Ferula (religione)

La ferula (dal latino ferŭla, di incerta origine, ma dal probabile significato di "canna" o "verga") era un bastone portato dai partecipanti all'antico culto dei misteri dionisiaci. La ferula era chiamata anche tirso: un lungo bastone, avvolto con edera e pampini, con alla cima una pigna che era portato da Dioniso e dai suoi seguaci nella celebrazione dei misteri.

Bacco con ferula in mano

Nei culti cristiani la ferula è il pastorale che viene portato durante le celebrazioni dal papa (ferula papale) e da altri ecclesiastici (ferula comune)[1]. Ne fanno uso anche alcuni vescovi anglicani.

La ferula è simile al bastone pastorale del vescovo ma, a differenza di quest'ultimo, ha all'estremità una sfera di metallo prezioso sormontata, a seconda del tipo, da una croce (di diversa tipologia) o da un crocefisso.

Ferula papale modifica

 
Statua raffigurante papa Silvestro I con la ferula dotata di una croce a tre braccia

La ferula papale è il pastorale particolare del papa.

Anziché essere ricurvo, come il comune pastorale episcopale, è dotato, all'estremità superiore, di una croce. A lungo, come visibile nelle rappresentazioni artistiche ed iconografiche, è stata prerogativa papale una ferula con croce tripla, ossia un bastone con all'estremo una croce a tre braccia. Una ferula di tale tipologia, appartenente a papa Leone XIII e da lui utilizzata per l'apertura della Porta Santa in occasione del Giubileo del 1900, è stata usata per l'ultima volta da Giovanni Paolo II in occasione del Giubileo del 1983.

Dall'alto medioevo, se non prima, i papi si servirono della ferula pontificalis come insegna indicante la loro potestà temporale. La forma della ferula non è ben conosciuta ma probabilmente si presentava già come un bastone che portava al suo vertice una croce. È dal tardo medioevo che i papi iniziarono a usare come ferula anche un bastone con la triplice croce. Nel medioevo, inoltre, al papa, quando dopo la sua elezione prendeva possesso della Basilica Lateranense, era presentata la ferula dal priore di San Lorenzo in Palatio come signum regiminis et correctionis, cioè come simbolo di governo che include la punizione e la penitenza. La presentazione della ferula fu un atto importante, ma non aveva lo stesso significato dell'imposizione del pallio nella incoronazione del papa. Infatti, non era più osservata almeno dall'inizio del cinquecento.

 
Papa Giovanni XXIII con la ferula di Pio IX

L'uso della ferula non ha mai fatto parte della liturgia papale, tranne in alcune occasioni come l'apertura della porta santa e le consacrazioni delle chiese, nelle quali il papa prendeva la ferula per bussare per tre volte alla porta e per disegnare l'alfabeto latino e greco sul pavimento della chiesa. Generalmente, infatti, tali croci erano abitualmente utilizzate come croci astili in capo al corteo papale, come simbolo pontificale. È dal pontificato di Paolo VI che la ferula è entrata a pieno titolo nell'ambito della liturgia e delle celebrazioni papali, come effetto delle riforme conciliari e come segno di un avvicinamento del papa al popolo e al ministero episcopale, facendo perdere del tutto alla ferula quelle antiche connotazioni di simbolo del potere temporale. L'uso della ferula attualmente si presenta, dunque, analogo a quello del pastorale per i vescovi.

