Geranoaetus

genere di uccelli

Geranoaetus (Kaup, 1844) è un genere della famiglia degli Accipitridi. Le 3 specie che ne fanno parte abitano boschi, steppe e macchie vegetative dell'intera America.

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Geranoaetus
Geranoaetus melanoleucus
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Aves
Sottoclasse Neornithes
Superordine Neognathae
Ordine Accipitriformes
Famiglia Accipitridae
Sottofamiglia Buteoninae
Genere Geranoaetus
Kaup, 1844

Etimologia modifica

Il termine Geranoaetus è derivato dalla latinizzazione dell'unione dei due termini di origine greca antica γέρανoς (géranos), che significa gru, e ἆετός (aetós), che significa aquila. Il nome del genere ha dunque il significato di aquila-gru, probabilmente in riferimento al colore grigio delle ali e al verso stridulo di G. melanoleucus.[1]

Descrizione modifica

Gli uccelli appartenenti al genere Geranoaetus sono rapaci diurni con un'apertura alare di circa 2 m e un peso che si aggira sui 2000 g. Il piumaggio può differire notevolmente tra gli individui adulti e quelli giovani; in alcune specie si riscontra una notevole diversità di livrea anche tra maschio e femmina, a causa del notevole dimorfismo sessuale. In tutte le specie le dimensioni della femmina sono in media superiori a quelle del maschio.[2]

Biologia modifica

Sono cacciatori opportunisti che si alimentano di un ampio spettro di prede, specialmente vertebrati, che possono essere di dimensioni piccole così come della taglia di un coniglio europeo o anche più. Possono alimentarsi anche di carogne.[3][4][5] Vivono in luoghi aperti, specialmente nelle valli montane, nelle steppe d'alta quota e nei boschi dalla vegetazione non densa. I loro nidi sono costituiti da rami e steli, e si trovano in genere in zone protette, come le cime degli alberi, i picchi rocciosi, le scogliere, i canyon e anche in alcune strutture umane, in particolare le torri dell'alta tensione.[6][7][8] Una delle maggiori cause di mortalità è l'avvelenamento, a causa del fatto che si nutrono delle carogne avvelenate con le quali gli allevatori combattono le volpi. Gli esemplari che utilizzano come punto di osservazione i pali e gli alberi vicini alle strade sono a volte utilizzati come obbiettivo per il tiro a bersaglio da persone prive di scrupoli.[9] L'abitudine di usare i pali delle linee elettriche come torri d'avvistamento per individuare le prede, inoltre, li espone frequentemente alla morte per elettrocuzione.[10] Nonostante tutte queste problematiche, nessuna delle tre specie si trova in pericolo di estinzione.

Tassonomia modifica

Il genere è stato descritto per la prima volta dal naturalista tedesco Johann Jakob Kaup nel 1844. In esso era inclusa una sola specie, G. melanoleucus, anche se fu suggerito di inserire al suo interno alcune specie di rapaci fossili.[11][12] Geranoaetus è generalmente riconosciuto come un taxon valido,[13] anche se alcuni autori lo sinonimizzano con il genere Buteo.[14][15]

Gli studi di filogenesi molecolare effettuati sui Buteonini sono unanimi nell'indicare l'assenza di monofilia in alcuni loro generi.[16][17][18] Una riorganizzazione della nomenclatura all'interno della sottofamiglia, allineata alla storia evolutiva, è stata proposta da Amaral ed altri;[19] tra le modifiche indicate figurava l'accorpamento di 3 specie monofiliche (chiamate precedentemente Buteo albicaudatus, B. polyosoma e Geranoaetus melanoleucus) in un genere separato da Buteo,[18] dal momento che queste già condividevano tra di loro caratteristiche ecologiche e morfologiche.[20][21]

Due generi potevano essere adeguati per riunire il clade formato dalle tre specie: Geranoaetus e Tachytriorchis (Kaup, 1844), la cui specie tipo era Falco Pterocles (Temminck, 1820), sinonimo di Buteo albicaudatus. Entrambi i generi erano stati creati nella stessa opera. Nelle sue pubblicazioni in Internet, Amaral le riunì nel primo genere, ma l'assegnazione non fu ritenuta valida perché non uscita su una pubblicazione stampata, come indicato dal Codice internazionale di nomenclatura zoologica del 1999 (articolo 24.2 e raccomandazione 24ª), per cui il problema fu risolto nel 2010,[22] assegnando formalmente la priorità del genere Geranoaetus sul genere Tachytriorchis.

Il genere comprende tre specie:

