Gennadio Avieno

politico romano

Gennadio Avieno (latino: Gennadius Avienus; ... – ...; fl. 450-452) è stato un politico romano di età imperiale.

Biografia modifica

Avieno
Console dell'Impero romano d'Occidente
FigliAnicio Probo Fausto
Stefania
PadreSconosciuto
Consolato450

Avieno apparteneva ad una nobile famiglia romana, la cui origine si faceva risalire a Marco Valerio Messalla Corvino (console nel 59). Era il padre di Anicio Probo Fausto, console del 490; una sua figlia, Stefania, fu madre del console del 502, Rufio Magno Fausto Avieno, che prese il cognomen dal nonno.

Avieno fu eletto console per l'anno 450, assieme a Valentiniano III. Due anni dopo, nel 452, venne inviato da Valentiniano e dal Senatus Populusque Romanus come ambasciatore presso Attila, re degli Unni, assieme a Trigezio e a papa Leone I; l'ambasciata riuscì, anche se il ruolo di Avieno venne sottovalutato da Prospero d'Aquitania, che, con intento agiografico, nella sua opera attribuisce il merito del successo al solo Leone, ignorando Trigezio e Avieno.

Ebbe pure altri incarichi, anche se non è noto quali, tra cui almeno uno di tipo civile.

Il poeta gallo-romano Sidonio Apollinare, inviato a Roma con una petizione delle sue genti nel 467, indicò Avieno come uno dei due funzionari civili più influenti di Roma degli anni 460, assieme a Cecina Decio Basilio.[1] A differenza di Basilio, però, Avieno utilizzava la propria influenza a favore dei suoi parenti, e aveva meno tempo da dedicare agli esterni al suo circolo: sebbene fosse più cordiale di Basilio, era meno affidabile.

Note modifica

  1. ^ Sidonio Apollinare, Epistulae, 1.9.1-7.

Bibliografia modifica