Fulvio Giulio della Corgna

vescovo cattolico e cardinale italiano

Fulvio Giulio della Corgna (Perugia, 19 novembre 1517Roma, 2 marzo 1583) è stato un vescovo cattolico e cardinale italiano della Chiesa cattolica, nominato da Giulio III. Figlio del nobile perugino Francia della Corgna e di Jacopa Ciocchi del Monte, era nipote per parte di madre del papa Giulio III e bisnipote del cardinale Antonio Maria Ciocchi del Monte. Fu coreggente del marchesato di Castiglione del Lago (1563-1583).

Fulvio Giulio della Corgna, O.S.Io.Hieros.
cardinale di Santa Romana Chiesa
Ritratto del cardinale della Corgna, opera di Giovan Battista Discepoli
 
Incarichi ricoperti
 
Nato19 novembre 1517 a Perugia
Ordinato presbiteroin data sconosciuta
Nominato vescovo5 marzo 1550 da papa Giulio III
Consacrato vescovoin data sconosciuta
Creato cardinale20 novembre 1551 da papa Giulio III
Deceduto2 marzo 1583 (65 anni) a Roma
 

Biografia modifica

 
Palazzo Salviati alla Lungara, residenza romana del cardinale

Entrò giovane nell'Ordine di San Giovanni di Gerusalemme (O.S.Io.Hieros.), dove prese il nome di religione di Giulio in onore dello zio papa. Entrò alla corte del prozio cardinal Ciocchi del Monte, a Perugia.

Vescovo di Perugia e cardinale modifica

Vescovo di Perugia dal 5 maggio 1550 al 22 marzo 1553, fu creato cardinale prete il 20 novembre 1551 dallo zio Giulio III con il titolo di Santa Maria in Via, creato ex novo. Divenne, poi, governatore di Norcia e Montagna il 15 dicembre 1550.[1]

Su richiesta di Cosimo de' Medici, duca di Firenze, fu nominato amministratore di Spoleto perché calmasse i violenti tumulti verificatisi in quella città il 22 marzo 1553.

Fu legato pontificio ad Ascoli e Rieti dal 16 febbraio 1554.

Avendo avvisato suo fratello Ascanio della decisione di Paolo IV di arrestarlo perché in comunicazione segreta con gli agenti del re Filippo II di Spagna, lo stesso Papa lo fece arrestare mentre si recava al concistoro del 27 luglio 1556; lo privò del titolo cardinalizio e lo rinchiuse in Castel Sant'Angelo, ma quando gli spagnoli giunsero vicino a Roma, il pontefice dovette liberarlo e ripristinarlo nel suo rango.[2]

Marchese di Castiglione del Lago modifica

Nel 1560 divenne governatore di Castel della Pieve. Dal 1563 al 1583 fu coreggente del marchesato di Castiglione del Lago insieme al fratello Ascanio e al nipote Diomede, figlio della sorella Laura. Risiedette fastosamente nella Villa del Colle del Cardinale, ma anche nel castello di Pieve del Vescovo (Corciano)[3], nella palazzina di caccia dell'abbazia dei Sette Frati di Pietrafitta, così pure nell'appartamento del palazzo di Castiglione e soprattutto nel palazzo Salviati alla Lungara di Roma, dove morirà Ascanio, nel 1571, e lui stesso. Da ricordare che Fulvio ampliò nel 1581 gli Statuti del marchesato castiglionese (Danni Dati), emanati dal fratello e completati in seguito dal nipote Diomede nel 1592.[4]

Tornò alla sede di Perugia dal 6 settembre 1564 al 5 maggio 1574.[5]

Cardinale di Albano modifica

 
Chiesa di San Pietro in Montorio, Roma: tomba di Fulvio Giulio della Corgna

Ebbe vari titoli cardinalizi: San Bartolomeo all'Isola dal 29 maggio 1555; Santo Stefano al Monte Celio dal 20 settembre 1557. Fu Camerlengo del Sacro Collegio dal 15 gennaio 1561 al 9 gennaio 1562. Detenne, altresì, il titolo di Sant'Agata alla Suburra (pro illa vice titolo presbiterale) dal 18 maggio 1562; Sant'Angelo in Pescheria (pro illa vice titolo presbiterale) dal 7 febbraio 1565; San Lorenzo in Lucina dal 30 gennaio 1566; Sant'Adriano al Foro (pro illa vice titolo presbiterale) dal 3 marzo 1567.

Fulvio divenne cardinale vescovo di Albano, essendo il più anziano dei porporati della curia romana il 5 maggio 1574. In tale momento rinunciò alla sede di Perugia a causa dei decreti del Concilio di Trento che proibivano l'accumulo delle cariche episcopali.

