Filioque
L'espressione latina Filioque significa "e dal Figlio".[1] Nel contesto della frase qui ex Patre Filioque procedit ("che procede dal Padre e dal Figlio"), essa esprime la dottrina della Chiesa cattolica per la quale lo Spirito Santo proviene (procede) dal Padre e dal Figlio congiuntamente, provenienza che secondo la stessa dottrina può essere descritta anche come qui ex Patre per Filium procedit ("che procede dal Padre per mezzo del Figlio").[2][3][4]
A tale dottrina si dà il nome di filioquismo, mentre alla dottrina contraria, secondo la quale lo Spirito Santo procede unicamente dal Padre, si dà il nome di monopatrismo.[5][6][7][8][9][10][11]
Dottrina
modificaLa dottrina secondo la quale lo Spirito Santo procede dal Padre e dal Figlio fa parte della tradizione latina sin dal III-IV secolo. Ne danno testimonianza Tertulliano (160 circa – 220 circa), Novaziano (220 circa – 258), Ilario di Poitiers (315 circa – 367), Ambrogio da Milano (338 circa – 397), Girolamo (347–420), Agostino d'Ippona (354–430)[12][13][14] e Fulgenzio di Ruspe (VI secolo).[15]
Tale dottrina (che doveva più tardi essere espressa anche nel Simbolo atanasiano, probabilmente dell'anno 500 circa)[13] è stata confessata dogmaticamente dal papa Leone I nel 447, quattro anni prima del Concilio di Calcedonia, nel quale ha avuto un ruolo decisivo il suo Tomus ad Flavianum.[16] Nella sua Epistola XV egli infatti ha condannato la negazione da parte dei Priscilliani della distinzione tra le tre Persone della Trinità: il Padre che ha generato, il Figlio che è stato generato e lo Spirito proceduto da entrambi.[17]
Così, quando il patriarca Paolo II di Costantinopoli, sostenitore del monotelismo, motivo per il quale il papa Teodoro I (642–649) l'aveva scomunicato nel 647, ha lanciato accuse contro Teodoro o papa Martino I (649–653) per avere espresso la tradizione latina, Massimo il Confessore ha scritto che "i romani si sono appellati alle testimonianze unanimi dei Padri latini, come pure a quella di Cirillo di Alessandria nel sacro studio che egli fece sul vangelo di san Giovanni".[18][19]
Infatti, anche Cirillo di Alessandria dichiara: "Lo Spirito procede dal Padre e dal Figlio; è evidente che esso è di sostanza divina, procedendo sostanzialmente in essa e da essa."[20][21]
Uno studio sulla questione aggiunge: «San Cirillo testimonia con ciò di una dottrina trinitaria comune a tutta la scuola d'Alessandria da sant'Atanasio, il quale scriveva: "Come il Figlio dice "tutto quello che il Padre possiede è mio" (Gv 16,15), così troveremo che, per mezzo del Figlio, tutto ciò è anche nello Spirito» (Lettere a Serapione, III, 1, 33, PG 26, 625B). Epifanio di Salamina (Ancoratus, VIII, PG 43, 29C) e Didimo il Cieco (Trattato dello Spirito Santo, CLIII, PG 34, 1064A) coordinano il Padre e il Figlio con la stessa proposizione ἐκ nella comunicazione allo Spirito Santo della divinità consustanziale."[21]
È da notare che in simili affermazioni dei Padri greci, secondo i quali lo Spirito Santo procede dal Padre e dal Figlio, si usa il verbo πρόειμι, il cui significato, come pure quello del verbo latino procedo, è più generico di quello del verbo προέρχομαι, che "può caratterizzare soltanto una relazione d'origine al principio senza principio della Trinità: il Padre", e che perciò non è mai usato in relazione alla provenienza dello Spirito Santo dal Figlio.[21]
È il verbo προέρχομαι che viene usato per la processione dello Spirito Santo dal Padre nel testo originale greco del Credo niceno-costantinopolitano. Così la Chiesa cattolica, che dichiara corretto aggiungere "e dal Figlio" alla professione di fede in congiunzione con il verbo procedo, esclude tale aggiunta in combinazione con il verbo προέρχομαι. Perciò la versione greca del Messale romano in uso in Grecia non contiene il Filioque.[21][22] Similmente i papi Pio XI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI hanno personalmente omesso tale frase in celebrazioni pubbliche in lingua greca.[23][24]
Infatti, come dichiara il Pontificio consiglio per la promozione dell'unità dei cristiani, nella dottrina della Chiesa cattolica, "soltanto il Padre è il principio senza principio (ἀρχὴ ἄναρχος) delle due altre persone trinitarie, l'unica fonte (πηγή) e del Figlio e dello Spirito Santo. Lo Spirito Santo trae dunque la sua origine soltanto dal Padre (ἐκ μόνου τοῦ Πατρός) in modo principiale, proprio e immediato."[21]
I Padri Greci a fondamento della monarchia del Padre
modificaI padri Cappadoci
modificaIl fondamento patristico-teologico da parte orientale per il ripudio del Filioque ha alla base la triadologia dei Padri Cappadoci (IV secolo), Basilio Magno, il fratello minore Gregorio di Nissa, e l'amico di entrambi Gregorio di Nazianzo. Essi, che possono essere considerati il seme del trinitarismo cristiano, svilupparono una teologia trinitaria fondata sulla "monarchia" del Padre, in quanto Egli rappresenta l'unità e l'origine della Trinità e della vita divina. Nelle loro opere, il Padre è definito con termini causali quale causa (αἰτία), origine (ἀρχή), radice (ῥίζα) e fonte (πηγή) delle altre Persone Divine. Gregorio di Nazianzo è il campione della "monarchia" del Padre tra i Cappadoci al punto da farne una vera dottrina sistematica, ma anche Basilio e Gregorio di Nissa sanno essere talora espliciti allo stesso modo, specie il Nisseno. I passi controversi che, nel corso dei secoli, potrebbero o sono stati adoperati nella controversia per avallare una concezione filioquista pure embrionale, non possono essere considerati una prova indubbia che i Cappadoci fossero filioquisti, e ancor meno nel senso poi impostosi in ambito occidentale-cattolico, soprattutto poi essi non hanno mai adoperato i termini di origine causale al Figlio; su questo concordano tutti gli studiosi. Andrebbe anche osservato che la loro teologia va contestualizzata nella lotta alle eresie, quali modalismo, eunomianesimo, arianesimo, pneumatomachia; per esempio, l'insistenza della processione dello Spirito Santo dal Padre (che è Dio) inerisce alla lotta contro i pneumatochi, contro i quali dimostrarne la divinità, oppure la negazione di due principi o cause era rivolta agli gnostici. Inoltre, va considerato che la teologia orientale ha esibito un approccio teologico di matrice ben più apofatica che non la rispettiva controparte occidentale, quindi il mistero di Dio (e delle processioni trinitarie) permane in modo assoluto; anche se non si è disdegnato del tutto l'uso dell'analogia, finanche psicologica (la stessa a fondamento del Filioque in occidente), non sembra essere stato preferito.[25][26][27][28]
La celebre Lettera 38, attribuita a Basilio o a Gregorio di Nissa come Lettera 4 nei manoscritti,[26] è fondamentale, presentandosi come sintesi o compendio della teologia trinitaria dei Padri Cappadoci; non solo vi è la distinzione tra essenza, intesa come universale in quanto natura comune, e ipostasi, in cui essa si individualizza con caratteristiche proprie, ma le Tre Persone Divine sono mostrate proprio con le loro caratteristiche personali o ipostatiche, necessarie per la loro distinzione ipostatica; in essa si ritrovano la monarchia del Padre e il rapporto tra Figlio e Spirito Santo in senso economico, ma risalendo all'immanenza divina che resta insondabile. Le Ipostasi divine sono considerate in modo lineare, dallo Spirito Santo si giunge al Padre passando per il Figlio. Questi i passi salienti:
Non si può negare la matrice economico-soteriologica del testo in quanto si parla di distribuzione dei beni e della grazia operata dallo Spirito, la cui fonte di potere di distribuzione è il "Dio Unigenito" (Figlio), che a sua volta ha la sua fonte nella causa di tutti gli esseri (Padre); vi è dunque una correlazione tra teologia e economia. Partendo da questo assunto, lo Spirito Santo ha caratteristica peculiare il Suo farsi conoscere inseparabilmente con il Figlio e dopo il Figlio (nell'economia), e di procedere dal Padre come causa. Il Figlio si fa conoscere per mezzo dello Spirito ed è l'unico generato (traendo splendore) dal Padre (luce ingenerata). Il Padre, infine, è Dio stesso, la cui caratteristica peculiare è essere, Lui solo, senza causa. È importante notare come la caratteristica peculiare del Padre sia di matrice negativa piuttosto che positiva, l'esser senza causa piuttosto che il causare le altre due ipostasi divine, mentre queste si distinguono proprio per l'origine dal Padre a modo loro, uno in quanto generato, l'altro in quanto procedente; questo si ritrova non di rado nella teologia trinitaria cappadoce, specie del Nazianzeno, per cui caratteristica ipostatica del Padre, il solo Dio, è più l'anarchia (l'essere senza origine), piuttosto che la paternità.[30][25] Comunque, si rileva l'assenza di un ruolo causale del Figlio nello Spirito Santo, cha ha la Sua causa nel Padre da Cui procede.
Sostanzialmente, la triadologia ivi mostrata è basata sulle relazioni di origine; questo consente di indicare il Padre, in quanto senza causa, come la stessa ipostasi individuale di Dio, come se fosse Dio in "senso stretto" o in senso primario, pur senza subordinazionismo; alcuni in tal senso, anche sulla base di altri testi dei Cappadoci, rafforzano la "monarchia" del Padre quale fonte e origine della Trinità pensando a un'unità divina non dovuta tanto all'unicità della sostanza divina, ma della fonte del Padre, come il teologo greco Zizioulas e altri.[31][32][33][34].
Basilio Magno
modificaBasilio Magno nega l'esistenza di due principi divini, il che comporterebbe una professione di marcionismo o manicheismo:
Similmente, afferma contro Eunomio e i suoi:
È il Padre quel principio all'origine del Figlio e dello Spirito Santo:
Una terminologia affine è attribuita con riferimento al Padre nei riguardi di tutta l'esistenza divina e creaturale, perché il Padre
A proposito di passi più controversi in Basilio, si segnalano questi: "Uno è anche lo Spirito Santo, anch'esso singolarmente pronunciato, congiunto al Padre, che è uno, per il Figlio, che è uno, e per mezzo suo completa la beata Trinità, degna d'ogni lode" (Lo Spirito Santo, 18.45); ma lo Spirito si distingue dal Figlio perché non è generato da Dio come Lui, ma è soffio dalla Sua bocca: "E non da questo solamente derivano le dimostrazioni della sua comunione di natura, ma anche dal fatto che si dice essere da Dio: non al modo in cui ogni cosa è da Dio, ma come colui che proviene da Dio: non al modo della generazione, come il Figlio, ma come soffio della sua bocca." (ivi. 18.46) Sempre nella stessa opera, Basilio afferma che le caratteristiche divine giungono allo Spirito Santo dal Padre attraverso il Figlio: "La bontà naturale, la santità intrinseca e la dignità regale giungono dal Padre attraverso l'Unigenito (διὰ τοῦ Μονογενοῦς) allo Spirito". (ivi. 18.47).[14]
Questo sembra evocare chiaramente un qualche tipo di mediazione del Figlio, se si interpreta il passo in senso immanente e non solo soteriologico:
A parte l'impostazione monarchica, come osserva Siecienski, "ci sono passaggi in Basilio che possono certamente essere letti a sostegno di qualcosa come il Filioque, ma farlo significherebbe fraintendere l'orientamento intrinsecamente soteriologico del suo lavoro".[35]
Gregorio di Nissa
modificaGregorio di Nissa è considerato il più speculativo tra i Cappadoci. Alcuni suoi passi interpretati sono interpretati in senso filioquista, prevedendo, nella loro impostazione trinitaria, la processione dello Spirito Santo dal Padre (spesso denominato Dio dell'universo nelle sue opere) "attraverso" (διὰ) il Figlio, che sembra avere un qualche tipo di mediazione (μεσιτεία) nell'origine dello Spirito se i passi sono intesi in senso immanente e non solo economico, comunque senza farne esplicitamente una causa dell'esistenza dello Spirito.
Un altro testo è il seguente:
Il testo più controverso è il seguente, dove è espresso un ruolo di mediazione del Figlio quale Unigenito, senza precludere l'origine dal Padre dello Spirito:
Comunque, se è vero che alcuni testi, se interpretati in senso teologico, sembrano mostrare un qualche tipo di coinvolgimento del Figlio nell'esistenza dello Spirito senza che ne sia la causa, è indubbia la monarchia del Padre in Nisseno, espressa inequivocabilmente nel testo seguente, dove, contro la molteplicità di cause nelle creature, è espressa l'unicità, nella Trinità, della causa del Padre, unico Dio, da Cui è generato il Figlio e procede lo Spirito in modo immediato e diretto:
Gregorio di Nazianzo
modificaGregorio di Nazianzo è il più monarchico tra i Cappadoci, con una dottrina della monarchia del Padre presentata in modo coerente e sistematico, specie nelle sue Orazioni, ove è presentata da un capo all'altro,[36][37][38] comunque senza squilibrare in senso ipostatico l'unicità della divinità.[39] Tra i numerosi passi monarchici nelle Oraziani nazianzene, si rammentano i seguenti.
Si rileva come il solo "Dio" in senso proprio sia il Padre, visto (negativamente) come senza causa e (positivamente) causa del Figlio e dello Spirito Santo, mentre il Figlio e lo Spirito sono "Dio" in senso "derivato" dal Padre, ma non subordinato; sono poi individuate le caratteristiche ipostatiche (idiomi) che contraddistinguono le persone: ingenitura per il Padre, generazione (figliolanza) per il Figlio e processione per lo Spirito. Inoltre:
Un passo tradizionale del Nazianzeno per il rifiuto del Filioque occidentale è il seguente, dal momento che è negata espressamente la causalità del Figlio, causalità che può solo ascriversi all'essere causa di altre ipostasi divine, dal momento che tutte sono causa della creazione allo stesso modo:
Il seguente testo coniuga insieme unicità della natura divina e monarchia del Padre, a Cui tornano le altre due Ipostasi divine come alla loro fonte e causa di esistenza e distinzione:
Dionigi Aeropagita
modificaAnche l'anonimo autore del suo corpus dionysianum, lo pseudo Dionigi-Aeropagita, vissuto nel V secolo, campione dell'apofatismo orientale, nonché anello di congiunzione tra neoplatonsimo e cristianesimo, è visto come un fondamento per il rigetto del Filioque; del resto, egli si basa sugli stessi Cappadoci.
Massimo il Confessore tra monarchia e Filioque
modificaMassimo il Confessore è tradizionalmente considerato, per la sua importanza a oriente e occidente, un ponte per la soluzione della controversia del Filioque, e sovente a supporto della visione monopatristica o filioquista.[40][41]
Il testo più importante in materia è la sua Lettera a Marino.
Il testo si inserisce, con la sua visione monarchica, nel seno della tradizione orientale che vede il Padre come unica causa (aitía) del Figlio e dello Spirito Santo, rispettivamente, per generazione e processione; ma, dovendo rendere conto della visione latina, applica il proíenai alla processione attraverso il Figlio data l'unità dell'essenza, quindi l'uguaglianza tra le Ipostasi divine. Non è altri che la rievocazione del διὰ τοῦ Υἱοῦ di orientale memoria.
La processione "attraverso" il Figlio si riscontra in altri testi.
Non è ascritto nei testi un ruolo causale del Figlio, quindi a buon titolo Massimo si inserisce lungo la tradizione monarchica orientale. Del resto, la monarchia del Padre si rileva chiaramente in altri testi, in cui Dio Padre è visto, lungo la tradizione cristiana greca, come l'unico Dio e fonte della vita divina e delle altre Ipostasi.
A proposito dell'autenticità della Lettera a Marino, che è stata messa in questione, per Edward Siecienski una prova della sua appartenenza al monaco è considerata la sua coerenza alla tradizione trinitaria orientale greca, secondo cui il Padre è unica origine del Figlio e dello Spirito Santo, ma sembra invocato un tipo di coinvolgimento non causale del Figlio, ma conseguenziale, perché la Sua esistenza divina presuppone il rapporto Padre-Figlio.[42]
Per Anastasio il Bibliotecario, che era di cultura latina, invece, la Lettera a Marino, nella parte della processione attraverso il Figlio, invocando le difficoltà linguistiche, si deve interpretare solo in senso economico, come "missione".[43]
Talassio il Libico
modificaTalassio il Libico è identificato con lo stesso Talassio a cui Massimo risponde nelle sue Questioni. Di lui si sa molto poco, ma le sue 4 centurie sono presenti sia nella patrologia greca del Migne[44] che nella Filocalia. È legittimo pensare che condividesse il pensiero di Massimo. Negli ultimi paragrafi delle sue centurie, così esprime la sua fede nella Trinità:
Non solo è affermata la monarchia del Padre a più riprese alla maniera orientale, ma non v'è in nessun modo un ruolo del Figlio, neppure con il διὰ τοῦ Υἱοῦ.
