Giorgio Jannicelli

aviatore e militare italiano

Giorgio Jannicelli (Roma, 26 giugno 1912Bowolin, 29 dicembre 1941) è stato un aviatore e militare italiano. Capitano pilota della specialità caccia, partecipò alla Guerra civile spagnola e alla seconda guerra mondiale. Per il suo comportamento nell'ultima missione fu decorato di Medaglia d'Oro al Valor Militare alla memoria.[1]

Giorgio Iannicelli
NascitaRoma, 26 giugno 1912
MorteBowolin, 29 dicembre 1941
Cause della morteCaduto in combattimento
Luogo di sepolturaCimitero militare campale di Jussovo (URSS)
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegia Aeronautica
CorpoAviazione Legionaria
Specialitàcaccia
Anni di servizio1933-1941
GradoCapitano pilota
GuerreGuerra civile spagnola
Seconda guerra mondiale
CampagneCampagna di Grecia
Decorazioniqui
Studi militariRegia Accademia Aeronautica di Caserta
voci di militari presenti su Wikipedia

Biografia modifica

Nacque a Roma il 26 giugno 1912[1] da Leone e Augusta Natalizi, primogenito di tre figli. Conseguì il diploma di maturità classica presso il Liceo Umberto I di Roma nel 1929, ed il 22 ottobre dello stesso anno si iscrisse come Allievo ufficiale presso la terza classe della Regia Accademia Navale di Livorno. Effettua la crociera annuale, sulla nave scuola Cristoforo Colombo, lungo le coste dell'Africa del nord. Appassionatosi al mondo dell'aviazione decise di transitare nella Regia Aeronautica, e nonostante le pressioni dell'ammiraglio Domenico Cavagnari, allora Comandante dell'Accademia Navale, nel novembre 1930 venne ammesso a frequentare il Corso Ibis presso la Regia Accademia Aeronautica di Caserta. Nel settembre 1933 venne nominato Sottotenente pilota in Servizio Permanente Effettivo (S.P.E.), e Tenente pilota nel luglio 1934. Nel corso di quell'anno frequentò dapprima la Scuola Caccia e poi quella di Osservazione aerea. Al termine dei corsi fu assegnato a prestare servizio presso il 1º Stormo Caccia Terrestre[2] basato sull'aeroporto di Campoformido.[2] Tra il 1936 ed il 1937 prestò servizio come istruttore presso la Regia Accademia di Caserta, passando quindi in forza al 52º Stormo Caccia Terrestre. Nel luglio 1937 fu promosso al grado di Capitano pilota.

Dal luglio 1938 al giugno 1939 prese parte alla Guerra civile spagnola in seno all'Aviazione Legionaria, dapprima nelle Isole Baleari, presso il X Gruppo Caccia (10º Gruppo),[3] e quindi sul continente. In Spagna ebbe il comando di una squadriglia della Squadriglia Autonoma Mitragliamento "Frecce"[4] equipaggiata con i caccia Fiat C.R.32.[4] In riconoscimento delle azioni svolte fu insignito di una Medaglia d'argento, una di bronzo ed una Croce di guerra al valor militare. Al rientro in Italia tra il luglio 1939 ed il marzo 1940 fu assegnato in forza al 54º Stormo Caccia Terrestre, passando poi al 22º Gruppo Caccia Terrestre (22º Gruppo Autonomo Caccia Terrestre)[5] "La Cucaracha"[6] appartenente al 52º Stormo C.T.[7] Con l'entrata in guerra dell'Italia, il 10 giugno 1940, prese parte alla operazioni aeree contro la Francia,[6] e poi alla difesa di Roma e Napoli[8] in seno alla 369ª Squadriglia del 22º Gruppo.[9] Verso la fine del mese di settembre[8] il 22º Gruppo iniziò la transizione[8] sui caccia Aermacchi C.200 Saetta.[10]

Col il protrarsi della Campagna di Grecia, il 7 marzo 1941[10] il suo reparto fu assegnato all'Aeronautica dell'Albania - AALB, e trasferito all'Aeroporto di Tirana.[10] Partecipò ai combattimenti sui cieli della Grecia e poi nell'Invasione della Jugoslavia,[10] coprendo anche le funzioni di comandante di Gruppo. Nell'aprile del 1941 gli fu concessa un'altra Medaglia d'argento al valor militare per le operazioni compiute in quel teatro bellico. Il 18 agosto 1941 fu trasferito, con l'intero 22º Gruppo,[11] presso il Comando Aviazione[12] del Corpo di Spedizione Italiano in Russia (C.S.I.R.), ed inviato sul Fronte orientale al comando del maggiore Giovanni Borzoni.[13] Il 22º Gruppo da caccia fu dislocato sull'aeroporto di Krivoj-Rog[14] in Ucraina.[13] Rientrato per un breve periodo in Italia, in quanto seriamente ammalato, anche se non completamente guarito riprese servizio in terra russa, prendendo parte a tutte le operazioni belliche di quel periodo. Per queste azioni, nel mese di novembre, fu insignito di una terza Medaglia d'argento al valor militare concessagli "sul campo".

