Giovanni D'Achiardi

mineralogista e politico italiano, undicesimo direttore della Scuola Normale Superiore di Pisa

Giovanni D'Achiardi (Pisa, 25 aprile 1872Fauglia, 9 settembre 1944) è stato un mineralogista e politico italiano, fratello del pittore e museografo Pietro D'Achiardi.

Giovanni D'Achiardi

Senatore del Regno d'Italia
Durata mandato23/01/1934 –
LegislaturaXXIX
Sito istituzionale

Podestà di Pisa
Durata mandato19361939

Dati generali
Partito politicoPartito Nazionale Fascista
Titolo di studioLaurea in Scienze Naturali
ProfessioneDocente universitario in Mineralogia

Carriera modifica

Nel 1906 egli scoprì un nuovo minerale al quale dette, in onore del padre Antonio D'Achiardi, il nome di Dachiardite.

Fu professore ordinario di Mineralogia alla Università di Pisa (1910) e rettore della stessa università nei periodi 1923-1925 e 1935-1939.

Cariche amministrative modifica

  • Consigliere comunale di Pisa
  • Podestà di Pisa (1936-1939)

Cariche e titoli modifica

  • Presidente del Consiglio di amministrazione della Cassa di risparmio di Pisa (1919)
  • Socio corrispondente della Accademia dei Lincei (5 luglio 1924)
  • Membro del Consiglio superiore della pubblica istruzione (15 febbraio 1926-31 dicembre 1928)
  • Socio nazionale dell'Accademia dei Lincei (10 novembre 1932)
  • Membro del Comitato geologico
  • Membro del Consiglio direttivo dell'Istituto di studi etruschi
  • Socio corrispondente della Accademia dei Georgofili di Firenze
  • Membro accademico dell'Istituto italiano di paleontologia umana

Onorificenze modifica

Commissioni modifica

  • Membro della Commissione dell'educazione nazionale e della cultura popolare (17 aprile 1939-5 agosto 1943)
  • Membro della Commissione per il giudizio dell'Alta Corte di Giustizia (17 aprile 1939-5 agosto 1943)

Alta Corte di Giustizia per le Sanzioni contro il Fascismo modifica

Il 7 agosto 1944 D'Achiardi, nella sua qualità di senatore, fu deferito con la seguente motivazione: "Senatori ritenuti responsabili di aver mantenuto il fascismo e resa possibile la guerra sia coi loro voti, sia con azioni individuali, tra cui la propaganda esercitata fuori e dentro il Senato". L'ordinanza non ebbe luogo a procedere per decesso.

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