Una rosa orfana di Lorenzi — col peso dell'attacco retto ora da Firmani e Angelillo[3][4], quest'ultimo miglior realizzatore stagionale —[5][6] non seppe insidiare il duopolio di Milan e Fiorentina nella rincorsa al titolo[7], circoscrivendo dunque il proprio traguardo al gradino più basso del podio.[8] Da segnalare il battesimo di Corso[9], il quale esordì in Serie A il 23 novembre 1958 realizzando una settimana più tardi un gol al Bologna che lo rese (a 17 anni e 97 giorni) il più giovane marcatore interista in massima divisione.[10][11]
A livello di singoli risultati spiccarono i 7-0 conseguiti contro Mantova e Lione[12][13], punteggi che rappresentano le più ampie affermazioni del club rispettivamente in Coppa Italia e in ambito europeo.[14][15] Pur senza arricchire la bacheca[8], i meneghini — il cui campionato andò in archivio col terzo posto —[16][17] portarono in dote il titolo di capocannoniere vinto da Angelillo[18]: capace di 33 realizzazioni in altrettante gare[19], il centravanti (autore peraltro di una cinquina alla S.P.A.L.[20]) frantumò il primato stabilito da Borel nella stagione 1933-34 con 32 reti.[8][21]
Il nuovo record si concretizzò nella domenica conclusiva[8], con l'attaccante che elusa la guardia del lazialeCarosi (cui, secondo una testimonianza dello stesso oriundo, ignoti promisero la ricompensa di un milione di lire qualora fosse riuscito a impedirgli il gol[22]) firmò una doppietta nel 4-0 ai biancocelesti.[23] Con la stagione 1959-60 ormai alle porte, l'Inter cedette alla Juventus — protagonista nel confronto di campionato dell'abbandono del terreno di gioco sostenendone l'impraticabilità per via della nebbia —[24] nella finale di Coppa Italia.[25]