Giovanni Damasceno
modificaGiovanni di Damasco è tradizionalmente considerato l'ultimo rappresentante della patristica, quindi la sua opera può essere considerata un compendio o una sintesi di tutta la patristica, in particolare la sua Esposizione della Fede Ortodossa, ove egli, esplicitamente, professa monarchia del Padre e rigetta il Filioque, riconoscendo allo Spirito un ruolo di manifestazione eterna/temporale del Figlio di cui manifesta la divinità e in cui lo Spirito riposa, anche attraverso la formula del διὰ τοῦ Υἱοῦ; l'ipostasi dello Spirito Santo è così
Mutuando la classica analogia del sole, così esprime le relazioni d'origine in Dio:
Santo è dal Padre, e lo chiamiamo Spirito del Padre. Non diciamo che lo Spirito è dal Figlio, ma lo chiamiamo Spirito del Figlio – infatti «se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene», dice il divino Apostolo –, e confessiamo che egli ci è stato manifestato e partecipato attraverso il Figlio – infatti «alitò su di loro», e disse ai suoi discepoli: «Ricevete lo Spirito Santo» –: come il raggio e la luce provengono dal sole (infatti esso è la fonte del raggio e della luce), ma la luce ci è partecipata attraverso il raggio, ed essa è quella che ci illumina e quella a cui noi partecipiamo. Ma noi non diciamo che il Figlio è dello Spirito, e neanche che è dallo Spirito.»
Nella sua professione trinitaria, solo il Padre è causa (aitía) di tutta la vita divina e degli attributi divini, nonché delle ipostasi del Figlio e dello Spirito Santo, che è emanato attraverso il Figlio, manifestando la divinità del Padre e del Figlio, Sua Immagine
Anche in opere minori il Filioque è esplicitamente rigettato
Lo Spirito Santo di Dio Padre, come procedente da lui, che è anche detto essere del Figlio, come attraverso di lui manifesto e donato alla creazione, ma non prendendo la sua esistenza da lui; in Sabbat. 4. 21-3.»
Il rifiuto del Filioque in modo esplicito da parte del Damasceno indusse Tommaso d'Aquino ad associarlo ai nestoriani (Prima parte, q. 36, art. 2)[15]
Aggiunta al Simbolo e nelle antiche professioni di fede
modificaIl Filioque, pur nell'incertezza delle fonti più antiche, sembra essere stato patrimonio in qualche misura comune della cristianità occidentale sin dai primi secoli.
Gli antichi Canoni di Ippolito, con professione di fede a domande, risalenti forse già alla metà del IV secolo, contengono il Filioque.[45] Anche l'antica professione di fede denominata Fides Damasi lo conterrebbe.[46]
Il Filioque è contenuto nell'articolo di fede (23) del Quicumque.[47]
Un simbolo della fede adottato nel 410 da un concilio tenuto a Seleucia-Ctesifonte, allora capitale dell'Impero persiano sasanide, è trasmesso in due versioni. Quello che sembra essere il testo originale dichiara che lo Spirito Santo è "dal Padre e dal Figlio". La versione più tardiva attribuisce allo stesso concilio l'adozione senza alterazioni del Simbolo niceno-costantinopolitano.[48]
L'inserzione dell'espressione Filioque nel Simbolo niceno-costantinopolitano nell'Occidente è spesso attribuita al Concilio di Toledo III del 589, che ordinò che nelle liturgie eucaristiche si cantasse il Credo, come era già l'uso in Oriente. Non tutti i manoscritti degli atti di questo concilio inseriscono tale espressione nel testo del Simbolo, mentre tutti la mettono nella professione di fede pronunciata dai convertiti dall'arianesimo al cattolicesimo. Invece, non v'è certezza sulla datazione del primo sinodo toletano antipriscilliano, (circa l'inizio del IV secolo) e del cosiddetto Simbolo Toletano in due versioni, breve e lunga, attribuibili rispettivamente proprio al primo e a uno del 447; la versione estesa, il Libellus in modum symboli, datata al 477, contiene il Filioque, ma non è presente in tutte le edizioni del Denzinger.[49]
Il Filioque appare nel Concilio di Toledo IV (633)[50] e VI (638).[51] In relazione ai Concili di Toledo VIII (653) e successivi, tutti i relativi manoscritti includono il Filioque nel testo del Simbolo.[52] Non è chiaro se il Filioque sia stato discusso al Concilio di Gentilly nel 767.[53] Così, la prima indiscutibile testimonianza dell'inserimento del Filioque nel Simbolo niceno-costantinopolitano (da distinguere da altre professioni di fede nella processione dello Spirito Santo dal Padre e dal Figlio, come, per esempio, il Simbolo atanasiano) risale solo al Concilio di Cividale del Friuli nel 796/797.[54]
La frase Filioque inserita nel Credo è la seguente[55]:
Testo originale del Simbolo niceno-costantinopolitano in greco:
«Καὶ εἰς τὸ Πνεῦμα τὸ Ἅγιον, τὸ κύριον, τὸ ζωοποιόν, τὸ ἐκ τοῦ Πατρὸς ἐκπορευόμενον»
«E [crediamo] nello Spirito Santo, il Signore, il vivificatore, dal Padre procedente.»
Versione latina:
«Et in Spiritum Sanctum, Dominum, et vivificantem: qui ex Patre Filioque procedit»
«E [credo] nello Spirito Santo, Signore, e vivificatore, che dal Padre e dal Figlio procede.»
Con il Filioque, si dice che lo Spirito Santo procede da ambedue, il Padre e il Figlio. Il testo del Concilio del 381 dichiara che lo Spirito procede dal Padre, senza aggiungere né "e dal Figlio" né "solo".[56]
Inoltre, come già osservato, i due verbi qui tradotti con l'unico termine "procedere" hanno significati alquanto diversi.
Sulla processione dello Spirito anche dal Figlio si insisteva prima contro il modalismo di Priscilliano e poi, nei Concili di Toledo del VII secolo, contro l'arianesimo che veniva allora eliminato dal regno visigoto a seguito della conversione del re Recaredo I al cattolicesimo nel 587.[57][58] Il termine Filioque aveva lo scopo di affermare che il Figlio non è né inferiore al Padre né di diversa natura, come sostenevano invece gli ariani.[12]
È importante constatare come, accanto al Filioque, è presente nei sinodi toletani la versione occidentale della monarchia del Padre, in quanto principio di tutta la Trinità, in particolare nel VI sinodo (638)[59] e nell'XI (675).[60] Questo è molto importante in quanto, nella bolla di unione del 1439, la presenza della monarchia del Padre quale principio del Figlio e dello Spirito Santo, sebbene "occidentalizzata", indurrà, accanto agli altri motivi, all'unione dei greci coi latini.[61]
Carlo Magno e Leone III
modificaNell'809, papa Leone III (795–816) ricevette una lettera con la quale i monaci franchi del monte Oliveto[62] presso Gerusalemme lo informavano di essere stati accusati di eresia dal monaco Giovanni di un vicino monastero greco a motivo del loro uso del Filioque nel canto del Credo. Essi controbatterono che con simile accusa Giovanni stava accusando di eresia anche la Santa Sede apostolica. Chiesero dunque al papa di investigare fra i Padri greci e latini la fonte dell'espressione "che procede dal Padre e dal Figlio". Lo pregavano anche d'informarne l'imperatore Carlo Magno, nella cui cappella avevano sentito cantare il Credo con tale frase.[63] Infatti Carlo Magno lo faceva cantare così dal 794, dopo il suo concilio di Francoforte.[64] Ai monaci franchi Leone III inviò una professione di fede, Symbolum orthodoxae fidei Leonis papae, diretta "a tutte le Chiese orientali" e contenente la frase Spiritum sanctum a Patre et a Filio aequaliter procedentem[65]. Allo stesso tempo, inviava per informazione all'imperatore tutta la documentazione relativa, senza formulare peraltro alcuna richiesta al riguardo.[13][66][67][68][69][70]
Nel novembre dello stesso anno 809, Carlo Magno convocò un concilio ad Aquisgrana, che dichiarò il Filioque dottrina della Chiesa e ordinò il canto del Credo con tale inciso nella messa.[71]
Una delegazione inviata dall'imperatore arrivò a Roma nell'810 per chiedere l'approvazione papale delle decisioni del Concilio di Aquisgrana. Leone III affermò l'ortodossia del Filioque e il suo uso nella catechesi e nelle professioni di fede personali, ma si oppose chiaramente alla sua inclusione nel Simbolo niceno-costantinopolitano. Dichiarò facoltativa la recita del Credo nella Messa, ma raccomandò alla corte imperiale di non adottarla al fine di evitare uno scandalo. Per sottolineare il suo atteggiamento sulla questione, appose sulla porte della Basilica di San Pietro due targhe d'argento recanti il testo del Simbolo del 381, in greco e in latino, senza il Filioque.[13][69][72]
Fozio
modificaNel dicembre 858, l'imperatore Michele III esiliò il patriarca Ignazio I di Costantinopoli, nominando al suo posto Fozio I di Costantinopoli. Ignazio si rivolse a Roma e papa Niccolò I, già neutrale, dovette prendere posizione. In un sinodo dell'863 dichiarò anticanonica tale azione e scomunicò Fozio. La situazione era già complicata anche dalla rivalità fra Roma e Costantinopoli per la giurisdizione sulla Pannonia e sulla nuova comunità cristiana sorta in Bulgaria, dove erano attivi missionari germanici che professavano il Simbolo niceno-costantinopolitano il cui testo comprendeva il Filioque. Fozio convocò un sinodo a Costantinopoli che scomunicò e chiese la deposizione del papa (867). Ma nello stesso anno Michele III fu assassinato da Basilio I ed il nuovo imperatore depose Fozio e reinsediò Ignazio, convocando poi (869/70) un concilio ecumenico (Concilio di Costantinopoli IV), per pacificare e confermare la situazione. Alla morte di Ignazio (877), Fozio fu rinominato patriarca di Costantinopoli, riconosciuto come tale anche da papa Giovanni VIII. Nell'886 un nuovo imperatore rimosse Fozio e lo esiliò in Armenia, dove morì nell'893.[73][74][75][76] Fozio si oppose fortemente sia alla dottrina del Filioque sia all'inserimento della parola nel Simbolo niceno-costantinopolitano, professato dai missionari attivi in Bulgaria ma non ancora accettato a Roma. In un'enciclica diretta ai patriarchi orientali, Fozio denunciò l'inserimento come "una bestemmia".[77] Fozio è tradizionalmente considerato come il capostipite conclamato dell'antifilioquismo. Nella sua Mistagogia dello Spirito Santo, testo appositamente elaborato per affrontare la questione della processione dello Spirito Santo, egli illustrò quella dottrina che sarà a fondamento del successivo antifilioquismo. Questi i punti salienti. Il Filioque non compare nella Scrittura (Gv. 15,26); è opposto alla Tradizione della Chiesa, ai Padri e ai Concili che non ne parlano mai di tale processione (§ 5); esso è in fondo una forma di sabellianismo (§ 9) giacché mescola e confonde proprietà ipostatiche e natura comune, mentre lo spirare lo Spirito è una proprietà ipostatica del Padre (patrikon idioma); se fosse comune anche al Figlio sarebbe di ordine sostanziale e non ipostatico (§ 6), mentre invece il Padre è origine delle Persone divine non in forza della natura divina (φύσεως), ma proprio della sua persona (ὑποστάσεως) (§ 15); contraddice la perfetta semplicità della divinità perché così lo Spirito Santo avrebbe origine da una "duplice processione” (ἐκ διπλῆς προβολῆς), cosa che comporta inevitabilmente una composizione (σύνθετον), una mancanza di semplicità (ἁπλότης) (§ 4), contravvenendo alla Monarchia del Padre (§ 11); è opposto alla perfezione della Processione dello Spirito dal Padre (§§ 7;31). Porre una duplicità di causa o principio (δύο αἰτίαι) significa rinunciare al sacrosanto dogma della Monarchica Triade (§§ 11-12), per cui, se, oltre all’unico principio imprincipiato paterno (ἄναρχον καὶ πατρικῆς ἀρχῆς) si aggiunge un'altra causa, non si può evitare di cadere nel dualismo dei principî (§ 14).[78][79][80][13][81] Anche in una lettera dell'883 o dell'884 al patriarca di Aquileia egli fece le sue obiezioni teologiche.[82][13][81] Ciononostante il punto non venne discusso al concilio. Ci si limitò ad evitarne l'aggiunta al testo tradizionale.
Fozio non dimostrò di conoscere la tradizione patristica latina sottostante la dottrina del Filioque.[13] Sostenne che lo Spirito Santo procede solo dal Padre, rigettando la dottrina di altri Padri greci che lo Spirito Santo procede dal Padre mediante il Figlio. Questo orientamento della patristica greca sarà alla base di buona parte della triadologia bizantina successiva.[68][83]
L'attribuzione a Fozio di trattati bizantini anti-romani di epoca posteriore gli hanno aumentato la fama presso alcuni circoli greci e allo stesso tempo l'hanno denigrato presso certi occidentali.[84]
Alcuni studiosi caratterizzano il Concilio di Costantinopoli dell'879-880, che annullò la condanna di Fozio nel concilio di dieci anni prima, come un modello di equilibrio. Senza menzionare esplicitamente l'espressione Filioque, descritta come forma infelice di esprimere la fede trinitaria ma nondimeno suscettibile di un'interpretazione ortodossa, esso definì inaccettabile aggiungere qualunque testo al Simbolo niceno-costantinopolitano, mentre dichiarava accettabile una diversità di usi locali dentro della Chiesa.[85] Non condannò l'uso del Filioque fuori del Simbolo niceno-costantinopolitano.[86]
A questo concilio parteciparono legati di papa Giovanni VIII (872–882), che desiderava ristabilire l'unità,[84][87] desiderio anche del patriarca. Così il testo greco delle lettere del papa fu redatto di comune accordo fra Fozio e i legati, per adattarlo alle sensibilità greche.[84][88]
Si conserva inoltre, come appendice agli atti conciliari, il testo in greco di una presunta lettera di Giovanni VIII diretta a Fozio sulla questione del Filioque.[84] Francis Dvornik, i cui studi hanno dimostrato che l'immagine negativa di Fozio che da secoli prevaleva nell'occidente era basata su interpretazioni errate dei documenti storici,[89] considera del tutto improbabile che Giovanni VIII abbia scritto tale missiva e ha dichiarato che, al massimo, il testo conservato, anche se eventualmente basato su una genuina lettera del papa, è stato alterato a fondo da un polemista del XIV secolo.[90] Il teologo ortodosso John S. Romanides, al contrario, ne afferma l'autenticità.[91]
Nella presunta lettera, Giovanni VIII avrebbe scritto: "La tua fraternità sa che, quando a noi è giunto colui che recentemente essa ha inviato, egli ci ha interpellato riguardo al sacro Simbolo, e ha trovato che lo conserviamo inalterato, tale quale ci è stato consegnato dall'inizio, senza aggiungervi né togliervi nulla, sapendo con esattezza che per quelli che osano agire in tale maniera è riservata una condanna pesante che li attende. E perciò, affinché la tua reverenza abbia di nuovo informazioni su di noi riguardo a questa espressione, a causa della quale sono sorti scandali in mezzo alle chiese di Dio, dichiariamo che non solo non la pronunciamo ma consideriamo quelli che prima nella loro sciocchezza hanno osato farlo come trasgressori delle parole divine e falsari della dottrina di Cristo il Signore e degli Apostoli e degli altri Padri che riuniti in concilio hanno consegnato il Simbolo. Noi li classifichiamo con Giuda perché hanno osato agire come lui: anche se non hanno consegnato alla morte il corpo del Signore, hanno diviso e frazionato i fedeli, che sono le membra del suo corpo. Così hanno spedito alla morte eterna per strangolamento quelli, e soprattutto se stessi, come ha fatto il menzionato ingiusto discepolo. Ma pensiamo che anche la tua sacralità, così intelligente e piena di saggezza, non ignora che persuadere gli altri vostri vescovi a pensarla così ci presenta grande difficoltà, perché nessuno potrebbe con facilità accettare una cosa più sacra così rapidamente, anche se si trattasse di qualcosa iniziato da poco e non consolidato da molti anni. Perciò ci è parso bene che nessuno sia da noi costretto ad abbandonare l'inserimento da lui già aggiunto al Simbolo, ma piuttosto preparare tali persone con mitezza e discernimento, esortandoli gradualmente ad astenersi dalla bestemmia".[92]
In effetti, nonostante le precisazioni di papa Giovanni VIII, in varie parti dell'Europa occidentale si continuava effettivamente a cantare il Credo con il Filioque[13]; poi tale uso, nonostante gli impegni costantinopolitani, si affermò definitivamente anche a Roma, anche se solo alla fine dell'XI secolo.[93]
Lo scisma
modificaNel 1014, per decisione di un sinodo tenuto a Roma da papa Benedetto VIII dopo l'incoronazione dell'imperatore germanico Enrico II il Santo, dietro sua insistenza il Credo fu per la prima volta cantato in una messa papale con l'inclusione del Filioque.[12][13][94] E nello stesso secolo si verificò poi il Grande Scisma fra la Chiesa occidentale e quella orientale (tuttora perdurante), per il cui inizio si indica convenzionalmente l'anno 1054. Ma già prima di queste due date, nel 1009, il patriarca Sergio II di Costantinopoli aveva temporaneamente escluso dai dittici costantinopolitani (la lista dei patriarchi, vivi o defunti, riconosciuti come ortodossi) il nome di papa Sergio IV, per aver cercato inutilmente di stabilire una dualità a capo della Chiesa o per avere espresso in una lettera la sua adesione alla dottrina del Filioque, come avevano fatto anche diversi suoi predecessori nei secoli passati.[35][95][96]
Il teologo ortodosso A. Edward Siecienski[97] osserva che nell'occidente si può rintracciare indietro almeno fino al V secolo la dottrina del Filioque intesa come affermazione esplicita della processione dello Spirito Santo dal Padre e dal Figlio, ma che solo nel VII secolo è stata mossa da monoteliti la prima obiezione orientale, da san Massimo il Confessore giudicata infondata, che solo nel IX secolo sono state formulate le prime risposte teologiche orientali, e che solo nell'XI secolo Costantinopoli ha interrotto la comunione con un papa per avere dato espressione a tale dottrina.[35]
All'inizio del Grande Scisma, destinato a continuare negli anni (i tentativi imperiali di pacificazione non poterono evitare il grave incidente veneziano della Quarta crociata),[13] il patriarca di Costantinopoli Michele I Cerulario trattò la questione del Filioque meramente come una delle tante pratiche scorrette dei latini, non come la più importante,[98][99] come ai tempi di Fozio. A prescindere dai più reali motivi politici.
