François Certain de Canrobert

generale francese
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François Marcellin Certain de Canrobert (Saint-Céré, 27 luglio 1809Parigi, 28 gennaio 1895) è stato un generale e senatore francese, Maresciallo di Francia dal 1856.

François Certain de Canrobert
Ritratto in uniforme del Maresciallo François Certain de Canrobert (Opera di Émile Jean Horace Verne)
NascitaSaint-Céré, 27 luglio 1809
MorteParigi, 28 gennaio 1895
Cause della mortemorte naturale
Luogo di sepolturaParigi, Hôtel des Invalides[1]
ReligioneCattolicesimo
Dati militari
Paese servitoBandiera della Francia Francia
Bandiera della Francia Francia
Bandiera della Francia Francia
Bandiera della Francia Francia
Forza armataBandiera della Francia Esercito francese
ArmaFanteria di linea
SpecialitàStato maggiore
Anni di servizio1828 - 1895
GradoFrancia Maresciallo di Francia
Guerre
Campagne
  • Seconda spedizione di Costantina
  • Spedizione contro Narah
Battaglie
Comandante di
  • 3⁰ Reggimento di fanteria
  • 2ª Divisione ad Alma
  • III Corpo d'armata in Lombardia
Decorazionivedere onorificenze
Studi militariÉcole spéciale militaire de Saint-Cyr
Altre carichePolitico (senatore)
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François Certain de Canrobert
Ritratto del Maresciallo François Certain de Canrobert (Opera di Nélie Jacquemart)

Senatore di Francia
Durata mandato1876 –
1895

Dati generali
Partito politicoPartito bonapartista
Professionemilitare

Biografia modifica

Figlio di Antoine Certain de Canrobert, cavaliere dell'Ordine di San Luigi, nacque a Saint-Céré, nel dipartimento del Lot, dove tuttora si trova la sua casa natale e un monumento ne onora la memoria in place de la République.

Carriera militare modifica

Frequentò l'École spéciale militaire de Saint-Cyr, e ne uscì col grado di sottotenente di fanteria nel 1828; promosso tenente nel 1833, servì in Algeria dal 1835 al 1839. Fu promosso capitano nel 1837, nello stesso anno ricevette la Legion d'Onore per l'ardimento dimostrato nella seconda spedizione di Costantina, che permise la conquista della città[2].

L'Africa del nord e la Legione straniera modifica

Nel 1839 fu impiegato per organizzare un battaglione della Legione straniera per le guerre carliste in Spagna. Nel 1841 servì nuovamente in Africa.

Promosso tenente colonnello nel 1846 e colonnello del 3º Reggimento fanteria nel 1847, comandò la spedizione contro Ahmed Sghir nel 1848, e sconfisse gli Arabi al passo di Djerma. Trasferito agli Zuavi sconfisse i Cabili e nel 1849 diede prova di energia e coraggio portando rinforzi alla guarnigione assediata di Bou Sada, e al comando di una delle colonne di attacco a Zaatcha. In quest'ultima occasione fu promosso a generale di brigata. Guidò poi nel 1850 la spedizione contro Narah e distrusse il caposaldo arabo.

Richiamato in Francia da Luigi Napoleone Bonaparte, ne divenne l'aiutante di campo; contribuì alla riuscita del colpo di Stato del 2 dicembre 1851 reprimendo duramente il tentativo controrivoluzionario dei repubblicani. Generale di divisione, partecipò alla guerra di Crimea; fu alla guida della 2ª Divisione alla battaglia dell'Alma, dove fu due volte ferito.

Generale del secondo Impero modifica

Assunse il comando delle forze francesi alla morte del maresciallo Saint-Arnaud. Riportò la vittoria alla battaglia di Inkerman, dove ricevette una leggera ferita ed ebbe un cavallo ucciso sotto di sé mentre guidava una carica di Zuavi. Le sue divergenze con lord Raglan, generale dell'esercito britannico, e il disappunto per il prolungarsi dell'assedio di Sebastopoli, l'obbligarono a cedere il comando. Non tornò però in patria, preferendo concludere il conflitto alla testa della sua vecchia divisione, sino alla caduta di Sebastopoli.

Dopo il ritorno in Francia fu inviato in missione diplomatica in Danimarca e Svezia, fu nominato maresciallo di Francia e senatore.

In Italia modifica

Comandò il III Corpo d'armata in Lombardia nel 1859 (Seconda guerra di indipendenza), con cui si distinse alla battaglia di Magenta (4 giugno) e diede un importante contributo alla Battaglia di Medole, nell'ambito della grande battaglia di Solferino e San Martino (24 giugno).

