George Demotte

mercante d'arte

George Joseph Demotte o Georges-Joseph Demotte (18771923) è stato un mercante d'arte belga proprietario di gallerie a Parigi (27 rue de Berri) e New York (8 East 57th Street) specializzate nella vendita di opere d'arte francesi e medievali.

Biografia modifica

Divenne famoso tra gli storici dell'arte islamica per il suo trattamento dell'importantissimo Grande Shahnameh mongolo o "Demotte Shahnameh". Questo arrivò nelle mani di Demotte intorno al 1910, quando "lo comprò da Shemavan Malayan, cognato del noto mercante Hagop Kevorkian, che lo aveva portato da Teheran".[1]

Demotte non riuscì ad ottenere il prezzo che avrebbe voluto, per l'intero manoscritto, dal Metropolitan Museum of Art e da altri potenziali acquirenti. Separò quindi le miniature e le vendette, dopo vari interventi fisici per aumentarne il valore, e senza registrare correttamente la forma originale del libro. Le pagine furono staccate per dare due lati ad ogni miniatura, e per mascherare questo e il danno risultante, assunse calligrafi per aggiungere nuovo testo, spesso dalla parte sbagliata del foglio, poiché non si aspettava che la sua nuova clientela di ricchi collezionisti fosse in grado di leggere il persiano."[2] Ciò ha lasciato il soggetto di alcune miniature ancora incerto, poiché il testo circostante non corrisponde.[3] Gli studiosi furono molto critici nei confronti del "famigerato" Demotte,[4] e molti stigmatizzarono il fatto che il manoscritto da lui trattato così brutalmente portasse il suo nome. Pertanto si finì per rinominarlo "Grande Shahnameh mongolo" come conosciuto ai giorni nostri.

Il suo ritratto fu dipinto da Henri Matisse nel 1918.

Nel 1923 fece causa al suo ex agente di New York, Jean Vigoroux, nei tribunali francesi per appropriazione indebita,[5] mentre contemporaneamente fece causa a Sir Joseph Duveen per calunnia, nei tribunali statunitensi, per aver dichiarato un falso una statuetta medievale che Demotte aveva venduto.[6] Nessuna delle due cause era stata ancora risolta quando Demotte morì, colpito accidentalmente da un amico e collega commerciante d'arte, Otto Wegener, una battuta di caccia al cinghiale.[7] Wegener venne assolto dall'omicidio dai tribunali francesi, ma condannato a risarcire la famiglia di Demotte.[8]

Le gallerie di Demotte, stimate al momento della sua morte a un valore di 2000000 $, passarono al figlio diciassettenne Lucien che mor' nel 1934.[9]

Note modifica

  1. ^ Iranica
  2. ^ Iranica; Yael Rice,"Presentazione Archiviato il 20 ottobre 2013 in Internet Archive.", per la mostra Iranica al Bryn Mawr College, 2005.
  3. ^ "Nushirvan Eating Food Brought by the Sons of Mahbud", Folio da Shahnama (Libro dei Re), Metropolitan Museum of Art.
  4. ^ Grove, 216
  5. ^ Vigoroux vs. Demotte, Time, 23 luglio 1923. Accesso 9 giugno 2010.
  6. ^ Meryle Secrest, Duveen: A Life in Art (University of Chicago Press, 2005), p. 208.
  7. ^ "Demotte Killed in Gun Accident; International Art Dealer Shot Dead While on Hunting Expedition in France", The New York Times, 5 settembre 1923. Accesso 9 giugno 2010.
  8. ^ Compensation, Time, 31 dicembre 1923. Accesso 9 giugno 2010.
  9. ^ Figlio di Demotte, Time, 17 dicembre 1923. Accesso 9 giugno 2010.

Bibliografia modifica

  • "Grove", The Grove Encyclopedia of Islamic Art and Architecture, Volume 3, Editori: Jonathan Bloom, Sheila S. Blair, 2009, Oxford University Press,ISBN 019530991X,
  • "Iranica", "Demotte ŠĀH-NĀMA", Encyclopædia Iranica, online, consultato il 28 agosto 2016
  • Christine Vivet-Peclet, Les sculture du Louvre acquises auprès de Georges-Joseph Demotte: de la polemique à la réhabilitation?, da La revue des musées de France., Revue du Louvre, 3 (2013), pp. 57–70.
Controllo di autoritàVIAF (EN305190922 · ISNI (EN0000 0004 1821 5114 · ULAN (EN500316678 · GND (DE1269051776 · WorldCat Identities (ENviaf-305190922