (1762-64) e pretore di Palermo (1768-80), vicario generale per la lotta al banditismo (dal 1767), deputato del Regno di Sicilia (1778-80), maestroportulano, protomedico e presidente del Real Patrimonio, ambasciatore del Senato di Palermo al Re Carlo III e gentiluomo di camera con esercizio del Re di Napoli e Sicilia.[1][10][16] Ebbe sette figli, nati dal secondo matrimonio con Orietta Stella Valguarnera dei Duchi di Mirto, di cui il primogenito Ignazio, VI principe di Trabia (1758-1784), governatore della Compagnia della Pace di Palermo (1779), al quale, morto senza lasciare discendenza, succedette nei titoli e nei feudi di famiglia il fratello minore Pietro, VII principe di Trabia (1759-1811), investito nel 1789, che fu capitano di giustizia di Palermo (1792), segretario di Stato e maestro di corte del Re di Napoli e Sicilia.[1][10] Detto Pietro, sposò Anna Maria Branciforte Valguarnera dei Principi di Scordia, che lo rese padre di cinque figli.[17]

Giuseppe Lanza Branciforte, VIII principe di Trabia (1780-1855), figlio di Pietro, insigne archeologo e collezionista, fu pari del Regno di Sicilia (1812 e 1848) e ministro degli Affari Ecclesiastici del Regno delle Due Sicilie (1841-48).[1][10][18] Sposò Stefania Branciforte e Branciforte dei Principi di Butera e Scordia, ultima discendente del suo casato, e attraverso questa unione che gli diede sei figli, tutti i titoli e i beni della famiglia Branciforte pervennero in dote ai Principi di Trabia, i cui membri da allora assunsero il doppio cognome Lanza Branciforte.[1][10] Il primogenito Pietro Lanza Branciforte, IX principe di Trabia (1807-1855), storico, fu pretore di Palermo (1835, 1837 e 1848) e ministro dei Lavori Pubblici e poi degli Esteri del governo provvisorio della Sicilia (1848-49), morto in esilio in Francia.[1][10][18] Sposò la nobildonna napoletana Eleonora Spinelli Caracciolo, principessa di Scalea e duchessa di Misuraca, ultima discendente del suo casato che gli portò in dote tutti i suoi titoli e beni di cui fu erede, e con la quale procreò sei figli, tra cui Francesco (1834-1919) da cui ebbe origine il ramo cadetto dei Principi di Scalea, e Stefania (1842-1925), che fu dama di palazzo della Regina Margherita.[1][19]

I titoli della famiglia Lanza Branciforte dei Principi di Trabia ottennero legale riconoscimento dal Regno d'Italia con decreto ministeriale del 5 maggio 1899 a Pietro Lanza Branciforte Galeotti, XI principe di Trabia (1868-1929), figlio di Giuseppe, X principe di Trabia (1833-1868).[5][20] Detto Pietro, fu consigliere comunale di Palermo, deputato e senatore al parlamento nazionale tra le legislature XVIII e XXVIII. Fu padre di Giuseppe, principe di Scordia (1889-1927), più volte deputato, Ignazio (1890-1917) e Manfredi (1894-1918), questi ultimi tenenti del Regio Esercito nella Prima guerra mondiale, in cui ottennero la Medaglia d'argento al valor militare.[5] Essendo costoro premorti celibi al padre, e senza lasciare legittima discendenza, al Principe Pietro succedette nei titoli il fratello minore Ottavio.[2][5]

Ottavio Lanza Branciforte Galeotti, XII principe di Trabia (1863-1938), creato Duca Lanza Branciforte con Regio Decreto motu proprio del 9 marzo 1905, e Regie lettere patenti del 21 dicembre dello stesso anno, fu ufficiale del Regio Esercito e senatore del Regno d'Italia nella XXIX legislatura.[2][5][21] Non avendo ottenuto discendenza dal suo matrimonio con la nobildonna francese Rose-Blanche Rose Ney d'Elchingen dei Duchi d'Elchingen, alla sua morte tutti i titoli passarono ai membri del ramo cadetto dei Principi Lanza di Scalea.[22]

