Giuseppe Vacciano

politico italiano

Giuseppe Vacciano (Napoli, 15 settembre 1972) è un politico italiano.

Giuseppe Vacciano

Senatore della Repubblica Italiana
Durata mandato15 marzo 2013 –
22 marzo 2018
LegislaturaXVII
Gruppo
parlamentare
- Movimento 5 Stelle (fino al 07/01/2015)
- Misto (dal 08/01/2015)
CircoscrizioneLazio
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoM5S (fino al 2015)
Ind. (2015-2018)
Titolo di studioDiploma di ragioneria
ProfessioneImpiegato

Biografia modifica

Nato a Napoli nel 1972, si diplomò ragioniere nel 1991[1]. Nel 1994 vinse un concorso come assistente di cassa presso la Banca d'Italia, e lo stesso anno iniziò a lavorare nella sede di Ravenna[1]. Nel 2006 venne trasferito nella sede di Latina, dove vive tuttora[1].

Ha iniziato la sua attività politica nel meetup di Latina, impegnandosi attivamente nella campagna a favore dei referendum abrogativi del 2011[1]. Nel 2011 è stato il candidato sindaco del Movimento 5 Stelle alle elezioni comunali di Latina ottenendo l'1,3% delle preferenze pari a 1.055 voti[2].

Alle elezioni politiche del 2013 viene eletto senatore nella circoscrizione elettorale Lazio 2[1]. Il 17 marzo 2013 il senatore ha dichiarato, sul suo profilo Facebook, di aver votato Pietro Grasso al ballottaggio al Senato per l'elezione del presidente della camera alta del Parlamento[3] in contrapposizione alla linea ufficiale del partito che aveva indicato di votare scheda bianca.

Sostituisce il collega Sergio Puglia come Tesoriere del gruppo M5S al Senato dal 30 settembre 2013.

Il 22 dicembre 2014 ha presentato le dimissioni da senatore assieme al deputato Cristian Iannuzzi e alla senatrice Ivana Simeoni in dissenso con la nomina del direttorio[4]. Le dimissioni sono state poi respinte dal Senato.
Vacciano è stato comunque espulso dal gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle il 7 gennaio 2015 su iniziativa del capogruppo in carica Alberto Airola non confermata da alcun voto[4]. Vacciano, come previsto dal regolamento del Senato[5], è entrato quindi a far parte del Gruppo misto senza però iscriversi a nessuna componente.

Il Senato ha respinto 5 volte le sue dimissioni, prima il 17 febbraio 2015, poi il 16 settembre 2015, il 13 luglio 2016, il 25 gennaio 2017 ed il 20 aprile 2017[6][7][8][9][10]. Le continue e reiterate reiezioni delle dimissioni hanno provocato le proteste di Vacciano e notevole scalpore sui media.[11][12][13][14]

Alla fine del mandato ha abbandonato la carriera politica.

Note modifica

  1. ^ a b c d e Elezioni, Giuseppe Vacciano: senatore pontino del Movimento 5 Stelle latinatoday.it
  2. ^ Dati ufficiali elezioni Archiviato il 20 aprile 2013 in Internet Archive. comune.latina.it
  3. ^ Vacciano (M5S): «Ho votato Grasso, pronto a dimettermi»Corriere della Sera 17 marzo 2013
  4. ^ a b MOVIMENTO 5 STELLE: ESPULSI I SENATORI VACCIANO E SIMEONI su rainews.it
  5. ^ Regolamento del Senato - Art. 14 - Comma 4, su senato.it. URL consultato il 13 gennaio 2016.
  6. ^ Latina, il Senato respinge le dimissioni di Giuseppe Vacciano e Ivana Simeoni, su Il Messaggero, 17 febbraio 2015.
  7. ^ Dimissioni presentate dal senatore Giuseppe Vacciano: respinte per la seconda volta dall'Assemblea, su Senato della Repubblica, 16 settembre 2015.
  8. ^ Vacciano senatore per forza, Palazzo Madama dice no alle dimissioni per la terza volta, su Adnkronos, 13 luglio 2016.
  9. ^ Thomas Mackinson, Senato, l'aula respinge ancora le dimissioni di Vacciano. "Confido solo nella fine anticipata della legislatura", su Il Fatto Quotidiano, 25 gennaio 2017.
  10. ^ Vacciano, il Senato respinge per la quinta volta le dimissioni, su la Repubblica, 20 aprile 2017. URL consultato il 28 ottobre 2022.
  11. ^ Thomas Mackinson, Giuseppe Vacciano, il senatore ostaggio della casta: non lo fanno dimettere da 765 giorni. "Non voglio il vitalizio", su Il Fatto Quotidiano, 23 gennaio 2017.
  12. ^ Mariolina Sesto, Vacciano, il senatore «prigioniero» di Palazzo Madama, su Il Sole 24 ORE, 20 aprile 2017.
  13. ^ Charlotte Matteini, L’onorevole prigioniero della Casta: da 2 anni vuole dimettersi, ma il Senato nega l’autorizzazione, su Fanpage.it, 23 gennaio 2017.
  14. ^ Carmelo Caruso, L'incredibile storia del senatore che non riesce a dimettersi, su Panorama, 2 maggio 2017.

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica