Francesco Meattini

Francesco Meattini (Cortona, 17 settembre 1901Berane, 18 luglio 1941) è stato un militare italiano, decorato di medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale.

Francesco Meattini
NascitaCortona, 17 settembre 1901
MorteBerane, 18 luglio 1941
Cause della morteCaduto in combattimento
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaGuardia di Finanza
GradoAppuntato
GuerreSeconda guerra mondiale
CampagneOccupazione italiana del Montenegro e del Sangiaccato
Decorazionivedi qui
dati tratti da Combattenti Liberazione[1]
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Biografia modifica

Nacque a Cortona, in provincia di Arezzo, il 17 settembre 1901, figlio di Pietro e Maria Biasiotti, in una famiglia di agricoltori mezzadri.[1] Prestò servizio nell'Arma dei Carabinieri dal 1920 al 1923.[1] Congedatosi per fine ferma, fu ammesso, dietro sua domanda, alla Legione Allievi della Guardia di Finanza nel 1925 e, dopo la sua nomina a guardia, prestò successivamente servizio presso le legioni di Messina e di Palermo.[1] Destinato a domanda a prestare servizio in colonia, operò in Cirenaica dal 1928 al 1934.[1] Rientrato in Italia, venne assegnato alla legione territoriale di Trieste e, promosso appuntato nel luglio 1937, trasferito alla legione di Firenze.[1] All'atto della dichiarazione di guerra a Francia e Gran Bretagna, il 10 giugno 1940, fu inviato alla Brigata di Piombino, mobilitata per compiti di difesa costiera,[1] e nell'aprile 1941 fu destinato al VI Battaglione mobilitato, dislocato in Montenegro.[2] Cadde in combattimento il 18 luglio dello stesso anno e il suo ultimo atto permise ai compagni sopravvissuti di aprirsi un varco fra i rivoltosi montenegrini che avevano assediato la casermetta, appiccandovi il fuoco.[2] Per onorarne il coraggio dimostrato in questo frangente venne decretata la concessione della medaglia d'oro al valor militare.[2]

Onorificenze modifica

«Caposquadra fucilieri di un distaccamento della Regia Guardia di finanza aggredito da preponderanti bande ribelli, che avevano circondato la caserma ed incendiato fabbricati vicini, animava la difesa col suo contegno freddo, energico e risoluto. Ferito una prima volta, rifiutava ogni soccorso, continuando ad incitare i superstiti ed a sparare sugli assalitori. Ferito altre due volte, mentre la caserma era già in fiamme ed i camerati quasi tutti caduti, persisteva tenacemente nell’impari lotta. Esaurite le cartucce, si raccoglieva un attimo per baciare la fotografia dei suoi cari; quindi prese alcune bombe a mano e toltane la sicurezza, se le metteva nelle tasche e da una finestra saltava sugli avversari inferociti dall’asprezza della lotta, seminandovi, col proprio sacrificio, strage e distruzione. Fulgido esempio di sublime sacrificio. Berane (Montenegro) 17-18 luglio 1941.[3]»
— Regio Decreto 2 aprile 1943.[4]

Note modifica

Annotazioni modifica


Fonti modifica

  1. ^ a b c d e f g Combattenti Liberazione.
  2. ^ a b c Segreti della Storia.
  3. ^ Medaglie d'oro al valor militare sul sito della Presidenza della Repubblica
  4. ^ Registrato alla Corte dei Conti l'11 maggio 1943, Guerra, registro 17, foglio 54.

Bibliografia modifica

  • Gabriele Bagnoli, La guardia di finanza nella seconda guerra mondiale, Firenze, Università degli Studi di Firenze, 2014.
  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare, Le medaglie d'oro al valor militare Volume secondo (1942-1959), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 697.

Voci correlate modifica

Collegamenti esterni modifica