Forte Tortagna

forte di Calizzano

Il forte Tortagna è stato un edificio difensivo posto a salvaguardia del cosiddetto "sbarramento del Melogno" presso il colle omonimo, tra l'alta val Bormida e l'entroterra del Finalese, in provincia di Savona.

Forte Tortagna
Sbarramento del Melogno
Ubicazione
StatoRegno d'Italia
Stato attualeBandiera dell'Italia Italia
RegioneLiguria
CittàCalizzano
IndirizzoStrada statale del melogno, Calizzano (SV)
Coordinate44°13′36.21″N 8°11′34.99″E / 44.226724°N 8.193054°E44.226724; 8.193054
Mappa di localizzazione: Italia
Forte Tortagna
Informazioni generali
Tipofortezza
Costruzione1883-1895
Primo proprietarioRegno d'Italia
Informazioni militari
UtilizzatoreRegio Esercito
Termine funzione strategicaXX secolo
voci di architetture militari presenti su Wikipedia

L'intero complesso dello sbarramento, ubicato lungo la strada provinciale 490 del Colle del Melogno, fu voluto dal Regio Esercito per la difesa del Basso Piemonte e della catena appenninica ligure da eventuali attacchi terrestri dalla costa ligure; complessivamente il sito fu edificato in un periodo compreso tra il 1883 e il 1895.

Il forte Tortagna, all'estremo est del territorio comunale di Calizzano e ai confini amministrativi settentrionali di Magliolo, faceva parte di quel sistema difensivo comprensivo dei forti Centrale del Melogno e Settepani e dalla batteria d'appoggio sul Bric Merizzo.

Descrizione modifica

Diversamente dal forte Centrale posizionato lungo la strada provinciale 490, il forte Tortagna è ubicato più a sud ed in alto del Colle del Melogno e per raggiungere la struttura (nascosta alla vista d'esterni e in un'area totalmente recintata con cartelli segnalanti la proprietà privata) bisogna percorrere una sterrata e laterale strada militare. Su una collina, a circa 200 m dalla batteria d'appoggio del Bric Merizzo, si staglia la poligonale struttura del forte difesa da un profondo fossato - che la circonda interamente - a sua volta protetto da caponiere.

Sul lato che dà sul colle si prospetta l'unico piano di quella che era la caserma edificata in pietra locale del finalese. Alla struttura - sede dei servizi logistici - si accede attraverso un ponte ligneo non più stabile; in origine si suppone potesse essere invece levatoio. Un corridoio collega le varie stanze e locali che ancora presentano tracce d'intonaco originale così come inferriate e alcuni serramenti.

In un attiguo cortile esterno, poco oltre la caserma, era ubicata l'artiglieria difensiva e d'attacco consta da un numero di quattro o sei cannoni da 15 GRC Ret e due da 12 GRC Ret a cielo aperto.

Nel 2010 la struttura si trova in stato di abbandono, ma ancora in discrete condizioni - in seguito è stata acquistata da privati e ristrutturata internamente. Il forte si articola in un unico livello in cui sono state ricavate 5 camere da letto con 4 bagni ed è stata pure ricavata una piazzola per l'atterraggio di un elicottero.

La Resistenza e la giustizia al Forte Tortagna (1944) modifica

I partigiani della 5ª Brigata Garibaldi, dopo uno scontro avvenuto nella zona del Colle del Melogno, il 27 novembre del 1944 catturarono e fucilarono, senza alcun processo, 17 elementi del Battaglione Cadore, 4ª Divisione alpina "Monterosa", collaboratori dell'invasore tedesco e autori di innumerevoli atrocità compiute presso le popolazioni civili del Ponente Ligure durante i rastrellamenti[1]. La fucilazione[2] avvenuta in prossimità del Forte Tortagna è testimoniata da una lapide alla memoria.[3]

 
Lapide eccidio dei 17 alpini Batt. Monterosa 27 Nov. 1944. I corpi furono inumati nel 1958 nel cimitero di Ceneda. (Foto lug. 2022)

Nell'occasione si distinse il valore del sottoTenente medico Mario Da Re[4] che chiese al plotone di esecuzione, ottenendola, la grazia per un soldato di appena 17 anni di cognome Albareti[5], forse nemmeno consapevole della sua scelta, dal destino riservato ai nemici della Patria, complici del Nazismo e colpevoli dell'Olocausto[6]. La medaglia d'oro che venne conferita al sottoTenente Da Re dall'allora Repubblica Sociale di Mussolini non ha alcun valore nella nostra Repubblica Italiana e non è riportata nel labaro dell'Ana. Non è mai citata nelle commemorazioni locali di quel tragico periodo bellico, come è giusto che sia.[7][8]

Note modifica

  1. ^ Toscani, Gianni., Partigiani martiri della Resistenza : sulle vie della memoria : le lapidi dei partigiani in provincia di Savona, ISBN 978-88-95955-70-4, OCLC 811003407. URL consultato il 15 maggio 2022.
  2. ^ L'eccidio degli alpini della "Monterosa" (1944), su italianiinguerra.wordpress.com.
  3. ^ Dista nel bosco, in linea d'aria, circa 440mt. da Forte Tortagna
  4. ^ nato 1916, venne nominato comandante del Battaglione dopo la caduta di Armando Merati
  5. ^ I caduti appartenevano tutti a classi dal 1921 al 1925
  6. ^ Levi, Primo., Se questo è un uomo, Einaudi, 2020, ISBN 978-88-06-21935-2, OCLC 1142293524. URL consultato il 15 maggio 2022.
  7. ^ a Vittorio Veneto c'è una lapide con i nomi dei 17 fucilati. Il 7 nov. 1958 vennero inumati a Ceneda.
  8. ^ Fulvio Fioretti, Eccidio Melogno, I resti dei 17 alpini riposano al cimitero di Ceneda., su qdpnews.it, 27 nov. 2019.

Bibliografia modifica

  • Mauro Minola, Beppe Ronco, Castelli e Fortezze di Liguria. Un affascinante viaggio tra storia e architettura, Recco, Edizioni Servizi Editoriali, 2006.
  • Antonio Serena, I fantasmi del Cansiglio, Milano, Ugo Mursia Editore, 2014.

Collegamenti esterni modifica