Rami cadetti

modifica
Principi Lanza

Giacomo Lanza Lucchese († 1710), figlio terzogenito di Ottavio, II principe di Trabia, ebbe concesso dal re Carlo III di Spagna con privilegio dato il 29 marzo 1677, esecutoriato il 6 luglio, il titolo di principe sul proprio cognome.[1][23] Capitano di giustizia di Palermo nel 1687, sposò in prime nozze Caterina Joppolo Gianguercio dei Duchi di San Biagio, e in seconde nozze Isabella Lo Porto Ortolano, marchesa di Alimena e vedova di Antonio Alimena Colnago.[12] Fu padre di Ottavio, II principe Lanza († 1718), natogli dalla prima unione, il quale dalla consorte Oliva Schittini Galletti dei Marchesi di Sant'Elia, ebbe i figli Giacomo e Antonino.[12]

Antonino Lanza Schittini, III principe Lanza (1698-1775), succedette al padre per rinuncia fatta dal fratello Giacomo, che si diede al sacerdozio, e prese investitura del titolo il 20 settembre 1737.[12] Governatore del Monte della Pietà di Palermo (1752, 1753 e 1767), da parte materna ereditò i titoli di Principe di Ventimiglia (1739), di Marchese di Sant'Elia e di Barone e Signore di Calamigna (1740).[1][24][25] Sposò Emanuela San Martino Ramondetta dei Duchi di Montalbo, da cui nacquero Salvatore, IV principe Lanza (1744-1817), che fu senatore di Palermo nel 1781 e nel 1782, e Giovanni (1746-?).[1] Dal Principe Salvatore e dalla consorte Marianna Ventimiglia Notarbartolo dei Principi di Grammonte, nacquero Antonio e Giovanni, V principe Lanza (1799-1868), che fu maggiordomo di settimana del Re delle Due Sicilie e letterato[10][26], con i quali probabilmente si estinse questo ramo.

Principi Lanza di Scalea

Il ramo dei Principi di Scalea ebbe origine con Francesco Lanza Branciforte Spinelli (1834-1919), figlio secondogenito di Pietro, IX principe di Trabia, che fu deputato nelle legislature IX e X, e senatore del Regno d'Italia nella XV legislatura. Detto Francesco, ebbe concessione del titolo di Principe Lanza di Scalea con diploma dato dal re Vittorio Emanuele III d'Italia il 14 agosto 1911.[1][27] Sposato con Rosa Mastrogiovanni Tasca dei Conti d'Almerita, ebbe cinque figli, Pietro, Eleonora, Lucio, Giuseppe e Nicola.[1][28] Il primogenito Pietro, II principe Lanza di Scalea (1863-1938), fu importante esponente politico, che ricoprì le cariche di deputato e poi senatore del Regno d'Italia tra le legislature XX e XXIX, di sottosegretario agli Esteri (1906 e 1909-10) e di ministro della Guerra (1922) e poi delle colonie (1924-26); il terzogenito Giuseppe (1870-1929), fu sindaco di Palermo (1920-24) e senatore del Regno d'Italia nelle legislature XXVII e XXVIII; il più giovane, Nicola (1875-1934), fu creato I principe di Deliella con Regie lettere patenti del 12 agosto 1895.[1][28]

Il Principe Pietro nel 1887 sposò Dorotea Fardella Paternò Castello, baronessa di Moxharta, da cui ebbe sei figli, di cui l'unico maschio fu il primogenito Francesco Giuseppe, III principe Lanza di Scalea (1890-1954), che a seguito della estinzione della linea primogeniale dei Principi di Trabia avvenuta nel 1938 con la morte senza discendenti del principe Ottavio Lanza Branciforte Galeotti, divenne titolare di tutti i titoli della famiglia Lanza Branciforte.[27][28][29] Detto Francesco Giuseppe, nel 1936 sposò Teresa De Luca, da cui ebbe quattro figli, e dai discendenti di costui è rappresentato il casato dei Lanza Branciforte.[29]

