Goffredo Bettini

politico italiano

Goffredo Maria Bettini (Roma, 5 novembre 1952) è un politico italiano, membro fondatore del Partito Democratico, di cui è stato coordinatore dal 2007 al 2009, considerato uno dei più influenti e potenti al suo interno.

Goffredo Bettini

Coordinatore del Partito Democratico
Durata mandato14 ottobre 2007 –
17 febbraio 2009
PredecessoreCarica creata
SuccessoreMaurizio Migliavacca

Europarlamentare
Durata mandato1º luglio 2014 –
1º luglio 2019
LegislaturaVIII
Gruppo
parlamentare
S&D
CircoscrizioneItalia centrale
Sito istituzionale

Senatore della Repubblica Italiana
Durata mandato28 aprile 2006 –
28 novembre 2007
LegislaturaXV
Gruppo
parlamentare
PD-L'Ulivo
CoalizioneL'Unione
CircoscrizioneLazio
Sito istituzionale

Deputato della Repubblica Italiana
Durata mandato14 settembre 1993 –
14 aprile 1994

Durata mandato30 maggio 2001 –
27 aprile 2006
LegislaturaXI, XIV
Gruppo
parlamentare
XI: PDS
XIV: DS-L'Ulivo
CoalizioneXIV: L'Ulivo
CircoscrizioneXI: Roma
XIV: Lazio 1
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoPartito Democratico (dal 2007)
In precedenza:
PCI (1967-1991)
PDS (1991-1998)
DS (1998-2007)
Titolo di studioDiploma di maturità scientifica
ProfessioneFunzionario di partito; Pubblicista

È stato consigliere comunale e assessore di Roma, deputato alla Camera dal 1993 al 1994 e dal 2001 al 2006, senatore della Repubblica dal 2006 al 2007 ed europarlamentare dal 2014 al 2019.

Biografia

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Discendente della famiglia aristocratica marchigiana Rocchi Bettini Camerata Passionei Mazzoleni, è appassionato fin da giovanissimo di politica e cinema. Ancora studente collabora alla rivista Cinema Nuovo diretta da Guido Aristarco, a Cinemasessanta diretta da Mino Argentieri. Partecipa ai cinegiornali liberi di Cesare Zavattini e Ugo Gregoretti.[1]

Iscrittosi a 14 anni al Partito Comunista Italiano (PCI)[2], milita nella Federazione Giovanile Comunista Italiana (FGCI), la sua organizzazione giovanile, dove negli anni '70 entra far parte del gruppo dirigente della federazione romana diretta all'epoca da Gianni Borgna. Durante questo periodo conosce Pier Paolo Pasolini, Bernardo Bertolucci, Paolo e Vittorio Taviani e Carmelo Bene[senza fonte].

Alla morte di Pasolini nel 1975, ne accompagna il suo ultimo film, Salò o le 120 giornate di Sodoma, alla prima mondiale che si svolge al Festival Paris Cinéma; lo presenta al pubblico insieme a Bertolucci.

Dal 1977 al 1979 è stato segretario della federazione romana della FGCI. Nel 1978, mentre difende i giovani democratici della facoltà di economia e commercio all'Università di Roma "La Sapienza", un banco lanciato dal terzo piano nell'androne della facoltà dai militanti di Autonomia Operaia gli provoca una grave frattura al braccio[3]. Successivamente viene chiamato dal segretario della FGCI Massimo D'Alema a far parte della sua segreteria. Nella FGCI ha conosciuto anche Walter Veltroni, a cui è rimasto legato politicamente per il resto della sua carriera.[4]

Tornato alla federazione del PCI di Roma, alle elezioni amministrative del 1981, come Responsabile della propaganda, imposta la comunicazione per Luigi Petroselli, sindaco uscente di Roma che viene rieletto. Dopo la sconfitta della sinistra dell'anno precedente, è giovanissimo segretario comunale del PCI di Roma. In questa veste si oppone alla Democrazia Cristiana (DC), allora guidata da Vittorio Sbardella. L'opposizione, innanzitutto condotta dai comunisti, determina la caduta del sindaco Pietro Giubilo e le elezioni anticipate alle quali il PCI ottiene un buon risultato. Tuttavia rimane maggioranza l'asse DC-Partito Socialista Italiano (PSI), con la DC costretta però a cedere sul sindaco, che diventerà Franco Carraro. Bettini entra nel consiglio comunale.[5]

