Federazione lavoratori della conoscenza

La Federazione lavoratori della conoscenza (FLC CGIL) è un'organizzazione della CGIL che opera nei settori dell'educazione, dell'istruzione, della formazione e della ricerca.

Federazione Lavoratori della Conoscenza
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SegretarioGianna Fracassi
StatoBandiera dell'Italia Italia
Fondazione2004
SedeVia Leopoldo Serra, 31 - 00153 Roma
AbbreviazioneFLC CGIL
Collocazionesinistra
Iscritti211 769 (2017)
Sito webwww.flcgil.it

I comparti contrattuali organizzati sono le Accademie e i Conservatori, la formazione professionale, la ricerca, la Scuola (statale, non statale, all'estero) e l'Università. Contava 211 769 iscritti al 31 dicembre 2017,[1] di cui, al 31 dicembre 2018, 141 425 dipendenti pubblici del comparto istruzione e ricerca.[2] Il sindacato è storicamente tra le sigle più rappresentative tra i dipendenti pubblici del comparto scuola prima e istruzione e ricerca poi. Dalla sua fondazione risulta essere la prima sigla per numero di voti nelle RSU e la seconda sigla per numero di iscritti (dietro a CISL Scuola prima e a CISL-FSUR poi).[2][3][4][5][6]

Storia modifica

Origini e opposizione alle riforme Gelmini e Moratti modifica

Le origini della FLC si hanno nel Sindacato Nazionale Scuola (SNS-CGIL), fondato nel 1967, che associava i lavoratori di scuola e università. Nel 1986 venne fondato il Sindacato Nazionale Università (SNU-CGIL), assieme a una Federazione Scuola e Università, organizzazione di secondo livello che continuava ad associare i due sindacati, ma che venne sciolta nel 1992. Nel 1996 venne ricreata una federazione di secondo livello denominata Scuola - Università - Ricerca - Formazione, che oltre a SNS e SNU comprendeva anche il Sindacato Nazionale Ricerca (SNR), organizzazione fondata nel 1973 che associava i lavoratori del comparto ricerca. L'anno successivo SNU e SNR si fusero nel nuovo Sindacato Nazionale Università e Ricerca (SNUR-CGIL). Nell'aprile del 2004 la federazione cambiò denominazione in Federazione lavoratori della conoscenza (FLC-CGIL).[7][8][9]

Nel febbraio 2006 venne celebrato il I Congresso nazionale, i cui lavori iniziano a Trieste per concludersi a Portorose (Slovenia), e la FLC iniziò la propria attività come Federazione di carattere congressuale. Il primo segretario dalla fondazione all'Ottobre del 2008 fu Enrico Panini.[1][8]

Il sindacato si oppose, assieme a CISL e UIL Scuola, alle Riforme Moratti e Gelmini, promosse dai Governi Berlusconi II e Berlusconi IV, criticandone i tagli alla spesa scolastica e l'uso delle valutazioni INVALSI come modo per mettere in concorrenza le scuole, paventando il pericolo di una crescita delle disuguaglianze territoriali, di un complessivo peggioramento del servizio scolastico e di una sua mercatizzazione. La mobilitazione fu tuttavia indebolita da uno scarso coordinamento tra i principali sindacati e dalla scarsa capacità di coinvolgere soggetti esterni alla scuola. I principali risultati vennero raggiunti a livello regionale (riuscendo a ottenere un'attenuazione dei tagli alla spesa in alcune regioni) e a livello locale, riuscendo di fatto a rendere inapplicate quelle parti della riforma lasciate alla volontà delle singole scuole, come la riduzione delle ore scolastiche nella scuola primaria.[10]

