Gabbia sospesa

strumento di tortura usato nel Medioevo

La gabbia sospesa era uno strumento di tortura usato nel Medioevo.

Mantova, Torre della Gabbia
Gabbia sospesa a Corciano (Provincia di Perugia)

Descrizione modifica

Lo strumento consisteva in una gabbia di ferro (di solito di forma cilindrica) o anche di legno, che veniva appesa all'esterno di una torre o delle mura esterne di un palazzo, a circa 2,5 metri di altezza. Il condannato vi veniva rinchiuso, spesso seminudo, e lasciato esposto al sole e alle intemperie. A volte la pena era temporanea e il condannato riceveva cibo e bevande, mentre in caso di condanna a morte veniva lasciato morire di fame e di sete.

Solitamente la gabbia era posta in pubblica piazza. Questo permetteva alla popolazione locale di burlarsi della vittima e spesso era oggetto di lanci di pietre, magari a causa dell'odio nutrito nei suoi confronti, fino al punto di causarne la morte.

A Venezia la gabbia sospesa era chiamata cheba, mentre in altre località il supplizio era chiamato impiccagione in gabbia[1]. A Mantova esiste ancora oggi la Torre della Gabbia, alle cui mura venivano appese le gabbie dei condannati. A Perugia vi è una via contigua alla piazza principale, chiamata Via della Gabbia, in cui si possono tutt'oggi vedere gli anelli mediante i quali veniva sospesa la gabbia.

Tra i personaggi storici che vennero condannati a questo supplizio vi fu Napo Torriani.

Gabbia per impiccati modifica

 
Gabbia per impiccati usata in Inghilterra, con manichino

In Inghilterra, la gabbia sospesa era una punizione aggiuntiva all’impiccagione ed era usata per l’esposizione del cadavere del condannato. Questa pratica era chiamata gibbeting ed era usata per traditori, banditi di strada e pirati. Le gabbie erano realizzate in ferro e replicavano la forma umana, con appendici per le braccia e per le gambe. Dopo l’esecuzione il corpo era collocato nella gabbia, che veniva appesa in una strada pubblica (solitamente ad un incrocio) e lasciata lì fino alla decomposizione del cadavere. In casi particolari, il gibbeting veniva usato direttamente come metodo di esecuzione: il condannato veniva collocato nella gabbia ancora vivo e lasciato morire[2].

Note modifica

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