Farchioni

azienda agroalimentare italiana

La Farchioni Olii S.p.A., meglio nota come Farchioni, è un'azienda agroalimentare italiana a conduzione familiare con sede a Giano dell'Umbria, in provincia di Perugia, nella frazione di Bastardo. Fondata a Spoleto nel 1780, è uno dei più antichi produttori nazionali di olio di oliva ancora in attività.

Farchioni Olii S.p.A.
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StatoBandiera dell'Italia Italia
Forma societariasocietà per azioni
Fondazione1780 a Spoleto
Fondata daLuigi Farchioni
Sede principaleGiano dell'Umbria
Persone chiave
Settorealimentare
Prodotti
  • olio di oliva
  • farina
  • vini
  • birra
Fatturato€ 129,5 milioni (2019)
Utile netto€ 2,7 milioni (2019)
Note[1]
Sito weboliofarchioni.com/

Storia modifica

Le origini dell'azienda risalgono al 1780, quando Luigi Farchioni avviò la propria attività a Spoleto, in località Maiano, utilizzando un piccolo mulino a pietra per la lavorazione delle olive e del grano.[2] L'attività molitoria proseguì con i discendenti del Farchioni, i quali grazie all'acquisizione di altri terreni, uliveti, vigneti e aziende agricole, già a metà XIX secolo da semplici trasformatori divennero produttori di olio di oliva e di farina.[3] La farina prodotta dai Farchioni fu particolarmente richiesta dai panificatori romani per farne il loro tipico pane, la rosetta.[3]

Pompeo Farchioni, bisnipote del fondatore, nel 1920 sposò la possidente agricola e terriera Ines Valentini, e su un terreno di proprietà di quest'ultima a Giano dell'Umbria vi trasferì l'attività di famiglia impiantandovi un frantoio elettrico.[3][4] Da questa unione nacquero i figli Domenico e Lanfranco, che dopo la seconda guerra mondiale affiancarono il padre nella conduzione dell'oleificio, che i medesimi contribuirono a far ingrandire trasformandolo in un'impresa industriale.[3][4] L'impianto di produzione venne dotato di un nuovo molino elettrico laminatoio e di un avanzato frantoio Rapanelli a presse di 400 atm.[4] Nel 1951 venne lanciato sul mercato il Farchioni Classico in bottiglia di vetro da 2 litri, imbottigliato manualmente, e molti anni più tardi, nel 1960, con l'istallazione di un moderno impianto, si procedette con l'imbottigliamento industriale.[3][2]

Nel 1975, Farchioni lanciò l'Umbro, il primo olio con certificazione di origine al mondo, e nel 1977, il Novello.[3][2] Nel 1978, l'impresa umbra divenne società per azioni ed assunse l'attuale ragione sociale Farchioni Olii S.p.A..[5] I prodotti dell'azienda umbra cominciarono ad essere venduti nella GDO a partire dal 1983, e il marchio Farchioni acquisì notorietà a livello nazionale.[2] Negli anni novanta, alla conduzione dell'azienda si insediarono Pompeo e Roberto Farchioni, figli rispettivamente di Domenico e Lanfranco, che rappresentano la nona generazione della dinastia.[6]

Nel 2004, viene inaugurato il nuovo stabilimento a sei linee produttive totalmente automatizzato, con elevata capacità di stoccaggio e dotato di livelli di controllo e sicurezza alimentare elevatissimi.[3] Nel 2018, Farchioni fa il suo ingresso nel business della produzione artigianale e commercializzazione della birra, ed inaugura il nuovo stabilimento a Gualdo Cattaneo.[7]

Nel 2020, in piena emergenza pandemica dovuta al COVID-19, Farchioni ha acquistato 41 letti donati al reparto di terapia intensiva dell'Ospedale Pantalla di Todi.[8] Nell'anno medesimo, l'azienda umbra ha ricevuto premi e riconoscimenti al New York International Olive Oil Competition.[9]

Informazioni e dati modifica

La Farchioni Olii S.p.A. è un'azienda con sede a Giano dell'Umbria, in provincia di Perugia, nella frazione di Bastardo, che opera nel settore agroalimentare. La sua principale attività consiste nella produzione e imbottigliamento dell'olio extravergine di oliva, ma avendo diversificato la produzione dopo gli anni 2000, Farchioni produce anche farina, vini e birre.[2]

Nel 2019, l'azienda ha realizzato un fatturato di 129,5 milioni di euro, ed un utile netto di 2,7 milioni.[1] Impiega 180 addetti, a cui si aggiungono altri 2.000 nell'indotto.[6] La produzione avviene nei due stabilimenti di Bastardo e di Gualdo Cattaneo. Controlla 9 aziende agricole per un totale di 1.600 ettari, di cui 180 ettari di vigneto, 80 di uliveti e 140 di bosco.[6]

Secondo produttore italiano di olio di oliva[6], Farchioni ne produce annualmente circa 10.000 tonnellate.[10] Il 20% viene commercializzato attraverso le private label, e la restante gran parte con il marchio dell'azienda che in Italia possiede una quota di mercato del 4%.[2][11] Il 25% della produzione viene esportata all'estero, in particolare negli Stati Uniti (dove possiede una filiale) e in Cina.[3]

Note modifica

  1. ^ a b FARCHIONI OLII - S.P.A. IN FORMA ABBREVIATA ANCHE FO-SPA, su reportaziende.it. URL consultato il 31-12-2020.
  2. ^ a b c d e f R. Tognella, Tradizione, management e tecnologia in perfetta sinergia, in Imbottigliamento, n. 5, Lyto's, giugno 2016, pp. 15-17.
  3. ^ a b c d e f g h G. Riva, Farchioni: “Abbiamo inventato il Dop e dall’olio lo porteremo nella birra”, in La Repubblica.it, 30 aprile 2018. URL consultato il 31-12-2020.
  4. ^ a b c Redazione, Farchioni Olii, secoli di qualità e tradizioni, in Cuore Economico, 16 ottobre 2015. URL consultato il 31-12-2020.
  5. ^ FARCHIONI OLII S.P.A., su it.kompass.com. URL consultato il 31-12-2020.
  6. ^ a b c d Redazione, Dieci generazioni di trasformatori di prodotti agricoli, in La Repubblica.it, 30 aprile 2018. URL consultato il 31-12-2020.
  7. ^ L. Bonifazi, Birra a filiera corta, la scommessa di Farchioni, in Terra è Vita, 30 agosto 2018. URL consultato il 31-12-2020.
  8. ^ Redazione, Farchioni dona letti terapia intensiva, in Food Web, 8 aprile 2020. URL consultato il 31-12-2020.
  9. ^ Redazione, MADE IN ITALY: PER IL SUO OLIO L'UMBRA FARCHIONI MIETE RICONOSCIMENTI E PREMI IN USA, in Giornale Diplomatico, 14 maggio 2020. URL consultato il 31-12-2020.
  10. ^ Lo scenario competitivo degli oli extravergine di oliva nel canale della GDO (PDF), su mpra.ub.uni-muenchen.de. URL consultato il 31-12-2020.
  11. ^ Il mercato italiano dell'olio, in Export & Mercati, n. 7, Confcooperative, luglio 2016, p. 7.

Collegamenti esterni modifica