Ghedi
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Ghedi comune | |||
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Localizzazione | |||
Stato | ![]() | ||
Regione | ![]() | ||
Provincia | ![]() | ||
Amministrazione | |||
Sindaco | Federico Casali (Lega) dal 27-5-2019 | ||
Territorio | |||
Coordinate | 45°24′07.2″N 10°16′49.08″E / 45.402°N 10.2803°E | ||
Altitudine | 85 m s.l.m. | ||
Superficie | 60,84 km² | ||
Abitanti | 18 725[1] (30-11-2017) | ||
Densità | 307,77 ab./km² | ||
Frazioni | Belvedere, Ponterosso, Fienil Nuovo | ||
Comuni confinanti | Bagnolo Mella, Borgosatollo, Calvisano, Castenedolo, Gottolengo, Isorella, Leno, Montichiari, Montirone | ||
Altre informazioni | |||
Cod. postale | 25016 | ||
Prefisso | 030 | ||
Fuso orario | UTC+1 | ||
Codice ISTAT | 017078 | ||
Cod. catastale | D999 | ||
Targa | BS | ||
Cl. sismica | zona 3 (sismicità bassa) | ||
Nome abitanti | Ghedesi | ||
Patrono | san Rocco | ||
Giorno festivo | 16 agosto | ||
Cartografia | |||
Posizione del comune di Ghedi nella provincia di Brescia | |||
Sito istituzionale | |||
Ghedi (Ghét in dialetto bresciano[2][3]) è un comune italiano di 18 725 abitanti[1] della provincia di Brescia in Lombardia. La cittadina è sede del 6º Stormo dell'Aeronautica Militare, con l'aeroporto di Ghedi, dove è ubicata la Stazione meteorologica di Brescia Ghedi.
Origine del nomeModifica
L'origine del toponimo Ghedi è argomento dibattuto ed ancora incerto: a differenza infatti di molti comuni della zona, come Calvisano, Milzano o Porzano, la cui desinenza in -ano (fundus Calvitius, poi Calvisianus, fundus Militianus, fundus Portianus) suggerisce una certa derivazione romana di tali insediamenti, e testimonia la loro natura di fondi agrari o vici, discorso diverso va affrontato appunto con Ghedi. Secondo recenti studi di toponomastica e filologia condotti da Raffaele Castrichino, tale nome deriverebbe dal termine latino vadum, sinonimo di 'transito' o 'passaggio':
«La parola latina «lama» significa pantano ed è frequente anche come toponimo. La «lama» è terreno basso su cui l'acqua si impaluda, ma dove si può passare a piedi o a cavallo. I Romani lo guadavano, c'era il «vadum». Nell'Antichità il guado era un punto importante come lo erano i ponti, le scafe o i traghetti: per i Romani il vadum era sinonimo di «transitus», di passaggio.» |
(R. Castrichino, Eredità toponomastica longobarda a Montesarchi (Benevento) e a Ghedi (Brescia), Appendice, pagg. 28-31) |
In seguito alla caduta dell'Impero romano d'Occidente, ed i conseguenti fenomeni fonetici di unione con altre lingue, il termine vadum avrebbe subito un influsso longobardo e trasmutò in «gua», dal francone «waldt», ossia guado. Nelle successive epoche medioevali il termine si sarebbe poi evoluto nelle forme Gede, Gide, Gade, Gaide, Giede, Ghede e Gaydo[4].
StoriaModifica
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Il nome arcaico nelle forme di Gide e Gade, appare scritto per la prima volta in un codice dell'anno 843, conservato presso la Biblioteca Queriniana di Brescia. Si tratta di un atto di compravendita fra persone il cui nome evidenzia la presenza, nel villaggio di allora, di una popolazione di origine longobarda.[5] Il rinvenimento di una necropoli romana e di molti reperti risalenti al I-II secolo d.C. (alcune targhe con dediche a divinità romane come Ercole e Giunone), portati al Museo di Santa Giulia, dimostra che abitanti romani si erano sovrapposti alle primitive popolazioni celtiche sul territorio[6].
