Giacimenti fossiliferi di Bolca

sito archeologico del veronese

I Giacimenti fossiliferi di Bolca, che prendono il nome dall'omonima località della zona (provincia di Verona), sono noti nel mondo per la quantità delle specie faunistiche ritrovate, e soprattutto per il perfetto grado di conservazione delle specie animali e vegetali, ivi fossilizzate.

Giacimenti fossiliferi di Bolca
Mene rhombea: uno dei pesci fossili più tipici del giacimento
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
ComuneBolca
Altitudine803 m s.l.m.
Mappa di localizzazione
Map

Ambiente deposizionale e contenuto fossile modifica

Il contenuto faunistico rispecchia la condizione di un habitat marino-costiero e più specificamente di tipo lagunare tropicale.

A Bolca non si sono ritrovati solo pesci fossili ma numerose specie animali e vegetali, e non solamente nella cava-miniera della Pesciara, ma in diversi siti, tutti con una propria storia geologica, in alcuni casi conosciuti e cavati da alcuni secoli (non a caso i fossili di Bolca sono presenti nei principali musei del mondo e in ricche collezioni private).

Tra i vari fossili che si rinvengono si possono ricordare alcuni crostacei, dei rettili, qualche piuma d'uccello, varie specie di insetti, e soprattutto numerosi pesci, oltre 150 specie, tra cui anche squali, che conservano oltre al tessuto osseo anche traccia dei tessuti organici, proprio per il particolarissimo processo di fossilizzazione verificatosi in questa zona costiera circa 50 milioni di anni fa. La perfezione di questo processo di fossilizzazione è dimostrata dal rinvenimento di alcune meduse, il cui corpo, costituito principalmente da acqua, è estremamente difficile da conservare.

Le specie vegetali ritrovate, oltre 270, comprendono piante tropicali, alghe, palme e fanerogame marine.

Giacimenti fossiliferi modifica

Nell'area di Bolca sono stati identificate specifiche località fossilifere di interesse paleontologico[1]

Monte Spilecco modifica

Il Monte Spilecco è ricco di rocce sedimentarie costituite per la maggior parte da frammenti fossili (calcari grigio-verdastri, marne, rocce vulcaniche stratificate). Frequenti sono infatti i denti di squalo, piccoli frammenti dello scheletro di Crinoidi (gigli di mare) caratterizzati da una simmetria pentagonale. Le macchie verde chiaro che si notano nelle fratture fresche della roccia sono minerali alterati di glauconite, la cui roccia che le contiene è la più antica della zona di Bolca (Paleocene, 55 milioni di anni). Si trovano anche aculei di Echinidi (ricci di mare). La sua sequenza sedimentaria, ricca in fossili, all'inizio del secolo XX era stata utilizzata per definire il piano Spilecciano, dell'Eocene inferiore, utilizzato nell'area mediterranea ed equivalente temporalmente all'Ypresiano dell'area atlantica europea[2].

Pesciara modifica

La Pesciara di Bolca è il più famoso giacimento fossilifero, posto a circa 2 km da Bolca, da cui si sono estratti migliaia di pesci. Le sue rocce calcaree sono espressione di un'antica laguna tropicale dell'Eocene, di circa 48 milioni di anni fa, popolata non solo da pesci ma anche da molluschi bivalvi e gasteropodi; frequenti sono anche le alghe e i resti vegetali provenienti da una flora di tipo continentale, così come gli insetti. La Pesciara, in rapporto all'intero versante montuoso, dal punto di vista geologico è un grosso olistolite calcareo immerso in un deposito di tufite. La caduta di tale blocco avvenne nell'Eocene, quando l'area di Bolca e della Lessinia era ancora occupata dalle lagune tropicali, con un fondale basso di pochi metri. Poco più tardi, sempre nell'Eocene, l'area compresa tra la Valle dell'Alpone e del Chiampo fu interessata da un abbassamento del fondale marino lungo due fratture (faglie) parallele ai torrenti Alpone e Chiampo (chiamato Graben dell'Alpone-Chiampo) e da un'attività vulcanica che formò delle colate di lava sottomarine e subaeree. Le ripide scarpate del Graben causarono il crollo di blocchi calcarei che si erano formati nella laguna tropicale della Pesciara, assieme a sedimenti e a filoni provenienti da eruzioni vulcaniche. Nei calcari lastriformi della Pesciara sono contenuti numerosi pesci alternati a strati sterili, in cinque livelli, per uno spessore complessivo di 19 metri: sono stati cavati migliaia di pesci costieri, sia cartilaginei, sia ossei, che presentano molte affinità con forme viventi oggi nell'Oceano Indo-Pacifico.

Monte Postale modifica

Il Monte Postale, posto a nord-est di Brusaferri contiene strati costituiti da calcari lastriformi, calcari di scogliera e calcari ad alveoline dell'Eocene Medio e Inferiore, che hanno fornito numerosi fossili di Pesci, Lamellibranchi, Gasteropodi, Coralli, alghe, mentre più scarsi sono gli Echinodermi, i Brachiopodi ed i Cefalopodi. Più di 90 sono i generi di molluschi rinvenuti.

Monte Purga modifica

Il Monte Purga (930 m), a forma di cono, si trova a nord di Bolca. È ciò che resta di un vulcano attivo 50 milioni di anni fa, con rocce effusive di basalto, ma anche con argilliti e ligniti (la sommità presenta inoltre basalti dell'Oligocene). Qui sono stati trovati nei sedimenti con ligniti dei crostacei d'acqua dolce, dei cheloni e dei coccodrilli, mentre sul versante occidentale, si sono rinvenuti dei molluschi terrestri. Nei livelli vulcanici sono stati trovati palmizi del genere Latanites.

Animali fossili rinvenuti modifica

Sul Bolca si trovano ben 250 specie di animali fossili (140 generi, 90 famiglie e 19 ordini[3] Inoltre sono stati rinvenuti interi cefalopodi, crostacei, meduse e polychaete, ma anche frammenti di foraminifera, molluschi e coralli, che possono essere stati trasportati.[3] Sono stati trovati anche piume di uccelli, carapaci di tartarughe, numerosi insetti, piante acquatiche e terrestri.[3]

 
Eoplatax papilio: popolarmente noto come pesce angelo, mostrato nelle due placche di impronta e controimpronta fossile
 
Pycnodus platessus: pesce caratterizzato da una robusta dentatura atta a triturare lo scheletro degli animali formanti la barriera corallifera della laguna
 
Fossile di Pasaichthys pleuronectiformis
 
Fossile di Ceratoichthys pinnatiformis
 
Fossile di Acanthonemus subaureus
 
Fossile di Archaeophis proavus Massalongo, Museum für Naturkunde (Berlino).

Attinotterigi modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Actinopterygii.

Perciformes modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Perciformes.

Clupeiformes modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Clupeiformes.

Questi sono i pesci numericamente più numerosi nei giacimenti di Bolca, benché le specie siano poche:

Syngnathiformes modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Syngnathiformes.

Quest'ordine raggruppa i cavallucci marini, i pesci ago, i pesci trombetta e i loro predecessori:

Anguilliformes modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Anguilliformes.

Pycnodontiformes modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Pycnodontiformes.

Crossognathiformes modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Crossognathiformes.

Osteoglossiformes modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Osteoglossiformes.

Anotophysi modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Anotophysi.

Aulopiformes modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Aulopiformes.

Lampridiformes / Lampriformes modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Lampridiformes e Lampriformes.

Ophidiiformes modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Ophidiiformes.

Lophiiformes modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Lophiiformes.

Atheriniformes modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Atheriniformes.

Beloniformes modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Beloniformes.

Beryciformes modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Beryciformes.

Dactylopteriformes modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Dactylopteriformes.

Pleuronectiformes modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Pleuronectiformes.

Tetraodontiformes modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Tetraodontiformes.

Acanthomorpha incertae sedis modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Acanthomorpha e Incertae sedis.

Condritti modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Condritti.

Carcharhiniformes modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Carcharhiniformes.

Lamniformes modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Lamniformes.

Rhinopristiformes modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Rhinopristiformes.

Torpediniformes modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Torpediniformes.

Myliobatiformes modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Myliobatiformes.

Platyrhinidae modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Platyrhinidae.

Zanobatidae modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Zanobatidae.

Chimaeriformes modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Chimaeriformes.

Coccodrilli modifica

Serpenti modifica

Crostacei modifica

Insetti modifica

Cnidari modifica

Molluschi modifica

Famiglia Cerato e museo dei Fossili modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Museo dei fossili di Bolca.

La famiglia Cerato, di Bolca, da quasi duecento anni scava il giacimento della Pesciara, di sua proprietà e per i quali ha un diritto di sfruttamento dei reperti fossili, sia pure sotto la supervisione del Museo civico di storia naturale di Verona, che è trapassato da cinque generazioni e che in virtù della sua età è stato riconosciuto e confermato dallo stato italiano, caso unico in Italia[4], ove la raccolta e il commercio dei reperti fossili nazionali è assimilata a quella dei reperti archeologici e quindi vietata ai privati, e privilegio delle sovraintendenze alle Belle arti.

Il nuovo Museo dei fossili di Bolca, gestito dai Cerato, è stato inaugurato il 28 luglio 1996. Si divide in tre sale: due al piano terra e una al piano superiore.

Note modifica

  1. ^ Bolca (Veneto) Una lagerstätte italiana, su paleoitalia.org. URL consultato il 27 marzo 2018 (archiviato dall'url originale l'11 maggio 2021).
  2. ^ Spilecciano, su treccani.it.
  3. ^ a b c (EN) Williams, Matt, Fauna and Flora of Monte Bolca Archiviato il 27 marzo 2016 in Internet Archive., University of Bristol
  4. ^ Margherita Sorbini Frigo, Walter Landini, Giuliano Piccoli, Bolca: thirty years (1968-1998) of activity and research Bollettino della Società paleontologica italiana, p. 139-143, Volume 42 (n 1-2), S.T.E.M. - Mucchi, Modena, 2003, ISSN 0375-7633

Bibliografia modifica

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