Ferruccio Magnani

antifascista e partigiano italiano

«Lottò tenacemente negli anni più duri della reazione fascista; condannato dal famigerato tribunale speciale sopportò con fermezza parecchi anni di galera fascista e ne uscì più ferrato, più temprato, più irremovibile nel proposito di combattere fino alla distruzione del fascismo e dell'hitlerismo. Si distinse prima nelle formazioni garibaldine partigiane; passato poi alla nostra 7ª brigata GAP vi apportò il contributo della sua preparazione, del suo spirito combattivo, della sua fede nei destini della Patria»

Ferruccio Magnani, nome di battaglia "Giacomo", (Bologna, 20 gennaio 1909Bologna, 5 dicembre 1944), è stato un antifascista e partigiano italiano, dirigente bolognese del PCI nel periodo fascista.

Ferruccio Magnani, nome di battaglia "Giacomo"

Per la sua appartenenza politica scontò diversi periodi in carcere, nel 1937 venne indagato e trascorse un periodo di 40 giorni in carcere ma visto che non emerse nulla a suo carico dovette essere rilasciato. Nel gennaio 1938 fu di nuovo arrestato assieme a una cinquantina di antifascisti bolognesi e deferito al Tribunale speciale per "organizzazione comunista".[1] Nel rapporto della polizia si legge che "Sfruttava, ai fini della propaganda comunista, il metodo così detto dell'attività legale, cercava, cioè, di dilatare i malumori per la disoccupazione, di far sorgere discussioni e reazioni apparentemente leciti, di esercitare azione disgregativa e di sfruttare tutto quanto sotto l'aspetto apparentemente legale potesse servire ai fini di partito".

Nel novembre 1938 fu condannato a 8 anni di carcere per "costituzione del PCI, appartenenza allo stesso e propaganda", periodo che scontò nelle carceri di Bologna, Roma, Civitavecchia e Spoleto.

Dopo la caduta del regime, nell'agosto 1944 entrò in clandestinità e venne incaricato dal PCI di assumere la funzione di commissario politico della Brigata Partigiana Stella Rossa (estate - ottobre 1944), della Brigata Bolero (ottobre - novembre 1944) e della 7ª brigata GAP "Gianni Garibaldi" (novembre 1944 - 5 dicembre 1944).

Con la 7ª brigata GAP prese parte alla Battaglia di Porta Lame, capitanando il gruppo distaccato presso l'Ospedale Maggiore.

Il 5 dicembre 1944, fu riconosciuto da alcuni fascisti e ferito. Trasportato all'Ospedale Sant'Orsola vi morì lo stesso giorno per ferite al torace e all'addome. La notizia della sua morte venne data da un volantino del comando della 7ª brigata GAP "Gianni Garibaldi" in data 27 dicembre 1944.

Riconoscimenti modifica

Il suo nome venne dato alla 6ª brigata di città e a un battaglione della Prima Brigata Garibaldi "Irma Bandiera". Riconosciuto partigiano, con il grado di tenente colonnello, dal 10 settembre 1943 al 5 dicembre 1944. In suo onore venne intitolata una strada e una sezione del Partito Comunista Italiano di Bologna.

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Note modifica

  1. ^ Sentenza n. 16 del 2.9.1938 contro Ferruccio Magnani e altri (“Comunisti bolognesi”). In: Adriano Dal Pont, Simonetta Carolini, L'Italia dissidente e antifascista. Le ordinanze, le Sentenze istruttorie e le Sentenze in Camera di consiglio emesse dal Tribunale speciale fascista contro gli imputati di antifascismo dall'anno 1927 al 1943, Milano 1980 (ANPPIA/La Pietra), vol. II, p. 968-969

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