Il nucleo più antico di Ghedi si sviluppò attorno ad un recinto fortificato (il cui luogo, ancora oggi, viene chiamato "Castello"); da esso si vennero formando quattro piccoli borghi: "Bassina", "Gazzolo", "Borgonuovo" e "Malborgo". Collegati tra loro da una maglia di intricate stradine, essi diedero all'abitato il caratteristico aspetto di borgo medievale arrotondato, circondato da fossati detti "Sarche" (cerchie), poi successivamente colmati e divenuti strade.[6] Le cinta murarie saranno più volte distrutte in seguito ad assedi, anche per via delle numerose dispute in età medioevale tra Comuni limitrofi, e saranno diverse volte ricostruite per rispondere al sempre più potente armamento bellico, basti pensare a mortai, bombarde o cannoni[5].
Del borgo fortificato attualmente rimangono solo tracce di mura in un cortile nella zona, ed alcune casette.
Tra i secoli XIII e XV Ghedi seguì le vicende storiche della Bassa Bresciana, contesa tra il Ducato di Milano e la Repubblica di Venezia, che culminò il 15 agosto 1453 con la Battaglia di Ghedi. Nel 1465 la comunità del paese fece erigere un monastero, nominandolo Santa Maria delle Grazie e lo donò ai Frati Minori Osservanti. Nel 1498 la Serenissima concedeva in feudo Ghedi a Niccolò Orsini conte di Pitigliano, comandante in capo delle truppe della Serenissima, il quale si fece erigere un prestigioso palazzo riccamente decorato ed il Monumento funebre di Nicolò Orsini, in cui venne sepolto il figlio antemorto L'intenzione originaria del condottiero era quella di farsi seppellire, una volta morto, in Ghedi, ma avendo trovato una morte improvvisa durante le battaglie della Lega di Cambrai, fu volontà della famiglia volerlo seppellire in Venezia. In ogni caso, a seguito della soppressione napoleonica del 1799 il convento francescano cadde in disuso, venne venduto e convertito in cascina (la "Santa Maria", tuttora esistente); il Monumento funebre di Nicolò Orsini fu invece donato nel 1838 dal nobile Ottavio Mondella al Museo di Santa Giulia in Brescia, dove trova giusta collocazione nel coro delle monache[7].
A partire dal XV secolo sorsero le prime cascine, anche all'interno del paese stesso, che assumevano il nome di "Löch", o se più piccoli, "löcasì", con la tipica caratteristica di avere orti e giardini interni, il tutto celato dietro grandi portoni; verso la fine dell'Ottocento si misero a cultura molte parti della brughiera, edificando grandi complessi agricoli ad economia autosufficiente, mentre numerose "corti chiuse" si formarono anche nel centro urbano, comprendendo accanto alle strutture rurali, anche le case padronali di interessante rilievo architettonico. L'immane fatica della bonifica si concluse solo il secolo scorso, cancellando la brughiera e le "Lame" dal paesaggio storico di Ghedi che oggi si è uniformato al resto della "Bassa". All'antica vegetazione arbustiva della brughiera, si sono quindi succeduti ampi terrene coltivati intervallati da filari di gelsi.
La fine della bachicoltura e l'agricoltura moderna hanno tolto anche questa vegetazione e la campagna ora appare verde e coltivata, ma quasi una "landa" spoglia di alberi, percorsa da molti canali (il maggiore è il Naviglio di Brescia), tra cui il "Redone" , la "Santa Giovanna" e numerosi fossi spontanei alimentati dalle risorgive presenti in zona.
L'Aeroporto di Brescia-Ghedi, militare, ebbe origine durante la prima guerra mondiale, raggiunse il massimo sviluppo nella strategia militare dei blocchi e, dopo gli anni '60 la sua fama è dovuta al fatto che fu sede, per molto tempo delle Frecce Tricolori oltre del 6º Stormo dell'Aeronautica Militare.
Il 24 novembre 2011 Ghedi ottiene il titolo di Città d'Italia.
