Francesco Bocchi

scrittore italiano

Francesco Bocchi (Firenze, 1548Firenze, 1613 o 1618) è stato uno scrittore e critico d'arte italiano.

Biografia modifica

Era il figlio di Lisabetta Papi e Bartolomeo Bocchi, una famiglia di un certo prestigio, ma moderatamente benestante. Il padre di Francesco morì quando aveva undici anni, e fu lasciato ad essere educato in letteratura e retorica dallo zio Donato Bocchi, vicario generale del vescovo di Fiesole. Si trasferisce nel 1572 a Roma per alcuni anni. Ritorna a Firenze, dove trova lavoro come tutore per i bambini aristocratici, ad esempio Ulisse Bentivoglio, e i figli di Benedetto Vivaldi e Piero Antonio Strozzi. Trovò anche impiego nella composizione di discorsi (come le orazioni funebri) e trattati destinati a patroni di spicco. Tra i suoi mecenati c'era Lorenzo Salviati e la sua famiglia, Filippo Valori, Piero Vettori e altri membri della Curia nella cerchia del cardinale e poi del Granduca, Ferdinando de' Medici.[1]

Come scrittore, ha spesso elaborato opere con erudizione cortese, più stile del contenuto ragionato, anche se profondo nei fatti. Tra le sue opere c'era una guida alle opere d'arte a Firenze: Le bellezze della città di Firenze, pubblicato nel 1594.[2] Era il primo del suo genere per una città italiana, e può essere paragonato alla versione del 1674 di Filippo Titi per Roma.[3]

Scrisse anche una storia delle ribellioni fiamminghe per Giovan Vincenzo Vitelli, che desiderava celebrare il ruolo del padre Chiappino Vitelli, il quale vi aveva combattuto come condottiero.[1]

Fu sepolto nella chiesa di San Pier Maggiore, che ospitava già le tombe dei suoi avi.[1] Quella chiesa e l'annesso monastero furono demoliti all'inizio dell'ultimo ventennio del XVIII secolo.

Note modifica

  1. ^ a b c Menchi.
  2. ^ Francesco Bocchi, Le bellezze della città di Firenze dove a pieno di pittura di scultura di Sacri Templi, di Palazzi, i più notabili artifizi, e più preziosi si contengono, da M. Giovanni Cinelli ampliate ed accresciute, in Firenze, per Gio. Gugliantini, 1677. Questa edizione riporta l'opera di Bocchi riveduta e accresciuta da Giovanni Cinelli, ottant'anni dopo.
  3. ^ (EN) Claudia Hattendorff, Francesco Bocchi on "Disegno", in Journal of the Warburg and Courtwald Institutes, vol. 55, n. 1, 1992, pp. 272-277, DOI:10.2307/751431.

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