Principi di Mirto

Il ramo deriva da Ignazio Lanza Branciforte, conte di Sommatino (1781-1837), figlio di Pietro, VII principe di Trabia, che nel 1830 sposò Vittoria Filangieri Pignatelli, principessa di Mirto, ed ultima erede del ramo siciliano dei Filangieri della linea dei Principi di Mirto e dei Conti di San Marco, che portò in dote ai Lanza i titoli e i feudi del suo casato.[30][31][32] Detto Ignazio fu cavaliere gerosolimitano, gentiluomo di camera del Re delle Due Sicilie, e pretore di Palermo fino al 1833.[30] Gli esponenti di questo ramo si cognomarono Lanza Filangeri a partire da Giuseppe Antonio, VIII principe di Mirto (1835-1902), figlio di Ignazio, che ottenne l'autorizzazione per sé e per i propri discendenti ad aggiungere il cognome materno con Regio Decreto del 12 agosto 1900.[1]

Si estinse nella persona di Stefano Lanza Filangieri, X principe di Mirto (1895-1968), che fu deputato all'Assemblea Regionale Siciliana e senatore della I legislatura della Repubblica Italiana, poiché non ebbe eredi dalla consorte Amalia Falletti di Villafalletto dei Conti di Villafalletto (1896-1977).

Marchesi Lanza d'Ajeta

Questo ramo ebbe origine dai discendenti di Blasco Lanza Branciforte Spinelli, figlio cadetto di Pietro, IX principe di Trabia.[1] Padre di Pietro (1879-1930) e di Giuseppe (1880-1945), avuti dalla consorte Teresa Notarbartolo Fardella dei Duchi di Villarosa, il nipote Blasco (1907-1969), figlio di Giuseppe, fu un diplomatico e con Regio Decreto del 21 aprile 1927 ebbe concesso motu proprio il titolo di Marchese Lanza d'Ajeta con predicato sul cognome.[1]

Conti Lanza

Il ramo ebbe origine con Emanuele Lanza Branciforte Filangieri, conte di Mazzarino (1827-1876), figlio cadetto di Giuseppe, VIII principe di Trabia, che sposatosi con Olivia Mantegna Alliata dei Principi di Gangi, ebbe Giuseppe (1866-1949), cavaliere d'onore e devozione del Sovrano Militare Ordine di Malta, il quale ebbe riconoscimento con Decreto Ministeriale del 29 marzo 1898 del titolo di Conte Lanza, in precedenza appartenuto al prozio Francesco Lanza Branciforte Filangieri, fratello del nonno paterno, che lo ebbe in concessione con Regio diploma del 26 maggio 1855.[27][33] Giuseppe Lanza Branciforte Mantegna nel 1888 sposò Luisa Sarah Ruffo dei Principi di Sant'Antimo, da cui ebbe l'unico figlio Emanuele (1890-1932), il quale a sua volta sposò nel 1910 la milanese Anna Brambilla, da cui ebbe quattro figli, tra cui Giovanni, II conte Lanza (1911-1989) e Giuseppe Fabrizio, conte di Assoro (1896-1976), che fu senatore della Repubblica Italiana nella I legislatura[1][27], attraverso i cui discendenti il ramo è fiorente.

Attraverso il matrimonio di Giuseppe Fabrizio con Donna Conchita Ramirez y Camacho, i Lanza detengono il marchesato di Villa Urrutia, nel Regno di Spagna. Il titolo venne concesso per la prima volta a Venceslao Ramírez, politico e diplomatico spagnolo, nel 1913[34]. Attuale marchesa è Donna Fabrizia Lanza di Mazzarino e Mastrogiovanni Tasca d'Almerita (n. 1961).[35]

A questo ramo appartiene pure il musicologo Gioacchino Lanza Tomasi (1934-2023), terzogenito di Giuseppe Fabrizio, che per adozione dello scrittore Giuseppe Tomasi di Lampedusa, nel 1957 assunse quello del Tomasi come secondo cognome.[36]