Note modifica

  1. ^ Farieta, p. 69.
  2. ^ del Hoyo et alii.
  3. ^ (ES) Ana Trejo, Marcelo Kun e Susana Seijas, Dieta del Águila Mora (Geranoaetus melanoleucus) en una transecta oeste–este en el ecotono norpatagónico, in Hornero, vol. 21, n. 1, 2006, pp. 31-36.
  4. ^ (EN) R. P. Schlatter, J. L. Yañez e F. M. Jaksić, Food-niche relationships between Chilean Eagles and Red-backed Buzzards in Central Chile, in Auk, vol. 97, 1980, pp. 897-898.
  5. ^ (EN) E. Pavez, C. González e J. Jiménez, Diet shits of black-chested eagles (Geranoaetus melanoleucus) from native prey to European rabbits in Chile, in Journal of Raptor Research, vol. 26, pp. 27-32.
  6. ^ (ES) M. D. Saggese e E. R. De Lucca, Biología reproductiva del Aguila Mora (Geranoaetus melanoleucus) en la Patagonia sur, Argentina, in Hornero, vol. 16, n. 2, 2001, pp. 77-84.
  7. ^ (ES) E. F. Pavez, Biología reproductiva del águila Geranoaetus melanoleucus (Aves: Accipitridae) en Chile central, in Revista chilena de historia natural, vol. 74, n. 3, 2001, pp. 687-697.
  8. ^ J. Cabot Nieves, T. De Vries e C. U. Alonso, Primeros datos sobre el periodo de incubación y crecimiento de los pichones del aguilucho común (Geranoaetus polyosoma) Quoy y Gaimard en cautiverio, in Acta zoológica lilloana, vol. 57, n. 2, 2013, pp. 187-200.
  9. ^ (ES) Jaime E. Jiménez e Fabián M. Jaksić, Historia natural del águila Geranoaetus melanoleucus: una revisión, in El Hornero, vol. 13, n. 2, 1990, pp. 97-110.
  10. ^ (ES) Sergio Alvarado-Orellana e Makarena Roa Cornejo, Electrocución de Águilas Moras Geranoaetus melanoleucus por Tendido Eléctrico en Calera de Tango, Chile, in Spizaetus, n. 9, 2010, p. 12.
  11. ^ (EN) A. Wetmore, Status of the genus Geranoaëtus, in The Auk, vol. 50, n. 2, 1933, p. 212.
  12. ^ (EN) Dean Amadon, Comparison of Fossil and Recent Species: Some Difficulties, in Condor, vol. 65, n. 5, pp. 407-409, DOI:10.2307/1365146.
  13. ^ (EN) Remsen, J.V., Jr, Cadena, C.D., Jaramillo, A., Nores, M., Pacheco, J.F., Robbins, M.B., Schulenberg, T.S., Stiles, F.G., Stotz, D.F. & Zimmer, K.J., A classification of the bird species of South America, su museum.lsu.edu, American Ornithologists Union. URL consultato il 29 giugno 2015.
  14. ^ (EN) Melanistic specimen of black–chested buzzard–eagle, (Geranoaetus melanoleucus) with comments on the species´s taxonomic position, in Journal of Raptor Research, vol. 40, n. 1, 2006, pp. 86-88.
  15. ^ (EN) C. E. Hellmayr e B. Conover, Catalogue of birds of the Americas, vol. 13, pt. 1, n. 4, Field Museum of Natural History, Chicago, 1949.
  16. ^ (EN) Martin J. Riesing, Luise Kruckenhauser, Anita Gamauf e Elisabeth Haring, Molecular phylogeny of the genus Buteo (Aves: Accipitridae) based on mitochondrial marker sequences, in Molecular Phylogenetics and Evolution, vol. 27, 2003, pp. 328-342.
  17. ^ (EN) Fabio R. Amaral, Matthew J. Miller, Luís F. Silveira, Eldredge Bermingham e Anita Wajntal, Polyphyly of the hawk genera Leucopternis and Buteogallus (Aves, Accipitridae): multiple habitat shifts during the Neotropical buteonine diversification, in BMC Evolutionary Biology, vol. 6, n. 10, DOI:10.1186/1471-2148-6-10.
  18. ^ a b Heather R. L. Lerner, Matthew C. Klaver e David P. Mindell, Molecular phylogenetics of the Buteonine birds of prey (Aves, Accipitridae), in The Auk, vol. 304, n. 2, 2008, pp. 304-315.
  19. ^ (EN) Fabio R. Amaral, Frederick H. Sheldon, Anita Gamauf, Elisabeth Haring, Martin Riesing, Luís F. Silveira e Anita Wajntal, Patterns and processes of diversification in a widespread and ecologically diverse avian group, the buteonine hawks (Aves, Accipitridae), in Molecular Phylogenetics and Evolution, vol. 53, 2009, pp. 703–715.
  20. ^ (EN) J. M. Thiollay, Family Accipitridae (Hawks and Eagles), in Josep del Hoyo, Jordi Sargatal e Andrew Elliot (a cura di), Handbook of the Birds of the World. Volume 2: New World Vultures to Guineafowl, Lynx Edicions, 1994, ISBN 978-8487334153.
  21. ^ (EN) James Ferguson-Lees e David A. Christie, Raptors of the World, Houghton Mifflin Harcourt, 2001, ISBN 9780618127627.
  22. ^ (EN) Fabio R. Amaral, Frederick H. Sheldon, Anita Gamauf, Elisabeth Haring, Martin Riesing, Luís F. Silveira e Anita Wajntal, Zootaxa, vol. 2534, n. 1, pp. 66-68, DOI:10.11646/zootaxa.2534.1.5, https://oadoi.org/10.11646/zootaxa.2534.1.5.

Bibliografia modifica

  • (EN) Josep del Hoyo, Jordi Sargatal e Andrew Elliot (a cura di), Handbook of the Birds of the World. Volume 2: New World Vultures to Guineafowl, Lynx Edicions, 1994, ISBN 978-8487334153.
  • (ES) Alejandro Farieta, Diccionario de los nombres de las aves de Colombia: origen y uso, Universidad El Bosque, 2011, ISBN 9789589920114.

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