Foot-Ball Club Internazionale-Naples
Il Foot-Ball Club Internazionale-Naples, meglio noto come F.B.C. Internaples, è stata una società calcistica di Napoli.
Foot-Ball Club Internazionale-Naples Calcio | |
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Segni distintivi | |
Uniformi di gara | |
Colori sociali | Azzurro, celeste |
Dati societari | |
Città | Napoli |
Nazione | Italia |
Confederazione | FIFA |
Federazione | FIGC |
Fondazione | 1922 |
Scioglimento | 1926 |
Rifondazione | 1944 |
Scioglimento | ? |
Stadio | Stadio Militare dell'Arenaccia (3000 posti) |
Palmarès | |
Si invita a seguire il modello di voce |
La squadra è nata dalla fusione tra Naples ed Internazionale Napoli nel 1922. I suoi calciatori erano detti "i poulains" (i puledri).[1] Il suo più importante risultato ottenuto è il raggiungimento della Finale della Lega Sud, poi persa contro l'Alba di Roma, nella stagione 1925-1926, che le valse l'ammissione in Divisione Nazionale. Nell'agosto 1926 l'Internaples cessò de facto di esistere, modificando il proprio statuto e cambiando denominazione in Associazione Calcio Napoli.
Nel 1944 alcuni vecchi soci ricostituirono il club con la denominazione di U.S. Internaples. Vincenzo Milano ne fu il presidente fino al 1950. La nuova società tuttavia non ottenne risultati di rilievo in ambito calcistico, concentrandosi soprattutto sul ciclismo. È considerata la più antica società ciclistica campana. In seguito alla fusione con il G.S. Milano Sport ha assunto la denominazione di U.S. Internaples Milano Sport.
Storia
modificaLa nascita nel 1922
modificaNella seconda metà di ottobre del 1922 i bleu-celesti del Naples e i bleu dell'US Internazionale di Napoli (questi ultimi poco tempo prima avevano assorbito parzialmente il Pro Napoli) attuarono una nuova fusione, resa necessaria da esigenze di carattere finanziario, e diedero così vita al Foot-Ball Club Internazionale-Naples, spesso abbreviato in Internaples.[2] Il quotidiano partenopeo Il Mezzogiorno dell'1-2 ottobre 1922 annunciò che, poiché la fusione di Naples e Internazionale in un nuovo club dal nome di Internazionale-Naples era ormai certa, l'Internazionale avrebbe schierato nell'amichevole contro la Puteolana alcuni giocatori del Naples. Nei giorni immediatamente successivi alla fusione l'Internazionale-Naples era spesso abbreviato anche in "Internazionale" dalla stampa,[3] e il quotidiano romano Il Messaggero del 10 novembre 1922 pubblicò la notizia che la Lazio avrebbe affrontato in amichevole "l'Internazionale di Napoli, recentemente fusosi con il Naples", come se l'Internaples proseguisse più la storia dell'Internazionale che non quella del Naples[4].
In effetti alcuni soci del club bleu-celeste contrari alla fusione rifondarono il Naples che ripartì dalle serie minori, festeggiando nel febbraio 1926 il ventennale. Inoltre nei primi tempi, prima di trasferirsi progressivamente all'Arenaccia, l'Internaples disputava le proprie partite interne ad Agnano, nello stesso campo dell'Internazionale, e non al campo di Bagnoli, dove giocava il Naples. Anche i colori dell'Internaples coincidevano grossomodo con quelli dell'Internazionale (entrambi erano soprannominati i bleu, mentre il Naples era soprannominato i bleu-celesti). Inoltre il primo presidente dell'Internaples fu proprio Emilio Reale, presidente dell'Internazionale al momento della fusione. Una lettera del 1931 che Serracapriola, presidente del Napoli, inviò all'ex calciatore Minter accenna "alla vecchia, modesta Internazionale che è diventata oggi il possente Napoli".[5]
I campionati nella massima serie nazionale
modificaLa squadra venne subito iscritta al campionato di Prima Divisione Lega Sud (allora la Massima Divisione), in quanto categoria di merito sia di Naples che di Internazionale. Nel frattempo, la Puteolana, finalista della Lega Sud nella stagione precedente, non si iscrisse al Campionato di Prima Divisione 1922-23, ma ciò non bastò all'Internaples per riconquistare il dominio regionale, venendo in quegli anni il Campionato Campano e quello centro-meridionale dominato dal Savoia di Torre Annunziata (che nel 1924 raggiunse addirittura la Finalissima contro il Genoa venendo sconfitta con onore per 3-1 e 1-1).