La questione del Filioque in età bizantina dopo il 1054
modificaDopo il grande scisma del 1054, la questione del Filioque non solo non venne abbandonata, ma cominciò a esibire una florida letteratura già proprio nel XI secolo, per poi proseguire nei secoli successivi lungo tutta l'età bizantina, sebbene la controversia cominciò a divenire davvero centrale ai tempi di Lione II (1274) e continua ad esserlo ancora oggi, benché discussa ed apparentemente risolta poi al Concilio di Firenze del 1439, almeno da parte occidentale;[100] essa interessò monaci e religiosi, funzionari e persino imperatori bizantini, i quali ebbero come precettori/amici importanti teologi, a cui talora commissariarono estese opere di matrice antologica in funzione antieretica, le panoplie dogmatiche; addirittura si è evinto, sebbene prevalentemente in senso polemico, l'utilizzo della geometria con diagrammi, cerchi, triangoli, per spiegare le processioni trinitarie, a favore del monopatrismo o del filioquismo, arricchendo immensamente l'iconografia della Trinità. Secondo Basil Lourié, sarebbe stato Ieroteo di Atene, uno ieromonaco del XIII secolo, ad aver iniziato o dato una forte accelerata all'utilizzo della geometria nella questione del Filioque in ambito bizantino, sfociata nel XV secolo in Giuseppe Briennio, suo erede. Questo Ieroteo fu poco conosciuto per una eventuale rimozione dalla storia della teologia bizantina a causa di un pensiero critico o almeno "progressista" rispetto alle correnti triadologiche tradizionali, ma la cui identità sarebbe stata fatta circolare grazie a una tradizione fittizia pseudepigrafica che gli attribuisca un nome risonante e venerabile, nonché di essere stato maestro dello stesso pseudo-Dionigi-Aeropagita. Linda Safran e Justin Willson sono tra coloro che hanno avuto il merito di aver rinvenuto recentemente la ricchezza di tale tematica in ambito teologico.[101][102][103] Ne è venuta fuori un'ampia casistica che solo recentemente gli studiosi stanno evincendo e ricostruendo con edizioni critiche dei testi fino a poco tempo fa frammentati in manoscritti, e anzi il lavoro da fare appare ancora molto. Negli ultimi tempi, alcune opere sono state pubblicate, altre lo sono parzialmente e incerto è il destino di molte, alcune delle quali, a parte la difficoltà oggettiva della ricostruzione filologica del testo, non sono considerate meritevoli di edizione critica in quanto rielaborazioni di scritti precedenti, come nel caso del vasto Tesoro della fede ortodossa dell'importante storico Niceta Coniata, chiaramente steso su modello della Panoplia di Eutimio Zigabeno.[104] Alcuni hanno parlato di una scolastica bizantina.[105][106] Va però sottolineata la matrice polemica ad ampio spettro di tale estesa letteratura, non solo a monte, in considerazione delle radici della (sola) questione del Filioque risalenti nei secoli addietro, ma anche a valle, per la circolazione di traduzioni di testi della scolastica vera e propria (occidentale) o dei Padri latini che sfornarono l'interesse di non pochi pensatori bizantini;[107][108][109] era necessario, invero, armarsi contro tutto l'armamentario scolastico, il cui razionalismo fronteggiava direttamente l'orientamento contemplativo della cristianità orientale. Il contesto fu quindi di un confronto esistenziale. Si trattava di giocare a carte scoperte con tutte le carte. La questione del Filioque, lungi dall'essere l'unica tra oriente e occidente cristiani, va inserita in questo clima di incontro/scontro col pensiero sistematico, accattivante e sprezzante, ad un tempo, della scolastica, dove si dibatté anche sull'altra importante divergenza dottrinale tra le due cristianità che ne toccava le fondamenta, razionale-occidentale e orientale-contemplativa, quella della conoscenza o meno dell'essenza divina (questione essenza-energie e controversia esicasta), ma anche sulla legittimità del papato, tra le altre questioni; dove si tentò di ricucire lo scisma tra le due cristianità per opportunismo strategico e politico mettendo in secondo piano il dibattito teologico o cercando formule di compromesso; è in questo contesto che si inserisce, ad esempio, il διὰ τοῦ Υἱοῦ come equivalente greco del per Filium latino, o l'attribuzione del termine Αἱτία (causa) dello Spirito Santo anche al Figlio; dove velleità unioniste furono seguite da anatemi che le condannarono, e dove aleggiava su tutti la minaccia dell'impero ottomano in ascesa. Ma è chiaro che non si può parlare di scolastica e cultura bizantina come se fossero due mondi separati.[107][108][109]
X-XII secolo: Il Filioque tra teologi e panoplie
modificaTra X e XII secolo si segnalano gli operati di personalità come Michele Psello (1018-1096), il suo allievo Teofilatto di Ocrida (1050-1109), Nicola di Metone (XII secolo), Nicola da Otranto o Nettario (~1155-60; 13º secolo), Eustrazio di Nicea (~1050-1120) e soprattutto Niceta di Maronea, metropolita di Tessalonica (XII secolo). A parte Niceta di Maronea, erano tutti teologi bizantini con un'impostazione monarchica. Michele Psello, basandosi in particolare sulla triadologia del Nazianzeno e del Damasceno, rivendica la monarchia del Padre e l'espunzione del Filioque.[110] Teofilatto di Ocrida, allo stesso modo, professava la monarchia dell'ipostasi paterna, ma suggerisce la tolleranza verso i latini apponendo difficoltà linguistiche tra greco e latino, da cui la confusione tra processione immanente (dal Padre) e processione economica (dal Padre e dal Figlio).[111] Nicola di Metone, di cui nel 2024 è stata pubblicata l'edizione critica delle Refutationes theologicae doctrinae Latinorum da Benvenuto, professava la monarchia del Padre di matrice foziana, senza alcuna formula di compromesso, il che avrebbe comportato screzi con un imperatore filo-occidentale come Manuele Comneno.[112] Nicola da Otranto o Nettario, monaco e abate di San Nicola di Casole, pare che passò da un iniziale filo-latinismo ad un anti-latinismo, criticò l'interpolazione del Filioque, ma aspirò a una unificazione; scrisse i Tria Sintagmata, ove sembra forzare l'interpretazione di padri latini come Ambrogio o lo stesso Agostino al fine di associarli alla monarchia del Padre orientale.[113] Per Eustrazio di Nicea lo Spirito Santo procede dal Padre attraverso il Figlio, senza un coinvolgimento di Dio Figlio; utilizzò la geometria, quindi diagrammi, cerchi e triangoli.[103][114] Niceta di Maronea, metropolita di Tessalonica, appare il più significativo. La sua opera sulla processione dello Spirito Santo, i Sei Dialoghi, è stata edita da A. Buccosi e L. D'Amelia nel 2021;[115] pare che l'opera fece molta fortuna nei secoli a seguire, fino ad essere citata da molti autori successivi. Sue peculiarità sono la natura dialogica del testo tra un latino e un greco, l'attribuzione ai latini per la prima volta di una processione dal Padre mediata dal Figlio (ἐμμέσως) in quanto attraverso di Lui, e dal Figlio senza mediazione (ἀμέσως), l'utilizzo di geometria (ma le figure geometriche non sono presenti nel testo critico di Buccosi e D'Amelia)[115] su ispirazione di Eustrazio di Nicea, e in generale una forte influenza da parte di Eustrazio.[115][103][116][117]
L'XI secolo fu quello delle panoplie, quelle grandi raccolte dogmatiche tese a dimostrare la verità ortodossa: la Panoplia dogmatica di Eutimio Zigabeno, l'Arsenale Sacro di Andronico Camatero e il Tesoro della fede ortodossa di Niceta Coniata;[118] al di là della motivazioni per cui furono stese, per opportunismo politico, legittimazione politico-messianica della "seconda Roma" o per fede personale, esse dimostrano l'interesse delle dinastie imperiali, in particolare dei Comneni, alla teologia perché tutte, eccetto l'opera di Coniata, furono commissionate dagli imperatori. La Panoplia di Zigabeno, in 28 tomi, fu commissionata dall'imperatore Alessio Comneno e a lui dedicata da Eutimio, suo amico;[119] l'Arsenale Sacro fu steso da Camatero su esplicita richiesta dell'imperatore Manuele Comneno;[120] il Tesoro della fede ortodossa di Coniata, in 27 tomi, non pare avere un riferimento esplicito alla figura imperiale, probabilmente per una preferenza verso questioni teologiche lasciate ai "tecnici" che voglia scongiurare un'interferenza del potere politico sulla retta teologia, di cui comunque si auspica che ne sia guardiano.[121] Le tre panoplie, nonostante la loro importanza, risultano inedite in quanto, a parte la difficolta della ricostruzione critica, sono in larga parte rielaborazioni dell'una sull'altra;[104][121] del Tesoro di Coniata sono stati editi solo 5 tomi in latino o estratti,[122] tuttavia, in compenso, A. Buccosi ha pubblicato la prima parte dell'Arsenale Sacro di Camatero in funzione antilatina nel 2014.[123]
XIII-XIV secolo: il Filioque tra unionismo e anti-unionismo, imperatori e concili
modificaNei secoli successivi, la controversia del Filioque cominciò a divenire centrale aggravandosi, con transizioni da una fazione all'altra e la partecipazione degli imperatori bizantini alla questione con loro testi, il Concilio di Lione (1274) che vide quella formulazione dell'unico principio e dell'unica spirazione divenuta definitiva nella teologia latini, quello orientale del 1285 di condanna, dei grandi protagonisti come Beccos, Blemmida e lo stesso Gregorio Palamas, il più importante e sistematico per gli orientali; in questo contesto si inserisce anche la controversia esicasta, che inerisce al confronto esistenziale tra teologia latina e orientale, toccando anche il Filioque; a parte la distinzione essenza-energie, punto centrale della teologia orientale, ma che Barlaam il Calabro non riconosceva (per una concezione forte della semplicità di Dio di matrice aristotelica che a suo dire la distinzione palamita minava), dato il forte apofatismo del Calabro non era possibile dimostrare la processione dello Spirito Santo.[124]
Il patriarcato di Costantinopoli fu la principale sede degli esponenti principali del Filioque nel XII secolo, perché lì sedettero sia Beccos che Gregorio di Cipro. Giovanni Beccos, incaricato di trattare l'unione voluta dall'imperatore Michele VIII Paleologo, ne fu in realtà contrario proprio per il Filioque, e per questo esiliato nella fortezza di Anema; lì, avrà modo di approfondire la controversia, il che lo porterà a passare all'altro lato della barricata; l'unione velleitaria stabilita dal Concilio di Lione nel 1274 gli regalò il patriarcato di Costantinopoli dal 1275 al 1282. Ma il successivo imperatore, Andronico II, non sarà così favorevole all'unione come il padre, e l'acredine contro Beccos aumentò fino al suo esilio a Brussa, ma sostenne il Filioque fino alla morte (1296-97).[125][126] Sarà succeduto al patriarcato dal suo avversario principale, Gregorio di Cipro, contraltare di Beccos in senso anti-filioquista. L'impostazione triadologica del Beccos, basandosi su un importante testo, sia per i monarchici orientali che per i filioquisti latini, della Lettera ad Ablabio di Gregorio di Nissa,[127] prevedeva il Filioque data l'uguaglianza tra Padre, che è causa primordiale o originale dello Spirito, e Figlio, che ne è causa mediata, adoperando l'analogia del sole (Padre), dei raggi (Figlio) e della luce (Spirito Santo); l'analogia sarà utilizzata anche dall'avversario e successore Gregorio di Cipro, sebbene in senso diverso, solo per una manifestazione eterna dello Spirito tramite il Figlio, che non ne è causa.[128]
La dinastia imperiale partecipò attivamente a partire da questa fase alla controversia tramite l'imperatore Teodoro II Lascario (1222–1258, regnante 1254–1258); il basileus scrisse due Orazioni contro i Latini datati al 1256, ove, tra le altre cose, adopera l'utilizzo di figure geometriche;[103] la maggior parte delle sue opere sono state edite recentemente in tre edizioni.[129] Del resto, l'imperatore Teodoro fu allievo dello stesso Niceforo Blemmida, di cui non condivise l'elaborazione dottrinale più disposta al compromesso coi latini sulla controversia del Filioque per mezzo del διὰ τοῦ Υἱοῦ, mantenendosi di una linea più dura che il suo maestro.[130] Successivamente, Manuele II Paleologo, imperatore (1348-1425), stese l'Apologia della Processione dello Spirito Santo, assieme a un Trattato sull'ordine nella Trinità e a un'epistola; i tre testi sono stati editi nel 2022.[131]
Nel concilio di Lione II (1274) vi fu la prima formulazione dogmatica occidentale dell'unico principio e dell'unica spirazione a livello conciliare.[132] A Lione, per l'insistenza dell'imperatore Michele VIII Paleologo, una delegazione della Chiesa orientale dovette accettare, senza discussione, la professione di fede contenente il Filioque e, a condizione di poter continuare nelle proprie liturgie a recitare il Credo come prima, i membri cantarono tre volte di seguito la relativa clausola inserita nel Simbolo niceno-costantinopolitano; fu sancita un'unione velleitaria.[133] Però la chiesa orientale non accolse la decisione di Lione, e nel 1285, sotto il successore di Michele, Andronico II Paleologo, e l'egida del patriarca Gregorio di Cipro, successore e avversario principale di Beccos, un sinodo tenuto nel suo Palazzo delle Blacherne rigettò le decisioni conciliari e dichiarò che in nessun senso il Figlio è causa dello Spirito Santo, tuttavia Lo manifesta eternamente, come i raggi del sole manifestano la luce, ma non sono causa stessa della luce, anatemizzando dalla Chiesa di Dio coloro che fanno del Figlio causa dello Spirito, e condannando nominalmente Giovanni XI Bekkos, Costantino Meliteniota e Giorgio Metochita, all'epoca probabilmente i più importanti unionisti.[134][135][136][137][138][139][140]
La teologia bizantina non fu del tutto omogenea nei riguardi della questione del Filioque. Si delinearono fra i bizantini alcuni diversi atteggiamenti. Quello unionista, rappresentato da Giovanni XI Bekkos, patriarca di Costantinopoli dal 1275 al 1282, considerava equivalenti nella sostanza l'espressione διὰ τοῦ Υἱοῦ (per mezzo del Figlio) usata da molti Padri greci e l'espressione Filioque (e dal Figlio). Le argomentazioni di Bekkos e di Costantino Melitionita erano largamente basate sugli scritti dei Padri della Chiesa, in particolare quelli dei Cappadoci, di Cirillo di Alessandria, di Giovanni di Damasco e la Lettera a Ablabio di Gregorio Nisseno.[128] Sostanzialmente, questa è la dottrina trinitaria cattolica.
