Giovanni Plantageneto, I duca di Lancaster
Giovanni Plantageneto (in inglese John, 1st Duke of Lancaster; Gand, 6 marzo 1340 – Leicestershire, 3 febbraio 1399), quartogenito di Edoardo III d'Inghilterra, fu conte di Richmond dal 1342 al 1372, duca di Lancaster dal 1362 e duca d'Aquitania dal 1390 alla sua morte; fu inoltre il capostipite del casato reale inglese di Lancaster.
BiografiaModifica
Giovanni fu il quarto figlio maschio di Edoardo III e di sua moglie, Filippa di Hainaut.
Nel 1340 e nel 1342 fu nominato conte di Richmond.
Duca di LancasterModifica
Alla morte del suocero nel 1361, Giovanni ricevette la metà delle sue terre, il titolo di "Conte di Lancaster" e la distinzione come il più grande proprietario terriero, nel nord dell'Inghilterra, ereditando il Palatinato di Lancaster. Giovanni ereditò il resto quando la sorella di sua moglie, Maud, contessa di Leicester, morì il 10 aprile 1362.
Ricevette il titolo di "Duca di Lancaster" da suo padre il 13 novembre 1362. Dal quel momento la sua posizione fu ben consolidata, possedendo almeno una trentina di castelli e tenute in tutta l'Inghilterra e la Francia. La sua famiglia era paragonabile, per dimensioni e organizzazione, a quella di un monarca.
Dopo la morte del fratello Edoardo, venne chiamato per difendere il riformatore religioso John Wycliffe, forse per contrastare il crescente potere secolare della Chiesa cattolica romana. Tuttavia la sua ascesa politica coincise con una diffusa avversione nei suoi confronti.
Inoltre, mentre il re Edoardo III e il Principe di Galles erano eroi popolari grazie i loro successi sul campo di battaglia, Giovanni non aveva una fama militare equivalente che avrebbe potuto rafforzare la sua reputazione. Anche se aveva combattuto nella battaglia di Nájera, le sue successive vittorie non ebbero molto successo.
Con l'ascesa di Riccardo II, l'influenza di Giovanni crebbe, ma la diffidenza che vi era nei suoi confronti rimase, tanto che si pensava che volesse il trono per sé.
Dopo che suo fratello Edoardo era stato colpito della malattia, Giovanni fu nominato governatore dell'Aquitania nel 1372. Il medesimo anno, approntata una spedizione militare contro la Castiglia, fu sconfitto da re Enrico II a La Rochelle.
Nel 1373 Giovanni fece una scorreria da Calais a Bordeaux[1] e, tempo dopo, prese parte ai negoziati per la tregua a Bruges.
La lotta per il potereModifica
Nel 1376 la morte dell'erede al trono, Edoardo il Principe Nero, che lo aveva fortemente criticato in seguito allo scandalo dei ministri laici, ristabilì il prestigio del duca Giovanni, che, con l'appoggio del teologo John Wyclif[2], ora ebbe in mano tutto il potere, perché il padre Edoardo III, per l'età aveva perso la capacità di governare. Tuttavia, l'anno successivo, Edoardo III morì e salì al trono il figlio di Edoardo il Principe Nero, suo nipote, Riccardo II, di dieci anni, che, sotto l'influenza della madre, Giovanna di Kent gli revocò alcuni privilegi, e cercò, senza riuscirci, di allontanarlo dalla vita politica. Giovanni inizialmente si dedicò soprattutto ai problemi militari, conducendo uno sfortunato attacco a Saint-Malo (1378), ma a poco a poco divenne il più ascoltato consigliere del re, influenzandolo nelle decisioni per diversi anni[3].
In questo periodo, Giovanni negoziò una tregua con la Francia, e lo stesso fece con la Scozia, una volta inviato dal sovrano ai confini settentrionali del regno inglese. Nel 1384, essendo stata infranta la pace, condusse una spedizione contro gli Scozzesi, che si concluse in un disastro. Nonostante gli insuccessi e la revoca dei suoi privilegi, Giovanni era divenuto un grande amico di Riccardo, con l'aiuto del quale, dopo la notizie delle due sconfitte subite dai castigliani ad opera dei portoghesi[4], raccolse un forte esercito per affermare le sue pretese sulla Castiglia, su cui regnava ora il figlio di Enrico II di Trastamara, Giovanni I.