Nella sua prima stagione l'Internaples, nonostante alcune difficoltà iniziali (come la sconfitta in trasferta con lo Stabia, poi ribaltata a tavolino, e la sconfitta casalinga con la Cavese), si classificò al secondo posto nel campionato campano dietro al Savoia e davanti allo Stabia qualificandosi così alle semifinali interregionali Lega Sud dove arrivò ultima nel girone B senza racimolare nemmeno un punto.
Nella stagione successiva l'Internaples arrivò di nuovo secondo nel campionato campano, avendo la meglio su Cavese e Bagnolese anche a causa di alcuni risultati cambiati a tavolino dal Comitato Regionale Campano, qualificandosi di nuovo alle semifinali Lega Sud dove si classificò al terzo posto dietro Alba di Roma e Pro Italia di Taranto. All'assemblea dei soci di luglio 1924 Emilio Reale fu riconfermato presidente dell'Internaples.[6]
Nella stagione successiva la squadra, allenata da Bino Shasa,[7] non riuscì neppure a superare la fase regionale, chiudendo terza nel girone campano dietro al solito Savoia e alla sorpresa Cavese e mancando per un solo punto la qualificazione alle Semifinali di Lega. Gli scontri diretti con la Cavese ebbero come esito due pareggi, ma due fattori determinarono l'eliminazione prematura dell'Internaples: il pareggio casalingo con il Savoia (contro il quale invece la Cavese aveva vinto), partita in cui peraltro l'Internaples recriminò per un gol dubbiosamente annullato a Pino Ghisi,[8] e la decisione della Presidenza Federale, presa a campionato regionale ultimato, di annullare per irregolarità la partita Salernitanaudax-Cavese 2-0 e di farla ripetere il 29 marzo 1925: i salernitani tuttavia diedero forfait permettendo alla Cavese di sorpassare in extremis l'Internaples sottraendole la qualificazione inizialmente conseguita.
Nell'estate del 1925, tuttavia, il Savoia e la Cavese non riuscirono ad iscriversi alla Prima Divisione, e l'Internaples, rinforzato dagli arrivi, voluti dal nuovo presidente Giorgio Ascarelli, dell'allenatore Carlo Carcano (che nella prima parte della stagione scese anche in campo giocando le sue ultime partite da calciatore) e di un giovane Giovanni Ferrari, ex giocatori dell'Alessandria e da un diciassettenne Attila Sallustro promosso dalle giovanili[9] riuscì a riconquistare il primato regionale laureandosi Campione di Campania lasciandosi alle spalle la Bagnolese e accedendo così alle Semifinali di Lega Sud. Vinto anche il Girone A delle Semifinali di Lega Sud avendo la meglio sulla Fortitudo di Roma, affrontò nella Finale di Lega Sud l'Alba di Roma, vincitrice dell'altro girone di semifinale dopo un acceso testa a testa con la Bagnolese. Nella gara di andata, disputata a Roma, l'Internaples venne travolto 6-1, compromettendo la qualificazione alla Finalissima per lo scudetto, in quanto, proprio in quella stagione, fu introdotto il quoziente reti per discriminare i pari merito in classifica. Al ritorno l'Internaples riuscì a portarsi in vantaggio, ma necessitando di vincere con uno scarto di almeno cinque reti per pareggiare non solo i punti in classifica ma anche il quoziente reti (o addirittura a portarlo a proprio favore in caso di vittoria con almeno sei gol di scarto), si espose ai contropiedi, ragion per cui l'Alba riuscì a pareggiare, chiudendo il discorso qualificazione e laureandosi campione del Sud con 3 punti contro il solo punto dell'Internaples.