La veduta anti-unionista, di gran lunga maggioritaria, insisteva semplicemente sulla processione ἐκ μόνου τοῦ Πατρός ("solo dal Padre"). È fondamentalmente la rivendicazione della posizione di Fozio. Tuttavia, la seconda linea di pensiero sul tema del Filioque, pur nel quadro della tradizionale monarchia del Padre dell'oriente cristiano, ebbe diverse sfumature. Si configurò difatti una corrente pneumatologica che, pur escludendo qualsiasi ruolo causativo del Figlio nell'origine ipostatica dello Spirito, ammetteva una possibile interpretazione ortodossa del Filioque come espressione dell'effusione o manifestazione eterna – e non solo nell'economia della salvezza – dello Spirito per mezzo del Figlio o dal Figlio; può essere considerata una posizione di compromesso tra i due estremi del monopatrismo foziano e del Filioque occidentale. Essa è la linea tenuta da Gregorio II di Costantinopoli, patriarca dal 1283 al 1289 e autore della dichiarazione adottata dal concilio orientale di Blacherne del 1285,[134] e Gregorio Palamas, monaco atonita, patriarca di Tessalonica e pilastro della fede ortodossa e dell'esicasmo (1296–1359). In particolare, per il patriarca di Costantinopoli il Figlio manifesta eternamente lo Spirito Santo, causato solo dal Padre, così come i raggi del sole manifestano la luce, che però è causata solo dal sole; questa fu la dottrina del sinodo orientale del 1285 da lui tenuto, ove vi fu anche la condanna sia del Concilio di Lione (1274) che di Giovanni XI Bekkos, Costantino Meliteniota e Giorgio Metochita.[134][135][136][137][138][139][140] Va sottolineato, inoltre, che Gregorio di Cipro professava una concomitanza/immanenza tra le due processioni del Figlio e dello Spirito Santo, una pericoresi tra generazione e processione.[141] Una dottrina della processione affine è quella rappresentata dal contributo di Niceforo Blemmida (1197–1272), per il quale il Padre è considerato, in linea con la tradizione greca, unica causa tanto del Figlio quanto dello Spirito Santo,[142] ma in quanto Questi è anche Spirito del Figlio oltre che del Padre, non procede che dal Padre per mezzo del Figlio;[143] la sua posizione può essere considerata la più tipica in tema di una linea intermedia tra il monopatrismo foziano e il filioquismo latino; questa linea perdurerà anche tra i grandi teologi orientali successivi, pur nel contesto della monarchia del Padre. Questa posizione di compromesso, volendo abbracciare ambedue le tradizioni, è oggi, in clima ecumenico, vista con particolare favore, specialmente da parte cattolica.[25][144] Per Gregorio Palamas (1296–Tessalonica, 1359), uno dei tre tradizionali pilastri dell'ortodossia orientale per la monarchia del Padre e la difesa dell'esicasmo, la formula ἐκ τοῦ Υἱοῦ ("dal Figlio") è accettabile tanto quanto διὰ τοῦ Υἱοῦ ("attraverso il Figlio") se intesa in senso ortodosso, ovvero in linea con la patristica: le due locuzioni vanne intese, similmente alla dottrina del cipriota, come interdipendenza/compenetrazione tra le due processioni, perché Figlio e Spirito Santo provengono insieme dal Padre (il cui esser causa delle processioni è Suo carattere ipostatico e quindi non condivisibile), sebbene ognuno a modo Loro, accompagnandosi l'Un l'Altro,[145][146] oppure in senso concettuale, giacché, basandosi in particolare sulla mediazione riconosciuta al Figlio da Gregorio di Nissa, l'esser Padre in Dio presuppone l'esistenza e la generazione dell'Unigenito Figlio, senza prevenire immediatezza (ἀμέσως) e contiguità (προσεχῶς) della processione come della generazione.[147][148]
Andrebbe osservato che un'impostazione triadologica simile è abbracciata anche dallo stesso Marco Eugenico, metropolita di Efeso, spesso associato alla fazione più rigida in quanto apertamente anti-unionista, partecipante di Firenze per poi divenire il più strenuo oppositore all'unione, nonché dal suo discepolo Gennadio Scolaro (1405-1473), patriarca di Costantinopoli, in quanto teologicamente si rinviene, in alcuni loro testi, una dottrina triadologica che prevede l'accettazione del διὰ τοῦ Υἱοῦ ("attraverso il Figlio") con significato affine a quello palamita nel senso di una interdipendenza tra le due processioni; Marco di Efeso, pur con tutta la sua verve anti-filioquista e rivendicando la tradizione orientale, sulla base dei Padri riconobbe la legittimità del διὰ τοῦ Υἱοῦ nel senso che le processioni sono congiunte e insieme, quindi lo Spirito Santo non procede "dal Figlio" ma "con il Figlio",[149] impostazione condivisa da Gennadio Scolaro, suo allievo e successore ideale, nonostante il suo originale unionismo, nonché simpatia verso l'impianto della scolastica che lo contraddistinse, mantenendosi da buon discepolo del maestro in seno alla tradizione orientale.[150][151]
È degno di nota Manuele Caleca, nato bizantino ma morto domenicano; non solo fu filioquista, ma anche uno dei nomi più importanti tra gli unionisti e gli anti-palamiti, assieme ai fratelli Cidone.[152][153]
Un nome importante tra i polemisti dell'epoca, invece, della linea più dura tra gli orientali, è quello di Nilo Cabasila, maestro di Demetrio Cidone, palamita e successore metropolita dello stesso Gregorio Palamas a Tessalonica; per lui, il Filioque non ha ragione in nessun modo, né biblicamente in quanto non menzionato in Gv. 15:26[154] né formalmente, in quanto non presente in nessun concilio ecumenico.[155]
Un altro importante teologo è Teofane di Nicea (?–1380/1381), palamita, nemico dei fratelli Demetrio e Procoro Cidone; egli scrisse un Contra Latinos in 4 libri, inedito integralmente, di cui il terzo contiene figure geometriche, in particolare cerchi. Egli accettò, nella sua impostazione geometrica, la monarchia del Padre (punto centrale) con la proposizione del διὰ τοῦ Υἱοῦ (cerchio più interno), ma al contempo la relazione immediata (ἄμεσον) tra Padre e Spirito (cerchio più esterno).[156]
XV secolo: Il Filioque a Firenze, il Bessarione, Marco Eugenico e Gennadio Scolaro, Giuseppe Briennio
modificaAl Concilio tenutosi a Ferrara e a Firenze nel 1438–1439, si ebbe una lunga e accanita discussione teologica tra i più alti rappresentanti della Chiesa cattolica e di quella ortodossa sulla dottrina del Filioque e sull'inserimento dell'espressione nel Simbolo.[157] Da parte ortodossa si ricordano, oltre all'imperatore Giovanni VIII Paleologo (1425–1448), il patriarca Giuseppe II di Costantinopoli, Marco di Efeso, il grande oppositore dell'unione, Gennadio Scolario, il patriarca Isidoro di Kiev, unionista, nonché Bessarione, unionista e personalità di spicco, ma in posizione alla fine filo-latina.[158][159] Il patriarca Giuseppe morì dopo soli due mesi a Firenze, non riuscendo a prendere parte attiva alle discussioni; i lavori da parte bizantina vennero condotti soprattutto dalla prorompente personalità di Bessarione, che durante i colloqui transitò nella posizione filo-latina, divenendo persino cardinale con Isidoro. Da parte cattolica, oltre allo stesso papa Eugenio IV, unionista per il rafforzamento papale, si segnalano il cardinale Giuliano Cesarini, importante negoziatore, Luigi Pirano e l'arcivescovo Andrea di Pera o Rodi,[160] grandi controversisti contro Bessarione.[161][162][163]
Va tenuto in conto che vennero affrontate altre importanti questioni dottrinali, come l'esistenza del Purgatorio, la visione di Dio come egli è (quindi dell'essenza divina e non solo delle operazioni-energie), la natura del pane eucaristico, azzimo o fermentato; nella bolla di unione Laetentur Caeli vennero positivamente accolte tutte le questioni;[164] ma gli anti-unionisti, in seguito, rigettarono, oltre al Filioque, anche il Purgatorio; e infine che la minaccia turca incombeva sull'impero bizantino, il che avrebbe certamente indotto ad un orientamento unionista, sebbene si dibatte in quale misura, considerando non solo il fallimento dell'unione, ma anche l'opposizione orientale successiva a lungo termine.[161][162]
La discussione fu basata, come di consueto, sulla patristica, quindi sulla fonte comune di Tradizione della Chiesa; in particolare, Massimo il Confessore, visto come il più irenico e quindi il più utile a favore della velleità unionista per la sua importante Lettera a Marino,[165] al punto che lo stesso Eugenico, il più anti-unionista, lo vide come la chiave per un'unione definitiva.[40][41] I greci negarono che, nel dire che lo Spirito procede dal Padre, escludessero il Figlio. Affermarono di astenersi dal dire che lo Spirito procede dal Padre e dal Figlio perché tale espressione pareva loro indicare una processione come da due principi e due spirazioni. Da parte loro i latini affermarono che nel dire che lo Spirito procede dal Padre e dal Figlio non intendevano negare né che il Padre sia fonte e principio di tutta la deità, cioè del Figlio e dello Spirito Santo, né che sia dal Padre che il Figlio riceve che lo Spirito procede da Lui.[61] Affermarono inoltre di non postulare due principi o due spirazioni, ma di sostenere invece esserci come un solo principio e una sola spirazione dello Spirito Santo, come già formulato a Lione nel 1274.[132][166] La discussione si concluse con la firma di un accordo che, riguardo alla processione dello Spirito Santo, dichiarava equivalenti la formula latina ἐκ τοῦ Υἱοῦ ("dal Figlio") e quella greca διὰ τοῦ Υἱοῦ ("mediante il Figlio").[159][167] E riguardo all'inserimento della clausola Filioque nel Credo, esso fu dichiarato lecito e ragionevole come affermazione della verità in vista dell'imminente necessità al tempo dell'aggiunta.[16] Il Concilio di Firenze, così, vide la consacrazione definitiva della formula dell'unico principio e dell'unica spirazione, e la conseguente risoluzione della controversia da parte occidentale.[166] La formulazione dell'unico principio venne confermata anche nella professione di fede della bolla di unione coi copti.[168]
Una caratteristica peculiare di Firenze è che i greci avrebbero accettato la nozione del Figlio come Αἱτία (causa) dello Spirito Santo proprio come il Padre;[169] un'attribuzione mai avvenuta nella triadologia greca, e ciò non poteva essere non notato dagli anti-unionisti radicati nella cristianità orientale come Marco di Efeso, senza contare che si sarebbe riproposta anche, nonostante la formulazione pacificamente accettata, la questione della dualità di cause dello Spirito Santo di foziana memoria o, al contrario, il pericolo di confusione ipostatica (sabellianesimo) se Padre e Figlio sono un'unica Αἱτία dello Spirito Santo.
Il documento di unione delle Chiese in data 6 luglio 1439 recava le firme del papa, dell'imperatore, dei rappresentanti di tutti i patriarchi orientali con eccezione di quello di Costantinopoli, morto il precedente 10 giugno, e di tutti i vescovi greci presenti con l'unica eccezione di Marco di Efeso (1392–1444), noto anche come Marco Eugenico.[159][170]
In oriente l'unione incontrò accanita opposizione soprattutto da parte dei monaci, mentre l'imperatore, tornato da Firenze solo il 1º febbraio 1440 e in profondo lutto per la morte della sua sposa, rimaneva inattivo senza mai promulgare il decreto. Una cerimonia di promulgazione si ebbe sotto il suo successore, Costantino XI Paleologo, il 12 dicembre 1452, pochi mesi prima della caduta della città nelle mani degli ottomani il 29 maggio 1453. Ma l'opposizione di Marco Eugenico (1392-1444), metropolita di Efeso, visto come pilastro dell'ortodossia orientale, e del monachesimo d'oriente, tratto distintivo della cristianità orientale con la sua natura prettamente contemplativa, furono sufficienti a stroncare ogni velleità unionista; da lì, le strade saranno definitivamente parallele.
Bessarione, prima monarchico e poi filioquista, al punto da divenire cardinale, passò al filioquismo con una pneumatologia che prevede la causalità esclusiva al Padre in quanto primordiale, principale e non derivata piuttosto che realmente esclusiva,[171] col Figlio che ha causalità dello Spirito derivata dal Padre in quanto generato dal Padre e da Lui ricevente ogni cosa.[172]
Marco Eugenico, considerato il terzo pilastro dell'ortodossia al fianco di Fozio e Palamas, in nome dei Padri greci rigettò veementemente l'interpolazione del Filioque nel Simbolo, rivendicò l'attribuzione della nozione di Αἱτία (che a Firenze fu ascritta anche al Figlio) al solo Padre, scongiurando sia la dualità dei principi dello Spirito Santo che la loro confusione ipostatica se una proprietà ipostatica è condivisa con un'altra ipostasi, e accettò il διὰ τοῦ Υἱοῦ nel senso di una processione dello Spirito Santo "con il Figlio".[149][173][174][175]
Il suo discepolo, Gennadio Scolaro, che può essere considerato l'ultimo grande controversista del Filioque in età bizantina, grande appassionato e traduttore di testi della scolastica, specialmente di Tommaso d'Aquino, inizialmente discreto nella controversia quando era in vita il maestro, alla sua morte ne divenne erede ideale, sostenendo la monarchia del Padre contro le decisioni conciliari fiorentine, e la processione dello Spirito Santo "con il Figlio".[150][151]
Un teologo profondamente innovatore del periodo a proposito della controversia del Filioque fu Giuseppe Briennio (~1350-~1439). Monaco erudito bizantino presso il monastero di Stoudios, a Creta e Cipro, osteggiò il Filioque, inserendosi pienamente nell'alveo della tradizione monarchica orientale. Secondo Basil Lourié, Briennio sarebbe stato erede teologico di Ieroteo di Atene, ieromonaco vissuto nel XIII secolo, ad aver avviato o accelerato l'utilizzo della geometria nel dibattito sul Filioque da parte bizantina; sebbene quasi sconosciuto, possibilmente per una rimozione deliberata dagli annali della teologia bizantina a causa di una concezione allora fin troppo progressista, la sua identità sarebbe circolata dietro un nome venerabile e prestigioso nel contesto di una pseudepigrafia in cui è mostrato peraltro come maestro leggendario del già pseudo-Dionigi Aeropagita. Ieroteo non lasciò opere scritte, ma Briennio se ne sarebbe fatto portavoce, incarnandone l'eredità. L'impostazione trinitaria di Ieroteo fu unica, ponendo particolare enfasi sulla natura dinamica e paradossale della Trinità. Attraverso la geometria e sul presupposto, rinvenuto nei Cappadoci, secondo cui in Dio c'è solo un ordine economico e non immanente, ma anche sulla base di testi probabilmente pseudepigrafi di Massimo il Confessore (Theōrēma), Ieroteo elaborò una triadologia con logica paraconsistente incentrata su sei coppie delle relazioni trinitarie pseudo-ordinate prive di subordinazionismo e rette solo da un principio: la monarchia del Padre. Le sei coppie, in forma esagonale, rappresentano tutte le combinazioni possibili di relazioni trinitarie interconnesse, senza subordinazionismo né gerarchia. In questo contesto, provando a superare i limiti numerici e teologici tradizionali, tutte le ipostasi, relazioni e processioni sono ammesse e connesse simmetricamente, pur escludendosi l'una con l'altra simultaneamente. Pertanto, il Padre solo è causa del Figlio e dello Spirito, ma le due processioni si intersecano, senza che vi sia altra causa oltre il Padre. Teoricamente, nello schema a sei coppie, accanto a un Filioque potrebbe essere invocato uno Spirituque, talora ammesso, ma che la tradizione cristiana e Blemmida escludono. Lo schema triadologico di Ieroteo ha lo scopo di illustrare relazioni simmetriche tra tutte le ipostasi divine, quindi anche tra il Figlio e lo Spirito Santo, senza una causalità dell'Uno sull'Altro. Briennio, basandosi sull'impostazione geometrica di Ieroteo e su una compenetrazione (pericoresi) di tutti gli elementi, ipostasi, relazioni e persone, sviluppò un diagramma con un triangolo centrale bulboso, i cui angoli sono alternativamente un inizio, un centro e una fine per due volte, in un’ontologia perfettamente simmetrica.[176][177][103][102]
Sinodi orientali di condanna
modificaDiversi sono i sinodi orientali di condanna del filioquismo latino. Il primo fu il già citato sinodo orientale di Blachernae del 1285, tenuto dal patriarca di Costantinopoli Gregorio di Cipro, ove si stabilì, comunque, accanto al monopatrismo, la dottrina di una manifestazione immanente e non solo economica dello Spirito Santo per mezzo del Figlio tramite l'analogia del sole, la cui luce si manifesta tramite i raggi solari, nonché la condanna aperta dei più importanti unionisti del periodo, Giovanni XI Bekkos, Costantino Meliteniota e Giorgio Metochita.[134][135][136][137][138][139][140]
Sotto la dominazione turca (e per insistenza turca),[178] un sinodo tenuto a Costantinopoli sotto il patriarca Samuele I nel 1484 sconfessò e condannò il Concilio di Firenze, rigettò ufficialmente l'unione delle Chiese, dispose un documento di "accoglienza" in sequenza di domanda/risposta per il rientro degli "eretici" e anatemizzò gli occidentali, come accaduto nel sinodo del 1285.[179][170][180][181]
Il successivo sinodo del 1583, sempre a Costantinopoli, ebbe toni altrettanto duri con il suo σιγίλλιον (documento bizantino contraddistinto da un sigillo), anche se sulla sua autenticità sono stati espressi dubbi, in particolare a causa di un'interpolazione dell'anatema verso il calendario gregoriano; sembrerebbe che la sua composizione, avvenuta ad opera di un monaco atonita nel 1858, Iakovos, sia piuttosto il compendio di più decisioni sinodali, col tomo anatemico datato al 1616 di Cirillo Lucaris, patriarca di Alessandria, a fungere da corpus di base.[16][17]
Il concilio di Gerusalemme (1672), tenuto dal patriarca Dositeo, invece, riaffermò semplicemente la processione dello Spirito Santo dal solo Padre senza anatemi, dunque senza una condanna esplicita.[18]
Attuale inclusione nel Credo
modificaAttualmente, il Filioque fa parte del Credo recitato nelle liturgie della Chiesa latina dovunque non si adopera la lingua greca. Nelle Chiese cattoliche orientali generalmente non viene incluso. La Santa Sede incoraggia quelle che avevano introdotto il Filioque a "ritornare alle proprie radici", che non significa negare la dottrina di cui il Filioque è espressione.[182]
Le altre Chiese cristiane orientali, sia quelle di tradizione bizantina sia le Chiese ortodosse orientali sia la Chiesa assira d'Oriente, non adoperano il Filioque. Quella armena però non parla affatto della processione dello Spirito Santo nella sua versione del Simbolo niceno-costantinopolitano,[183] ma ci inserisce molte altre frasi: "Crediamo anche nello Spirito Santo, l'increato e perfetto, che ha parlato nella Legge e nei Profeti e nei Vangeli, che discese sul Giordano, predicò negli apostoli e dimorò nei santi".[184][185] Tutte le Chiese ortodosse orientali, e non solo quella armena, conservano la forma originale plurale dei verbi "Crediamo", "Confessiamo", "Aspettiamo", senza modificarli in "Credo", "Confesso", "Aspetto", come fanno le Chiese calcedoniane sia ortodossa che cattolica.[186]
Le Chiese della Riforma protestante e affini generalmente includono il Filioque nella recita del Credo.[187][188][189]
La Chiesa anglicana include il Filioque nel Credo, ma ne permette l'omissione "in occasioni ecumeniche appropriate".[190] Le Conferenze Lambeth decennali di tutti i primati anglicani tenute nel 1978 e nel 1988 raccomandarono alle singole Chiese anglicane di omettere il Filioque. Quelle del 1998 e del 2008 non ne hanno parlato.