Opposizione alla "Buona Scuola" e campagne recenti modifica

Tra 2014 e 2015 il sindacato fu tra i principali oppositori della riforma approvata su iniziativa del Governo Renzi denominata Buona Scuola. La riforma, che consolidava il sistema di valutazione INVALSI ed aumentava il potere di gestione economica e di assunzione da parte dei dirigenti scolastici, venne vista come lesiva dei diritti degli insegnanti, in quanto secondo il sindacato ne avrebbe diminuito l'autonomia ed aumentato il carico di lavoro. In opposizione alla proposta di legge il sindacato lanciò la campagna Fai la scuola giusta, caratterizzata da diverse iniziative sia sul territorio, come flash-mob, sia da una campagna informativa digitale e che culminò in uno sciopero generale il 5 maggio 2015, organizzato assieme a CISL Scuola e UIL Scuola. Nonostante il successo dello sciopero con un tasso di adesione del 65%, la maggioranza governativa approvò però la proposta di legge il 13 luglio successivo.[10][11][12] Un successivo tentativo di promuovere un referendum abrogativo fallì per il mancato raggiungimento delle 500 000 firme necessarie. I principali risultati della mobilitazione saranno quindi ancora una volta a livello delle singole scuole, mentre a livello nazionale col nuovo Governo Gentiloni nel 2017 verrà ottenuta una riforma dei criteri di mobilità territoriale degli insegnanti.[10] Sulla stessa linea di parziale discontinuità con le riforme precedenti si avrà inoltre nel 2018 il rinnovo del contratto collettivo nazionale della scuola, con un parziale recepimento delle istanze lanciate da FLC, CISL Scuola, UIL Scuola e SNALS-Confsal, nel manifesto dell'anno precedente La Scuola è aperta a tutti e a tutte, che vedeva il tentativo di riproporre un modello di scuola come centro educativo comunitario.[13]

Sul fronte universitario nel 2015 il sindacato, assieme a ADI, Link e CRNSU, si fece promotore della campagna #perchénoino per l'ottenimento delle indennità di disoccupazione per i ricercatori precari delle università, anch'essa condotta su un doppio livello, fisico (verrà organizzata una manifestazione davanti al Ministero del Lavoro) e online, con una petizione che raccoglierà 10000 firme. Nonostante l'iniziale insuccesso, con un emendamento bocciato nel dicembre 2015, la campagna otterrà un esito favorevole due anni più tardi.[11][14][15] Il nome della campagna sarà poi ripreso nel 2018 dal manifesto Perché noi no?, lanciato da FLC e ADI per proporre un piano di stabilizzazione per i precari di lunga data e un ritorno a un sistema di reclutamento più stabile.[15]

L'8 marzo 2017 FLC, una delle federazioni CGIL a maggiore presenza femminile nella propria dirigenza, fu l'unica base confederale CGIL ad aderire allo sciopero globale delle donne indetto in Italia da Non Una di Meno, criticato dalla CGIL confederale in quanto visto come meramente simbolico.[16][17]

Nello stesso anno suscitò dibattito la proposta dell'allora segretario generale FLC Sinopoli di sottoporre i docenti universitari alla disciplina prevista per il pubblico impiego, invece che lasciare la stipula dei rapporti di lavoro alle singole università. La proposta, lanciata in occasione dello sciopero dei docenti universitari dell'autunno, verrà tuttavia criticata da molti docenti in quanto a loro parere potenzialmente lesiva dell'autonomia dell'insegnamento universitario.[18][19]

Segretari generali modifica

  • 2004-2008: Enrico Panini[8]
  • 2008-2016: Domenico Pantaleo[8]
  • 2016-2023: Francesco Sinopoli[1]
  • 2023-in carica: Gianna Fracassi[20]

Iscritti modifica

  • 2007: 181 596[21]
  • 2009: 191 901[22]
  • 2015: 202 456[7]
  • 2017: 211 769[1]

Congressi nazionali modifica

Rappresentatività modifica

Comparti scuola, università e ricerca modifica

anno Comparto scuola Comparto università Comparto ricerca
deleghe voti media deleghe voti media deleghe voti media
num. % num. % % num. % num. % % num. % num. % %
2005 117 991 23,0 (2°) 280 906 32,5 (1°) 27,8 (1°) 6 822 27,2 (2°) 11 557 29,0 (1°) 28,1 (2°) 2 849 28,1 (1°) 2 941 28,5 (2°) 28,3 (1°)
2007 124 089 23,1 (2°) 272 238 30,9 (1°) 27,0 (1°) 6 767 26,4 (2°) 11 813 29,7 (1°) 28,1 (1°) 2 783 27,7 (1°) 5 592 33,0 (1°) 30,4 (1°)
2012 128 224 23,4 (2°) 257 427 33,1 (1°) 28,3 (1°) 6 561 29,6 (1°) 13 983 34,7 (1°) 32,2 (1°) 3 049 30,5 (1°) 5 927 37,7 (1°) 34,1 (1°)

Fonti: dati ARAN[23]

Comparto istruzione e ricerca modifica

anno deleghe voti media
num. % num. % %
2015 140 694 23,3 (2°) 259 858 30,3 (1°) 26,8 (1°)
2018 141 425 21,4 (2°) 241 351 26,6 (1°) 24,0 (2°)

Fonti: dati ARAN[23]