[10] All'intervallo e dopo la fine dell'incontro si verificarono dei gravi incidenti: la frangia più violenta del tifo partenopeo, volendo vendicarsi dell'aggressione subita all'andata da una parte dei sostenitori albini, aggredì tifosi e giocatori albini, costringendo le forze pubbliche a intervenire. Questi gravi incidenti portarono a pesanti sanzioni: l'Internaples fu multato di 2000 lire e i suoi due campi (l'Arenaccia e quello di Agnano) furono squalificati fino al 30 settembre, per cui il Napoli dovette trasferirsi sul campo della Bagnolese, e inoltre alla società fu intimato di denunciare ed eventualmente radiare, nel caso si trattasse di propri soci, i facinorosi responsabili degli incidenti, pena sanzioni ancora più pesanti (che potevano arrivare fino all'esclusione dal campionato).[11] L'allenatore Carcano e l'attaccante Ferrari, constatato il clima agitato, decisero di lasciare la squadra tornando all'Alessandria.[10]
La nascita dell'Associazione Calcio Napoli
modificaNel frattempo, con l'approvazione della Carta di Viareggio, il 2 agosto 1926 l'Internaples ottenne l'ammissione al nuovo campionato di massima serie unificato tra Nord e Sud, la Divisione Nazionale, ufficialmente in virtù del primo posto conseguito nel Campionato Campano, ma anche per il raggiungimento della Finale di Lega Sud. Insieme all'Internaples, ottennero l'ammissione alla Divisione Nazionale gestita dal Direttorio Divisioni Superiori, l'antesignano dell'odierna Lega Calcio, anche i sodalizi capitolini Alba Roma e Fortitudo Pro Roma (prima e seconda classificata nel Campionato laziale).[10] Stante il divario tra Nord e Sud, delle 20 squadre partecipanti alla Divisione Nazionale 1926-1927, solo 3 provenivano dal Sud contro le 17 del Nord.
Il 25 agosto 1926, in seguito all'ammissione in Divisione Nazionale, l'assemblea dei soci dell'Internaples decise di cambiare il nome della società in Associazione Calcio Napoli.[12] A spingere il presidente Giorgio Ascarelli a cambiare denominazione alla società fu probabilmente il fatto che il nome Internaples era sgradito al regime fascista in quanto costituito da Inter (abbreviazione di Internazionale, che a sua volta ricordava l'Internazionale Comunista, nemica politica del regime)[13] e da Naples (osteggiato in quanto termine straniero),[14] per cui Ascarelli ritenne opportuno rimuovere Inter dalla denominazione e sostituire l'anglofono Naples con il vero nome della città (Napoli).[10] Ad alcuni giornali ci volle del tempo per abituarsi alla nuova denominazione: nel settembre 1926 alcuni quotidiani romani (tra cui L'Impero) riportarono la notizia che i biancocelesti capitolini si erano recati a Napoli per affrontare in amichevole l'"Internaples" (chiamata correttamente "A.C. Napoli", invece, da altri periodici),[15] mentre il quotidiano livornese Il Telegrafo il 4 ottobre 1926 scrisse che alla prima giornata di Divisione Nazionale 1926-1927 l'"Internaples" era stata sconfitta dall'Inter per 3-0 e che inoltre la partita tra Fiorentina e Pisa era stata arbitrata da Reichlin dell'"Internaples".[16] A partire dalla seconda giornata Il Telegrafo cominciò a usare "Napoli" in luogo dell'erroneo "Internaples".