Monumenti e luoghi d'interesseModifica
Architetture religioseModifica
- Chiesa Parrocchiale di S. Maria Assunta: sorta sull'antica pieve è una costruzione del XVII secolo su disegno della famiglia Avanzo. Annesso vi è il campanile del XIV secolo[8];
- Chiesa della Beata Vergine del Caravaggio, costruita nel 1759;
- Santuario dei Morti della Fossetta o di San Rocco sorto a ricordo dei morti di peste del 1630;
- Cascina Santa Maria, antico Convento di Santa Maria delle Grazie, fondato nel 1465.
Architetture civiliModifica
- Palazzo comunale: di origine medievale con tracce architettoniche dei secoli XVI e XV;
- Loggia delle grida: del Quattrocento;
- Palazzo Orsini (demolito nel corso del XIX secolo);
- Villa Mondella del XVIII secolo, con facciata impreziosita da antichi stemmi.
- Palazzo Ochi, del Settecento.
- La Casa del Dado, edificio di epoca altomedievale[senza fonte].
- Ex scuole elementari: edificate nel 1930 su progetto del bresciano Oreste Buffoli.
SocietàModifica
Evoluzione demograficaModifica
Abitanti censiti[9]
Etnie e minoranze straniereModifica
Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2015 la popolazione straniera residente era di 2 871 persone. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano:
- Marocco 489 2,59%
- India 461 2,44%
- Romania 360 1,90%
- Albania 340 1,80%
- Pakistan 212 1,12%
- Ghana 208 1,10%
Lingue e dialettiModifica
Nel territorio di Ghedi, accanto all'italiano, è parlata la lingua lombarda nella sua variante di dialetto bresciano.
Infrastrutture e trasportiModifica
StradeModifica
L'abitato di Ghedi è lambito a sud dalla ex Strada statale 668 Lenese, che congiunge Orzinuovi a Lonato. Il centro è inoltre attraversato dalla strada provinciale 24 Brescia-Fiesse. È stata inaugurata a novembre 2009 una variante ovest (Tangenziale ovest di Ghedi), volta a spostare fuori dall'abitato il traffico della SP24.
Da Ghedi si dipartono inoltre le seguenti strade provinciali:
- la 65, diretta a Bagnolo Mella;
- la 66, diretta a Castenedolo.
FerrovieModifica
Il territorio comunale è attraversato dalla linea ferroviaria Brescia – Parma. L'abitato è servito dall'omonima stazione, aperta al momento dell'inaugurazione della linea, nel 1893, e che al 2012 risulta dotata di un piazzale a tre binari. Presso la stazione fermano i treni regionali Trenord della direttrice Brescia-Parma.
ScuoleModifica
Sono presenti asili nido, scuole materne sia statali che private, una scuola elementare suddivisa in diversi plessi, una scuola media statale e una scuola superiore che copre vari indirizzi, dal liceo scientifico ai servizi sociosanitari.
