Gladys Lounsbury Hobby

microbiologa statunitense

Gladys Lounsbury Hobby (New York, 19 novembre 1910Pennsylvania, 4 luglio 1993) è stata una microbiologa statunitense la cui ricerca ha svolto un ruolo chiave nello sviluppo e nella comprensione degli antibiotici.

Il suo lavoro ha portato allo sviluppo della penicillina da esperimento di laboratorio a farmaco prodotto in serie durante la seconda guerra mondiale.[1]

Vita e carriera modifica

Nasce nel quartiere di Washington Heights a New York ed è una delle due figlie di Theodore Y. Hobby e Flora R. Lounsbury.[2] Era una studentessa intelligente. Si è diplomata alla scuola superiore di White Plains a New York e successivamente si è laureata al Vassar College nel 1931, in questi anni è nato il suo interesse nei confronti della batteriologia grazie alla Dr. Anne Benton Riebeth.[3] Dopo la laurea ha proseguito gli studi ottenendo il dottorato in batteriologia alla Columbia University nel 1935.[4] Ha scritto la sua tesi di dottorato sugli usi medici degli organismi non patogeni.[2]

Ha lavorato per il Presbyterian Hospital e la Columbia Medical School dal 1934 al 1943, durante il quale ha collaborato con il Dr. Karl Meyer, un biochimico, e il Dr. Martin Henry Dawson, clinico e professore associato della medicina, sulla determinazione delle malattie causate da streptococco e successivamente sulla raffinazione della penicillina.[1][5][6] Durante questo periodo, ha anche lavorato per il Prespyterian Hospital a New York.[4] Dopo la morte del Dr. Dawson nel 1944, lasciò la Columbia University per lavorare alla Pfizer & Co. a New York come batteriologa senior dove ha continuato la sua ricerca sulla streptomicina e altri antibiotici, rendendo la penicillina un antibiotico per trattare diverse malattie.[7] Queste ricerche durarono per 15 anni. Alla Pfizer, grazie alla stretta collaborazione con il Dr. John L. Smith, hanno successivamente trovato la soluzione ottimale per produrre in larga scala vari tipi di antibiotici.

Nel 1959 ha lasciato la Pfizer per specializzarsi in malattie infettive croniche come capo di ricerca presso il Veterans Administration Hospital di East Orange, New Jersey. Ha anche servito come assistente professore di ricerca clinica in salute pubblica alla Cornell University Medical College.[1] Nel 1972 fonda la pubblicazione mensile, Antimicrobial Agents and Chemotherapy, e continuò a lavorarci come redattrice per otto anni. Si ritirò dalla sua carriera principale nel 1977. In pensione ha scritto oltre 200 articoli, lavorando come consulente e scrittrice freelance. Ha anche pubblicato un libro, Penicillin: Meeting the Challenge,[8] nel 1985, dove descrisse le enormi sfide che gli scienziati, anche se stessa, hanno affrontato alla fine degli anni trenta e agli inizi degli anni '40, trasformando l'osservazione di Alexander Fleming in un agente terapeutico efficace ed accessibile.[1]

Dedicò tutta la sua vita all'apprendere e a come trattare le malattie infettive, non si è mai sposata.[3]

Morì di un attacco di cuore nel 1993 a casa sua in una comunità di pensione in Pennsylvania.

Contributi chiave e impatto modifica

È riconosciuta per il suo lavoro nella creazione di una forma di penicillina efficace nell'ospite umano. Nel 1940 lei e i suoi colleghi, Dr. Karl Meyer e Dr. Martin Henry Dawson, scrissero a Howard Florey e Ernest Boris Chain per procurarsi un campione di penicillina, cominciando a raffinarla in un farmaco. Lounsbury Hobby, Meyer e Dawson eseguirono le prime prove di penicillina sugli esseri umani nel 1940 e nel 1941, prima di presentarla all'American Society for Clinical Investigation.[5] Successivamente hanno scoperto che la penicillina era un potente killer di germi che riduceva la gravità delle malattie infettive e ha reso possibile procedure come il trapianto di organi e la chirurgia a cuore aperto.[7] I loro risultati hanno ricevuto la copertura mediatica, che ha contribuito ad attirare finanziamenti dal governo degli Stati Uniti per la produzione di massa della penicillina durante la seconda guerra mondiale, salvando la vita di molti soldati.[7]

Alla Pfizer ha fatto un ampio lavoro sulla ossitetraciclina, commercializzata con il nome di Terramycin[1], e viomicina,[9] utilizzate per il trattamento della tubercolosi. Siccome la ossitetraciclina era facile da somministrare per via orale e colpiva un ampio spettro di malattie venne utilizzata ampiamente in ambito clinico.[3]

Premi e riconoscimenti modifica

  • Mademoiselle Award in Science, 1951
  • Commercial Solvents Award in Antibiotics, 1951
  • Honorary Award da New York Lung Association, 1977

Note modifica

  1. ^ a b c d e (EN) Wolfgang Saxon, Gladys Hobby, 82, Pioneer in Bringing Penicillin to Public, in The New York Times, 9 luglio 1993. URL consultato il 9 marzo 2018.
  2. ^ a b (EN) Susan Ware e Stacy Lorraine Braukman, Notable American Women - A Biographical Dictionary: Completing the Twentieth Century, vol. 5, Cambridge, Massachusetts e Londra, Regno Unito, Harvard University Press, 2004, ISBN 0-674-01488-X. URL consultato il 9 marzo 2018.
  3. ^ a b c (EN) King-Thom Chung, Women pioneers of medical research: biographies of 25 outstanding scientists, McFarland, 17 novembre 2009, ISBN 9780786429271, OCLC 455157108. URL consultato il 9 marzo 2018.
  4. ^ a b (EN) Elizabeth H. Oakes, International encyclopedia of women scientists, Facts on File, 1º gennaio 2002, ISBN 0-8160-4381-7, OCLC 45835614. URL consultato il 9 marzo 2018.
  5. ^ a b (EN) The Miracle Cure, su innovators.vassar.edu, Vassar College. URL consultato il 9 marzo 2018 (archiviato dall'url originale il 13 marzo 2017).
  6. ^ (EN) Eric Oatman, The Drug That Changed the World, in Physicians & Surgeons, vol. 25, n. 1, Columbia University, Inverno 2005. URL consultato il 9 marzo 2018 (archiviato dall'url originale l'11 dicembre 2016).
  7. ^ a b c (EN) Gladys Hobby (1910-1993), su nwhm.org, National Women's History Museum. URL consultato il 9 marzo 2018 (archiviato dall'url originale il 12 giugno 2010).
  8. ^ (EN) Gladys Lounsbury Hobby, Penicillin: Meeting the Challenge, 1ª ed., Connecticut, Yale University Press, 10 settembre 1985, ISBN 978-0-300-03225-3. URL consultato il 9 marzo 2018.
  9. ^ (EN) Gladys Hobby, su vcencyclopedia.vassar.edu, Vassar College. URL consultato il 9 marzo 2018.

Bibliografia modifica

Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN26011575 · ISNI (EN0000 0000 8208 4746 · LCCN (ENn84159538 · J9U (ENHE987007279350405171 · WorldCat Identities (ENlccn-n84159538