Il dipinto, finora inedito, risulta elencato nell’inventario dei beni artistici provenienti da Intesa Leasing nel 1999; non si conoscono i dati relativi alle sue precedenti vicende.

Il riferimento a Francesco Battaglioli appare assolutamente accettabile: l’artista, nato probabilmente a Modena ma trasferitosi giovane a Venezia, è riconoscibile per la caratteristica cifra stilistica, distante dai modelli nitidi e analitici dei grandi vedutisti dell’epoca, Canaletto e Bellotto in primis, e più vicino all’interpretazione soggettiva e drammatica di Francesco Guardi. Fu artista apprezzato dai contemporanei: documentato nella città lagunare dal 1747 al 1751, nel 1754 fu chiamato alla corte di Ferdinando IV a Madrid, dove si dedicò prevalentemente alla pittura di scena, spesso in collaborazione con il famoso soprano Farinelli. Rientrò a Venezia nel 1759 e, entrato a far parte dell’Accademia di Belle Arti, nel 1778 succedette al Visentini sulla cattedra di prospettiva.

La tela di Fondazione Cariplo presenta il Ponte di Rialto sulla base di una prospettiva insolita, dalla parte del Canal Grande verso la Cà d’Oro, che impedisce di godere a pieno della visione maestosa dell’architettura, come spesso avviene nelle vedute tradizionali; in realtà troviamo una simile impostazione nel dipinto di Canaletto conservato alla Fondazione Agnelli di Torino, datato 1725 [1], opera di qualità senza dubbio superiore. Anzi, nella resa atmosferica contrastata il dipinto di Battaglioli sembrerebbe debitore di quest’ultimo. La Veduta della Piazzetta ospitata nelle sale del Crocker Art Museum di Sacramento, California, si avvicina al nostro dipinto per l’analoga definizione stilistica, soprattutto nella resa delle figure e dei monumenti [2].

Cronologicamente il dipinto si dovrebbe collocare nell’ultima fase della produzione di Battaglioli, ovvero dopo il definitivo ritorno a Venezia, tra il settimo e il nono decennio del Settecento.