Durante la svolta della Bolognina di Achille Occhetto, che porterà alla trasformazione del PCI in Partito Democratico della Sinistra (PDS), Bettini è stato tra i suoi sostenitori, dichiarando di farlo "con la testa ma non col cuore"[3]. Per questo si verifica anche un temporaneo strappo con il suo amico e maestro, Pietro Ingrao, il più autorevole esponente del fronte del no.[3]

Alle elezioni politiche del 1992 viene candidato alla Camera dei deputati, tra le liste del PDS nella circoscrizione Roma-Viterbo-Latina-Frosinone, risultando con 8.102 preferenze il primo dei non eletti[6]. Il 14 settembre 1993 diventa deputato, subentrando a Vincenzo Recchia eletto sindaco di Terracina. Nel corso della XI legislatura ha fatto parte della 3ª Commissione Affari esteri e comunitari.

Bettini lascia il ruolo di segretario regionale del Lazio. Con l'inchiesta Mani pulite e dopo la crisi della giunta di Franco Carraro, nel 1993 rifiuta la proposta del PSI di eleggerlo sindaco, preferendo lo scioglimento del consiglio comunale e nuove elezioni con la nuova legge con l'elezione diretta del sindaco.[3] Appoggia la candidatura a sindaco di Francesco Rutelli, che viene eletto nel dicembre del 1993 al secondo turno.

Bettini è capogruppo del Partito Democratico della Sinistra in consiglio comunale.[4]

Alle politiche del 1994 viene ricandidato alla Camera nel collegio elettorale di Roma - Prenestino - Centocelle, sostenuto dalla coalizione di centro-sinistra Alleanza dei Progressisti in quota PDS, raccogliendo il 42,71% dei voti ma venendo superato dal candidato del Polo del Buon Governo, in quota Alleanza Nazionale, Stefano Gaggioli (45,02%)[7]. Alle elezioni del 1996 si ricandidò a Montecitorio, tra le liste del PDS nella circoscrizione Lazio 1, risultando non eletto.[8]

Nel 1997, a seguito della seconda vittoria di Francesco Rutelli, viene nominato assessore ai Rapporti Istituzionali, ma pochi mesi dopo si dimette da tale incarico, in polemica con Rutelli, che aveva deciso di fondare il movimento che diede vita a I Democratici, in alleanza ma anche in competizione col PDS[9]. Rutelli gli affida comunque la responsabilità di sbloccare il cantiere dell'Auditorium Parco della Musica, da tempo fermo e di portare a termine l'opera e poi di presiedere la gestione. In collaborazione con Renzo Piano e con il presidente dell'Accademia di Santa Cecilia Luciano Berio, scinde il rapporto con le vecchie imprese e realizza una nuova gara definita dall'amministrazione comunale che vede vincitore Salini Impregilo di Cesare Romiti[senza fonte]. L'opera viene consegnata nei tempi stabiliti[senza fonte]..

Nel 1998 aderisce alla svolta di D'Alema dal PDS ai Democratici di Sinistra (DS), con cui alle elezioni regionali nel Lazio del 2000 si candida, capeggiando la lista a sostegno del presidente uscente Piero Badaloni, risultando eletto nel collegio di Roma con 22.217 preferenze (il più votato) in consiglio regionale del Lazio[10], diventando vicepresidente del Consiglio.[11]

Alle elezioni politiche del 2001 viene ricandidato alla Camera, tra le liste dei DS nella circoscrizione Lazio 1, risultando questa volta eletto deputato, continuando a far parte della direzione nazionale del suo partito. Nella XIV legislatura della Repubblica è stato membro della 3ª Commissione Affari esteri e comunitari (2001-2002), della 14ª Commissione Politiche dell'Unione europea (2002-2006), del Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione ed il funzionamento della convenzione di applicazione dell'accordo di Schengen e di vigilanza sull'attività dell'unità nazionale Europol (2001-2002) e del Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'Accordo di Schengen, di vigilanza sull'attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione (2002-2006).