In quell'occasione, il comportamento tattico di Canrobert fu oggetto di velate critiche per quella che venne considerata un'indecisione del generale, ovvero l'aver tenuto fermo il III Corpo d'armata francese a presidio di Castel Goffredo[3][4][5][6][7], mentre la battaglia divampava a Medole e Solferino. In realtà, Canrobert stava attendendo l'arrivo della temibile Divisione Jellacic che gli esploratori francesi riferivano essere uscita dalla fortezza di Mantova e che era lecito pensare avrebbe cercato di attaccare alle spalle lo schieramento francese. Canrobert rimase tutta la mattinata in attesa, ma non aveva davvero colpe. Egli non poteva immaginare che il mancato giungere del nemico dipendesse dal semplice fatto che la divisione Jellinec era attestata a Marcaria, troppo lontana per udire il rombo dei cannoni e che il comando austriaco si era semplicemente dimenticato di avvertirla dell'iniziata battaglia[8]. Le truppe di Carnobert permisero di strappare agli austriaci il paese di Cavriana; al fine di evitare l'accerchiamento, Francesco Giuseppe diede l'ordine di ritirata e rifugiò le sue truppe oltre le fortezze del Quadrilatero.[9]

In Francia modifica

Successivamente comandò il campo fortificato di Châlons-en-Champagne, il IV Corpo d'armata di stanza a Lione e l'Armata di Parigi.

Nella guerra franco-prussiana comandò il VI Corpo d'armata, che vinse a Gravelotte, dove Canrobert comandò personalmente la posizione di St.Privat. Il VI Corpo d'armata fu tra quelli intrappolati a Metz che si dovettero arrendere con la fortezza, e Canrobert fu preso prigioniero con Bazaine.

La fine della carriera militare e la carriera politica modifica

Dopo la guerra Canrobert fu tra i membri del Consiglio superiore della guerra, e attivo nella vita politica: sotto la Terza Repubblica, fu uno dei capi del partito bonapartista, eletto senatore[10] per il Lot nel 1876 e per la Charente nel 1879 e di nuovo nel 1885.

Morì a Parigi, dove fu onorato con funerali pubblici e sepolto nel cimitero militare dell'Hôtel des Invalides. Le sue memorie (Souvenirs) furono pubblicate nel 1898.

Fu proprietario del castello Églantine a Jouy-en-Josas, nel quale è aperto il Museo della tela di Jouy.

Onori e posterità modifica

Una statua che lo rappresenta è stata eretta nella sua città natale di Saint-Céré, sulla Place de la République.

Il nome di Canrobert è stato dato:

Onorificenze modifica

Onorificenze francesi modifica

Onorificenze straniere modifica

Araldica modifica

Stemma Descrizione Blasonatura
 
 
François Certain de Canrobert
Cavaliere
D'azzurro, alla mano destra aperta e palmata d'argento. Corona da cavaliere.

Galleria d'immagini modifica

Note modifica

  1. ^ Hôtel des Invalides..
  2. ^ (FR) Generale Paul Azan, les fils de Louis-Philippe, in Les grands soldats de l'Algérie, Algeri, Publications du Comité National Métropolitain du Centenaire de l'Algérie, 1930 (archiviato dall'url originale il 3 marzo 2008)..
  3. ^ Castel Goffredo dalla civiltà contadina all'era industriale (1848-1900). (PDF), su accademianazionalevirgiliana.org. URL consultato il 28 ottobre 2018 (archiviato dall'url originale il 28 ottobre 2018).
  4. ^ Bollettino Ufficiale del Comando Francese., su solferinoesanmartino.it. URL consultato il 13 maggio 2015 (archiviato dall'url originale il 18 maggio 2015).
  5. ^ Costantino Cipolla, Angiolino Bignotti, Il crinale della vittoria. La battaglia di Solferino e San Martino..., Milano, 2009..
  6. ^ Treccani.it. Solferino..
  7. ^ Tracce di storia. (PDF). URL consultato il 13 maggio 2015 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  8. ^ Mino Milani, Le battaglie di Solferino e San Martino, GAM Edizioni, Rudiano, 2008
  9. ^ (FR) La bataille de Solferino: Un moment phare de la seconde guerre..
  10. ^ (FR) Senat..

Bibliografia modifica

  • Germain Bapst, Le Maréchal Canrobert. Souvenirs d'un siècle, Paris, Plon, 1899, 1902, 1904.
  • Massimo Marocchi, Storia di Solferino, Castiglione delle Stiviere, 1994.
  • (FR) César Lecat de Bazancourt, La campagne d'Italie de 1859: chroniques de la guerre, Paris, 1860.

Voci correlate modifica

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN17213989 · ISNI (EN0000 0000 1340 1752 · CERL cnp00540808 · GND (DE117672246 · BNF (FRcb10728857w (data) · WorldCat Identities (ENviaf-17213989