  • Principe di Trabia
  • Principe di Butera
  • Principe di Campofiorito
  • Principe di Catena
  • Principe di Pietraperzia
  • Principe di Santo Stefano di Mistretta
  • Principe di Scalea
  • Principe di Scordia
  • Duca di Branciforte
  • Duca di Camastra
  • Duca di Santa Lucia
  • Duca Lanza Branciforte
  • Marchese della Ginestra
  • Marchese di Barrafranca
  • Marchese di Militello
  • Marchese di Misuraca (con i predicati di Aieta, Saracena, Morano e Santa Domenica)
  • Conte di Mazzarino
  • Conte di Mussomeli
  • Conte di Raccuja
  • Conte di Sommatino
  • Barone del Biviere di Lentini
  • Barone di Dorilli
  • Barone di Fontana Murata
  • Barone di Imbrici
  • Barone di Rigiulfo
  • Barone di Valguarnera Radali
  • Signore di Ajeta
  • Signore di Dammisa
  • Signore di Morana
  • Signore di Occhiolà
  • Signore di Santa Domenica
  • Signore di Santa Maria di Niscemi
  • Signore di Saracena
  • Grande di Spagna
  • Lanza Branciforte dei Principi di Trabia: d'oro, con un leone coronato di nero, armato e lampassato di rosso, e la bordura composta d'argento e di rosso.[10] Corona di principe e mantello di velluto scarlatto foderato d'ermellino.[10]
  • Lanza Branciforte nobili dei Principi di Trabia: d'oro al leone coronato di nero, linguato di rosso, colla bordura composta di argento e di rosso e con la spezzatura di un lambello d'azzurro che sormonta il leone.
  • Lanza Branciforte dei Principi di Scalea e di Deliella: di oro, al leone coronato di nero, linguato di rosso, sormontato dalla spezzatura di un lambello di rosso, con la bordura composta d'argento e di rosso.

Albero genealogico

modifica
I linea dei Lanza dei Baroni di Trabia e Conti di Mussomeli
 Blasco, I barone di Trabia (1466-1535)
I Aloisia di Bartolomeo, II Laura Tornabene Paternò, baronessa di Castania
 
     
 I Antonia
Salvatore Mastrantonio, barone di Aci
I Giovanna
Ercole Statella Caruso, barone di Spaccaforno
II Manfredi
II Cesare, II barone di Trabia e I conte di Mussomeli († 1593)
I Lucrezia Gaetani Bonaiuti, II Castellana de Centelles Branciforte
II Agata
Giovanni Antonio Squillace
 
         
I Antonio
I Laura (1529-1563)
Vincenzo La Grua Talamanca, barone di Carini
I Giovanna († 1560)
Niccolò Branciforte Moncada, conte di Raccuja
II Diana
Ponzio Valguarnera de Luna, conte di Assoro
II Ottavio, III barone di Trabia e II conte di Mussomeli(1547-1617)
Giovanna Orteca Gioeni
II Giovanni
Luisa Lancia
II Margherita
Girolamo Filangieri, conte di San Marco
II Brigida, monaca
II Blasco, sacerdote
 
 
 Linea dei Principi di Trabia
 
II linea dei Lanza dei Principi di Trabia
 Ottavio, I principe di Trabia(1547-1617)
Giovanna Orteca Gioeni
 
    
 Lorenzo, III conte di Mussomeli († 1612)
Elisabetta Barrese Colonna
Agata
Pietro
Cesare
 
  
 Giovanna († 1648)
Vincenzo Filangieri de Spucches
Ottavio, II principe di Trabia († 1675)
Giovanna Lucchese Spinola, duchessa di Camastra
 
     
 Elisabetta
Francesco Montaperto Bonanno, principe di Raffadali
Cesare, principe di Buonfornello
Anna Bellacera Giglio
Giacomo, I principe Lanza († 1710)
I Caterina Joppolo Gianguercio, II Isabella Lo Porto Ortolano
Giuseppe, III duca di Camastra († 1708)
I Maria Gomez de Silveira, principessa di Santo Stefano, II Melchiorra Castello Marchese
 Lorenzo, V conte di Mussomeli († 1660)
Luisa Moncada Gaetani
   
    
 Ramo dei Principi Lanza
Giovanna, III principessa di Santo Stefano e IV duchessa di Camastra(† 1753)
Ignazio Lanza Reggio, principe di Trabia
Giovanna
Francesco Ruffo, principe della Motta San Giovanni
Ottavio, III principe di Trabia († 1720)
Lucrezia Reggio Saladino
 
    
 Ignazio, IV principe di Trabia (1693-1753)
Giovanna Lanza Castello, principessa di Santo Stefano e duchessa di Camastra
Luisa
Pietro Gaetani e Beccadelli, principe di Cassaro
Eleonora, monaca
Nicolò
 
