Gaio Servilio Axilla

politico e militare romano

Gaio Servilio Axilla (Roma, ... – ...; fl. V secolo a.C.) è stato un politico e militare romano del V secolo a.C..

Gaio Servilio Axilla
Tribuno consolare della Repubblica romana
Nome originaleG. Servilius Axilla
GensServilia
PadreQuinto Servilio Prisco Fidenate
Tribunato consolare418 a.C.
417 a.C.

Primo tribunato consolare modifica

Nel 418 a.C. fu eletto per la terza volta Tribuno consolare con Lucio Sergio Fidenate e Marco Papirio Mugillano[1].

Si decise di dichiarare guerra ai Labicani, dopo che i Tusculani riferirono ai Senatori che questi si erano accampati armati sul monte Algido con qualche rinforzo degli Equi.

Subito sorsero contrasti tra i tribuni su come si dovesse condurre la campagna militare, e solo l'intervento di Quinto Servilio Prisco Fidenate, nominato dittatore nel 435 a.C. per condurre la campagna contro Veio e Fidene, riuscì a definire la questione degli incarichi.

«Visto che non avete alcun rispetto né per questo consesso né per la repubblica, dirimerà questa contesa l'autorità paterna: mio figlio governerà la città senza che si debba ricorrere all'estrazione a sorte. Spero soltanto che chi aspira al comando in guerra sappia usare maggiore ragionevolezza e concordia nel reggerlo che nel desiderarlo»

Così mentre Gaio Servilio, figlio di Quinto, presidiava la città, Sergio e Papirio condussero le legioni fino davanti all'accampamento nemico, ma non per questo cessarono i contrasti tra i due tribuni, che alla fine si accordarono per comandare l'esercito a giorni alterni.

E fu proprio quando il comando era esercitato da Sergio, che i romani furono sorpresi in una posizione svantaggiosa dagli Equi, che ebbero gioco facile ad ucciderne molti ed a mandare in fuga i superstiti.

Giunta in città la notizia della disfatta, si decise di nominare Quinto Servilio dittatore[2], perché la campagna fosse condotta senza altre perdite per i romani; Quinto nominò il figlio Gaio Servilio Magister equitum. E infatti, rinfrancati dalla guida del dittatore, i romani prima sconfissero gli Equi sul campo, poi espugnarono Labicano, che fu data alle fiamme e saccheggiata[3].

Infine, a seguito di questa vittoria, il Senato decise di inviare a Labicano 1.500 coloni, a ciascuno dei quali furono assegnati 2.000 iugeri di terra[3].

Secondo tribunato consolare modifica

Nel 417 a.C. fu eletto tribuno consolare con Agrippa Menenio Lanato, Publio Lucrezio Tricipitino e Spurio Veturio Crasso Cicurino[4].

L'anno, come il successivo, fu caratterizzato da rapporti esterni tranquilli, ed interni tesi a causa del ripresentarsi della questione agraria da parte dei tribuni della plebe.

Note modifica

  1. ^ Tito Livio, Ab Urbe condita, IV, 4, 45.
  2. ^ Tito Livio, Ab Urbe condita, IV, 4, 46.
  3. ^ a b Tito Livio, Ab Urbe condita, IV, 4, 47.
  4. ^ Tito Livio, "Ab Urbe Condita", IV,4, 48.

Voci correlate modifica