Nel 1875, i vetero-cattolici accettarono la posizione della Chiesa ortodossa, negando che lo Spirito Santo proceda dal Figlio.[191]
Sviluppi recenti e orientamento sulla questione
modificaIl teologo ortodosso Anthony Edward Siecienski osserva che, nei decenni a cavallo tra XX e XXI secolo, si notano significativi passi verso una situazione in cui il Filioque non sia più un ostacolo alla piena comunione fra le Chiese cattolica e ortodossa. Nello stesso libro che riporta queste affermazioni di Siecienski, Steven R. Harmon menziona inoltre lo spazio dedicato in un simposio vaticano del 1982 a tale idea di omettere il Filioque, come hanno concretamente fatto alcuni papi recenti nella recita in greco, e il fatto che per i cattolici latini in Grecia il testo del Simbolo niceno-costantinopolitano in greco è identico a quello degli ortodossi greci.[192]
Ma è nell'ultimo decennio del secondo millennio che la controversia del Filioque comincia ad essere affrontata, in clima ecumenico, con un dialogo più costruttivo che in passato. Il Pontificio consiglio per la promozione dell'unità dei cristiani pubblicò nel 1995 una chiarificazione, in forma documentale, nota come il documento Le tradizioni greca e latina riguardo alla processione dello Spirito Santo,[21] generalmente ben accolto in ambienti ortodossi, che forniva chiarimenti della posizione cattolica e ne spiegava il contesto. Il documento è fondamentale perché rappresenta la base da cui partire per il dialogo ecumenico sul tema nel terzo millennio. Nella chiarificazione, è detto che le due tradizioni concordano nel ritenere il Padre quale "unica causa trinitaria (αἰτία) o principio (principium) del Figlio e dello Spirito Santo", e si riconosce l'esclusività del termine ἐκπόρευσις nelle relazioni d'origine col Padre in quanto principio senza principio. Inoltre, viene enfatizzata una pericoresi tra le processioni trinitarie, con lo Spirito Santo che trae origine da Dio Padre per processione mentre il Padre genera il Figlio: "Il Padre genera il Figlio soltanto spirando (in greco προβάλλειν) per mezzo di lui lo Spirito Santo, e il Figlio è generato dal Padre soltanto nella misura in cui la spirazione (in greco προβολή) passa attraverso di lui. Il Padre è Padre del Figlio unigenito soltanto essendo per lui e per mezzo di lui l'origine dello Spirito Santo". Quindi, lo Spirito Santo è visto come principio di unità trinitario tra Padre e Figlio, che sono Padre e Figlio nello Spirito Santo: "Allo stesso modo, anche se nell'ordine trinitario lo Spirito Santo è consecutivo alla relazione tra il Padre e il Figlio poiché esso trae la sua origine dal Padre in quanto quest'ultimo è Padre del Figlio unigenito, tale relazione tra il Padre e il Figlio raggiunge essa stessa la sua perfezione trinitaria nello Spirito. Allo stesso modo che il Padre è caratterizzato come Padre dal Figlio che egli genera, lo Spirito, traendo la sua origine dal Padre, lo caratterizza in modo trinitario nella sua relazione al Figlio e caratterizza in modo trinitario il Figlio nella sua relazione al Padre: nella pienezza del mistero trinitario essi sono Padre e Figlio nello Spirito Santo".[21]
Tuttavia, l'importante teologo ortodosso Jean-Claude Larchet replicò alla chiarificazione del 1995 molto duramente,[193] con una contestazione suddivisa in due parti digitalmente.[194][195] Tra le sue osservazioni principali, che la chiarificazione esprimesse Dio Padre come unico principio del Figlio e dello Spirito Santo, può implicare in modo sottaciuto la causa secondaria e mediata del Figlio nei riguardi dello Spirito secondo la tradizione occidentale agostiniana e filioquista (tramite il principaliter di Agostino), e inoltre che si privilegia fin troppo la relazione Padre-Figlio a discapito di quella con lo Spirito Santo, visto come appendice del rapporto Padre-Figlio e privo di una precisa caratterizzazione della Sua personalità distinta. Tra l'altro, l'obiezione fu anche occasione, per il teologo, per rivendicare l'altra principale dottrina con cui l'ortodossia orientale diverge teologia cattolica, quella della distinzione essenza-energia in Dio.[194][195]
Poi, nel 2003, una Dichiarazione congiunta di teologi cattolici e ortodossi degli Stati Uniti,[13] oltre a ripetere che con il Filioque i cattolici non intendono la ἐκπόρευσις dello Spirito uscito dal Padre fonte unica della Trinità, ma la sua προϊέναι (processio) nella comunione consostanziale del Padre e del Figlio, domandò se la Chiesa ortodossa non potesse accettare la legittimità di tale interpretazione della processio e se la Chiesa cattolica non potesse accettare di omettere il Filioque dalla recita del Credo.[196]
Nell'Encyclopedia of Eastern Orthodox Christianity Marcus Plested osserva che i teologi ortodossi, mentre si oppongono unanimemente all'inclusione del Filioque nel Simbolo niceno-costantinopolitano, hanno scoperto possibili maniere di riavvicinamento in materia di dottrina e di fraseologia.[72]
Già Sergej Nikolaevič Bulgakov (1871–1944) dichiarò che il Filioque non deve essere considerato né un dogma, né una eresia, ma un "theologoumenon", ovvero un'ammissibile opinione teologica.[197] Sia Karl Barth che Yves Congar affermano che questa opinione è condivisa dalla maggioranza dei teologi ortodossi.[198][199] Tuttavia, da parte cattolica, il Filioque, proclamato a più riprese in sede di concilio ecumenico, in particolare a Lione (1274) e a Firenze (1439), ha senza dubbio il carattere dell'infallibilità in quanto dogma in materia di fede sancito in ambito conciliare secondo il Magistero della Chiesa Cattolica,[200] oltre ad essere sempre stato pacificamente presente nella tradizione cristiana occidentale ecclesiastica sin da Toledo[53] o da Cividale del Friuli[54], nonché nel Magistero ordinario.[201]
Non tutti i teologi ortodossi sono di questo avviso. Oltre alle numerose "colombe" ci sono anche – osserva il vescovo ortodosso Kallistos (Timothy) Ware[202][203][204] – i "falchi", per i quali il Filioque è eresia.[137] Uno dei più prominenti di questi è stato Vladimir Nikolaevič Losskij (1903–1958), il quale nel Filioque vedeva la radice di tutta la problematica dogmatica delle relazioni fra Oriente e Occidente[205] e dichiarò che la questione della processione dello Spirito Santo è l'unica ragione dogmatica per la separazione fra l'Oriente e l'Occidente; gli altri dissensi dottrinali non ne erano che la conseguenza.[206][207] Altro nome importante tra gli ortodossi più conservatori è lo stesso Jean-Claude Larchet, la cui contestazione alla chiarificazione del 1995 appare della linea più dura.[193][194][195]
Dal punto di vista strettamente teologico, nel clima ecumenico odierno, l'orientamento sulla controversia verte su soluzioni di compromesso che cercano di salvaguardare sia la tradizione monarchica orientale che filioquista occidentale. Ad esempio, si è suggerita una distinzione tra l'esistenza ipostatica dello Spirito Santo dal solo Padre e una processione sostanziale dal Padre e dal Figlio.[27] Da parte cattolica, vi sono diverse proposte risolutive. In particolare, è stata proposta una soluzione basata sulla pericoresi tra le due processioni del Figlio e dello Spirito Santo, analoga a quella tra le Tre Persone Divine: in tal contesto, è escluso un ruolo causale del Figlio nella processione dello Spirito Santo, conservando sia la monarchia di Dio Padre quale fonte, causa e origine della Trinità sulla base della teologia trinitaria di Gregorio di Nazianzo, ma anche, riconoscendo una mediazione causale di Dio Figlio sulla scia degli altri due Padri Cappadoci, Gregorio di Nissa e Basilio Magno, e di quella teologia trinitaria bizantina di compromesso facente capo a Niceforo Blemmida, al patriarca Gregorio di Cipro o allo stesso Gregorio Palamas, il filioquismo cattolico con una concomitanza/immanenza simmetrica tra generazione del Figlio e processione dello Spirito, visto come testimone dell'Amore tra Padre e Figlio, in quanto il Padre genera il Figlio spirando lo Spirito Santo e viceversa.[25] Si segnala poi la proposta di Giulio Maspero, importante teologo cattolico, su di un coinvolgimento non causale, ma attivo, relazionale e circolare del Figlio nella processione dello Spirito Santo, basato su un approccio olistico alla patristica, per cui lo Spirito Santo, spirato dal Padre alla generazione del Figlio, è consegnato a Dio Figlio come Dono, Gloria e Regno del Padre, per venire riconsegnato dal Figlio stesso a Dio Padre anche come Spirito, Dono, Gloria e Regno del Figlio, in quanto Questi è perfetta Immagine del Padre.[144]
Una dichiarazione congiunta tra luterani e ortodossi del 2024 auspica alla convergenza di tutta la cristianità, suggerendo per tutti la comune fede universale nella Trinità decretata in Nicea (325) e Costantinopoli (381) senza l'interpolazione successiva del Filioque, e inoltre, dal punto di vista teologico, una soluzione all'annosa questione per mezzo della formula del διὰ τοῦ Υἱοῦ (“attraverso il Figlio”).[208]
Note
modifica- ^ Conoscere le religioni e le loro feste - Pascal Marson. Pascal Marson, Conoscere le religioni e le loro feste (Paoline 2001 ISBN 978-88-315-2191-8), p. 97
- ^ Enchiridion symbolorum, definitionum et declarationum de rebus fidei et morum, 1300–1301.
- ^ La somma teologica. Testo latino e italiano - Tommaso d'Aquino (san). Tommaso d'Aquino, La somma teologica. Testo latino e italiano, Volume 3 (Studio Domenicano 1985 ISBN 978-88-7094-067-1), p. 199
- ^ Chiesa cattolica romana e Chiesa ortodossa - C. Boyer. Carlo Boyer, Chiesa cattolica romana e Chiesa ortodossa (Università Gregoriana Editrice 1977 ISBN 978-88-7652-269-7), p. 10
- ^ Lo Spirito Santo nella Trinità. Il Filioque nella prospettiva teologica di ... - Andrea Pacini. Andrea Pacini, Lo Spirito Santo nella Trinità (Città Nuova 2004 ISBN 978-88-311-3273-2), p. 99
- ^ La Civiltà cattolica. Giuseppe Ferraro, "L'origine dello Spirito Santo nella Trinità secondo le tradizioni greca e latina" nella Civiltà Cattolica (anno 147 (1996), vol. I, quaderno 3495), p. 230
- ^ Teología Trinitaria: Dios Espíritu Santo - Lucas Francisco Mateo-Seco (archiviato dall'url originale il 17 ottobre 2018). Lucas Francisco Mateo-Seco, Teología Trinitaria: Dios Espíritu Santo (Rialp 2005 ISBN 978-84-321-3527-9), p. 144
- ^ Rethinking Trinitarian Theology: Disputed Questions And Contemporary Issues .... Lucas Francisco Mateo-Seco, "The Paternity of the Father and the Procession of the Holy Spirit: Some Historical Remarks on the Ecumenical Problem" in Giulio Maspero, Robert J. Vozniak, Rethinking Trinitarian Theology: Disputed Questions and Contemporary Issues in Trinitarian Theology (Bloomsbury 2012 ISBN 978-0-567-56092-6), p. 102
- ^ Dios Padre de Jesucristo - Rafael Aguirre Casatan, Luis María Armendáriz, Santiago del Cura Elena. Santiago del Cura Elena, "¡Muestranos al Padre!: Cometido de Teo-logía" in Dios Padre de Jescristo (Universidad de Deusto 2009 ISBN 978-84-9830-926-3), p. 62
- ^ Cristología y Trinidad - Nicola Ciola. Nicola Ciola, Cristología y Trinidad (Secretariado Trinitario 2005 ISBN 978-84-88643-02-5), p. 92
- ^ For the Unity of All: Contributions to the Theological Dialogue between East ... - John Panteleimon Manoussakis. John Pantaleimon Manoussakis, For the Unity of All: Contributions to the Theological Dialogue between East and West (Wipf and Stock 2015 ISBN 978-1-4982-0043-1), p. 17
- ^ a b c La Civiltà cattolica. Giovanni Marchesi, "La questione del «Filioque» oggi" in La Civiltà Cattolica, n. 3180 (18 dicembre 1982), pp. 538–540
- ^ a b c d e f g h i j k "The Filioque: A Church Dividing Issue?: An Agreed Statement" (Dichiarazione congiunta di teologi cattolici e ortodossi degli Stati Uniti, 25 ottobre 2003). URL consultato il 18 agosto 2015 (archiviato dall'url originale il 20 febbraio 2013).
- ^ The Oxford Dictionary of the Christian Church. Frank Leslie Cross, Elizabeth A. Livingstone (a cura di), The Oxford Dictionary of the Christian Church (Oxford University Press 2005 ISBN 978-0-19-280290-3), p. 508
- ^ Battista Mondin, Storia della teologia: Epoca patristica, Storia della teologia (vol. 1), Edizioni Studio Domenicano, 1996, p. 467, ISBN 9788870942170, OCLC 247102079.
- ^ a b Catechismo della Chiesa Cattolica, 247–248 (PDF).
- ^ Primo itaque capitulo demonstratur quam impie sentiant de Trinitate divina, qui et Patris, et Filii, et Spiritus sancti unam atque eamdem asserunt esse personam, quamquam idem Deus nunc Pater, nunc Filius, nunc Spiritus sanctus nominetur; nec alius sit qui genuit, alius qui genitus est, alius qui ex utroque procedit ( Patrologia Latina 54, col. 680–681.).
- ^ Συμφώνους παρήγαγον χρήσεις τῶν Ῥωμαίων Πατέρων· ἔτι γε μὴν τοῦ Κυρίλλου Ἀλεξανδρείας ἐκ τῆς πονηθείσης αὐτῷ εἰς τὸν εὐαγγελιστὴν ἅγιον Ἰωάννην ἱερᾶς πραγματείας ( Migne, Patrologia Greca 91, 136A.)
- ^ versione inglese (archiviato dall'url originale il 30 dicembre 2010).
- ^ Πρόεισι δὲ καὶ ἐκ Πατρὸς καὶ Υἱοῦ. πρόδηλον ὅτι τῆς θείας ἐστὶν οὐσίας, οὐσιαδῶς ἐν αὐτῇ καὶ ἐξ αὐτῆς προϊόν (Cirillo d'Alessandria, Thesaurus, PG 75, 585A)
- ^ a b c d e f g Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani, "Sul Filioque" (L'Osservatore Romano, 13 settembre 1995).
- ^ Lo Spirito Santo nella Trinità. Il Filioque nella prospettiva teologica di ... - Andrea Pacini. Andrea Pacini, Lo Spirito Santo nella Trinità. Il Filioque nella prospettiva teologica di Sergej Bulgakov (Città Nuova 2004 ISBN 978-88-311-3273-2), p. 116
- ^ Spirit of God: Christian Renewal in the Community of Faith. Matthew Levering, "Rationalism or Revelation: St Thomas Aquinas and the Filioque" in Jeffrey W. Barbeau, Beth Felker Jones (a cura di), Spirit of God: Christian Renewal in the Community of Faith (InterVarsity Press 2015 ISBN 978-0-8308-9775-9), p. 60
- ^ For the Unity of All: Contributions to the Theological Dialogue between East ... - John Panteleimon Manoussakis. John Panteleimon Manoussakis, For the Unity of All: Contributions to the Theological Dialogue Between East and West (Wipf and Stock 2015 ISBN 978-1-4982-0043-1), p. 15
- ^ a b c d Carlo Lorenzo Rossetti V, CREDO IN UN SOLO SPIRITO SANTO CHE PROCEDE DALL'UNICO PADRE DEL FIGLIO UNIGENITO Discernimento storico-teologico per un consenso ecumenico sul Filioque, in Lateranum, 1º gennaio 2014. URL consultato il 7 gennaio 2025.
- ^ a b Claudio Moreschini, Osservazioni sulla pneumatologia dei Cappadoci: preannunci del Filioque? A mille anni dal suo inserimento nel Credo a Roma (1014-2014. URL consultato il 13 gennaio 2025.
- ^ a b Ἐκπόρευσις and Processio: Complementary Ways to Understand the Procession of the Holy Spirit (PDF), su isidore.co.
- ^ Giulio Maspero, Un contributo di Origene allo sviluppo delle analogie psicologiche della Trinità?, in Annales theologici, vol. 29, n. 1, 30 maggio 2015, pp. 21-40. URL consultato il 13 gennaio 2025.
- ^ San Basilio Magno: Lettera 38 - Tradizione Cristiana, su oodegr.com. URL consultato il 14 gennaio 2025.
- ^ Gregorio Nazianzeno - Il mistero della Santissima Trinità, su www.vatican.va. URL consultato il 14 gennaio 2025.
