Giulio Cesare Gonzaga di Bozzolo

nobile italiano

Giulio Cesare Gonzaga (San Martino dall'Argine, 1552Bozzolo, 23 giugno 1609) è stato un nobile italiano.

Giulio Cesare Gonzaga
Conte di Pomponesco
Signore di Bozzolo
Principe del Sacro Romano Impero
Stemma
Stemma
In carica1591-1609
PredecessorePirro II Gonzaga
SuccessoreAnnibale Gonzaga
NascitaSan Martino dall'Argine, 1552
MorteBozzolo, 23 giugno 1609
SepolturaOratorio di San Francesco
Luogo di sepolturaBozzolo
DinastiaGonzaga
PadreCarlo Gonzaga
MadreEmilia Cauzzi Gonzaga
ConsorteFlaminia Colonna
MottoFrustrata non desiniam
Moneta di Giulio Cesare Gonzaga di Bozzolo
+ IVLIVS CESAR GONZ. FERT • ECCL • SAN • SEPTEM
Zecca di Pomponesco

Biografia modifica

 
Bozzolo, Palazzo municipale
 
La piazza principale di Pomponesco.

Era l'ultimo figlio maschio di Carlo Gonzaga marchese di Gazzuolo e di Emilia Cauzzi Gonzaga.[1]
Giovanissimo venne inviato, come il fratello Ferrante, alla corte imperiale di Massimiliano II e vi rimase sino al 1571, divenendo amico del suo successore Rodolfo II.

A seguito della morte del padre, a Giulio Cesare toccò Pomponesco, dove andò a risiedere e dove cercò di ricreare la "città ideale", come fece il cugino Vespasiano con Sabbioneta. Venne edificato il castello a pianta esagonale, che fu demolito agli inizi del XIX secolo. Creò nella cittadina una zecca, che divenne una delle "zecche minori" dei Gonzaga. Il Duca Vincenzo concesse a Giulio Cesare Gonzaga nel 1594[2] il titolo di conte di Pomponesco e l'elevazione di questa terra in contea. Nello stesso anno trasferì la propria residenza a Bozzolo, quando nel 1594 ottenne dall'imperatore il titolo di principe del Sacro Romano Impero, di marchese di Ostiano, di conte di Pomponesco e signore di Commessaggio. La zecca di Pomponesco venne trasferita a Bozzolo nel 1599.
Nel 1608 acquistò dal duca di Mantova Vincenzo Gonzaga il feudo di Pomaro, diventando marchese di Pomaro.[3] Il titolo passò successivamente ad Alfonso Gonzaga, figlio di Ferrante.

Morì a Bozzolo nel 1609 e la vedova, alla quale toccarono tutti i suoi beni, si stabilì ad Albano dove, ospite della famiglia Savelli e assieme a questi contribuì alla riedificazione della chiesa (Chiesa di Santa Maria della Stella) e del convento dei cappuccini.

Nel 2011 il corpo di Giulio Cesare, sepolto nella chiesa di San Francesco a Bozzolo,[4] venne riesumato e sottoposto a perizia.[5][6]

Discendenza modifica

Giulio Cesare sposò nel 1587 Flaminia Colonna, principessa romana del ramo di Palestrina e non ebbero figli.

Ascendenza modifica

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Gianfrancesco Gonzaga Ludovico II Gonzaga  
 
Barbara di Brandeburgo  
Pirro Gonzaga  
Antonia del Balzo Pirro del Balzo  
 
Maria Donata Orsini  
Carlo Gonzaga  
Annibale II Bentivoglio Giovanni II Bentivoglio  
 
Ginevra Sforza  
Camilla Bentivoglio  
Lucrezia d'Este Ercole I d'Este  
 
Ludovica Condolmieri  
Giulio Cesare Gonzaga  
Francesco II Gonzaga Federico I Gonzaga  
 
Margherita di Baviera  
Federico II Gonzaga  
Isabella d'Este Ercole I d'Este  
 
Eleonora d'Aragona  
Emilia Cauzzi Gonzaga  
Giacomo Boschetti Albertino V Boschetti  
 
Diamante Castaldi  
Isabella Boschetti  
Polissena Castiglioni Cristoforo Castiglione  
 
Luigia Gonzaga  
 

Onorificenze modifica

 

Stemma modifica

Con diploma imperiale del 10 febbraio 1594, l'imperatore Rodolfo II elevò Bozzolo al rango di città e di principato e nell'occasione concesse a Giulio Cesare l'utilizzo di un suo stemma che così si blasonò: D'argento, alla croce patente di rosso accantonata da quattro aquile spiegate di nero, linguate di rosso, volte alla destra araldica e coronate d'oro; sul tutto, in cornice d'oro, uno scudo di rosso ad una stella d'argento radiata di 16 raggi (Del Balzo). Lo scudo è accollato a dieci bandiere d'alleanza a due punte ravvolte, inastate su lance con cordelliere e due fiocchi d'oro, bordate di porpora che incorniciano i seguenti stemmi: la prima: d'argento all'aquila spiegata di nero, linguata di rosso, volta alla destra e coronata d'oro; la seconda: di rosso al leone d'argento dalla coda bipartita, armato e lampassato d'oro, coronato e collarinato dello stesso (Boemia); la terza: fasciato d'oro e di nero (Gonzaga); la quarta: all'aquila anzidetta; la quinta: di rosso alla stella d'argento radiata di 16 raggi (Del Balzo); la sesta: all'aquila anzidetta; la settima: d'argento alla croce patente di rosso (Gonzaga); l'ottava: di rosso al leone anzidetto; la nona: all'aquila anzidetta; la decima: fasciata d'oro e di nero. Il tutto sormontato da una corona gemmata d'oro ed otto fioroni in giro.[8]

Note modifica

  1. ^ Genealogia Gonzaga di Bozzolo, su genealogy.euweb.cz.
  2. ^ Leandro Zoppè, Itinerari gonzagheschi, Milano, 1988.
  3. ^ Comune di Pomaro Monferrato. (PDF), su regione.piemonte.it. URL consultato il 29 settembre 2012 (archiviato dall'url originale il 26 giugno 2015).
  4. ^ Rosanna Golinelli Berto. Associazione per i monumenti domenicani (a cura di), Sepolcri Gonzagheschi, Mantova, 2013.
  5. ^ Riesumate le ossa di Giulio Cesare Gonzaga.
  6. ^ Dalle ossa riesumate l'altra faccia dei Gonzaga., su gazzettadimantova.gelocal.it. URL consultato il 7 giugno 2013 (archiviato dall'url originale il 29 aprile 2014).
  7. ^ Stefano Gionta, Il fioretto delle croniche di Mantova, Mantova, 1741.
  8. ^ Comune di Bozzolo; Gruppo Culturale Per Bozzolo (a cura di), Il Principe e la Città. Giulio Cesare Gonzaga di Bozzolo, Modena, 1994.

Bibliografia modifica

  • Ferrante Aporti, Memorie storiche riguardanti San Martino dall'Argine, Mantova, 2004. ISBN 88-88499-22-9.
  • Comune di Bozzolo; Gruppo Culturale Per Bozzolo (a cura di), Il Principe e la Città. Giulio Cesare Gonzaga di Bozzolo, Modena, 1994. ISBN non esistente.
  • Dante Colli, Alfonso Garuti e Romano Pelloni, Piccole Capitali Padane, Modena, Artioli Editore, 1996, ISBN 88-7792-048-3.

Voci correlate modifica

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