Dal pontificato di Paolo VI ai primi anni del magistero di Benedetto XVI venne utilizzata una nuova ferula realizzata da Lello Scorzelli, su commissione di papa Montini, terminante in crocefisso anziché in croce. Di questa ferula, negli anni del pontificato di Giovanni Paolo II, all'avanzare della malattia del pontefice, fu realizzata anche una copia in alluminio, molto più leggera, per facilitarne l'uso da parte del papa. Tale copia è stata utilizzata anche in alcune occasioni dai Pontefici successivi e si distingue per la presenza dello stemma di Giovanni Paolo II e non di Paolo VI, al di sotto dell'impugnatura. Dalla domenica delle palme del 2008, però, Benedetto XVI riprese l'uso della ferula di papa Pio IX (già adoperata in alcune occasioni, quali giubilei o il concilio vaticano II, da Pio XI, Pio XII e Giovanni XXIII[2]), essendo più leggera e maneggevole. Il 28 novembre 2009 Benedetto XVI ha cambiato di nuovo la ferula, adottandone una personale donata dal Circolo San Pietro, simile per forma alla precedente, ma di peso leggermente inferiore a quella di Pio IX, per motivi ancora una volta di maggiore praticità all'avanzare dell'età del pontefice.

Papa Francesco nei primi giorni del suo pontificato ha usato esclusivamente la ferula di Benedetto XVI. A partire dalla celebrazione della messa in occasione dell'insediamento sulla Cathedra Romana in Laterano il 7 aprile 2013, il Papa ha ripreso l'utilizzo della croce pastorale di Paolo VI, alternandola con quella di Benedetto XVI nelle successive celebrazioni[3].

È stata spesso abitudine per i pontefici Paolo VI (nei primi anni dall'introduzione di tale uso della ferula come pastorale papale), Giovanni Paolo II e Francesco utilizzare ferule occasionali, magari in quanto dono di fedeli, comunità, parrocchie e diocesi, anche in occasioni di visite e viaggi. Ad esempio, per la celebrazione a Lampedusa dell'8 luglio 2013, papa Francesco ha utilizzato una ferula fatta da un falegname del luogo, con il legno dei barconi dei migranti, dove nel braccio orizzontale della croce sono incisi due pesci e un cuore, mentre in quello verticale ci sono cinque pani[4]. Per la messa al Verano del primo novembre dello stesso anno ha utilizzato invece una ferula opera dello scultore e orafo romano di Trastevere, Maurizio Lauri, denominata Crux gloriosa: essa, donatagli il 3 ottobre durante un'udienza privata, è stata realizzata con legno di caoba, bronzo ed argento, estratti con metodologie non invasive dell'ambiente e rispettose delle comunità locali, provenienti dall'Honduras[5]. Per la celebrazione della domenica delle palme del 2014, il 13 aprile, e per il successivo pellegrinaggio apostolico in Terra Santa, ha utilizzato una ferula intagliata in legno di faggio e ulivo, donatagli il precedente 11 aprile dai ragazzi del consorzio Il Cammino della diocesi di Ventimiglia-San Remo, realizzata nel laboratorio di falegnameria della locale casa circondariale nell'ambito di un progetto di inserimento dei detenuti nel mondo del lavoro[6].

Ferula comune modifica

 
Prevosto in abito corale che porta la ferula.

La ferula comune è tipicamente un bastone di colore nero che nella parte superiore termina con un globo argenteo o dorato sormontato da una piccola croce, talvolta ingioiellata o impreziosita. La ferula comune può essere simile nelle forme al bastone di cui sono insigniti vari priori di confraternite e in tal caso è detta "mazza priorale".[7]

Vengono insigniti della ferula comune: i vicari episcopali e quei parroci che conservano onorificamente il titolo di prevosto o che sono titolari di parrocchie già prepositurali elevate ad arcipreture.[8] La ferula nei predetti ruoli è ancora in uso in ambito ambrosiano.

Nello stesso rito ambrosiano la ferula è utilizzata anche dal cerimoniere nelle funzioni pontificali, nonché da chi presiede il Capitolo dei canonici, e, per privilegio particolare, dai singoli canonici quando presiedono nella chiesa parrocchiale della quale portano il titolo.

Viene usata, anche se molto raramente, dai prevosti delle parrocchie di rito romano delle diocesi di Como, di Lugano e di Novara, che un tempo seguivano il rito ambrosiano o che comunque ne hanno subito l'influsso. È utilizzata nelle celebrazioni solenni dall'arciprete del Capitolo della Cattedrale di Como.