- ^ (EN) Editor, The Importance of the Monarchy of the Father according to John Zizioulas, su John Zizioulas Foundation Official Website. URL consultato il 14 gennaio 2025.
- ^ (EN) Beau Branson, One God, the Father: The Neglected Doctrine of the Monarchy of the Father, and Its Implications for the Analytic Debate about the Trinity, in TheoLogica: An International Journal for Philosophy of Religion and Philosophical Theology, vol. 6, n. 2, 31 dicembre 2022, pp. 6-58, DOI:10.14428/thl.v6i2.67603. URL consultato il 14 gennaio 2025.
- ^ Joshua Sijuwade, Building the monarchy of the Father, in Religious Studies, 1º gennaio 2021. URL consultato il 14 gennaio 2025.
- ^ T. F. TORRANCE AND JOHN ZIZIOULAS ON THE DIVINE MONARCHIA: THE CAPPADOCIAN BACKGROUND AND THE NEO-CAPPADOCIAN SOLUTION
- ^ a b c The Filioque: History of a Doctrinal Controversy - A. Edward Siecienski. A. Edward Siecienski, The Filioque: History of a Doctrinal Controversy (Oxford University Press 2010 ISBN 978-0-19-537204-5), p. 40
- ^ (EN) Beeley, Christopher A., Gregory of Nazianzus on the Trinity and the Knowledge of God: In Your Light We Shall See Light, in OUP Academic, 3 luglio 2008, DOI:10.1093/acprof:o. URL consultato il 15 gennaio 2025.
- ^ Christopher Beeley, Divine Causality and the Monarchy of God the Father in Gregory of Nazianzus, in Harvard Theological Review 100.2 (2007): 199-214, 1º gennaio 2007. URL consultato il 15 gennaio 2025.
- ^ (EN) Brent Parker, The Pattern of the Father: Divine Fatherhood in Gregory of Nazianzus, su Southern Equip, 14 settembre 2017. URL consultato il 15 gennaio 2025.
- ^ Najeeb G. Awad, BETWEEN SUBORDINATION AND KOINONIA: TOWARD A NEW READING OF THE CAPPADOCIAN THEOLOGY, in Modern Theology, vol. 23, n. 2, 2007, p. 181. URL consultato il 15 gennaio 2025.
- ^ a b A. Edward Siecienski, The use of Maximus the Confessor's writing on the filioque at the Council of Ferrara -Florence (1438–1439), in ETD Collection for Fordham University, 1º gennaio 2006, pp. 1-253. URL consultato il 12 gennaio 2025.
- ^ a b Fr Maximos Constas, Maximus the Confessor: A Bridge Between the Churches. URL consultato il 12 gennaio 2025.
- ^ (EN) A. Edward Siecienski, The Authenticity of Maximus the Confessor's Letter to Marinus: The Argument from Theological Consistency (XML), in Vigiliae Christianae, vol. 61, n. 2, 1º gennaio 2007, pp. 189-227, DOI:10.1163/157007207X195349. URL consultato il 16 gennaio 2025.
- ^ "Inoltre, abbiamo dalla lettera scritta dallo stesso San Massimo al sacerdote Marino riguardo alla processione dello Spirito Santo, dove egli implica che i Greci hanno cercato, invano, di fare un caso contro di noi, poiché non diciamo che il Figlio è causa o principio dello Spirito Santo, come essi affermano. Ma, non ignorando l'unità di sostanza tra il Padre e il Figlio, poiché procede dal Padre, confessiamo che procede dal Figlio, intendendo processione, ovviamente, come 'missione.' Interpretando con pietà, istruisce coloro che sono esperti in entrambe le lingue alla pace, mentre insegna sia a noi che ai Greci che in un senso lo Spirito Santo procede dal Figlio e in un altro senso non procede, mostrando la difficoltà di esprimere le idiosincrasie di una lingua in un'altra." (Anastasio a Giovanni Diacono; PL 129, 567)
- ^ PG 91; 1427-1470
- ^ "Credi nello Spirito Santo [il Paraclito, che procede dal Padre e dal Figlio]? Denzinger-Schonborn (DS), 64; EDB, 1996
- ^ "lo Spirito Santo poi non (è) generato, non creato né fatto, ma procede dal Padre e dal Figlio". DS, 71; 1996
- ^ "(23) lo Spirito Santo (è) dal Padre e dal Figlio, non fatto né creato, né generato, ma procedente". DS, 75; 1996
- ^ The Church of the East. A Concise History (PDF). Wilhelm Baum, Dietmar W. Winkler, The Church of the East. A Concise History (Routledge 2010 ISBN 978-0-415-60021-7), p. 16
- ^ Per esempio, il documento è solo menzionato nella versione del Denzinger del 1996 (187-208), mentre è riportato in quella del 1957 (188-208).
- ^ DS, 485; 1996
- ^ DS, 490; 1996
- ^ La Civiltà cattolica. "La questione storica nella controversia del «Filioque»" nella Civiltà Cattolica, Anno 81 (1930), vol. I, pp. 313–316
- ^ a b Early Medieval Studies in Memory of Patrick Wormald. Thomas F.X. Noble, "Kings, clergy and dogma: the settlement of doctrinal disputes in the Carolingian world" in Stephen David Baxter (a cura di), Early Medieval Studies in Memory of Patrick Wormald (Ashgate 2009 ISBN 978-0-7546-6331-7), pp. 237–241
- ^ a b The Church Speaks: Papers of the Commission on Theology, Reformed Church in ... - Reformed Church in America. Commission on Theology. James I. Cook, The Church Speaks: Papers of the Commission on Theology, Reformed Church of America, 1984-2000 (Eerdmans 2002 ISBN 978-0-8028-0980-3), pp. 93–94
- ^ Vedi Heinrich Denzinger – Adolfus Schönmetzer, (a cura di), Enchiridion symbolorum definitionum et declarationum de rebus fidei et morum, Herder, Barcinone – Friburgi Brisgoviae – Romae – Neo-Eboraci 1967, 34 ed., p. 66
- ^ Il teologo e vescovo ortodosso Kallistos Ware osserva che il testo originale "non esclude la possibilità che lo Spirito Santo possa anche, in un certo senso, procedere dal Figlio" ( Le ricchezze dell'Oriente cristiano. Teologia, spiritualità, arte. Kallistos Ware, "Oriente e Occidente, fonti e speranze della Chiesa indivisa" in Philippe Baud, Maxime Egger (a cura di), Le ricchezze dell'Oriente cristiano. Teologia, spiritualità, arte", Paoline 2004 ISBN 978-88-315-2628-9, p. 148]).
- ^ La Trinità e l'uomo: l'Ad Ablabium di Gregorio di Nissa - Giulio Maspero. Giulio Maspero, La Trinità e l'uomo (Città Nuova 2004 ISBN 978-88-311-3274-9), p. 269
- ^ I Visigoti e la rinascita culturale del secolo VII - Luca Montecchio. Luca Montecchio, I Visigoti e la rinascita culturale del secolo VII (Graphe 2010 ISBN 978-88-89840-70-2), pp. 37–39
- ^ "il Padre, non generato e non creato (è) fonte e origine di tutta la Divinità". DS, 490; 1996
- ^ "E professiamo che il Padre non (è) generato, non creato, ma ingenerato. Egli infatti non prende origine da nessuno, egli dal quale ebbe sia il Figlio la nascita come lo Spirito Santo il procedere. Egli è dunque la fonte e l’origine dell'intera Divinità". DS, 525; 1996
- ^ a b "Dopo aver riferito le testimonianze tratte dalle sacre Scritture e da molti passi dei santi dottori: dell’oriente e dell'occidente, poiché gli uni dicono che lo Spirito santo procede dal Padre e dal Figlio, e gli altri invece che procede, dal Padre attraverso il Figlio, ma volendo tutti esprimere la stessa cosa con formulazioni diverse, i Greci hanno assicurato che, dicendo che lo Spirito santo procede dal Padre, non intendono escludere il Figlio; ma che, sembrando loro, a quanto dicono, che i Latini professassero che lo Spirito santo procede dal Padre e dal Figlio come da due princìpi e da due spirazioni, essi si astenevano dal dire che lo Spirito santo procede dal Padre e dal Figlio. Quanto ai Latini, hanno dichiarato che dicendo che lo Spirito santo procede dal Padre e dal Figlio non avevano l'intenzione di negare che il Padre sia la fonte e il principio di ogni divinità, cioè del Figlio e dello Spirito santo; né volevano sostenere che il Figlio non abbia dal Padre il fatto che lo Spirito santo procede dal Figlio, né infine ammettere due princìpi o due spirazioni, ma affermare un solo principio e una sola spirazione dello Spirito santo, come hanno sempre sostenuto. E poiché da tutte queste espressioni scaturisce una sola e identica verità, si sono finalmente e unanimemente intesi e accordati, in uno stesso spirito e in una uguale interpretazione, sulla seguente formula d'unione santa e gradita a Dio".[1]
- ^ Augusto Simonini, Autocefalia ed esarcato in Italia, Ravenna, Longo, 1969, pag. 172.
- ^ Migne, Patrologia Latina, 129, 1257–1259.
- ^ Storia della teologia: Epoca scolastica - Battista Mondin. Battista Mondin, Storia della teologia: Epoca scolastica (Studio Domenicano 1996 ISBN 978-88-7094-243-9), p. 22
- ^ Migne, Patrologia Latina, 129, 1260
- ^ Migne, Patrologia Latina, 129, 1259–1260
- ^ Carlo Magno e Hārūn al-Rashīd - Giosuè Musca. Giosuè Musca, Carlo Magno e Hārūn al-Rashīd (Dedalo 1996 ISBN 978-88-220-0542-7), p. 107
- ^ a b Un Dio relazione: breve manuale di dottrina trinitaria - Paolo Gamberini. Paolo Gamberini, Un Dio relazione: breve manuale di dottrina trinitaria (Città Nuova 2007 ISBN 978-88-311-3293-0), pp. 61–62
- ^ a b (EN) Andrea Sterk, The Silver Shields of Pope Leo III: A Reassessment of the Evidence, in Comitatus: A Journal of Medieval and Renaissance Studies, vol. 19, n. 1, 1º ottobre 1988, p. 63, ISSN 0069-6412 . URL consultato il 30 aprile 2019.
- ^ Encyclopedia of Theology: A Concise Sacramentum Mundi. Karl Rahner, Encyclopedia of Theology (A&C Black 1975 ISBN 978-0-86012-006-3), p. 646
- ^ La Trinità mistero d'amore - Battista Mondin. Battista Mondin, La Trinità mistero d'amore (Studio Domenicano 2010 ISBN 978-88-7094-751-9), p. 163
- ^ a b The Encyclopedia of Eastern Orthodox Christianity. M|arcus Plested, "Filioque" in John Anthony McGuckin, The Encyclopedia of Eastern Orthodox Christianity (John Wiley & Sons 2010 ISBN 978-1-4443-9254-8), p. 251–252
- ^ La chiesa ortodossa: storia, disciplina, culto - Enrico Morini. Enrico Morini, La chiesa ortodossa: storia, disciplina, culto (Studio Domenicano 1996 ISBN 978-88-7094-237-8), pp. 70–78
- ^ Who's who delle religioni - Karl-Heinz Golzio. Karl-Heinz Golzio, Who's who delle religioni (Arkeios 2003 ISBN 978-88-86495-69-1), p.174
- ^ Storia della Chiesa. La penetrazione dello spazio umano ad opera del ... - Ludwig Hertling, Angiolino Bulla. Ludwig Hertling, Angiolino Bulla, Storia della Chiesa (Città Nuova 2001 ISBN 978-88-311-9258-3), p. 157
- ^ Dizionario dei teologi - Battista Mondin. Battista Mondin, Dizionario dei teologi (Studio Domenicano 1992 ISBN 978-88-7094-111-1), p. 245
- ^ Rome and the Eastern Churches: A Study in Schism - Aidan Nichols. Aidan Nichols, Rome and the Eastern Churches: A Study in Schism (Ignatius Press 2010 ISBN 978-1-58617-282-4), p. 241
- ^ Fozio, PG 102, 263-547[2]
- ^ Rome and the Eastern Churches: A Study in Schism - Aidan Nichols. Aidan Nichols, Rome and the Eastern Churches: A Study in Schism (Ignatius Press 2010 ISBN 978-1-58617-282-4), p. 257
- ^ La teologia bizantina: Sviluppi storici e temi dottrinali - John Meyendorff. John Meyendorff, La teologia bizantina: Sviluppi storici e temi dottrinali (Lampi di stampa 1999 ISBN 978-88-488-0022-8), p. 77
- ^ a b Il monachesimo bizantino - Giorgio Pasini. Giorgio Pasini, Il monachesimo bizantino (EDUCatt 2014 ISBN 978-88-6780-351-4), pp. 93–94
- ^ (EN) St. Photius the Great: On the Mystagogy of the Holy Spirit and the Epitomes – Read the Saints, su readthesaints.com. URL consultato l'8 gennaio 2025.
- ^ Dizionario dei teologi - Battista Mondin. Battista Mondin, Dizionario dei teologi (Studio Domenicano 1992 ISBN 978-88-7094-111-1). p. 246
- ^ a b c d Rome and the Eastern Churches: A Study in Schism - Aidan Nichols. Aidan Nichols, Rome and the Eastern Churches: A Study in Schism (Ignatius Press 2010 ISBN 978-1-58617-282-4), p. 245
- ^ La chiesa ortodossa: storia, disciplina, culto - Enrico Morini. Enrico Morini, La chiesa ortodossa: storia, disciplina, culto (Studio Domenicano 1996 ISBN 978-88-7094-237-8), p. 76
- ^ John S. Romanides, "The Filioque in the Dublin Agreed Statement 1984 (Anglican Orthodox Dialogue, SPCK 1985)", 6.
- ^ The Orthodox Church in the Byzantine Empire - J. M. Hussey. J.M. Hussey, The Orthodox Church in the Byzantine Empire (Oxford University Press 2010 ISBN 978-0-19-161488-0)
- ^ The Monks of Mount Athos: A Western Monk's Extraordinary Spiritual Journey ... - M. Basil Pennington. M. Basil Pennington, The Monks of Mount Athos: A Western Monk's Extraordinary Spiritual Journey on Eastern Holy Ground (SkyLights Paths Publishing 2003 ISBN 978-1-893361-78-2), p. 161
- ^ Rome and the Eastern Churches: A Study in Schism - Aidan Nichols. Aidan Nichols, Rome and the Eastern Churches: A Study in Schism (Ignatius Press 2010 ISBN 978-1-58617-282-4), p. 227
- ^ The Photian Schism, History and Legend - Francis Dvornik. Francis Dvornik, The Photian Schism: History and Legend (Cambridge University Press 1948, ristampa 1970), p. 198
- ^ John S. Romanides, "The Filioque: Historical Background".
- ^ Mansi, 17, 525 A– D, su fscire.it. URL consultato il 18 agosto 2015 (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2015).
- ^ Mauro Gagliardi, Il Filioque : a mille anni dal suo inserimento nel Credo a Roma (1014-2014) : atti del convegno di studi, Ateneo Pontificio "Regina Apostolorum," Roma (27-28 novembre 2014), Città del Vaticano, Libreria editrice vaticana, 2015, p. 378, ISBN 9788820993610, OCLC 921840436.
- ^ The Mass - A. Fortescue. Adrian Fortescue, The Mass: A Study in the Roman Liturgy (Longmans, Green 1937), p. 288
- ^ The Orthodox Church: Its Past and Its Role in the World Today - Jean Meyendorff, John Meyendorff. John Meyendorff, The Orthodox Church: Its Past and Its Role in the World Today (St Vladimir's Seminary Press 1981 ISBN 978-0-913836-81-1), p. 47
- ^ Historia de la Iglesia I: La Iglesia antigua y medieval - José Orlandis Rovira. José Orlandis Rovida, Historia de la Iglesia I: La Iglesia antigua y medieval (Palabra 2013 ISBN 978-84-9840-769-3), p. 197
- ^ Intervista di A. Edward Siecienski.
- ^ The Latin Clerk: The Life, Work, and Travels of Adrian Fortescue - Aidan Nichols. Aidan Nichols, The Latin Clerk: The Life, Work, and Travels of Adrian Fortescue (Casemate 2011 ISBN 978-0-7188-9274-6), pp. 86–87
- ^ The Comforter - Sergius Bulgakov. Sergius Bulgakov, The Comforter (Eerdmans 2004 ISBN 978-0-8028-2112-6), p. xi
- ^ The Crusades from the Perspective of Byzantium and the Muslim World. Tia M. Kolbaba, "Byzantine Perceptions of Latin Religious "Errors"" in Angeliki E. Laiou, Roy P. Mottahedeh (a cura di), The Crusades from the Perspective of Byzantium and the Muslim World (Dumbarton Oaks 2001 ISBN 978-0-88402-277-0), pp. 130–143
- ^ Linda Safran, Safran, Diagramming Byzantine Orthodoxy, in in The Diagram as Paradigm: Cross-Cultural Approaches, ed. Jeffrey F. Hamburger, David A. Roxburgh, and Linda Safran, 1º gennaio 2022. URL consultato il 9 gennaio 2025.
- ^ a b Justin Willson, On the Aesthetic of Diagrams in Byzantine Art, in Speculum, vol. 98, n. 3, 1º luglio 2023, DOI:10.1086/725387. URL consultato il 21 aprile 2025.