Note modifica

  1. ^ a b c d e Chi siamo, su www.flcgil.it. URL consultato il 4 agosto 2022.
  2. ^ a b Accertamento rappresentatività 2019-2021 (PDF), su aranagenzia.it. URL consultato il 18 marzo 2023 (archiviato dall'url originale il 7 ottobre 2022).
  3. ^ Accertamento della rappresentatività 2016-2018, su aranagenzia.it. URL consultato il 18 marzo 2023 (archiviato dall'url originale il 9 marzo 2023).
  4. ^ Rappreentatività scuola triennio 2013-2015, su aranagenzia.it. URL consultato il 18 marzo 2023 (archiviato dall'url originale il 18 ottobre 2021).
  5. ^ Accertamento rappresentatività scuola 2008-2009 [collegamento interrotto], su aranagenzia.it.
  6. ^ Rappresentatività scuola 2006-2007 [collegamento interrotto], su aranagenzia.it.
  7. ^ a b Rego et al. 2016, p. 319.
  8. ^ a b c d Andrea Gianfagna (a cura di), Gli uomini e le donne della Cgil (PDF), III, Roma, Ediesse, 2020 [2007], pp. 155-168, ISBN 978-88-230-2278-2.
  9. ^ Sindacato nazionale scuola CGIL, su archivi.ibc.regione.emilia-romagna.it.
  10. ^ a b c (EN) Maarten Keune, Overview: employment, job quality and labour relations in Europe’s public sector since the crisis1 (PDF), in Working under pressure. Employment, job quality and labour relations in Europe’s public sector since the crisis, European Trade Union Institute, 2020, pp. 191-195, DOI:10.574/08, ISBN 978-2-87452-561-2.
  11. ^ a b Rego et al. 2016, pp. 321-322.
  12. ^ XVII Legislatura - XVII Legislatura - Lavori - Progetti di legge - Scheda del progetto di legge iter del provvedimento su camera.it
  13. ^ (EN) Howard Stevenson, Alison Milner e Emily Winchip, Education Trade Unions for the Teaching Profession. Strengthening the capacity of education trade unions to represent teachers' professional needs in social dialogue (PDF), Bruxelles, European Trade Union Committee for Education, 2018, p. 42.
  14. ^ Chiara Martucci, Confusi confini. O dei frastagliati margini tra ‘dentro’ e ‘fuori’ l’accademia, in Francesca Coin, Alberta Giorgi e Annalisa Murgia (a cura di), In/disciplinate: soggettività precarie nell’università italiana, collana Culture del lavoro, Edizioni Ca' Foscari, 2017, p. 107, DOI:10.14277/6969-136-2/CultLav-4-6, ISBN 978-88-6969-137-9.
  15. ^ a b (EN) Eloisa Betti, Precarious Workers. History of Debates, Political Mobilization, and Labor Reforms in Italy, collana Work and Labor – Transdisciplinary Studies for the 21st Century, Central European University Press, 2022, pp. 217-218, DOI:10.1515/9789633864388, ISBN 9789633864388.
  16. ^ (EN) Paola Rudan, The Strike that Made a Difference, in Critical Times, vol. 1, n. 1, Duke University Press, 2018, p. 243, DOI:10.1215/26410478-1.1.241.
  17. ^ Silvia Randino, La rappresentanza delle donne nel sindacato: il caso CGIL., in Quaderni di Donne & Ricerca, n. 17, Centro Interdisciplinare di Ricerche e Studi delle Donne e di Genere, Università di Torino, 2010, p. 16.
  18. ^ Rosario Santucci, Note critiche sull’adeguatezza della disciplina dello sciopero nei servizi pubblici essenziali (in occasione dello sciopero dei docenti universitari), in Amministrativ@mente, n. 7-8, 2018, pp. 8-9.
  19. ^ Roberta Calvano, Siamo sicuri che “il momento è giunto”? Cinque domande sulla contrattualizzazione dei professori universitari., su roars.it, 31 agosto 2017.
  20. ^ FLC CGIL: Gianna Fracassi eletta nuova Segretaria generale, su www.flcgil.it. URL consultato il 5 luglio 2023.
  21. ^ (EN) Salvo Leonardi, Union Organisation of Employees in Atypical and Precarious Work in Italy (PDF), in International Journal of Action Research, vol. 4, n. 3, Verlag Barbara Budrich, 2008.
  22. ^ Chi siamo, su flcgil.it. URL consultato il 18 marzo 2023 (archiviato dall'url originale il 16 marzo 2015).
  23. ^ a b Accertamento rappresentatività nella pubblica amministrazione, su aranagenzia.it. URL consultato il 18 marzo 2023 (archiviato dall'url originale il 7 ottobre 2022).

Bibliografia modifica

Voci correlate modifica

Collegamenti esterni modifica