Gaetano Ferragni (1887-1954)

avvocato e politico italiano

Gaetano Ferragni (Colorno, 13 settembre 1887Cremona, 10 aprile 1954) è stato un avvocato e politico italiano. Era fratello del comunista rivoluzionario Rosolino Ferragni, figlio del politico radical-democratico Luciano Ferragni e nipote dei patrioti Gaetano e Francesco Ferragni (rispettivamente nonno e pro-zio, vedi famiglia Ferragni).

Gaetano Ferragni

Senatore della Repubblica Italiana
LegislaturaI legislatura
Gruppo
parlamentare
socialista
(1948-1953)
CircoscrizioneCremona
Incarichi parlamentari
  • 5ª Commissione permanente: finanze e tesoro. Membro dal 16 giugno 1948 al 24 giugno 1953[1]

Dati generali
Partito politicoPSI
Titolo di studiolaurea in Giurisprudenza
UniversitàUniversità di Torino
Professioneavvocato

Biografia modifica

Discendente di una casata di ferventi patrioti[2][3][4], esordì in politica ancora adolescente quando si accostò alla formazione radicale di cui il padre Luciano, sindaco di Cremona per tre mandati, era capogruppo e riferimento sul territorio da lunghi anni[5][6][7]. In quest'epoca di transizione la dottrina radicale rappresentò un ponte di transito fra le ideologie post-risorgimentali e la nuova fase di lotta politica del paese che si espresse attraverso le prime battaglie socialiste, movimento che attrasse molti intellettuali e verso il quale anche Gaetano aderì apertamente durante il primo decennio del Novecento[5][6].

Nel 1910 si laureò dottore in legge presso l'Università di Torino[8] e principiò la carriera forense nella città di residenza, Cremona[5]. L'improvvisa morte del padre, occorsa l'anno successivo, trasmise al giovane il peso di una nobile seppur gravosa eredità di cui, negli anni successivi, dimostrò indubbiamente di esser degno: avviato nel consiglio comunale di cittadino[7], partecipò attivamente alle lotte socialiste che condusse con nobiltà di intenti e di espressioni[6].

Nel primo dopoguerra, quando imperversarono le violenze di matrice squadrista, avversò il fascismo[5] arrivando a sottrarsi volontariamente alle adunate precettate dal PNF (con lui un drappello di professionisti cremonesi fra i quali i fratelli Rosolino e Amelio)[9]. L'attività in difesa degli ideali di libertà e democrazia durò fino all'ottobre 1922, quando ogni azione politica discordante con il Regime che assunse il potere divenne impossibile[6]. Gaetano si ritirò quindi nel suo studio legale, lavorando come curatore fallimentare[10][11] nell'attesa del ristabilimento delle forme democratiche[6].

Nel 1926 sposò Erminia Lazzari da cui tre anni più tardi ebbe l'unigenito figlio Luciano (1929-2006). A partire dal mese di settembre di quello stesso 1926 si occupò della difesa legale del fratello Rosolino, funzionario del PCd'I, arrestato per cospirazione contro lo Stato ed eccitamento all'odio di classe. In conseguenza di ciò nel maggio 1928 prese parte al primo grande processo politico d'Italia, noto come Processone fascista, nel quale vennero sentenziati i diciotto massimi dirigenti del Comitato Centrale del PCd'I e quindici dirigenti di secondo piano.

Dopo l'armistizio di Cassibile (8 settembre 1943) il Ferragni fu tra gli animatori del movimento clandestino cremonese e in seguito alla liberazione rientrò con entusiasmo nelle file socialiste, tornando immantinente nel consiglio comunale cittadino[5][6][7]. Contestualmente ricoprì altri incarichi di responsabilità: fu consigliere della Banca Popolare di Cremona[1] e presidente degli Istituti Ospitalieri di Cremona, funzione di cui si innamorò e in cui evidenziò al meglio la sua operosità[5][6][7]. Per propria espressa volontà e impegno l'ospedale di Cremona fu tra i primissimi in Italia a reperire e somministrare la penicillina e la streptomicina, farmaci allora rari e costosissimi, la cui eccezionale presenza determinò il potenziamento del sistema sanitario locale[6].

Sensibile ai problemi sociali[7] e agli interessi della città, che antepose a tutto, divenne persona nota e apprezzata al punto da essere eletto con plebiscito popolare nel I Senato della Repubblica durante le elezioni del 18 aprile 1948 per il collegio di Cremona[5][6]. Il prestigioso incarico si interruppe inaspettatamente l'11 settembre 1949 quando un infarto cardiaco lo costrinse a una lunga e forzata inattività. Dopo circa due anni di degenza Gaetano riuscì a riprendere, seppure limitatamente, le proprie attività politiche e professionali. Morì il 10 aprile 1954 in seguito a un successivo arresto cardiaco[5][6].

Alla notizia della sua scomparsa la sezione del PSI di Cremona affisse per l'intera città manifesti listati a lutto nei quali si invitava chiunque volesse onorarlo a riunirsi intorno alla sua abitazione il giorno delle esequie. Una fiumana numerosa accompagnò la salma dell'onorevole, trasportata su un carro di terza classe ornato con un semplice cuscino di garofani rossi, secondo la sua espressa volontà[13].

 
manifesto stampato dalla Federazione PSI della provincia di Cremona in occasione della scomparsa del sen. Ferragni

Note modifica

  1. ^ a b Senato della Repubblica - I legislatura 1948-1953
  2. ^ Rassegna storica del Risorgimento Archiviato il 12 febbraio 2017 in Internet Archive., Lombardo-Veneto
  3. ^ Dizionario biografico del Risorgimento Cremonese – Società storica cremonese
  4. ^ Risorgimento cremonese (1796-1870), Fiorino Soldi
  5. ^ a b c d e f g h Senato della Repubblica - CVI seduta, 27 aprile 1954, p. 4246
  6. ^ a b c d e f g h i j La Provincia, 11 aprile 1954, p. 5
  7. ^ a b c d e La Provincia, 22 aprile 1954, p. 2
  8. ^ Gli studenti dellUniversità di Torino, dai registri dell'archivio storico - Gaetano Ferragni
  9. ^ Brevi dal secolo breve, sotto il ras Farinacci ci fu chi non mollò - Giuseppe Azzoni
  10. ^ Il Regime Fascista, 26 novembre 1926, p. 4
  11. ^ Il Regime Fascista, 16 gennaio 1927, p. 4
  12. ^ I dirigenti comunisti davanti al Tribunale Speciale - Leonardo D'Alessandro, p. 536
  13. ^ La Provincia, 13 aprile 1954, p. 2

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