Firmato il trattato di Windsor tra Giovanni I del Portogallo e Riccardo II d'Inghilterra, Giovanni, duca di Lancaster, a luglio sbarcò a La Coruña e invase la Galizia e, dopo l'incontro col re del Portogallo, conquistò la Galizia (1386); ma, anche per una forte epidemia di peste, la campagna anglo-portoghese fu poco proficua e alla fine fu accettata la proposta di pace dei castigliani: il trattato di pace siglato nel 1387 stabiliva, oltre a una tregua tra Castiglia e Portogallo della durata di tre anni, l'accettazione come re di Castiglia di Giovanni I, un cospicuo indennizzo al duca di Lancaster, Giovanni, per le spese sostenute, ed il matrimonio tra sua figlia Caterina (nipote quindi di Pietro I di Castiglia), e l'erede al trono di Castiglia, Enrico, ristabilendo così la legittimità della dinastia dei Trastámara, sul trono di Castiglia.
Dopo che aveva fatto ritorno dalla Penisola iberica Giovanni fu creato duca di Guienna o Aquitania, nel 1390, condusse i negoziati con la Francia negli anni 1392-1394, soffocò la ribellione del Cheshire (1393), e diede il suo assenso alla nomina di erede al trono di Ruggero Mortimer, IV conte di March[5] e perfino alla condanna all'esilio pronunciato da Riccardo, nel 1398, contro suo figlio Enrico di Bolingbroke, futuro re d'Inghilterra. Durante il governo tirannico di Riccardo II (1397-1399), Giovanni fu l'unico magnate che il re cercasse di propiziarsi, anche perché, dopo il 1389, Giovanni, col suo re, fu sempre leale e collaborativo, al contrario del partito dei nobili, guidato da suo fratello, Tommaso Plantageneto, I duca di Gloucester, e da Thomas de Beauchamp, XII conte di Warwick e Richard FitzAlan, XI conte di Arundel; a Giovanni soprattutto va il merito della pace che si godette in Inghilterra per circa dieci anni.
MatrimoniModifica
Primo MatrimonioModifica
Giovanni prima di sposarsi ebbe una relazione con Maria di St. Hilaire di Hainault (1340-1399), dalla quale ebbe una figlia:
- Bianca Plantageneta (1359-1388/1389).
Sposò, il 19 maggio 1359, Bianca di Lancaster (25 marzo 1345-12 settembre 1369), figlia di Enrico Plantageneto e di Isabella di Beaumont. Ebbero sette figli:
- Filippa (31 marzo 1360-19 luglio 1415), sposò Giovanni I di Portogallo;
- Giovanni (1362);
- Elisabetta (21 febbraio 1364-24 novembre 1426), sposò in prime nozze John Hastings, III conte di Pembroke, in seconde nozze John Holland, I duca di Exeter e in terze nozze John Cornwall, I barone Fanhope;
- Edoardo (1365-1368);
- Giovanni (1366-1367);
- Enrico IV d'Inghilterra (3 aprile 1367-20 marzo 1413), II duca di Lancaster (1366?–1413) seconda creazione (1362);
- Isabella (1368).
Secondo MatrimonioModifica
Nel 1371 sposò Costanza di Castiglia (1354-1394), figlia di Pietro I di Castiglia e di Maria di Padilla. Ebbero due figli:
- Caterina di Lancaster (1372–1418), sposò Enrico III di Castiglia;
- Giovanni (1374–1375)
Terzo MatrimonioModifica
Nel 1396 sposò Caterina Swynford (1350-1403), figlia di Payne De Roet, un araldo fiammingo proveniente da Hainaut, che era stata amante di Giovanni, dopo la morte del marito, il cavaliere inglese Hugh Swynford (1340-1372). Ebbero quattro figli (legittimati da Riccardo II nel 1397):
- Giovanni Beaufort (1373-1410), sposò Margaret Holland;
- Enrico Beaufort (1375-1447), vescovo di Winchester e poi cardinale;
- Tommaso Beaufort, I duca di Exeter (1377-1426), sposò Margaret Neville;
- Giovanna Beaufort, contessa di Westmoreland (1379-1440) sposò in prime nozze Roberto Ferrers, III barone Ferrers e in seconde nozze Ralph Neville.
MorteModifica
Giovanni morì il 3 febbraio 1399, nel castello di Leicester, aprendo una crisi che portò alla destituzione di Riccardo II e all'ascesa al trono di suo figlio, Enrico di Bolingbroke, che assunse il nome di Enrico IV.
Giovanni fu inumato nella Cattedrale di Saint Paul, a Londra.
