Gaio Sallustio Crispo (pronipote di Sallustio)

politico romano, consigliere di Augusto e Tiberio

Gaio Sallustio Crispo (in latino Gaius Sallustius Crispus; ... – 20) è stato un nobile romano.

Biografia modifica

Crispo era nipote di una sorella del celebre storiografo Gaio Sallustio Crispo (8634 a.C.), quindi suo prozio, il quale lo adottò come suo figlio e dal quale riprese il nome.[1]

Crispo fu consigliere dell'imperatore Augusto e, alla sua morte nel 14, fece parte del complotto che portò all'uccisione di Agrippa Postumo, ordito da Tiberio o dalla madre Livia;[2] due anni dopo, fu incaricato da Tiberio di risolvere il caso di Clemente, servitore di Postumo che si spacciava per lui nel tentativo di usurpare il trono: Sallustio lo fece catturare e portare in segreto a corte, dove fu ucciso in segreto.[3] Crispo fu un uomo molto potente e vicino agli imperatori, secondo solo a Mecenate fino alla morte di questi, e anche molto ricco, che tuttavia scelse di non partecipare alla vita politica in prima persona; possedeva cave di rame nelle Alpi Graie e i famosi Horti Sallustiani sul Quirinale.[4] Morì alla fine del 20, ormai vecchio e non più nel pieno della propria potentia.[5]

Crispo non ebbe figli maschi e adottò quindi il figlio di Lucio Passieno Rufo, console nel 4 a.C., che prese quindi il nome di Gaio Sallustio Passieno Crispo ed ereditò la fortuna familiare.[6] Inoltre ebbe forse anche una figlia, Sallustia Calvina, sposata probabilmente con Publio Ostorio Scapula, prefetto d'Egitto sotto Augusto, probabilmente a sua volta padre dell'omonimo Publio Ostorio Scapula, governatore della Birtannia; dal nome di lei lo storico Ronald Syme ha supposto una parentela matrimoniale con Gneo Domizio Calvino e Marco Giunio Silano.[7]

Note modifica

  1. ^ Tacito, Annales, III, 30.
  2. ^ Tacito, Annales, I, 6; III, 30.
  3. ^ Tacito, Annales, II, 40.
  4. ^ Orazio, Odi, II, 2; Plinio il Vecchio, Naturalis Historia, XXXIV, 2; Tacito, Annales, III, 30; Hartswick 2013, p. 10.
  5. ^ Tacito, Annales, III, 30; Syme 1989, p. 162.
  6. ^ Hartswick 2013, p. 10; Syme 1989, pp. 160-161.
  7. ^ Syme 1989, p. 162.

Bibliografia modifica

Fonti primarie
Fonti storiografiche moderne