Fu lui che raccomandò lo scrittore Scipione Tolomei presso il futuro Sisto V, al fine di fargli ricoprire la carica di segretario, che il letterato perugino indi svolgerà per quasi 30 anni al servizio della famiglia della Corgna. Anche il poeta Cesare Caporali curò la cancelleria del cardinale della Corgna: non contento del trattamento che l'austero Fulvio gli riservò, in un suo poemetto lo criticò senza mezzi termini.[6]

Cardinale di Porto-Santa Rufina e ultimi anni modifica

Giunse infine alla sede di Porto e Santa Rufina il 5 dicembre 1580, titolarità propria del vice-decano del collegio cardinalizio.

Morì, di idropisia,[7] a Roma il 2 marzo 1583, e fu sepolto nella cappella Del Monte nella chiesa di San Pietro in Montorio, vicino ai parenti della famiglia materna, cui appartenne Giulio III, fratello della madre Jacopa. Il cardinale fu l'ultimo esponente maschile dei della Corgna: la dinastia castiglionese continuò con il nipote Diomede.[8]

La lapide della sua tomba recita:

D.     O.     M.
FVLVIVS CORNEVS
EPISCOPVS PORTVENSIS
CARDINALIS PERVSINVS SACELLVM
HOC
AB ANTONIO DE MONTE,
ET
A IVLIO III. PONT. MAX.
AVVNCVLO SVO EXORNATVM
IN SVI CORPORIS SEPVLTVRAM
ELIGENS ANNVO PERPETVO REDDITV
PRO ORNAMENTIS ALTARI SVBMINISTRANDIS
DVOBVSQUE ANNIVERSARIIS PRO SVA
ET
EIVSDEM. ANTONII DE MONTE
ANIMA CELEBRANDIS
OBIIT
DIE II. MARTII MDLXXXIII.
AETATIS. SVAE LXVI.

Conclave modifica

Durante il suo cardinalato Fulvio Giulio della Corgna partecipò ai seguenti conclavi:

Successione apostolica modifica

La successione apostolica è:

Note modifica

  1. ^ Donati-Guerrieri, p. 134
  2. ^ Lana, p. 37
  3. ^ Mancini, p. 25
  4. ^ Sapori, p. 221
  5. ^ Donati-Guerrieri, p. 140
  6. ^ Caporali, p. 7
  7. ^ Battaglini, p.200
  8. ^ Cantatore, p. 20

Bibliografia modifica

  • Innocenzo Battaglini, Notizie istoriche di Castiglione del Lago e suo territorio, Le Balze, Montepulciano 2000.
  • Flavia Cantatore, San Pietro in Montorio, Quasar, Roma, 2007.
  • Cesare Caporali, Gli Orti di Mecenate, Era Nuova, Ellera Umbra 1998.
  • Venerio Cattani, Il Signore del Lago, ed. Duca della Corgna, Castiglione del Lago' 2004.
  • Walter Corelli, Splendore ed apoteosi di Ascanio della Corgna, Era Nuova, Perugia, 1999.
  • Vittorio Coronelli, Atlante "Umbria", 1708.
  • Ascanio della Corgna, Statuti, Bonetti, Siena, 1750 (completati dal Cardinale Fulvio).
  • Maria Gabriella Donati-Guerrieri, Lo Stato di Castiglione del Lago e i della Corgna, La Grafica, Perugia, 1972.
  • Luciano Festuccia, Castiglione del Lago, Cornicchia, Perugia, 1985.
  • Laura Galli, Una Pieve tra i monti, Edilprom, Perugia, 2001.
  • Guido Lana, Ascanio I della Corgna, ed. Duca della Corgna, Castiglione del Lago, 1999.
  • Gabriele Morolli (a cura di), Palazzo Salviati alla Lungara, Editalia, Roma 1991.
  • Gabriele La Porta, Grandi castelli grandi maghi grandi roghi, Rizzoli, Milano 1994.
  • La Villa del Colle del Cardinale, un luogo di delizie, Perugia, BAPPSAE dell'Umbria.
  • Francesco Federico Mancini (a cura di), Pieve del Vescovo, Edilprom, Perugia, 2003.
  • Marco Nicoletti, Il giardino ermetico del Cardinale, www.beniculturali-patrimoni.it
  • Marco Nicoletti, Le case arcane (Il bagno del Cardinale), Todaro, Lugano, 1997.
  • Giovanna Sapori, I della Corgna mecenati del lago, «Trasimeno lago d'arte», pp. 201–227, Seat, Torino, 1994.
  • Scipione Tolomei, Lettere, Stamperia Augusta, Perugia 1617.

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