La rifondazione dell'Internaples durante la seconda guerra mondiale
modificaNel 1944, nel corso della seconda guerra mondiale e dopo la liberazione alleata di Napoli, l'Internaples venne rifondato da alcuni vecchi soci.[17] Vincenzo Milano ne fu il presidente fino al 1950. Il club rifondato era denominato "U.S. Internaples" e le sue casacche erano granata, elementi di discontinuità con il vecchio club trasformatosi nel Napoli (la cui denominazione era "F.B.C. Internazionale-Naples" con casacche azzurre).[18] L'Internaples prese parte alla Coppa della Liberazione 1944, classificandosi al terzo posto a soli due punti dal vincitore della competizione, e poi al Campionato campano misto di Divisione Nazionale 1945, nel quale non andò oltre il settimo posto.
Nella stagione 1945-46 disputò il campionato campano di Prima Divisione, riuscendo a qualificarsi addirittura alla Finalissima per il titolo di campione campano, disputata ad Avellino il 4 agosto 1946 contro l'Angri: alla fine fu proprio l'Internaples a vincere l'incontro (3-2), laureandosi campione campano di Prima Divisione.[19] Tuttavia, malgrado la vittoria del campionato, l'U.S. Internaples rinunciò alla promozione alla Serie C.[20]
Nella stagione 1946-47 disputò di nuovo il campionato di Prima Divisione Campana venendo inserita nel Girone A. Nella stagione successiva, il 26 febbraio 1948, affrontò in una gara di campionato la squadra riserve del Napoli, perdendo per 7-0 e schierando Perroni, Feliciati e Rizzo; Canonico, Capuano e Di Giovanni; Caromante, Raganà, Di Lorenzo I, Vitolo e Di Lorenzo II[21].
Fino almeno al 1953 l'U.S. Internaples giocò nella Prima Divisione campana, per poi far perdere le proprie tracce almeno in ambito calcistico. Ben più rilevante è stato il contributo in ambito ciclistico, essendo considerata la più antica società ciclistica campana. Dopo la fusione con il G.S. Milano Sport ha cambiato denominazione in U.S. Internaples Milano Sport.
Cronistoria
modificaCronistoria del Foot-Ball Club Internazionale-Naples | |
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Colori e simboli
modificaColori
modificaIl club andò a recuperare buona parte dell'eredità cromatica delle sue progenitrici, conservando l'azzurro, il bianco e il celeste: scomparve, invece, il blu notte.
La divisa adottata dall'Internaples era costituita da maglia azzurra, con colletto celeste, calzoncini bianchi e calzettoni azzurri.
Simboli ufficiali
modificaStemma
modificaAllorquando Naples e Internazionale confluirono nell'Internaples, emblema del riunificato club divenne un rombo azzurro — colore predominante delle nuove casacche — bordato di bianco; all'interno della bordura, in oro, compariva la scritta UNIONE SPORTIVA INTERNAPLES, con la «N» contenuta nel nome Internaples collocata, in posizione verticale, in corrispondenza dell'angolo basso della figura geometrica; mentre, al centro dello stemma, sempre in oro, era posizionata la sigla USI, le cui lettere erano sovrapposte ed elegantemente intrecciate tra loro. È interessante evidenziare che di tale stemma fu realizzata, anche, una serie di distintivi a spilla, ove non compariva affatto l'azzurro: l'emblema, infatti, era contraddistinto da un fondo che, «imprevedibilmente», si presentava di un inconsueto color porpora.[23]
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Stemma dell'Internaples
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Variante con fondo porpora
Strutture
modificaStadio
modificaNei primi tempi, prima di trasferirsi progressivamente allo Stadio Militare dell'Arenaccia, l'Internaples disputava le proprie partite interne ad Agnano, nello stesso campo dell'Unione Sportiva Internazionale Napoli.[24]
Allenatori e presidenti
modificaAllenatori
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Presidenti
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Calciatori
modificaPalmarès
modificaAltri piazzamenti
modifica- Campionato dell'Italia Meridionale
- secondo posto: 1925-1926
Statistiche e record
modificaPartecipazione ai campionati
modificaLivello | Categoria | Partecipazioni | Debutto | Ultima stagione | Totale |
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1º | Prima Divisione | 4 | 1922-1923 | 1925-1926 | 4 |
Note
modifica- ^ articolo de Il Mezzogiorno dell'ottobre 1922 (da una ricerca di Angelo Forgione).