    
 Giuseppe, V principe di Trabia (1719-1783)
I Beatrice Branciforte e Branciforte, II Orietta Stella Valguarnera
Pietro
Antonino, vescovo di Girgenti (1728-1775)
Lucrezia († 1776)
Giuseppe del Bosco Benso, principe di Belvedere
 
       
 II Ignazio, VI principe di Trabia (1758-1784)
Rosalia di Napoli Bonfiglio
II Pietro, VII principe di Trabia (1759-1811)
Anna Maria Branciforte Valguarnera
II Ottavio
II Giovanna, monaca
II Concetta, monaca
II Luisa
Saverio Oneto Gravina, duca di Sperlinga
II Maria, monaca
 
     
 Giuseppe, VII principe di Trabia (1780-1855)
Stefania Branciforte e Branciforte
 Ignazio, conte di Sommatino (1781-1837)
Vittoria Filangieri Pignatelli, principessa di Mirto
Teresa, monaca
Lucrezia (1794-?)
Calogero del Bosco Morreale, duca di Castrofilippo
Francesco Paolo, conte Lanza
Marianna Pignatelli Aragona Cortés Farina
  
       
 Pietro, IX principe di Trabia (1813-1855)
Eleonora Spinelli Caracciolo
Teresa (1819-1843)
Michele Spadafora
Francesco Paolo (1820-?)
Beatrice (1825-1900)
Lorenzo Mastrogiovanni Tasca Nicolosi
Emanuele, conte di Mazzarino (1827-1876)
Olivia Mantegna Alliata
Niccolò Placido (1835-?)
Ramo dei Principi di Mirto
  
      
 Giuseppe, X principe di Trabia (1833-1868)
Sofia Galeotti
 Francesco, I principe Lanza di Scalea (1834-1919)
Rosa Mastrogiovanni Tasca Lanza
Corrado (1839-1913)
Rosa Lopez
Blasco (1840-1908 ca.)
Teresa Notarbartolo Fardella
Stefania (1842-1925)
Gaetano Monroy, principe di Belmonte
 (con discendenza)
   
     
 Pietro, XI principe di Trabia (1862-1929)
Giulia Florio
Ottavio, XII principe di Trabia (1863-1938)
Rose-Blanche Ney d'Elchingen
Maria (1866-1949)
Carlo Giustiniani Bandini, principe
Ramo dei Principi Lanza di Scalea
 
 (con discendenza)
 
     
Giuseppe (1889-1927)
Ignazio (1890-1917)
Manfredi (1894-1918)
Sofia (1896-1984)
Giangiacomo Borghese
Giovanna (1897-1985)
Ugo Moncada Valguarnera, principe di Paternò
III linea dei Lanza dei Principi di Trabia (Principi Lanza di Scalea)
 Francesco, I principe Lanza di Scalea (1834-1919)
Rosa Mastrogiovanni Tasca Lanza
 
     
 Pietro, II principe Lanza di Scalea (1863-1938)
Dorotea Fardella Paternò Castello
Eleonora (1865-1887)
Federico Pignatelli d'Aragona Cortés
Lucio (1866-?)
Antonietta Mortillaro
 Giuseppe (1870-1929)
Valentine Rousseau
Nicolò Placido (1875-1934)
Annita Drogo
  
       
 Francesco Giuseppe, III principe Lanza di Scalea e XIII principe di Trabia (1890-1954)
Teresa De Luca
Rosa (1892-1967)
Antonio Spalletti Trivelli, conte
Maria Concetta (1894-1972)
Alessandro d'Alessandro
Beatrice (1895-1976)
Giuseppe Spadafora
Giulia (1899-1976)
Maria (1900-1986)
Michele de Stefani Spadafora
(con discendenza)
 
    
Giuseppe (1932)
Fortunata Balsano
Manfredi (1937-1995)
Concetta de Arena
Dorotea (1939)
Ennio Fabbris
Pietro (1942)
Lucina Titone
  
