Fluminaria pinifolia

Fluminaria pinifolia (N.E.Br.) N.G.Berg., 2017 è una specie di pianta angiosperma dicotiledone della famiglia delle Asteraceae (sottofamiglia Asteroideae). Fluminaria pinifolia è anche l'unica specie del genere Fluminaria N.G.Berg., 2017.[1][2]

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Fluminaria pinifolia
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Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Superasteridi
(clade) Asteridi
(clade) Euasteridi
(clade) Campanulidi
Ordine Asterales
Famiglia Asteraceae
Sottofamiglia Asteroideae
Tribù Gnaphalieae
Sottotribù Relhaniinae
Genere Fluminaria
N.G.Berg., 2017
Specie F. pinifolia
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Sottoclasse Asteridae
Ordine Asterales
Famiglia Asteraceae
Sottofamiglia Asteroideae
Tribù Gnaphalieae
Genere Fluminaria
Specie F. pinifolia
Nomenclatura binomiale
Fluminaria pinifolia
(N.E.Br.) N.G.Berg., 2017

Etimologia modifica

Il nome del genere (Fluminaria) deriva dalla vicinanza di questa specie ai corsi d'acqua alpini.[3] L'epiteto specifico (pinifolia) indica che le foglie sono simili a quelle dei pini (aghiformi).[4]

Il nome scientifico della specie è stato definito dai botanici Nicholas Edward Brown (1849-1934) e Nicola Georgina Bergh nella pubblicazione " Taxon; Official News Bulletin of the International Society for Plant Taxonomy. Utrecht" (Taxon 66(6): 1434) del 2017.[5] Il nome scientifico del genere è stato definito nella stessa pubblicazione.

Descrizione modifica

Habitus. La specie di questa voce ha un habitus di tipo arbustivo. I cauli di queste piante sono provvisti del floema, ma non di canali resiniferi; mentre i sesquiterpeni lattoni sono normalmente assenti (piante senza lattice).[6][7][8][9][10][3]

Fusto. La parte aerea in genere è eretta, semplice o scarsamente ramosa. Gli steli sono nudi nella parte basale. Altezza massima: 1 metro.

Foglie. Le foglie in genere sono disposte in modo alternato (raccolte soprattutto verso gli apici del fusto) e sono sessili. La lamina è intera con forme subulate strettamente lineari (abassialmente sono concave) e apice acuto. I margini sono continui e non sono revoluti, ma recanti piccole setole simili a denti (ispide al tatto). Il colore delle foglie è verde brillante e sono glabre su tutta la superficie. Dimensione delle foglie: lunghezza 30 mm; larghezza 2,5 mm.

Infiorescenza. Le sinflorescenze sono scapose (capolini solitari). Le infiorescenze vere e proprie sono formate da un capolino terminale peduncolato (i peduncoli sono verdastri e pubescenti) di tipo discoide (con fiori omogami) o disciforme (con fiori eterogami). I capolini sono formati da un involucro, con forme turbinate, composto da diverse brattee, al cui interno un ricettacolo fa da base ai fiori. Le brattee, glabre o pelose a consistenza cartacea, sono disposte in modo più o meno embricato su più serie e possono essere connate alla base (il stereoma è verde e glabro); talora possono avere un margine ialino. Il ricettacolo è nudo ossia senza pagliette a protezione della base dei fiori (raramente quest'ultime sono presenti); la forma è convessa, piatta, conica o colonnare. Lunghezza dei peduncoli: 15 – 100 mm. Dimensione dell'involucro: 10 x 6 mm.

Fiori. I fiori sono tetra-ciclici (formati cioè da 4 verticilli: calicecorollaandroceogineceo) e pentameri (calice e corolla formati da 5 elementi). Sono inoltre tubulosi, attinomorfi e si distinguono in:

  • fiori del disco esterni: sono molti su 1 – 3 serie e di tipo sub-radiato; sono femminili e filiformi; il tubo è scarsamente ghiandoloso;
  • fiori del disco centrali: sono pochi; sono ermafroditi; la forma è strettamente campanulata.

In questo gruppo di piante i fiori radiati (ligulati o del raggio) sono assenti; a volte sono confusi con i fiori femminili (tubulosi) del disco esterno più o meno sub-zigomorfi con un lembo piatto e possono essere interpretati come fiori del raggio.

*/x K  , [C (5), A (5)], G 2 (infero), achenio[11]
  • Calice: i sepali del calice sono ridotti ad una coroncina di squame.
  • Corolla: la forma della corolla normalmente è tubolare con 5 lobi (raramente 4); i lobi hanno una forma deltata o più o meno lanceolata. I colori della corolla sub-ligulata sono: bianca di sopra e rosa o violaceo di sotto.
  • Androceo: l'androceo è formato da 5 stami sorretti da filamenti generalmente liberi; gli stami sono connati e formano un manicotto circondante lo stilo; le teche (produttrici del polline) sono prive di sperone, ma hanno la coda (una sola); le appendici apicali delle antere hanno delle forme da ovate a lineari e piatte; il tessuto endoteciale (rivestimento interno dell'antera) è quasi sempre polarizzato (con due superfici distinte: una verso l'esterno e una verso l'interno). Il polline è di tipo echinato (con punte sporgenti) a forma sferica è formato inoltre da due strati di ectesine, mentre lo strato basale è spesso e regolarmente perforato (tipo “gnafaloide”).[8]
  • Gineceo: l'ovario è infero uniloculare formato da 2 carpelli. Lo stilo (il recettore del polline) è intero o biforcato con due stigmi nella parte apicale. Gli stigmi hanno una forma variabile da subtroncata a ottusa; possono essere ricoperti da minute papille o avere dei penicilli apicali. Le superfici stigmatiche sono separate.[8]

Frutti. I frutti sono degli acheni con pappo. Gli acheni sono piccoli a forma variabile strettamente oblunga; la superficie è ricoperta di peli; il pericarpo può essere percorso longitudinalmente da 3 fasci vascolari (o costolature lunghe fino a 3 mm). Il pappo in genere ridotto, è formato da 12 setole capillari (piumose o barbate), alternate a squame molto corte e delicate.