- ^ a b c d e (EN) Basil Lourié, DIAGRAM REASONING AND PARACONSISTENT THINKING: HIEROMONK HIEROTHEOS, HIS ANCESTRY, AND LEGACY, in Studia Universitatis Babeș-Bolyai Theologia Orthodoxa, 2022, pp. 61-125, DOI:10.24193/subbto.2022.2.03. URL consultato il 9 gennaio 2025.
- ^ a b https://www.treccani.it/enciclopedia/coniate-acominato-niceta_%28Enciclopedia-Italiana%29/
- ^ F.I. Uspenskij, Очерки по истории византийской образованности, Moskva 1892.
- ^ M. Plested, Orthodox Readings of Aquinas (Changing Paradigms in Historical and Systematic Theology), Oxford 2015
- ^ a b Michele Trizio, “Un uomo sapiente ed apostolico”. Agostino a Bisanzio: Gregorio Palamas lettore del De trinitate, in Quaestio, 1º gennaio 2006. URL consultato il 10 gennaio 2025.
- ^ a b Michele Trizio, Alcune note sulla ricezione bizantina del de Trinitate di Agostino, in P.Ermilov/A.Rigo, Byzantine Theologians. The sytematization of their own Doctrine and their Perception of Foreign Doctrines, Roma 2009.. URL consultato il 10 gennaio 2025.
- ^ a b La cultura bizantina e i rapporti fra occidente e oriente - Enciclopedia, su Treccani. URL consultato il 10 gennaio 2025.
- ^ Alessandro Mussini, A Stone as a God in Disguise. Michael Psellos' Opu- sculum theologicum I 66: pagan mythical succession in dangerous comparison with the Christian Trinity. URL consultato il 9 gennaio 2025.
- ^ Michele Orrù, Teofilatto d'Acrida, gli errori dei Latini e la Sardegna, in in Settecento-Millecento. Storia, Archeologia e Arte nei “secoli bui” del Mediterraneo. Atti del Convegno di Studi (Cagliari, 17-19 ottobre 2012), a cura di Rossana Martorelli, pp. 55-62. Cagliari: Scuola Sarda Editrice, 1º gennaio 2013. URL consultato il 9 gennaio 2025.
- ^ Nicola da Metone e Carmelo Nicolò Benvenuto, Refutationes theologicae doctrinae Latinorum, SHARE Libri, 2 novembre 2024, ISBN 978-88-31309-36-3. URL consultato il 9 gennaio 2025.
- ^ Claudio Schiano, Omnes civitates nostre obedient venerationi: Nicola di Otranto e le fonti latine, in Rudiae. Ricerche sul mondo classico, vol. 2017, n. 3, 25 luglio 2018, pp. 151-190, DOI:10.1285/i11245344v2017n3p151. URL consultato il 9 gennaio 2025.
- ^ Basil Lourié, Eustratius of Nicaea, a Theologian: About the Recent Publications of Alexei Barmin (XML), in Scrinium, vol. 16, n. 1, 19 ottobre 2020, pp. 344-358, DOI:10.1163/18177565-00160A07. URL consultato il 9 gennaio 2025.
- ^ a b c A. Buccosi e L. D'Amelia, Dialogi sex de processione Spiritus Sancti, vol. 92, Corpus Christianorum, 2021.
- ^ Luigi D' e Amelia, Οὐ πρὸς ἔριν: alcune considerazioni sul Prologo ai Dialoghi sulla processione dello Spirito Santo di Niceta «di Maronea», in A. Bucossi and A. Calia (eds), Contra Latinos et Adversus Graecos. The Separation between Rome and Constantinople from the Ninth to the Fifteenth Century, Leuven-Paris-Bristol, CT (Orientalia Lovaniensia Analecta, 286), 1º gennaio 2020. URL consultato il 9 gennaio 2025.
- ^ Alessandra Bucossi, Dibattiti teologici alla corte di Manuele Comneno, in A. Rigo, A. Babuin, M. Trizio (eds.), Vie per Bisanzio - VIII Congresso dell’Associazione Italiana di Studi Bizantini Venezia, 25-28 novembre 2009, 1º gennaio 2012. URL consultato il 9 gennaio 2025.
- ^ Edizioni Ca' Foscari, su edizionicafoscari.unive.it. URL consultato il 9 gennaio 2025.
- ^ (EN) The Panoplia Dogmatike by Euthymios Zygadenos Texts and Studies in Eastern Christianity, su Docslib. URL consultato il 9 gennaio 2025.
- ^ Alessandra Bucossi, The Sacred Arsenal by Andronikos Kamateros, a forgotten treasure, in A. Rigo and P. Ermilov (eds.), Byzantine theologians. The systematization of their own doctrine and their perception of foreign doctrines. Quaderni di Νέα Ῥώμη, 3 (Roma, Università di Roma ‘Tor Vergata’, 2009), 1º gennaio 2009. URL consultato il 9 gennaio 2025.
- ^ a b Luciano Bossina, Qualche nota su Niceta Coniata storico del dogma, in Byzantine Theologians. The Systematization of Their Own Doctrine and Their Perception of Foreign Doctrines, ed. by A. Rigo, P. Ermilov, Università degli Studi di Roma «Tor Vergata», Roma 2009, pp. 71-90. URL consultato il 9 gennaio 2025.
- ^ ACOMINATO NICETA, coniate - Enciclopedia, su Treccani. URL consultato il 9 gennaio 2025.
- ^ Andronici Camateri, Sacrum Armamentarium - Pars prima, vol. 75, Corpus Christianorum, 2014.
- ^ Gregorio Palamas, Dialogue Between an Orthodox and a Barlaamite, Global Academic Publishing, 1999.
- ^ Bèkkos, Giovanni - Enciclopedia, su Treccani. URL consultato il 10 gennaio 2025.
- ^ BEKKOS, Giovanni - Enciclopedia, su Treccani. URL consultato il 10 gennaio 2025.
- ^ "Riconoscendo la differenza tra causa e causato, non la neghiamo, poiché comprendiamo che l'uno si distingue dall'altro in quanto crediamo che l'uno sia la causa e l'altro provenga dalla causa. E di ciò che proviene dalla causa, concepiamo un'altra differenza: uno procede direttamente dal primo, l'altro attraverso ciò che procede direttamente dal primo, così che il carattere di essere Unigenito rimane indubbiamente nel Figlio, e non si dubita che lo Spirito provenga dal Padre, poiché la mediazione del Figlio, mentre salvaguarda il suo carattere di essere Unigenito, non esclude lo Spirito dalla sua relazione naturale con il Padre. Gregorio di Nissa, Lettera ad Ablabio; PG 45:133; GNO III, 1, pp. 55-56
- ^ a b (EN) Theodoros Alexopoulos, The byzantine Filioque-supporters in the 13th century John Bekkos and Konstantin Melitiniotes and their relation with Augustine and Thomas d'Aquin (PDF), in Studia patristica, VOL. LXVIII, Papers presented at the Sixteenth International Conference on Patristic Studies held in Oxford 2011, volume 16: From the Fifth Century Onwards (Greek Writers), Lovanio, Parigi, Walpole, Peeters, 2013, p. 383, OCLC 868270624. URL consultato il 29 gennaio 2022 (archiviato il 23 giugno 2021).
- ^ (EL) Θεόδωρου Β΄ Λασκάρεως περί χριστιανικής θεολογίας λόγοι, su www.universitystudiopress.gr. URL consultato il 10 gennaio 2025.
- ^ D. Angelov, The Byzantine Hellene, Cambridge University Press, 2019, p. 163; 344.
- ^ Manuelis II Palaeologi imperatoris, Opera theologica; De processione Spiritus Sancti, De ordine in Trinitate, Epistula ad Alexium Iagoupem, a cura di Ch. Dendrinos, vol. 71, Corpus Christianorum Series Graeca, 2022.
- ^ a b II Concilio di Lione 1271-1276: testo - IntraText CT, su www.intratext.com. URL consultato il 7 gennaio 2025. "Con fedele e devota professione, confessiamo che lo Spirito Santo procede eternamente dal Padre e dal Figlio non come da due principi, ma come da uno solo; non per due spirazioni, ma per una sola. Questo ha ritenuto finora, ha predicato e insegnato, questo crede fermamente, predica, confessa e insegna la sacrosanta chiesa Romana, madre e maestra di tutti i fedeli. Questo crede l'immutabile e vera opinione dei padri e dottori ortodossi, sia Latini che Greci. Ma poiché alcuni, ignorando l'irrefragabile verità ora accennata, sono caduti in vari errori, noi, desiderosi di precludere la via a questi errori, con l'approvazione del santo concilio, condanniamo e riproviamo tutti quelli che osano negare che lo Spirito Santo procede eternamente dal Padre e dal Figlio, o anche asserire temerariamente che lo Spirito Santo procede dal Padre e dal Figlio come da due principi e non come da uno solo."[3]
- ^ The New Cambridge Medieval History: Volume 5, C.1198-c.1300. J.A. Watt, "The Papacy" in David Abulafia (a cura di), The New Cambridge Medieval History, V (c. 1198–c. 1300), p. 151
- ^ a b c d Art. 8; (iv) "A coloro che affermano che il Paraclito, che proviene dal Padre, ha la sua esistenza attraverso il Figlio e dal Figlio, e che propongono nuovamente come prova la frase "lo Spirito esiste attraverso il Figlio e dal Figlio". In alcuni testi [dei Padri], la frase denota il risplendere e la manifestazione dello Spirito. Infatti, il Paraclito stesso risplende e si manifesta eternamente attraverso il Figlio, allo stesso modo in cui la luce risplende e si manifesta attraverso l'intermediario dei raggi del sole; denota inoltre il conferimento, la donazione e l'invio dello Spirito a noi. Tuttavia, non significa che sussista attraverso il Figlio e dal Figlio, e che riceva il suo essere attraverso di Lui e da Lui. Perché questo significherebbe che lo Spirito ha il Figlio come causa e fonte (esattamente come ha il Padre), per non dire che ha la sua causa e fonte più dal Figlio che dal Padre; infatti si dice che ciò da cui deriva l'esistenza è anche creduto arricchire la fonte ed essere la causa dell'essere. A coloro che credono e dicono tali cose, pronunciamo la suddetta risoluzione e giudizio, li tagliamo fuori dall'appartenenza agli Ortodossi e li bandiamo dal gregge della Chiesa di Dio.[4]
- ^ a b c History of the World Christian Movement: Volume 1: Earliest Christianity To 1453 - Dale T. Irvin, Scott Sunquist. Dale T. Irvin, Scott Sunquist, History of the World Christian Movement: Volume 1: Earliest Christianity To 1453 (A&C Black 2002 ISBN 978-0-567-08866-6), pp. 444–445
- ^ a b c The Filioque: History of a Doctrinal Controversy - A. Edward Siecienski. A. Edward Siecienski, The Filioque: History of a Doctrinal Controversy (Oxford University Press 2010 ISBN 978-0-19-537204-5), pp. 133–134
- ^ a b c d The Orthodox Church: An Introduction to Eastern Christianity - Timothy Ware. Timothy Ware (Kallistos di Dioclea), The Orthodox Church: An Introduction to Eastern Christianity (Penguin 1993 ISBN 978-0-14-192500-4)
- ^ a b c Rome and the Eastern Churches: A Study in Schism - Aidan Nichols. Aidan Nichols, Rome and the Eastern Churches: A Study in Schism (Ignatius Press 2010 ISBN 978-1-58617-282-4), p. 262
- ^ a b c Godsdienst en levensbeschouwing in het onderwijs - Godsdiensonderrig op skool. Joost van Rossum, "Athanasius and the Filioque" in Studia Patristica, XXXII (Peeters, Lovanio 1997 ISBN 978-90-6831-854-8), pp 57–58
- ^ a b c A History of Christian Doctrine. Hubert Cunliffe-Jones, A History of Christian Doctrine (Bloomsbury 2006 ISBN 978-0-567-35921-6), p. 210
- ^ Gregorio di Cipro, Tomo sullo Spirito Santo; PG 142, 269-300.
- ^ "Ma anche il loro ultimo e più difficile punto, che cosa dice? Come può lo Spirito essere attraverso il Figlio, dice il saggio Giovanni, senza dire che lo Spirito è dal Figlio, e che solo il Padre è causa? Sembrano infatti unire insieme, come sembra, il "dal Figlio" e il "attraverso il Figlio". È chiaro da ciò che dice altrove che lo Spirito è del Figlio, non come da Lui, ma come attraverso di Lui dal Padre, da cui in inni grida al Signore: "Concedici uno Spirito che distribuisce bontà, proveniente dal Padre attraverso di Te". Diciamo anche noi che lo Spirito Santo non sarebbe detto provenire dal Figlio, ma dal Padre attraverso il Figlio; è necessario infatti riconoscere che l'ipostasi paterna è principio e causa sia del Figlio che del Suo Spirito. Solo il Padre è causa, e il Figlio non sarebbe causa originaria di coloro dei quali il Padre è causa stessa. Confessiamo infatti un solo principio, il Padre senza principio, sia della creazione che della divinità, creatore della creazione, naturale della divinità. Chi dice che lo Spirito è dal Figlio, fornisce il sospetto che il Figlio abbia il potere di spirare, come il Padre ha il potere di generare. E per questo motivo, dice questo divino uomo, che non diciamo che lo Spirito è dal Figlio. Chi dice che lo Spirito è dal Padre attraverso il Figlio, riconosce chiaramente che solo il Padre è causa della processione dello Spirito. Tutto ciò che ha il Figlio lo ha ricevuto dal Padre, essenzialmente e naturalmente, in quanto veramente Figlio di Colui che è veramente Padre." Niceforo Blemmida, PG 142, 557 C-D.
- ^ "Lo Spirito Santo non procede altrimenti dal Padre se non mediante il Figlio, così come hanno pensato i teologi ispirati dallo Spirito". Niceforo Blemmida, PG 142, 584 D.
- ^ a b Giulio Maspero, Rethinking the Filioque with the Greek Fathers, Eerdmans, 2023.
- ^ "Il Figlio e lo Spirito Santo sono simultaneamente dall'eternità, essendo l'uno nell'altro, possedendosi reciprocamente e pervadendosi l'un l'altro senza confusione e senza mescolanza; ciascuno di essi costituisce una forma sia di ordine che di relazione; entrambi, il Figlio e lo Spirito Santo, provengono dal Padre allo stesso tempo, sebbene non in modo identico; gli ugualmente onorevoli provengono dagli ugualmente onorevoli; poiché causare la processione è l'idioma dell'ipostasi paterna, non può essere del Figlio; chi dice che anche il Figlio può causare la processione crea una confusione delle ipostasi divine, ignorando irriverentemente l'ordine ammesso in Dio—anche noi riconosciamo questo ordine ammesso in Dio". Gregorio Palamas, Discorsi Apodittici, I, 33.
- ^ "Quindi, ogni volta che senti dire che lo Spirito procede attraverso [διὰ] il Figlio, comprendilo come accompagnante il Verbo, perché, facendo così, non prenderesti la parola "attraverso" nel senso sbagliato di "da", ma nel senso di "con", armonizzandoti così con il nome della teologia [...]. Di conseguenza, lo Spirito non è "e dal Figlio" ma dal Padre insieme al Figlio, poiché la processione accompagna la generazione senza tempo e senza alcuna distanza intermedia. Ora, egli ha detto "abbiamo imparato" perché i portatori di Dio, che erano prima di lui, insegnavano così, e poiché da loro è stato iniziato a pensare in questo modo, che lo Spirito è "attraverso il Figlio", ci ha completamente proibito di dire "lo Spirito è dal Figlio". Gregorio Palamas, Discorsi Apodittici, I, 25.
- ^ "Che cosa direbbe effettivamente qualcuno? Risponderemo dicendo qualcosa di diverso da ciò che è vero e più familiare a coloro che prestano anche solo un po' di attenzione, cioè che l'ipostasi del Figlio è considerata essere dal Padre prima dell'ipostasi dello Spirito per ragione della causa, non per ragione della causa dello Spirito ma per ragione della Sua propria ipostasi dal Padre, che è esistere per generazione dal Padre. Perché quando qualcuno sente "Padre", immediatamente lo considera Padre di una prole; e ogni volta che sente che la prole è un Verbo, allora entra nella comprensione concettuale dello Spirito divino [...]. Il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo sono contemporanei; e il fatto che il Figlio provenga dal Padre non impedisce in alcun modo che il Figlio sia contemporaneamente con il Padre dall'eternità, né il fatto che il Figlio sia considerato prioritario (solo concettualmente, per ragione della Sua propria causa, cioè, come Figlio dal Padre) impedisce in alcun modo che lo Spirito si attacchi strettamente al Figlio e sia con Lui contemporaneamente dal Padre. Dobbiamo anche considerare questo, che il santo ha chiaramente aggiunto, cioè, che non ha semplicemente detto "concettualmente" ma "solo concettualmente il Figlio è concepito come prima dello Spirito". Inoltre, ha detto che il Figlio è dal Padre, mentre per lo Spirito Santo ha detto che Egli si attacca strettamente al Figlio, cioè, che Egli esiste contemporaneamente con il Figlio dal Padre, non che Egli ha il Suo essere da Lui". Gregorio Palamas, Discorsi Apodittici, I, 49.
- ^ "Ma come potrebbe il Padre essere l'unione, a meno che non si relazioni a ciascuno direttamente, emanando ciascuno immediatamente? Ma la frase "non tanto da fondersi insieme, ma in modo che possano possedere [il loro essere] da soli" mostra la relazione diretta e immediata di ciascuno con Lui". Gregorio Palamas, Discorsi Apodittici, I, 23.