  
 (con discendenza)
 (con discendenza)
  1. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z aa ab ac Spreti.
  2. ^ a b c d e f g La Mantia, Pottino.
  3. ^ a b c R. Zapperi, CASTANIA, Blasco Lanza barone di, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 21, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1978. URL consultato il 10 dicembre 2021.
  4. ^ a b F. Lancia Grassellini, Dei Lancia di Brolo. Albero genealogico e biografie, Tipografia Gaudiano, 1879, pp. 228-232.
  5. ^ a b c d e f Paternò Castello.
  6. ^ Padre S. Lanza di Trabia, Notizie storiche sul castello e sul territorio di Trabia (1), in Archivio Storico Siciliano, Tipografia Virzì, 1878, pp. 309-330.
  7. ^ C. Trasselli, Da Ferdinando il Cattolico a Carlo V. L'esperienza siciliana, 1475-1525, Rubbettino, 1982, p. 269.
  8. ^ a b F. M. Emanuele Gaetani, marchese di Villabianca, Della Sicilia nobile. Parte II, vol. 4, Stamperia de' Santi Apostoli, 1754, pp. 176-178.
  9. ^ a b c d e f g h F. M. Emanuele Gaetani, marchese di Villabianca, Della Sicilia nobile. Parte II, vol. 1, Stamperia de' Santi Apostoli, 1754, pp. 33-34.
  10. ^ a b c d e f g h i j k l Ramione.
  11. ^ Conte B. Candida Gonzaga, Memorie delle famiglie nobili delle province meridionali d'Italia, vol. 4, Forni, 1875, p. 120.
  12. ^ a b c d Villabianca, parte II, vol. 1,  pp. 174-175.
  13. ^ Villabianca, Parte II, vol. 2, pp. 42-43.
  14. ^ A. Mango, marchese di Casalgerardo, Dell'ingresso e dimora di Vittorio Amedeo II di Savoia in Palermo e della sua acclamazione a Re di Sicilia avvenuta in Polizzi e Castronovo (1713-1714) con documenti inediti, Reber, 1889, pp. 19, 23, 27.
  15. ^ G. Di Marzo (a cura di), Diari della Città di Palermo dal secolo XVI al XIX pubblicati su' manoscritti della Biblioteca Comunale, vol. 21, Pedone Lauriel, 1875, pp. 336-337.
  16. ^ G. Di Marzo (a cura di), Diari della Città di Palermo dal secolo XVI al XIX pubblicati su' manoscritti della Biblioteca Comunale, Pedone Lauriel, 1880, pp. 167-168.
  17. ^ G. Pitrè, G. Pipitone Federico, Palermo nel settecento, Sandron, 1920, p. 232.
  18. ^ a b G. M. Mira, Bibliografia siciliana ovvero Gran dizionario bibliografico delle opere edite e inedite, antiche e moderne di autori siciliani o di argomento siciliano stampate in Sicilia e fuori., vol. 1, Tipografia Gaudiano, 1873, p. 504.
  19. ^ V. di Sangro, conte di Rodano, Genealogie di tutte le famiglie patrizie napoletane e delle nobili fuori seggio aggregate come montiste al Real Monte di Manso, Istituto Casanova, 1895, p. 56.
  20. ^ Casalgerardo, p. 103.
  21. ^ Provvedimenti nobiliari, in Bollettino ufficiale della Consulta Araldica, vol. 4, n. 29, Istituto Italiano di Genealogia e Araldica, ottobre 1906, pp. 381-383.
  22. ^ M. Lanza, Ramo naturale Lanza di Trabia dal principe Giuseppe (1833-1868): lettere di famiglia, in Archivio Storico Siciliano, vol. 30, Società Siciliana di Storia patria, 2004, p. 190.
  23. ^ A. Mango, marchese di Casalgerardo, Sui titoli di barone e di signore in Sicilia (ricerche storico, giuridiche), Forni, 1904, p. 21.
  24. ^ F. M. Emanuele Gaetani, marchese di Villabianca, Della Sicilia nobile. Parte III, vol. 2, Stamperia de' Santi Apostoli, 1757, p. 501.
  25. ^ F. M. Emanuele Gaetani, marchese di Villabianca, Appendice alla Sicilia nobile. Parte II, vol. 1, Stamperia de' Santi Apostoli, 1774, p. 209.
  26. ^ A. Gallo, Necrologia del principa Giovanni Lanza e Ventimiglia da Palermo, Tipografia Russitano, 1868, pp. 4-8.
  27. ^ a b c d Gothaischer Hofkalender...
  28. ^ a b c (FR) Almanach de Gotha. Annuaire généalogique, diplomatique et statistique. 1911, Perthes, 1911, p. 497.
  29. ^ a b Lanza Branciforte, su famiglienobilinapolitane.it. URL consultato il 16 dicembre 2021.
  30. ^ a b Ramione, pp. 180-181.
  31. ^ Conte B. Candida Gonzaga, Memorie delle famiglie nobili delle province meridionali d'Italia, vol. 1, Forni, 1875, p. 216.
  32. ^ L'Araldo. Almanacco nobiliare del Napoletano. 1888, Detken, 1888, p. 264.
  33. ^ Elenco ufficiale (definitivo) delle famiglie nobili e titolate della Sicilia, in Bollettino ufficiale della Consulta Araldica, vol. 5, n. 25, Istituto Italiano di Genealogia e Araldica, dicembre 1902, p. 448.
  34. ^ Real decreto haciendo merced de Título del Reino, con la denominación de Marqués de Villa-Urrutía, para sí, sus hijos y sucesores legítimos, á D. Wenceslao Ramírez de Villa Urrutia y Villa Urrutia. (PDF), in Gaceta de Madrid, n. 127, Madrid, 7 maggio 1913, p. 366. URL consultato il 22 giugno 2020.
  35. ^ Orden JUS/798/2015, de 16 de abril, por la que se manda expedir, sin perjuicio de tercero de mejor derecho, Real Carta de Sucesión en el título de Marqués de Villaurrutia a favor de doña Fabrizia Lanza. (PDF), su boe.es.
  36. ^ Antonio Gnoli, Gioacchino Lanza Tomasi: "Tutti i fantasmi del Gattopardo sono qui a farmi compagnia", su repubblica.it, 12 ottobre 2014. URL consultato il 1º aprile 2020.