È concesso l'uso della ferula anche al parroco di Caltignaga, che è l'unico parroco della diocesi di Novara che ha mantenuto il titolo di prefetto, e al rettore della Basilica Minore della Madonna di Tirano (diocesi di Como), pur non essendo prevosti o arcipreti. Al prefetto di Caltignaga corrispondeva una certa autorità sulle parrocchie della prefettura e la sua autorità era equiparata a quella del prevosto)[9], nel caso del rettore della Basilica di Tirano, probabilmente, si è voluto dare un segno di distinzione al rettore di una basilica importante che fa parte della parrocchia prepositurale di Tirano, il cui titolare ha diritto all'uso della ferula in quanto prevosto.

La ferula comune è anche un bastone patriarcale per i cattolici ed ortodossi di rito armeno, utilizzato anche dagli ortodossi di rito bizantino.

Uso liturgico della ferula modifica

In generale, l'uso della ferula nella liturgia è lo stesso di quello del pastorale: è previsto nelle processioni, nella predicazione e nelle benedizioni solenni.

In particolare, nella Messa solenne il celebrante porta la ferula nei seguenti riti:

  • processione d'ingresso,
  • proclamazione del Vangelo,
  • omelia,
  • eventuale Rito della Confermazione,
  • benedizione finale,
  • processione di congedo.

Questa prassi è seguita anche dai sommi pontefici, ad eccezione dell'omelia, durante la quale nessun papa ha fatto uso della ferula.

La ferula viene portata dal celebrante con la mano sinistra, come il pastorale, per consentirgli di segnarsi e benedire con la destra.

La ferula nell'arte cristiana modifica

Nell'arte bizantina, talvolta gli arcangeli Gabriele e Michele, per il loro ruolo di messaggeri divini, sono raffigurati con in pugno la ferula. Si tratta in questo caso del baculus viatorius, il lungo bastone che qualificava il messaggero dell'imperatore bizantino[10].

Galleria d'immagini modifica

Note modifica

  1. ^ Ferula, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  2. ^ Pio XI e Pio XII con la ferula di Pio IX (JPG), su annunciations.files.wordpress.com. URL consultato il 29-12-2010 (archiviato dall'url originale il 30 agosto 2021).
  3. ^ Ufficio delle celebrazioni liturgiche del Sommo Pontefice, su vatican.va.
  4. ^ La ferula fatta con il legno dei barconi, su qn.quotidiano.net.
  5. ^ La nuova ferula di Papa Francesco, in materiale “equo e solidale” | Korazym.org
  6. ^ Manuela Consonni, Papa Francesco con il Pastorale (ferula), preparato per lui dai ragazzi de "Il Cammino", su riviera24.it, 13 aprile 2014. URL consultato il 1º ottobre 2021 (archiviato dall'url originale il 17 giugno 2014).
  7. ^ È il caso, ad esempio, del prevosto del Capitolo della basilica di San Gaudenzio di Novara.
  8. ^ È il caso, ad esempio dell'arciprete di Mendriso in diocesi di Lugano.
  9. ^ Fino al 1760 esisteva il vicariato di Caltignaga che comprendeva le parrocchie di Santa Maria in Caltignaga, San Lupo in Caltignaga, Santa Margherita di Sologno, San Martino di Morghengo, San Bernardino da Siena in San Bernardino, Natività di Maria a Momo, San Lorenzo ad Alzate, Santa Maria in Castelletto di Momo, Santi Nazario e Celso ad Agnellengo, Santa Maria a Barengo.
  10. ^ Bisanzio, su wwwbisanzioit.blogspot.com, 29 agosto 2012. URL consultato il 7 giugno 2018.

Voci correlate modifica

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

  Portale Cattolicesimo: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di Cattolicesimo