Filone di Bisanzio

scienziato greco antico

Filone di Bisanzio (Bisanzio, ... – ...; fl. III secolo a.C.) è stato uno scienziato e scrittore greco antico, autore di opere di meccanica e ingegneria militare e civile.

Biografia modifica

Filone è certamente successivo a Ctesibio, che cita più volte e le cui opere egli raffinò, e precede Vitruvio, che lo cita. Un passo in cui descrive un esperimento di Ctesibio come testimone oculare[1] lo fa ritenere suo allievo diretto e su questa base la sua attività è in genere datata intorno alla fine del III secolo a.C. Non si può però escludere che la descrizione di Filone dell'esperimento fosse tratta da una fonte intermedia.[2]

I soli dati biografici noti sono la sua nascita a Bisanzio, e le sue visite ad Alessandria e Rodi, dove fu testimone della costruzione di una catapulta a ripetizione, che descrive nel Belopoeica. È plausibile che il lavoro ad Alessandria fosse svolto nell'ambito del Museo.

Trattato di meccanica modifica

Filone fu autore di un vasto Trattato di meccanica (in greco antico: Μηχανικὴ Σύνταξις?, Mechanike syntaxis), che in larga parte è perduto. Le parti che si sono conservate sono indirizzate a un non meglio identificato Ariston, che avrebbe ricevuto i vari libri dell'opera in accordo con un programma di esposizione concordato in anticipo.[3]

Una proposta di ricostruzione del contenuto prevede la presenza dei seguenti libri:

  1. un'Introduzione (in greco antico: εἰσαγωγή?, Eisagoge), perduta, con i preliminari matematici dell'opera. Essa conteneva, tra l'altro, la soluzione proposta da Filone al problema della duplicazione del cubo, che è stata conservata da Eutocio,[4] e probabilmente prove di alcune proposizioni degli Elementi alternative a quelle di Euclide;[5]
  2. un libro Le leve (in greco antico: μοχλικά?, Mochlika), anch'esso perduto, che forse includeva una trattazione teorica della meccanica;
  3. un libro La costruzione di porti (in greco antico: λιμενοποιικά?, Limenopoiika), anch'esso perduto;
  4. Belopoeica (in greco antico: βελοποιικά?, Belopoiika), sulla costruzione di armi da getto. Il libro si è conservato nel testo greco originale e costituisce una delle principali fonti sull'artiglieria ellenistica e in particolare sullo sviluppo delle catapulte a torsione, che sfruttavano l'elasticità di torsione prodotta da fasci di fibre elastiche. Filone descrive tra l'altro il lavoro sperimentale che aveva portato a riconoscere che il diametro del fascio di fibre fosse proporzionale alla radice cubica del peso del proiettile lanciato a una distanza data. Questa relazione è probabilmente all'origine dell'interesse di Filone per il problema della duplicazione del cubo (ossia per le estrazioni di radice cubica). A fine testo Filone descrive una catapulta con molle metalliche, una a cilindri e pistoni e una catapulta a ripetizione da lui vista a Rodi e appartenente alla scuola di Ctesibio;
  5. Pneumatica (in greco antico: πνευματικά?, Pneumatika). Si conserva un testo arabo, ampiamente interpolato in epoca medievale, contenente sessantacinque capitoli che descrivono altrettanti apparecchi; i primi ventuno capitoli sono trasmessi anche da una versione latina proveniente da una differente versione araba, andata perduta, e sembrano meno corrotti dei successivi. Descrivono soprattutto apparati sperimentali dimostrativi utili a illustrare vari fenomeni relativi alle proprietà di aria, acqua e vuoto, tra i quali quelli relativi al principio del sifone. Per illustrare la dilatazione termica dell'aria si introduce l'apparecchio che in età moderna sarà detto termoscopio, ossia un rudimentale termometro ad aria.[6] L'ultima parte del testo arabo è dedicata ad applicazioni economicamente utili, come ruote idrauliche e macchine per il sollevamento dell'acqua. Le somiglianze tra questa parte e la Pneumatica di Erone potrebbero derivare dalla conoscenza dell'opera di Filone da parte di Erone, o dall'uso di una fonte comune, forse un trattato di pneumatica di Ctesibio;
  6. Automatopoeica (in greco antico: αὐτοματοποιητικά?, Automatopoietika), sulla costruzione di automi. L'opera è perduta, ma un suo frammento molto interessante è trasmesso dall'opera dello stesso titolo di Erone di Alessandria.[7] In esso si descrive uno spettacolo teatrale recitato da automi, durante il quale si vedevano tra l'altro delfini nuotanti nel mare, il naufragio di una nave e un fulmine che colpendo il personaggio di Aiace ne procurava la sparizione;
  7. Paraskeuastica (in greco antico: παρασκευαστικά?, Paraskeuastika), sulle opere di difesa. Si tratta dell'unico trattato in lingua greca sulle fortificazioni che si sia conservato, e tratta della progettazione e costruzione di mura, torri e altre protezioni, come pure della gestione della logistica della difesa;
  8. Poliorcetica (in greco antico: πολιορκητικά?, Poliorketika); sulla conduzione degli assedi, sia da parte dell'assediante sia da quella dell'assediato.