- ^ a b Marco di Efeso, Confessione di fede di Marco di Efeso scritta a Firenze, ma pubblicata dopo la conclusione del sinodo; Patrologia Orient. (PO), Vol.17, PP. 435-442.
- ^ a b Samurai, Saint Gennadios Scholarios, First Treaties On the Procession of the Holy Spirit, su Samurai, 4 febbraio 2024. URL consultato l'8 gennaio 2025.
- ^ a b Samurai, Saint Gennadios Scholarios, Second Treaties on the Procession of the Holy Spirit, su Samurai, 4 febbraio 2024. URL consultato l'8 gennaio 2025.
- ^ CALECA, Manuele - Enciclopedia, su Treccani. URL consultato il 10 gennaio 2025.
- ^ (EN) Reginald M. Lynch, Causality and the Procession of the Holy Spirit in Manuel Kalekas’s De fide deque principiis catholicae fidei, in Harvard Theological Review, vol. 116, n. 2, 2023-04, pp. 254-275, DOI:10.1017/S0017816023000135. URL consultato il 10 gennaio 2025.
- ^ "Lo Spirito della verità che procede dal Padre"
- ^ Neilos Kabasilas, De processione Spiritus Sancti, a cura di E. Candal, Roma, 1945.
- ^ Justin Willson, Theophanes of Nicaea and the Diagram That Draws and Erases Itself, in Dumbarton Oaks Papers 78, 1º gennaio 2024. URL consultato il 10 gennaio 2025.
- ^ Tra Medioevo e Rinascimento - Hans-Georg Beck. Hans-Georg Beck, Storia della Chiesa: Tra Medioevo e Rinascimento (Jaca Book 1993 ISBN 978-88-16-30245-7), pp. 231–233
- ^ Councils and Assemblies: Papers Read at the Eighth Summer Meeting and the ... - Ecclesiastical History Society. Roy M. Haines, "The representation of the universitas fidelium in the councils of the conciliar period" in G.J. Cuming, Derek Baker (a cura di), Councils and Assemblies (Cambridge University Press 1971 ISBN 978-0-521-08038-5), p. 193
- ^ a b c Philip Schaff, History of the Christian Church, Volume IV: Mediaeval Christianity A.D. 590–1073, chapter V, §72.
- ^ Andrèa di rodi - Enciclopedia, su Treccani. URL consultato il 12 gennaio 2025.
- ^ a b Il Concilio di Basilea-Ferrara-Firenze – 17 Storia dei concili. #cronachedelcristianesimo #concilii, su Club Theologicum, 11 novembre 2022. URL consultato il 12 gennaio 2025.
- ^ a b 6 luglio 1439: al concilio di Firenze è proclamata l’unione della Chiesa Romana con quella d’Oriente « Storia di Firenze, su www.storiadifirenze.org. URL consultato il 12 gennaio 2025.
- ^ Il cardinale Bessarione, il Concilio di Ferrara-Firenze e la caduta di Costantinopoli. File audio di una relazione di Andrea Lonardo presso la Basilica dei Santi Apostoli - Diario, su www.gliscritti.it. URL consultato il 12 gennaio 2025.
- ^ Laetentur caeli (6 luglio 1439), Bolla sull'unione con i greci, su www.vatican.va. URL consultato il 12 gennaio 2025.
- ^ PG 91, 133-136.
- ^ a b "Nel nome della santa Trinità, Padre, Figlio e Spirito santo, con l'approvazione di questo santo concilio universale fiorentino, noi definiamo che affinché tutti i cristiani credano, ricevano e professino, come tutti professano, questa verità di fede, che, cioè, lo Spirito santo è eternamente dal Padre e dal Figlio, che ha la sua essenza e il suo essere sussistente ad un tempo dal Padre e dal Figlio, e che procede eternamente dall'uno e dall'altro come da un solo principio e per una sola spirazione, noi dichiariamo che quello che hanno detto i santi dottori e padri, cioè che lo Spirito santo procede dal Padre per mezzo del Figlio, mira a far comprendere che il Figlio, proprio come il Padre è causa, secondo i Greci, principio, secondo i Latini, della sussistenza dello Spirito santo. E poiché tutto quello che è del Padre, lo stesso Padre lo ha donato al suo unico Figlio generandolo, a eccezione del suo essere Padre, lo stesso fatto che lo Spirito santo proceda dal Figlio, il Figlio lo ha ricevuto fin dall'eternità dal Padre, dal quale è anche fin dall'eternità generato".[5]
- ^ La Civiltà cattolica. Jean Galot, "Chi è lo Spirito Santo?" in Civiltà Cattolica , quaderno 3023 (5 giugno 1976), p. 428
- ^ Cantate Domino (4 febbraio 1442), Bolla di unione dei Copti, su www.vatican.va. URL consultato il 7 gennaio 2025.
- ^ "noi dichiariamo che quello che hanno detto i santi dottori e padri, cioè che lo Spirito santo procede dal Padre per mezzo del Figlio, mira a far comprendere che il Figlio, proprio come il Padre è causa, secondo i Greci, principio, secondo i Latini, della sussistenza dello Spirito santo".[6]
- ^ a b Pio Paschini, "FERRARA-FIRENZE, Concilio di" in Enciclopedia Italiana (Treccani).
- ^ Lo Spirito Santo procede solo dal Padre (monos gar aitios ho Patêr), nel senso che solo Lui è la causa primordiale (prokatarktikê) e principale (archoeidês); Bessarione, Oratio Dogmatica de Spiritus Sancti processione, ed. E. CANDAL, Pont. Institutum Orientalium Studiorum, Romae 1958-1961, 2 voll; vol. I, cap. VI, n. 47 ed. Candal 43. Solo il Padre è causa per eccellenza (kat’exaireton); Bessarione, ivi., n. 48 ed. Candal 44.
- ^ "Tutto quello che possiede, (il Figlio), lo ha ricevuto dal Padre, il quale solo è la prima e principale causa (monos archoeidês aitia kai prôtê) – che designa (la preposizione) da (ek) – poiché egli possiede tutto da se stesso (aph’heautou) e non deve nulla a nessun altro (kai oudamothen allothen) ed inoltre tutte le cose del Figlio sono rapportate a Lui (pros ekeinon anaphermenôn)". Bessarione, Oratio Dogmatica de Spiritus Sancti processione, ed. E. CANDAL, Pont. Institutum Orientalium Studiorum, Romae 1958-1961, 2 voll; vol. I, cap. VI, n. 49; ed. Candal 45
- ^ Marco di Efeso, Capitoli Sillogici contro i Latini; Patrologia Orient. (PO), Vol.17, PP.368-415
- ^ Marco di Efeso, Citazioni dalle Sacre Scritture, dagli Atti dei Concili e dai Santi Padri, che lo Spirito Santo procede solo dal Padre e non dal Figlio; Patrologia Orient. (PO), Vol.17, PP.342-367
- ^ Marco di Efeso, Confessione della vera fede del Santissimo Metropolita di Efeso, il Signor Marco Eugenico, esposta al concilio tenutosi con i latini a Firenze; Patrologia Orient. (PO), Vol.17, PP.435-442
- ^ Basil Lourié, Nicephorus Blemmydes on the Holy Trinity and the Paraconsistent Notion of Numbers: A Logical Analysis of a Byzantine Approach to the Filioque, in Studia Humana. URL consultato il 21 aprile 2025.
- ^ Basil Lourié, The Trinity from Six Groups: a Logical Explication of Byzantine Triadology by Joseph Bryennios. URL consultato il 21 aprile 2025.
- ^ Churches In-between: Greek Catholic Churches in Postsocialist Europe - Stéphanie Mahieu. Paul Robert Magocsi, "Greek Catholics: Historical Background" in Stéphanie Mahieu, Vlad Naumescu (a cura di), Churches In-between: Greek Catholic Churches in Postsocialist Europe (LIT Verlag Münster 2008 ISBN 978-3-8258-9910-3), p. 39
- ^ Fr. George Dragas - The Manner of Reception of Roman Catholic Converts into the Orthodox Church - Τhe Decision of the Great Synod of Constantinople in 1484, su www.myriobiblos.gr. URL consultato il 22 aprile 2025.
- ^ A History of the Church in the Middle Ages - F Donald Logan. F. Donald Logan, A History of the Church in the Middle Ages (Routledge 2012 ISBN 978-1-134-78669-5), p. 338
- ^ The Oxford Companion to Christian Thought - Ed HASTINGS. Norman Tanner, "Florence, Council of" in Adrian Hastings, Alistair Mason, Hugh Pyper (a cura di), The Oxford Companion to Christian Thought (Oxford University Press 2000 ISBN 978-0-19-860024-4), p. 243
- ^ Chaldean Catholic Diocese of St. Peter the Apostle: "The Reformed Chaldean Mass", su kaldu.org. URL consultato il 18 agosto 2015 (archiviato dall'url originale il 10 novembre 2015).
- ^ The Gospel in Christian Traditions - Ted A Campbell. Ted A. Campbell, The Gospel in Christian Traditions (Oxford University Press 2008 ISBN 978-0-19-537063-8), p. 38
- ^ The Blackwell Companion to Eastern Christianity. Ken Parry (a cura di), The Blackwell Companion to Eastern Christianity (John Wiley & Sons 2010 ISBN 978-1-4443-3361-9), p. 33
- ^ La Chiesa armena: storia, spiritualità, istituzioni - Riccardo Pane. Riccardo Pane, La Chiesa armena (Studio Domenicano 2011 ISBN 978-88-7094-769-4), p. 115
- ^ Chiesa ortodossa copta: St Basil Liturgy (PDF) (archiviato dall'url originale il 9 maggio 2012)., pp. 13–15 – Chiesa ortodossa etiope e Chiesa ortodossa eritrea: The faith that was formulated at Nicaea. – Chiesa ortodossa siriaca del Malankara: The Nicene Creed. – Chiesa ortodossa siriaca: title=The Nicene Creed (archiviato dall'url originale il 7 maggio 2012).
- ^ Credo di Nicea-Costantinopoli della Chiesa luterana in Italia.
- ^ Chiesa battista, su chiesabattista.net. URL consultato il 18 agosto 2015 (archiviato dall'url originale il 13 agosto 2015).
- ^ Unione delle chiese congregazionaliste, metodiste e presbiteriane del Canada (archiviato dall'url originale l'11 agosto 2015).
- ^ Church of England: Creeds and authorized affirmations of faith.
- ^ Philip Schaff, The Creeds of Christendom, vol. II.
- ^ Ecumenical Perspectives on the Filioque for the 21st Century. Steven R. Harmon, "Ecumenical Reception of Ecumenical Perspectives on the Filioque" in Myk Habets (a cura di), Ecumenical Perspectives on the Filioque for the 21st Century (Bloomsbury 2014 ISBN 978-0-567-16471-1)
- ^ a b Jean-Claude Larchet, Theologia, vol. 70, n. 761-812, 1999.
- ^ a b c Jean-Claude Larchet, La questione del Filioque nella recente Chiarificazione del Consiglio Pontificale per la promozione dell’Unita’ dei Cristiani (PDF), in Italia Ortodossa.
- ^ a b c Jean-Claude Larchet, La questione del Filioque nella recente Chiarificazione del Consiglio Pontificale per la promozione dell’Unita’ dei Cristiani (PDF), in Italia Ortodossa.
- ^ Ecumenical Perspectives on the Filioque for the 21st Century. A. Edward Siecienski, "The Filioque: A Brief History" in Myk Habets (a cura di), Ecumenical Perspectives on the Filioque for the 21st Century (Bloomsbury 2014 ISBN 978-0-567-16471-1)
- ^ The Comforter - Sergius Bulgakov. Sergius Bulgakov, The Comforter (Eerdmans 2004 ISBN 978-0-8028-2112-6), p. 94
- ^ Church Dogmatics The Doctrine of the Word of God, Volume 1, Part1: The Word ... - Karl Barth. Karl Barth, Church Dogmatics, vol. 1, part 1, p. 479
- ^ After Nine Hundred Years: The Background of the Schism Between the Eastern ... - Yves Congar. Yves Congar, After Nine Hundred Years (Fordham University Press 1998 ISBN 978-0-8232-1857-8), pp. 147–148
- ^ Catechismo della Chiesa Cattolica (CCC, 891): "Di questa infallibilità il Romano Pontefice, capo del Collegio dei Vescovi, fruisce in virtù del suo ufficio, quando, quale supremo Pastore e Dottore di tutti i fedeli, che conferma nella fede i suoi fratelli, proclama con un atto definitivo una dottrina riguardante la fede o la morale. [...] L'infallibilità promessa alla Chiesa risiede pure nel Corpo episcopale, quando questi esercita il supremo Magistero col Successore di Pietro» soprattutto in un Concilio Ecumenico.422 Quando la Chiesa, mediante il suo Magistero supremo, propone qualche cosa «da credere come rivelato da Dio»423 e come insegnamento di Cristo, «a tali definizioni si deve aderire con l'ossequio della fede ».424 Tale infallibilità abbraccia l'intero deposito della rivelazione divina".
- ^ Tra gli altri, a parte il Catechismo della Chiesa cattolica (Parte Prima, Sez. seconda, art. 1, parag. 2, 246-248)[7], v. per esempio, l'udienza generale di papa Giovanni Paolo II[8] o l'enciclica Dominum et Vivificantem[9]; v. anche l'enciclica Divinu Illud Munus di papa Leone XIII [10]; a livello catechetico, v. i due catechismi di papa Pio X, maggiore (Parte Prima, Capo IX, VIII articolo, 132-134)[11] e minore (Parte Prima, Capo II, 46)[12], nonché il catechismo tridentino (Parte Prima, art. VIII, 101)[13]
- ^ The Orthodox Church: An Introduction to Eastern Christianity - Timothy Ware. Timothy Ware (Kallistos de Dioclea), The Orthodox Church: An Introduction to Eastern Christianity (Penguin 1993 ISBN 978-0-14-192500-4)
- ^ Anthony Dragani, Adrian Fortescue and the Eastern Christian Churches, Gorgias Press, 2007, p. 141, ISBN 978-1-59333-345-4 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
- ^ Il vescovo Kallistos Ware, dopo essere stato un oppositore accanito del Filioque, è giunto alla conclusione che il problema è situato non tanto nell'area di fondamentali divergenze dottrinali quanto nel campo della semantica e di enfasi diverse ( Le ricchezze dell'Oriente cristiano. Teologia, spiritualità, arte. Kallistos Ware, "Oriente e Occidente, fonti e speranze della Chiesa indivisa" in Philippe Baud, Maxime Egger (a cura di), Le ricchezze dell'Oriente cristiano. Teologia, spiritualità, arte, Paoline 2004 ISBN 978-88-315-2628-9, p. 148] e Catholic Answers: Filioque (archiviato dall'url originale il 5 settembre 2015).).
- ^ Salvezza come illuminazione. Uno studio comparato di S. Bulgakov, V. Lossky ... - Maria Rigel Langella. Maria Rigel Langella, Salvezza come illuminazione. Uno studio comparato di S. Bulgakov, V. Lossky, P. Evdokimov (Editrice Pontificia Università Gregoriana 2000 ISBN 978-88-7652-870-5), p. 139
- ^ Ecumenical Perspectives on the Filioque for the 21st Century. David Guretzki, "The Filioque: Reviewing the State of the Question" in Myk Habets (a cura di), Ecumenical Perspectives on the Filioque for the 21st Century (Bloomsbury 2014 ISBN 978-0-567-16471-1)
- ^ Eastern Orthodox Theology: A Contemporary Reader. Daniel B. Clendenin, Eastern Orthodox Theology: A Contemporary Reader (Baker Academic 2003 ISBN 978-0-8010-2651-5)
- ^ wp_14274637, Sul Filioque una Dichiarazione comune tra luterani e ortodossi - Nuovi Avvenimenti, su Nuovi Avvenimenti - Il Portale Evangelico Italiano. URL consultato il 27 dicembre 2024.
Bibliografia
modifica- Giovanni Marchesi, La questione del «Filioque» oggi., in La Civiltà Cattolica, Anno 133, 1982, Vol. IV (quaderno n. 3180), pp. 538–540
- Perché la fede cattolica sullo Spirito Santo non si oppone a quella ortodossa., Osservatore Romano del 13 settembre 1995
- Giuseppe Ferraro, L'origine dello Spirito Santo nella Trinità secondo le tradizioni greca e latina., La Civiltà Cattolica, Anno 147, 1996, Vol. I (quaderno n. 3495), pp. 222–231
- Giovanni G. Romanides, Il Filioque., estratto da: G. Romanides, Patriarch Athenagoras Memorial Lectures, Holy Cross Orthodox Press, 1981 (trad. italiana)
- Dietrich Ritschl, Storia della controversia sul «Filioque»., in Concilium nº 15, 8/1979, pp. 33 e seguenti (da fonte evangelica-luterana)
Voci correlate
modificaAltri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Filioque
Collegamenti esterni
modifica- (EN) Filioque, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (EN) Filioque, in Catholic Encyclopedia, Robert Appleton Company.
- Grande scissione d'Oriente (1054) e filioque, su eresie.com.
- Il Filioque. A mille anni dal suo inserimento nel Credo a Roma (1014-2014) (PDF), su bib26.pusc.it. URL consultato l'11 luglio 2020.
- Storia della controversia sul «Filioque», su internetica.it. URL consultato l'11 luglio 2020.
Controllo di autorità | LCCN (EN) sh85061635 · GND (DE) 4154344-0 · BNF (FR) cb11947791f (data) · J9U (EN, HE) 987007563078205171 |
---|