Fossa delle Cayman

La fossa delle Cayman (o fossa di Bartlett) è una complessa zona di faglia trasforme che include un piccolo margine divergente sul fondale occidentale del mar dei Caraibi, tra la Giamaica e le isole Cayman.[1]

Immagine in falsi colori della fossa delle Cayman, ottenuta da un database digitale dei rilievi del terreno e dei fondali oceanici.
L'espansione dei fondali della fossa delle Cayman, sul bordo occidentale della microplacca di Gonâve.

Caratteristiche modifica

La fossa delle Cayman è il punto più profondo del mar dei Caraibi e forma una porzione del margine tettonico tra la placca nordamericana e la placca caraibica. Inizia dal canale Sopravento estendendosi a sud della Sierra Maestra di Cuba verso il Guatemala. La faglia continua sulla terraferma come faglia di Motagua, che attraversa il Guatemala e si estende poi al largo sotto l'Oceano Pacifico, dove interseca la zona di subduzione della fossa centroamericana.

La fossa è relativamente stretta e ha un andamento da est-nordest a ovest-sudovest con una profondità massima di 7686 m. All'interno della fossa si trova una dorsale oceanica in lenta apertura che può essere il risultato di una diramazione o varco di circa 420 km lungo l'asse principale della faglia. La dorsale mostra un tasso di espansione su lunga scala di circa 11-12 mm/anno.[2]

La sezione orientale della placca viene chiamata microplacca di Gonâve e si estende dal bordo orientale del margine divergente fino all'isola di Hispaniola. La Gonâve è delimitata a nord dalle faglie Orientale e Settentrionale. A sud è delimitata dalla faglia di Walton, la strettoia della Giamaica e la faglia di Enriquillo-Plantain Garden. Il movimento relativo alla placca nordamericana è 11 mm/anno verso est e di 8 mm/anno rispetto alla placca caraibica.[2]

Note modifica

  1. ^ Einsele, Gerhard, Sedimentary Basins: Evolution, Facies, and Sediment Budget, 2nd, Springer, 2000, p. 630, ISBN 978-3-540-66193-1.
  2. ^ a b C. DeMets e M. Wiggins-Grandison, Deformation of Jamaica and motion of the Gonâve microplate from GPS and seismic data, in Geophys. J. Int., vol. 168, 2007, pp. 375–6, DOI:10.1111/j.1365-246x.2006.03236.x.

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