Giovanni Giuriati

politico italiano (1876-1970)

Giovanni Battista Giuriati (Venezia, 4 agosto 1876Roma, 6 maggio 1970) è stato un politico italiano, Presidente della Camera dei deputati e più volte ministro durante il ventennio fascista.

Giovanni Giuriati

Presidente della Camera dei deputati
Durata mandato20 aprile 1929 –
19 gennaio 1934
MonarcaVittorio Emanuele III di Savoia
PredecessoreAntonio Casertano
SuccessoreCostanzo Ciano

Segretario del Partito Nazionale Fascista
Durata mandato7 ottobre 1930 –
7 dicembre 1931
PredecessoreAugusto Turati
SuccessoreAchille Starace

Presidente dello Stato Libero di Fiume
Durata mandato22 marzo 1922 –
16 settembre 1923
PredecessoreRiccardo Zanella
Successorecarica abolita[1]

Ministro dei Lavori pubblici del Regno d'Italia
Durata mandato5 gennaio 1925 –
30 aprile 1929
Capo del governoBenito Mussolini
PredecessoreGino Sarrocchi
SuccessoreBenito Mussolini
LegislaturaXXVII

Ministro per le terre liberate dal nemico del Regno d'Italia
Durata mandato31 ottobre 1922 –
5 febbraio 1923
Capo del governoBenito Mussolini
PredecessoreVito Luciani
Successoreministero soppresso
LegislaturaXXVI

Ministro a disposizione per incarichi speciali
Durata mandato11 marzo 1923 –
24 gennaio 1924

Dati generali
Partito politicoPartito Nazionale Fascista
(1921-1943)
Partito Fascista Repubblicano
(1943-1945)
Titolo di studioLaurea in giurisprudenza
UniversitàUniversità degli Studi di Padova
Giovanni Giuriati
NascitaVenezia, 4 agosto 1876
MorteRoma, 6 maggio 1970 (93 anni)
Dati militari
Paese servitoItalia (bandiera) Italia
Forza armata Regio Esercito
RepartoRiserva
Anni di servizio19151919
1943
GradoMaggiore
Generale di brigata
GuerrePrima guerra mondiale
Decorazioni2 Medaglie d'Argento al Valor Militare
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Biografia

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Figlio di Domenico Giuriati, avvocato e deputato della Sinistra storica, e di Giovanna Bigaglia, crebbe in una famiglia dai forti sentimenti patriottici.

Nel 1903 divenne socio dell'associazione Trento e Trieste, di cui nel 1913 fu nominato presidente. Nel 1908 si laureò in Giurisprudenza presso l'Università degli Studi di Padova, diventando in seguito avvocato.[2]

Prima guerra mondiale

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Sostenitore dell'Associazione Nazionalista Italiana, nel 1915, insieme ad alcuni irredentisti italiani residenti nell'Impero austro-ungarico, aiutò la popolazione di Avezzano, colpita dal terremoto della Marsica. Nell'aprile dello stesso anno si arruolò come volontario per la prima guerra mondiale, in cui fu coinvolto in tre importanti episodi: il 21 novembre fu ferito ad Oslavia e decorato di medaglia d'argento; il 22 maggio 1917 fu promosso maggiore per meriti di guerra ed il 19 agosto dello stesso anno, nuovamente ferito sulla Bainsizza, ricevette una seconda medaglia d'argento.

Congedato a conflitto ormai ultimato, tornò in laguna riprendendo l'attività forense ma, nel 1919, seguì Gabriele D'Annunzio nell'Impresa di Fiume, di cui fu capo di gabinetto, e un anno più tardi perorò la causa fiumana alla conferenza di pace svoltasi a Parigi. Come D'Annunzio e molti dei legionari fiumani, fu membro della massoneria[3]. Dopo il Trattato di Rapallo concordò con l'idea della Vittoria mutilata e si iscrisse nel 1919 ai Fasci di combattimento.