- ^ Pacileo e Gargano, 80 anni di passione, p. 11.
- ^ Cfr. ad esempio La Gazzetta dello Sport del 6 novembre 1922.
- ^ Il Messaggero del 10 novembre 1922, p. 2.
- ^ Lettera a Minter del marzo 1931.
- ^ La Basilicata del 1 agosto 1924, p. 3.
- ^ La Basilicata del 28 gennaio 1925, p. 3.
- ^ La Basilicata del 27 gennaio 1925, p. 3.
- ^ https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2008/12/14/attila-sallustro-centravanti-divo.html
- ^ a b c d Pacileo e Gargano, 80 anni di passione, p. 14.
- ^ Comunicato Ufficiale della Lega Sud del 27 luglio 1926, pubblicato su Il Mondo del 30 luglio 1926.
- ^ Il Mezzogiorno del 26-27 agosto 1926.
- ^ Nel 1928 anche l'Internazionale di Milano (comunemente chiamata Inter) fu costretta a cambiare nome in Ambrosiana, tramite la fusione con l'USM, per gli stessi motivi.
- ^ A fine anni 20/inizio anni 30 diverse squadre con nome anglofono furono costrette a cambiare denominazione: il Genoa divenne Genova, il Milan Milano, mentre la Juventus mantenne il nome ma gli venne cambiata la denominazione ufficiale da "FC Juventus" a semplicemente "Juventus" togliendo l'anglofono "FC".
- ^ L'Impero del 10 settembre 1926, p. 5.
- ^ Il Telegrafo del 4 ottobre 1926, p. 2 (consultabile qui).
- ^ Corriere dello Sport del 2 luglio 1944, p. 1.
- ^ Per il colore granata vedasi Corriere dello Sport del 5 marzo 1945, per la denominazione vedasi Corriere dello Sport del 18 agosto 1946
- ^ Il Corriere dello Sport (del lunedì) del 5 agosto 1946, p. 4.
- ^ Corriere dello Sport del 18 agosto 1946.
- ^ Corriere dello Sport del 27 febbraio 1948, p. 2.
- ^ Renna, p. 39, il quale, citando un articolo de Il Mezzogiorno del 26-27 agosto 1926, dimostra che l'assemblea che decise il cambiamento di denominazione da Internaples a Napoli avvenne il 25 agosto, e non nella data tradizionale (ma erronea) del 1 agosto, sostenuta tra gli altri da Tramontano, p. 8.
- ^ Dino Alinei, Distintivi, estetica e fantasia all'ombra del Vesuvio, su riccardocassero.it. URL consultato il 30 giugno 2021.
- ^ https://calcioantico.altervista.org/i-campi-di-gioco-a-napoli/
Bibliografia
modifica- Elio Tramontano, Da Sallustro a Maradona 90 anni di storia del Napoli, Napoli, Edizioni Meridionali, 1984. ISBN non esistente
- Giuseppe Pacileo, Pietro Gargano, 80 anni di passione - La storia del Napoli dal 1926 al 2006, Napoli, Il Mattino, 2006.
- Piergiorgio Renna, Il football a Napoli, Roma, Multimedia, 2008.
- Angelo Forgione, Dov'è la vittoria, Milano, Magenes, 2015.