AmministrazioneModifica
Di seguito la lista dei sindaci eletti dal Consiglio Comunale (1946-1995):
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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1º aprile 1946 | 28 luglio 1946 | Franco Faraoni | DC | Sindaco | |
28 luglio 1946 | 23 novembre 1947 | Adriano Giovanelli | Commissario | ||
23 novembre 1947 | 27 maggio 1951 | Paolo Oneda | DC | Sindaco | |
27 maggio 1951 | 23 luglio 1953 | Attilio Bonardi | DC | Sindaco | |
23 luglio 1953 | 16 giugno 1956 | Paolo Perani | DC | Sindaco | |
16 giugno 1956 | 19 novembre 1960 | Luigi Zappa | DC | Sindaco | |
19 novembre 1960 | 10 luglio 1970 | Annibale Baresi | DC | Sindaco | |
10 luglio 1970 | 31 luglio 1975 | Adelino Rossi | DC | Sindaco | |
31 luglio 1975 | 10 dicembre 1976 | Franco Ferrari | PSI | Sindaco | |
10 dicembre 1976 | 15 settembre 1980 | Corrado Marpicati | DC | Sindaco | |
15 settembre 1980 | 12 marzo 1981 | Gianfausto Merigo | DC | Sindaco | |
12 marzo 1981 | 17 settembre 1981 | Severino Cadini | PCI | Sindaco | |
17 settembre 1981 | 8 ottobre 1985 | Annibale Baresi | DC | Sindaco | |
8 ottobre 1985 | 12 maggio 1987 | Vincenzo Bonometti | PSI | Sindaco | |
12 maggio 1987 | 21 dicembre 1992 | Eugenio Baresi | DC | Sindaco | |
21 dicembre 1992 | 24 aprile 1995 | Silvio Favagrossa | DC | Sindaco |
Di seguito la lista dei sindaci eletti direttamente dai cittadini (dal 1995):
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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24 aprile 1995 14 giugno 1999 |
14 giugno 1999 14 giugno 2004 |
Osvaldo Scalvenzi | PDS DS |
Sindaco | |
14 giugno 2004 | 23 giugno 2009 | Anna Giulia Guarneri | DL | Sindaco | |
23 giugno 2009 10 giugno 2014 |
10 giugno 2014 27 maggio 2019 |
Lorenzo Borzi | LN FdI-AN |
Sindaco | |
27 maggio 2019 | in carica | Federico Casali | LN | Sindaco |
SportModifica
CalcioModifica
Presso Ghedi ha una delle proprie sedi l'A.S.D. Calcio Bassa Bresciana, militante in Promozione, nata nel 2016 dalla fusione tra l'A.S.D. Calcio Ghedi e l'A.S.D. Bassa Bresciana di Isorella. Disputa le partite interne presso il Don Battista Colosio di Isorella. I colori sociali sono il nero, il bianco e il rosso.
Altre formazioni cittadine sono l'A.C.D. Ghedi 1978 e la Real Ghedi A.S.D., entrambe militanti in Seconda Categoria.[10]
NoteModifica
- ^ a b Dato Istat - Popolazione residente al 30 novembre 2017.
- ^ Toponimi in dialetto bresciano
- ^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani, Milano, GARZANTI, 1996, p. 303.
- ^ Angelo Bonini, Ghedi, un paese nato intorno alla sua piazza, pp. 33-34.
- ^ a b Angelo Bonini, Ghedi, un paese nato intorno alla sua piazza, pp. 42-43.
- ^ a b Enciclopedia Bresciana, Ghedi, Antonio Fappani, su enciclopediabresciana.it.
- ^ Angelo Bonini, Il Convento di Santa Maria delle Grazie in Ghedi.
- ^ Angelo Bonini, La Chiesa Parrocchiale di Santa Maria Assunta in Ghedi, p. 119.
- ^ Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 28-12-2012.
- ^ Comunicato Ufficiale N° 4 del 21/07/2016 del Comitato Regionale Lombardia - L.N.D.
BibliografiaModifica
- Angelo Bonini, Ghedi, un paese nato intorno alla sua piazza, Ghedi-Brescia, Cassa rurale ed artigiana dell'Agro Bresciano – Tipolitografia Queriniana, 1987.
- Angelo Bonini, La chiesa parrocchiale di S. Maria Assunta in Ghedi. Origini, storia, arte, società, Brescia, Fondazione Civiltà Bresciana, 2008, ISBN 978-8855900003.
- Angelo Bonini, Ghedi 1848-1861. Un frammento della storia dell'unità d'Italia, Brescia, BAMS, 2011, ISBN 978-8890552946.
- Angelo Bonini, Il santuario della Madonna di Caravaggio in Ghedi, Brescia, BAMS, 2012, ISBN 978-8890552984.
- Angelo Bonini, Il convento di Santa Maria delle Grazie in Ghedi, Brescia, BAMS, 2016, ISBN 978-88-97941-16-3.
Voci correlateModifica
Altri progettiModifica
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Ghedi
Collegamenti esterniModifica
- Sito ufficiale, su comune.ghedi.brescia.it.
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