Biologia modifica

Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).
Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
Dispersione: i semi (gli acheni) cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). In questo tipo di piante avviene anche un altro tipo di dispersione: zoocoria. Infatti gli uncini delle brattee dell'involucro (se presenti) si agganciano ai peli degli animali di passaggio disperdendo così anche su lunghe distanze i semi della pianta. Inoltre per merito del pappo il vento può trasportare i semi anche a distanza di alcuni chilometri (disseminazione anemocora).

Distribuzione e habitat modifica

La specie di questa voce è distribuita in Africa meridionale (KwaZulu-Natal e Lesotho).[2] L'habitat preferito sono le rive dei corsi d'acqua a quote superiori di 1.200 metri.[3]

Tassonomia modifica

La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[12], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[13] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[14]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie; la sottofamiglia Asteroideae è una di queste e rappresenta l'evoluzione più recente di tutta la famiglia.[1][9][10]

Filogenesi modifica

Il genere di questa specie è descritto nella tribù Gnaphalieae (una delle 21 tribù della sottofamiglia Asteroideae) e in particolare nella sottotribù Relhaniinae. Da un punto di vista filogenetico, la tribù Gnaphalieae fa parte del supergruppo (o sottofamiglia) "Asteroideae grade"; l'altro è il supergruppo "Non-Asteroideae" contenente il resto delle sottofamiglie delle Asteraceae. All'interno del supergruppo è vicina alle tribù Senecioneae, Calenduleae, Astereae e Anthemideae.[15][16]

La sottotribù Relhaniinae (Relhania Clade) è un gruppo formalmente riconosciuto appartenente alla grande tribù delle Gnaphalieae. La sua posizione è "basale" ed è "sorella" al resto della tribù. La sottotribù è caratterizzata dall'avere un pappo ridotto, le foglie con pubescenza adassiale (la parte abassiale è ricoperta da ghiandole puntate) e solcate, i capolini solitari e i cromosomi diploidi con numero 14.[9] Relhaniinae, da un punto di vista filogenetico, è divisa in due cladi. Il genere di questa voce appartiene al secondo clade caratterizzato da foglie intere e prive di denti. Il secondo clade è formato da due subcladi: "Arrowsmithia/Macowania Clade" con i generi Arrowsmithia, Fluminaria (con foglie revolute e generalmente ricoperte di feltro bianco abassialmente) e il "Cape Clade" con i generi Leysera, Nestlera, Oedera e Rhynchopsidium (foglie evolventi o raramente con margini piatti e di solito ricoperte di feltro bianco adassialmente).[3]

Il cladogramma seguente, tratto dallo studio citato e semplificato, mostra una possibile configurazione filogenetica della sottotribù evidenziando la posizione del genere di questa voce.[3]


Gnaphalieae Core Radiation

_sottotr._Relhaniinae_

Clade I

_Clade_II_
_Arrowsmithia/Macowania_Clade_

Fluminaria

Arrowsmithia

_Cape_Clade_

Nestlera

Rhynchopsidium

Leysera

Oedera

I caratteri distintivi della specie Fluminaria pinifolia sono:[3]

  • la forma delle foglie è stretta, lineare-subulata, larghe 2,5 mm;
  • i margini fogliari sono interi ma provvisti di setole fini;
  • le ligule dei fiori periferici sono bianche di sopra e rosa di sotto.

Sinonimi modifica

Sono elencati alcuni sinonimi per questa entità:[2]

  • Athrixia pinifolia N.E.Br., 1895
  • Macowania pinifolia (N.E.Br.) Kroner, 1980

Note modifica

  1. ^ a b (EN) The Angiosperm Phylogeny Group, An update of the Angiosperm Phylogeny Group classification for the ordines and families of flowering plants: APG IV, in Botanical Journal of the Linnean Society, vol. 181, n. 1, 2016, pp. 1–20.
  2. ^ a b c World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 25 aprile 2023.
  3. ^ a b c d e f Bentley et al. 2017.
  4. ^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 25 aprile 2023.
  5. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 25 aprile 2023.
  6. ^ Pignatti 1982, vol.3 pag.1.
  7. ^ Strasburger 2007, pag. 860.
  8. ^ a b c Judd 2007, pag.517.
  9. ^ a b c Funk & Susanna 2009, p. 562.
  10. ^ a b Kadereit & Jeffrey 2007, p. 246.
  11. ^ Judd-Campbell-Kellogg-Stevens-Donoghue, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 520, ISBN 978-88-299-1824-9.
  12. ^ Judd 2007, pag. 520.
  13. ^ Strasburger 2007, pag. 858.
  14. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 18 aprile 2021.
  15. ^ Mandel et al. 2019.
  16. ^ Zhang et al. 2021.

Bibliografia modifica

Voci correlate modifica

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

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