Giacomo Venezian

giurista italiano (1861-1915)

Giacomo Venezian (Trieste, 7 dicembre 1861Castelnuovo del Carso, 20 novembre 1915) è stato un patriota e giurista italiano.

Biografia modifica

 
Dell'usufrutto dell'uso e dell'abitazione, 1931

Appartenente ad una famiglia ebraica di tradizioni patriottiche italiane, era nipote d'un omonimo caduto nella difesa della Repubblica Romana del 1849 e si convertì al cattolicesimo per amor di patria.

Il 6 luglio 1886 fu affiliato col grado di Maestro alla loggia I figli di Garibaldi di Napoli, appartenente al Grande Oriente d'Italia[1].

Irredentista e fondatore insieme con altri d'una società segreta tendente a staccare Trieste dall'Impero austro-ungarico, fu arrestato e imprigionato prima a Trieste e poi a Graz. Liberato, fuggì in Italia, dove ottenne la cittadinanza italiana e dove insegnò diritto romano e civile nelle università di Camerino, Macerata, Messina e Bologna. Intanto pubblicava testi universitari e collaborava a giornali e riviste; e a Macerata, come risulta anche da una lapide apposta in via Crescimbeni a cura della stessa Società, nel 1888 ideò e propose la Società Dante Alighieri, della quale nel 1889 a Bologna fu uno dei fondatori insieme con Giosuè Carducci e altri.

Scoppiata la prima guerra mondiale fu acceso interventista e tenne comizi in numerose città, fra cui Roma. Quindi, pur avendo completato il normale servizio militare e superato il limite d'età, volontariamente decise di rimanere in servizio per combattere contro l'Austria-Ungheria. Inquadrato nel 121º Reggimento fanteria "Macerata" con il grado di capitano, fu poi promosso a maggiore. Ferito ad una spalla il 16 novembre 1915, durante le fasi della cruenta quarta battaglia dell'Isonzo, continuò a combattere celando la sua invalidità. Quattro giorni dopo fu ucciso durante un assalto alle trincee austro-ungariche sulle alture vicino a Sagrado. Fu sepolto nel cimitero di San Pier d'Isonzo.

Era sposato e aveva un figlio e tre figlie.

Per il suo eroismo, fu insignito prima di Medaglia d'argento al valor militare e poi di medaglia d'oro dietro interessamento del Duca d'Aosta[2]. Diverse vie e piazze in Italia gli sono state intitolate.

Opere modifica

Opere giuridiche modifica

Onorificenze modifica

«In piedi, fra il turbinare dei proiettili nemici, agitando il berretto, al grido di “Viva l'Italia” incuorava le truppe, che il 14 novembre 1915 avevano conquistato un tratto di trincea avversaria. Il 16 novembre 1915, ferito, celava il suo stato per timore di essere costretto ad abbandonare la prima linea. Il 20 novembre 1915, quando le truppe di prima linea, attaccando un fortissimo trinceramento austriaco, furono accolte da un violentissimo fuoco, si slanciò di rincalzo, alla testa del suo battaglione, che guidò col più grande valore, flnchè cadde colpito da una palla in fronte. Castelnuovo del Carso, 14 - 16 - 20 novembre 1915.[3]»

Note modifica

  1. ^ Fulvio Conti, I Fratelli e i Profani. La Massoneria nello spazio pubblico, Pacini ed. Pisa, 2020, p. 228
  2. ^ Atlante/Dizionario del 1915 in Friuli Venezia Giulia - Giacomo Venezian
  3. ^ Giacomo Venezian, su quirinale.it. URL consultato il 15 dicembre 1915.

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN49608375 · ISNI (EN0000 0000 8128 5351 · SBN RAVV076456 · BAV 495/95465 · LCCN (ENno2020028766 · GND (DE117681741 · BNE (ESXX1476057 (data) · BNF (FRcb10458306q (data) · WorldCat Identities (ENviaf-49608375