Bibliografia

modifica
  • A. Inveges, Annali della felice città di Palermo prima sedia, corona del Re, e capo del Regno di Sicilia nelli quali si contiene la sua origine, progressi, e varietà di stato sacro, politico, e militare, vol. 3, Palermo, Nella stamparia di Pietro dell'Isola, 1651, pp. 87-90.
  • F. Mugnos, Teatro genologico delle Famiglie Nobili titolate feudatarie ed antiche nobili del fidelissimo Regno di Sicilia viventi ed estinte, vol. 2, Palermo, Coppola, 1667, pp. 63-67.
  • V. Palizzolo Gravina, barone di Ramione, Il blasone in Sicilia ossia Raccolta araldica, Palermo, Visconti & Huber, 1875, pp. 227-229.
  • A. Mango, marchese di Casalgerardo, Nobiliario di Sicilia, vol. 2, Bologna, Forni, 1915.
  • F. Paternò Castello di Carcaci, Corpus Historiae Genealogicae Siciliae, in Rivista del Collegio Araldico, vol. 32, Collegio Araldico, 1934, pp. 64-71.
  • (DE) Gothaischer Hofkalender genealogisches Taschenbuch der fürstlichen Häuser. 1942, Gotha, Perthes, 1942, pp. 589-593.
  • V. Spreti, Enciclopedia storico-nobiliare italiana, vol. 4, Bologna, Forni, 1981, pp. 49-58.
  • E. Giovinazzo, I trasferimenti feudali in Sicilia. Le repetitiones sui capitoli si aliquem e Volentes di Blasco Lanza, Milano, Giuffrè, 1996, ISBN 8814060843.
  • M. Lanza, Casate aleramiche nei secoli, Modena, Il Fiorino, 2013.
  • P. Sinesio, Trabia e i Lanza, Caltanissetta, Lussografica, 2016, ISBN 8882433994.

Voci correlate

modifica

Altri progetti

modifica

Collegamenti esterni

modifica
  • G. La Mantia, F. Pottino, LANZA, in Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1933. URL consultato il 14 dicembre 2021.
  Portale Storia di famiglia: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di storia di famiglia