Dei due ultimi libri si è conservato un ampio compendio in lingua greca, di cui è possibile riconoscere la dipendenza dall'opera di Enea Tattico. A sua volta l'opera di Filone su questo argomento ha avuto grande influenza sui trattati bizantini riguardo la conduzione di assedi.

Altre opere modifica

Nel terzo capitolo della Pneumatica Filone rimanda a una sua opera teorica sul moto degli atomi nel vuoto,[8] il cui titolo nei manoscritti latini è De arbitriis mirabilibus.

Athanasius Kircher cita un libro di Filone Sulle cinque potenze statiche.[9] Potrebbe essere un'opera diversa o anche il libro Sulle leve già citato. In ogni caso Kircher sembra testimoniare che nel XVII secolo fossero ancora disponibili opere di Filone successivamente perdute.

A Filone è anche recentemente attribuito un libro su di un orologio ad acqua meccanico, tradizionalmente attribuito allo pseudo-Archimede e conservatosi solo in traduzione araba, che spiega come costruire un orologio ad acqua con animazioni e suoni direttamente collegati a quelli attribuiti a Filone.[10]

Un'opera sulle sette meraviglie del mondo antico, intitolata Περὶ τῶν ἑπτὰ θεαμάτων (Perì tōn heptà theamàtōn) e tradizionalmente attribuita a Filone, è opera invece di un retore della tarda antichità.[11]

Edizioni modifica

  • H. Diels and E. Schramm, Philons Belopoiika (Abhandlungen der preussischen Akademie der Wissenschaften, Philosoph.-hist. Kl. 16. Berlin: Reimer, 1919).
  • H. Diels and E. Schramm, Exzerpte aus Philons Mechanik B. VII und VIII (Abhandlungen der preussischen Akademie der Wissenschaften, Philosoph.-hist. Kl. 12. Berlin: Reimer, 1920) (paraskeuastica e poliorcetica).
  • Philo of Byzantium, Pneumatica ... with notes ... Historical Introduction, and Technical Commentary by Frank David Prager, Wiesbaden 1974, Dr. Ludwig Reichert Verlag.
  • E. W. Marsden, Greek and Roman Artillery. Technical Treatises, Oxford, at the Clarendon Press, 1971, pp. 105-184. Contiene la Belopoeica (testo greco, traduzione inglese e note tecniche).

Note modifica

  1. ^ Filone, Belopoeica, 77 sgg.
  2. ^ È questa la convinzione di Drachmann (op. cit., p.41).
  3. ^ Belopoeica, 49.1–3; Poliorcetica, 79.1; Pneumatica, 1.
  4. ^ Eutocio, Commentario al trattato di Archimede Sulla sfera e sul cilindro, pp. 48-50 (ed. Mugler). Filone stesso, nel cap. 7 della Belopoeica, si riferisce alla sua soluzione contenuta nel primo libro del trattato.
  5. ^ Una prova alternativa della proposizione I, 8 degli Elementi, dovuta a Filone, è riportata da Proclo, Commentario al primo libro degli Elementi di Euclide, 266-68.
  6. ^ Filone, Pneumatica, cap. 7 (p.85 ed. Prager).
  7. ^ Erone di Alessandria, Automatopoeica, 412, 18 - sgg.
  8. ^ Filone di Bisanzio, Pneumatica, p. 81 (ed. Prager).
  9. ^ A. Kircher, Oedipus Aegyptiacus, Roma 1664, pp. 312-325.
  10. ^ Anette Schömberg, «Die Uhr des Archimedes – Zur Rezeption antiker Technik in arabischen Quellen», in: M. Fansa – K. Aydin (a cura di), Wasserwelten. Badekultur und Technik (2010) 184-197; Anette Schömberg, «Fakt oder Fiktion? Prokops Beschreibung der Wasseruhr in Gaza», in: E. Amato (a cura di), Rose di Gaza. Gli scritti retorico-sofistici e le Epistole di Procopio di Gaza (2010) 532–559 fig. 1–22.
  11. ^ Rance.

Bibliografia modifica

  • A. G. Drachmann, Ktesibios, Philon and Heron: A Study in Ancient Pneumatics, Copenaghen. Ejnar Munksgaard, 1948.
  • E. W. Marsden, Greek and Roman Artillery. Historical Development, Oxford: Clarendon Press, 1969, pp. 13-16.
  • G. A. Ferrari, "Meccanica allargata" in Atti del convegno "La scienza ellenistica", Pavia 1982 (Napoli 1984), pp. 227-96.
  • N. S. Barbieri, Il primo trattato di tecnologia. La "Costruzione di armi da getto" di Filone di Bisanzio. Introduzione traduzione italiana e commento, tesi di laurea non pubblicata, Università degli Studi di Pavia, Facoltà di Lettere e Filosofia, anno accademico 1983-1984, relatore prof. Gian Arturo Ferrari.
  • P. Rance, "Philo of Byzantium" in R.S. Bagnall et al. (ed.), The Encyclopedia of Ancient History (Chichester/Malden, MA, 2013) 5266-8.

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Collegamenti esterni modifica

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