AscendenzaModifica
OnorificenzeModifica
Cavaliere dell'Ordine della Giarrettiera | |
NoteModifica
- ^ Giovanni, in cinque mesi, dalla Normandia raggiunse Bordeaux senza aver fatto conquiste e con la perdita di quasi tutti i cavalli. Dopo una reazione del connestabile di Francia, Bertrand du Guesclin, si arrivò alla tregua di Bruges del 27 giugno 1375 che portò, se non alla pace, alla sospensione della guerra dei cent'anni.
- ^ Il teologo John Wyclif, originario della contea di Richmond, appoggiò sempre la politica anticlericale di Giovanni e fu combattuto dalle alte gerarchie ecclesiastiche, come seguace di Giovanni.
- ^ Giovanni influenzò, con alterne fortune, il governo di Riccardo II sino al 1386, anno in cui decise di partire per la penisola iberica, per reclamare il trono di Castiglia e Riccardo II cominciò a governare da solo.
- ^ Il re del Portogallo, Giovanni di Aviz, poteva opporre solo 6500 uomini (inclusi 200 arcieri inglesi), tutti appiedati, condotti da Nuno Álvares Pereira, contro un esercito di 32.000 uomini, composto da castigliani e francesi; lo scontro avvenne il 14 agosto del 1385 ad Aljubarrota, Alcobaça (Portogallo) e la vittoria fu così netta che i portoghesi entrarono in Castiglia ed, il 15 ottobre, sconfissero i castigliani anche a Valverde.
- ^ Nel 1394 Riccardo II rimase vedovo e privo di figli. L'erede al trono divenne quindi il nipote Ruggero Mortimer, IV conte di March, figlio della cugina del sovrano Filippa Plantageneta, unica figlia di Lionello, terzogenito di Edoardo III. Nel 1398, dopo l'assassinio di Ruggero Mortimer in Irlanda, il titolo di erede presunto passò al figlio, Edmondo Mortimer, V conte di March, che all'epoca aveva sette anni.
BibliografiaModifica
- Giovanni Treccani, Enciclopedia italiana Treccani - Istituto Poligrafico dello Stato, Roma, 1950.
- A. Coville, Francia. La guerra dei cent'anni (fino al 1380), cap. XVI, vol. VI (Declino dell'impero e del papato e sviluppo degli stati nazionali) della Storia del Mondo Medievale, 1999, pp. 608–641.
- A. Coville, Francia: armagnacchi e borgognoni (1380-1422), cap. XVII, vol. VI (Declino dell'impero e del papato e sviluppo degli stati nazionali) della Storia del Mondo Medievale, 1999, pp. 642–672
- Bernard L. Manning, Inghilterra: Edoardo III e Riccardo II, cap. XIX, vol. VI (Declino dell'impero e del papato e sviluppo degli stati nazionali) della Storia del Mondo Medievale, 1999, pp. 718–783
- Bernard L. Manning, Wycliffe, cap. XX, vol. VI (Declino dell'impero e del papato e sviluppo degli stati nazionali) della Storia del Mondo Medievale, 1999, pp. 784–810
- K.B. Mc Farlane, I re della casa di Lancaster, 1399-1461, cap. XIII, vol. VII (L'autunno del Medioevo e la nascita del mondo moderno) della Storia del Mondo Medievale, 1999, pp. 445–508.
- Edgar Prestage, Il Portogallo nel Medioevo, cap. XVI, vol. VII (L'autunno del Medioevo e la nascita del mondo moderno) della Storia del Mondo Medievale, 1999, pp. 576–610.
Voci correlateModifica
Altri progettiModifica
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Giovanni di Gand
Collegamenti esterniModifica
- (EN) Informazioni sulla figura di Giovanni Plantageneto., su johnofgaunt.de. URL consultato il 14 gennaio 2022 (archiviato dall'url originale l'8 febbraio 2014).
- (EN) Pagina su Giovanni Plantageneto in Tudor's Place., su tudorplace.com.ar.
- (EN) fmg.ac, http://fmg.ac/Projects/MedLands/ENGLAND,%20Kings%201066-1603.htm#_Toc159664207 .
Controllo di autorità | VIAF (EN) 1334861 · ISNI (EN) 0000 0001 1558 0923 · BAV 495/112180 · CERL cnp00402894 · LCCN (EN) n81078874 · GND (DE) 118997432 · BNE (ES) XX1112354 (data) · BNF (FR) cb12232639k (data) · J9U (EN, HE) 987007263563005171 · WorldCat Identities (EN) viaf-1334861 |
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