In Parlamento

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Fu eletto deputato nel 1921 nella Lista Nazionale, iscrivendosi al gruppo del Partito Nazionale Fascista. Nel marzo 1922 fu presidente dello Stato Libero di Fiume. Dopo la marcia su Roma del 28 ottobre 1922, cui partecipò come ispettore generale della IV Zona delle squadre fasciste, entrò nel governo Mussolini dapprima come Ministro per le terre liberate dal nemico (31 ottobre 1922-5 febbraio 1923) e poi ministro senza portafoglio (1923-1924)[4]. Fu anche presidente del Consiglio superiore dell'emigrazione (1923-1924) e commissario del Governo per la liquidazione dei beni degli ex nemici (1923-1924).[2] Nel 1924 fu rieletto deputato. Fu quindi a capo della missione della crociera commerciale della nave "Italia" in Sudamerica.

Nel 1925 fu ministro dei lavori pubblici, incarico che lasciò quando, dopo la conferma alla Camera nelle elezioni del 1929, fu eletto presidente della Camera dei deputati il 29 aprile 1929. Come ministro dei lavori pubblici, presiedette a Bergamo un convegno promotore dell'autostrada Torino-Trieste.[5]

Alla carica di presidente della Camera cumulò il 24 settembre 1930 quella di segretario nazionale del Partito Nazionale Fascista. In questa carica gli succedette, nel dicembre 1931, Achille Starace. La sostituzione alla segreteria avvenne soprattutto a causa dell'indiscriminata epurazione nelle file degli iscritti al partito (120.000 esclusioni) e dei contrasti con la Chiesa sull'Azione cattolica. Nel gennaio 1934 decise di non ricandidarsi alla Camera, nonostante la richiesta dello stesso Mussolini, rifiutando anche la nomina ad ambasciatore a Berlino.

Nel febbraio 1934 cessò di far parte del Gran consiglio del fascismo, ma nello stesso anno (il 1º marzo) fu nominato senatore del Regno, dedicandosi anche all'avvocatura.

Nel 1941, durante la seconda guerra mondiale, fu presidente della commissione legislativa Forze armate del Senato. Il 26 febbraio 1943, sessantasettenne, venne nominato generale di brigata della riserva. Dopo l'8 settembre 1943 si stabilì a Cortina d'Ampezzo: Pavolini e Buffarini Guidi gli chiesero di diventare il nuovo ministro degli esteri della Repubblica Sociale Italiana, ma egli preferì rifiutare.

Nel luglio 1944 fu dichiarato decaduto da senatore del Regno.

Dopo la conclusione della seconda guerra mondiale venne processato per il sostegno al fascismo, ma fu assolto (1947): da quel momento si trasferì a Roma, non occupandosi più di politica.

Onorificenze

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Medaglia di benemerenza per i volontari della Guerra Italo-austriaca 1915-1918
  • La vigilia (gennaio 1913 - maggio 1915), 1930
  • Il duca d'Aosta cittadino della riscossa italica, 1931
  • Con D'Annunzio e Millo in difesa dell'Adriatico, 1954
  • La parabola di Mussolini nei ricordi di un gerarca, Laterza, Bari, 1981.
  1. ^ sostituita dal governatore militare
  2. ^ a b Scheda senatore GIURIATI Giovanni, su notes9.senato.it. URL consultato l'8 maggio 2009 (archiviato dall'url originale il 16 novembre 2012).
  3. ^ Aldo A. Mola, Storia della Massoneria italiana dalle origini ai nostri giorni, Bompiani, Milano, 1992, p. 203.
  4. ^ Storia Camera
  5. ^ Vandone I. (1928), “L’Autostrada Pedemontana Torino-Trieste”, in Le Strade, n. 5, maggio, TCI, pagg. 133-135.

Bibliografia

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  • Sheyla Moroni, Giovanni Giuriati: biografia politica, 2007
  • B. P. Boschesi, Il chi è della Seconda Guerra Mondiale, vol. I, Mondadori Editore, 1975, p. 215.
  • Luca G. Manenti, Giuriati Giovanni, in Atlante/Dizionario del 1915 in Friuli Venezia Giulia, http://www.atlantegrandeguerra.it/portfolio/giuriati-giovanni/

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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Controllo di autoritàVIAF (EN117988722 · ISNI (EN0000 0000 8187 0606 · SBN RAVV046355 · BAV 495/111713 · LCCN (ENn82009957 · GND (DE101516367X · BNF (FRcb16575028w (data) · J9U (ENHE987007274339805171