Game Gear
Game Gear console | |
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Produttore | SEGA |
Tipo | Console portatile |
Generazione | Quarta |
In vendita | ![]() ![]() ![]() ![]() |
Dismissione | ![]() |
Unità vendute | 10,62 milioni |
Gioco più diffuso | Columns |
Successore | Sega Mega Jet |
Caratteristiche tecniche | |
Supporto di memoria | Cartuccia |
Dispositivi di controllo | croce direzionale, tre pulsanti |
CPU | Zilog Z80 |
Il Game Gear (セガゲームギア Gēmu Gia?) è una console portatile prodotta da SEGA tra il 1990 ed il 1997.
La piattaforma dal punto di vista hardware era un derivato del Sega Master System.
Cenni storiciModifica
Sviluppata con il nome in codice Project Mercury, la console venne lanciata sul mercato per competere il Game Boy, lanciato sul mercato l'anno precedente da Nintendo e disponeva di uno schermo composto da un LCD a matrice passiva a colori, dotato di retro-illuminazione.
Distribuita in America settentrionale ed Europa nel 1991 e in Australia nel 1992, in Italia era distribuito dalla Giochi Preziosi.[1] Prima della sua dismissione ufficiale avvenuta nel 1997, si stima che il Game Gear abbia venduto oltre 11 milioni di unità, battendo altri sistemi contemporanei come Atari Lynx e Watara Supervision.
Le cause dell'insuccessoModifica
Nonostante l'ambizione, in parte riuscita, di proporsi come una console che risolvesse i problemi del Game Boy, il Game Gear non ebbe lo sperato successo commerciale a causa di alcuni motivi:
- Il software: nei due anni trascorsi dal lancio, il Game Boy vantava già una libreria di titoli molto cospicua e di ottima qualità, soprattutto grazie all'appoggio delle terze parti; per contro, pochi sviluppatori esterni a SEGA stessa pubblicarono i loro giochi sul Game Gear. Pertanto, la maggior parte dei giochi per questa console furono sviluppati dalla casa madre ed inoltre moltissimi furono sviluppati in parallelo sul SEGA Master System.
- Il prezzo: le maggiori prestazioni del Game Gear si traducevano in un costo superiore rispetto al prodotto Nintendo; la differenza del prezzo di lancio era di 40$ negli USA (149,99$ contro 109,99$) e di circa 100.000 ₤ in più in Italia. A questo va aggiunto il costo per le batterie necessarie per l'alimentazione nel caso non si avesse l'alimentatore.
- L'hardware: uno dei maggiori difetti è la bassa autonomia di gioco; nonostante l'utilizzo di sei batterie (contro le quattro del Game Boy), è infatti di circa sei ore (a differenza delle 36 del rivale). Inoltre anche le dimensioni e il peso sono superiori. Tuttavia il difetto più eclatante della console è prettamente interno: ad inizio anni '90 infatti non era raro che i dispositivi elettronici disponessero di condensatori difettosi, pertanto ciascun Game Gear prodotto prima o poi ha finito inevitabilmente per avere difetti allo schermo o al comparto sonoro. Ad oggi è comunque possibile sostituire i condensatori di fabbrica con altri più moderni; in tal modo la console potrà tornare a funzionare regolarmente.
Accessori e softwareModifica
Disponeva di alcune periferiche come il TV Tuner, che trasformava la console in una televisione portatile da 3" con ingressi audio e video e sintonizzatore analogico, ed il Master Gear Converter che consentiva di utilizzare i giochi del Sega Master System.
Caratteristiche tecnicheModifica
- CPU: Zilog Z80 (8 bit) a 3,6 MHz
- Chip video: TMS9918 (8 bit) modificato
- RAM: 8 kB
- RAM video: 16 kB
- Display LCD a colori a matrice passiva
- Risoluzione video: 160×146 (3,2") a 32 colori scelti tra 4096 disponibili
- Audio: 3 canali tonali + 1 canale rumore bianco
- Interruttore On/Off
- Presa Alimentatore Min 9V/12V 750mah/1A
- Slot per Cartucce Proprietarie
- Porta di Espansione
- Jack Cuffia 3,5"
- Rotella regolazione Volume
NoteModifica
- ^ Game Gear, console portatile di Sega, su RetroHandheldGames, 21 aprile 2017. URL consultato il 4 novembre 2017 (archiviato dall'url originale il 7 novembre 2017).
Voci correlateModifica
Altri progettiModifica
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Game Gear
Collegamenti esterniModifica
- (JA) [セガハード大百科] ゲームギア, su sega.jp.
- Game Gear: Il piccolo “mostro” Sega non faceva abbastanza paura, su appuntidigitali.it.