Divenuto Comandante interinale di Gruppo, nel pomeriggio del 29 dicembre 1941,[1] nel corso dell'offensiva sovietica di Natale, decollò[15] dal campo d'aviazione di Zaporižžja[16] per contrastare un'azione di bombardamento condotta da velivoli sovietici contro le linee italiane.[17] Dopo un lungo combattimento,[15] sostenuto da solo contro quindici[1] caccia sovietici, il suo velivolo precipitò in fiamme nel cielo[15] di Bowolin.[1] Citato all'ordine del giorno[18] dal comandante del C.S.I.R., generale Giovanni Messe, su proposta del generale Enrico Pezzi gli fu concessa la Medaglia d'oro al valor militare memoria.[15] Il suo corpo fu sepolto, con gli onori militari, presso il cimitero militare campale di Juzovka, vicino a Stalino[19] ma dopo la fine della guerra andò dispersa, insieme a quelle di vari altri caduti ivi inumati. La sua città natale gli ha intitolato una via.

Onorificenze modifica

Italiane modifica

«Intrepido pilota da caccia,già distintosi per altissime doti di comandante e di soldato, non esitava, nonostante la proibitiva temperature e le disperate condizioni di tempo e di ambiente, per cui solo tre apparecchi potevano mettersi in moto, a partire in volo alla testa di pochi gregari per compiere l’ardua missione di proteggere ad ogni costo le nostre linee. Avvistata una formazione di bombardieri avversari scortata da 15 caccia, incurante della superiorità numerica del nemico, impegnava con superbo ardimento l’asperrima lotta, riuscendo nello scopo affidatogli ed abbattendo un bombardiere. Persisteva nell’arduo ed impari combattimento fino a quando, colpito a morte, precipitava in fiamme, immolando così, nella luce della gloria, la balda giovinezza tutta dedicata alla lontana Patria immortale.»
— Cielo di Russia, ottobre-dicembre 1941.[1]
«Ufficiale pilota abile ed ardito, già distintosi in precedenza, conduceva la propria squadriglia in numerose altre azioni belliche rinconfermando le sue alte doti di comandante e di combattente. In cinque vittoriosi combattimenti ed in un'azione di mitragliamento e spezzonamento a bassa quota faceva maggiormente rifulgere il suo coraggio e il suo sprezzo del pericolo, contribuendo validemente all'affermazione dell'ala fascista.»
— Cielo di Spagna, novembre 1938-gennaio 1939-XVII.
«Comandante di squadriglia da caccia abilissimo, già distintosi in brillante ed intensa attività, preparava e conduceva, da comandante interinale di gruppo, una serie di attacchi a volo rasente di lontane basi aeree nemiche, vincendo difficoltà di navigazione spinto fino al limite dell'autonomia e di forte reazione contraerea. Nei mitragliamenti di aeroporti siti nel cuore del territorio avversario infliggeva al nemico decisive e durissime perdite.»
— Cielo della Grecia e della Jugoslavia, marzo-aprile 1941-XIX.
«Comandante di una formazione di cinque apparecchi da caccia in crociera di vigilanza e protezione avvistata una formazione di nove bombardieri scortati da venti caccia senza tenere conto dell'immensa inferiorità di forze rispetto al nemico, si gettava decisamente con i gregari sulla formazione nemica abbattendo tre avversari. Fulgido e magnifico esempio di spezzo del pericolo, di alto ardimento e senso del dovere.»
— Cielo di Gorlowka, 3 novembre 1941-XX.
«Comandante di squadriglia da caccia, volontario in missione di guerra per l'affermazione degli ideali fascisti, concorreva, con l'azione sicura ed ardita del suo reparto, a mantenete inviolato il cielo di una importante base aeronavale. Partecipava inoltre ad alcuni bombardamenti ed a ricognizioni fotografiche e di mitragliamento su centri nemici potentemente difesi, dando prova di perizia, coraggio e alte virtù militari.»
— Cielo di Spagna, luglio-novembre 1938.
«Comandante di squadriglia da caccia e mitragliamento, già ripetutamente distintosi in precedenza, dava nuova conferma del suo alto valore in alcune altre azioni belliche, mitragliando efficacemente due muniti campi d'aviazione ed infliggendo al nemico gravi perdite di materiale.»
— Cielo di Spagna, febbraio-marzo 1939.

Estere modifica

Note modifica

  1. ^ a b c d e f Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare 1969, p. 195.
  2. ^ a b Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare 1977, p. 6.
  3. ^ Apostolo 1996, p. 16.
  4. ^ a b Apostolo 1996, p. 17.
  5. ^ Tale reparto era equipaggiato con un misto di caccia biplani Fiat C.R.32 e monoplani Fiat G.50 Freccia.
  6. ^ a b Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare 1977, p. 215.
  7. ^ Nel febbraio del 1940 si sposò a Portofino con la signorina Elisabetta Orlando, dalla quale ebbe un figlio.
  8. ^ a b c Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare 1977, p. 172.
  9. ^ Dunning 1988, p. 6.
  10. ^ a b c d Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare 1977, p. 216.
  11. ^ Forte di quattro Squadriglie (359ª, 362ª, 369ª e 371ª) per un totale di 51 caccia Aermacchi C.200 Saetta.
  12. ^ Dunning 1988, p. 6 , costituito formalmente il 25 luglio 1941.
  13. ^ a b Ferioli 2005, p. 84.
  14. ^ Situato a circa 165 km dalla città di Dnepropetrovsk. Da esso operava anche il 61º Gruppo Osservazione Aerea (34ª, 119ª, e 128ª Squadriglia).
  15. ^ a b c d Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare 1977, p. 217.
  16. ^ Dunning 1988, p. 29.
  17. ^ Pur essendo reduce da un'intensa attività di volo non esitò a sostituire il Capitano pilota Cervellin, appartenente alla sua stessa squadriglia, e già pronto al decollo insieme ai gregari Cap. Pil. Vittorio Minguzzi e Ten. Pil. Benedetti.
  18. ^ Con vivo cordoglio apprendo che oggi in combattimento aereo generosamente ingaggiato contro un nemico numericamente assai superiore per proteggere le nostre fanterie, è caduto il capitano Iannicelli Giorgio, comandante del nostro Gruppo Caccia. Con Lui il C.S.I.R. perde uno dei più superbi cavalieri dell'aria e l'Aviazione italiana un gregario prode e generoso. A tutti gli aviatori italiani che in terra di Russia rappresentano tanto degnamente l'Ala Nostra, le truppe del Corpo di Spedizione esprimono il loro fiero cordoglio.
  19. ^ La sua tomba era contrassegnata dal n. 31 e posta nella terza fila a sinistra del vialetto centrale.

Bibliografia modifica

  • Giorgio Apostolo, Ali d'Italia n.4 Fiat CR.32, Torino, La Bancarella Aeronautica, 1996.
  • Gianni Cattaneo, Ali d'Italia n.8 Aer.Macchi C.200, Torino, La Bancarella Aeronautica, 1997.
  • (EN) Chris Dunning, Combat Units od the Regia Aeronautica. Italia Air Force 1940-1943, Oxford, Oxford University Press, 1988, ISBN 1-871187-01-X.
  • Paolo Ferrari, Giancarlo Garello, L'Aeronautica italiana. Una storia del Novecento, Milano, Franco Angeli Storia, 2004, ISBN 88-464-5109-0.
  • I Reparti dell'Aeronautica Militare Italiana, Roma, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, 1977.
  • Giulio Lazzati, Stormi d'Italia - Storia dell'aviazione militare italiana, Milano, Ugo Mursia Editore, 1975, ISBN 978-88-425-4079-3.
  • Mirko Molteni, L'aviazione italiana 1940-1945 – Azioni belliche e scelte operative, Bologna, Odoya, 2012, ISBN 978-88-6288-144-9.
  • Gianni Rocca, I disperati - La tragedia dell'aeronautica italiana nella seconda guerra mondiale, Milano, 1993, ISBN 88-04-44940-3.
  • Franco Pagliano, Aviatori italiani: 1940-1945, Milano, Ugo Mursia Editore, 2004, ISBN 88-425-3237-1.
  • Franco Pagliano, Storia di diecimila aeroplani, Milano, Edizioni Europee, 1954.
  • Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, Testi delle motivazioni di concessione delle Medaglie d'Oro al Valor Militare, Roma, Stato Maggiore dell'Aeronautica Militare, 1969.

Periodici modifica

  • Alessandro Ferioli, Loris Nannini, un aviatore italiano nei lager di Stalin, in Rivista Aeronautica, n. 5, Roma, Stato Maggiore dell'Aeronautica Militare, 2005, pp. 84-89.