Alle elezioni politiche del 2006 viene eletto senatore per la prima volta capeggiando la lista dei Democratici di Sinistra. Nel corso della XV legislatura ha fatto parte della 3ª Commissione Affari esteri, emigrazione (2006), della 10ª Commissione Industria, commercio, turismo (2006-2007) e della 9ª Commissione Agricoltura e produzione agroalimentare (2007).

Insieme a Veltroni, nel frattempo divenuto sindaco di Roma, fonda la Festa del Cinema di Roma che dirige per tre anni. Chiama alla direzione artistica Piera Detassis, Mario Sesti e Giorgio Barberio Corsetti.[12]

In quel periodo partecipa all'ideazione del progetto del Partito Democratico, sostenendo la candidatura di Veltroni a segretario del nuovo partito e ne coordina la campagna elettorale delle sue primarie, vinte da Veltroni.

Il 4 novembre 2007 diventa coordinatore della segreteria nazionale, nominato dal segretario Veltroni. Il 28 novembre 2007 si dimette da senatore per dedicarsi pienamente all'attività di partito; gli subentra Pietro Larizza.[13][14]

Dopo le dimissioni di Veltroni nel 2009 si ritira da ogni incarico, sia gestionale che istituzionale. Pubblica numerosi libri e partecipa a convegni, conferenze e incontri in tutta Italia. In questo periodo si dedica nuovamente al cinema. Organizza festival di promozione del cinema italiano a Hanoi, Manila e Bangkok.[15]

Alle elezioni europee del 2014 viene candidato al Parlamento europeo, tra le liste del Partito Democratico nella circoscrizione Italia centrale, venendo eletto con 90 462 preferenze. A Bruxelles è membro della commissione affari esteri, occupandosi di dossier sulla Bosnia, il Sud Est asiatico, il Turkmenistan. In vista delle europee del 2019 decide di non ricandidarsi al Parlamento europeo, tornando agli studi e ai suoi interessi culturali.

Benché privo di incarichi politici, viene considerato spesso ancora molto influente, specialmente nelle elezioni per il sindaco di Roma del 2021, vinte dal democratico Roberto Gualtieri e nella gestione del suo partito e dell'intero centrosinistra italiano.[16][17]

  • Goffredo Bettini, Oltre i partiti Copertina flessibile, Roma, Marsilio Editori, 2011, ISBN 88-31-70-99-5X.
  • Goffredo Bettini, Carte segrete. Roma, l'Italia e il PD tra politica e vita, Roma, Aliberti, 2013, ISBN 88-66-26-11-57.
  • Goffredo Bettini, A chiare lettere. Un carteggio con Pietro Ingrao e altri scritti, Roma, Ponte Sisto, 2015, ISBN 88-95-65-80-43.
  • Goffredo Bettini, Agorà. L'ago della bilancia sei tu, Roma, Ponte Sisto, 2018, ISBN 88-99-29-08-06.
  • Goffredo Bettini, A sinistra: da capo, Roma, PaperFIRST, 2022, ISBN 978-8831431996.
  1. ^ Partito Democratico - Goffredo Bettini, su partitodemocratico.it, Partito Democratico. URL consultato il 27 gennaio 2022.
  2. ^ Redazione Web, Pci: Bettini, 'è stata la mia vita, oggi servirebbe sinistra rinnovata, socialista e cristiana' (2), su Economy Magazine, 22 gennaio 2021. URL consultato il 23 aprile 2025.
  3. ^ a b c d Nicola Mirenzi, Goffredo Bettini, ritratto di un capo, su Repubblica.it, 5 Marzo 2020. URL consultato il 27 gennaio 2022.
  4. ^ a b Serena Riformato, Chi è Goffredo Bettini e perché è così importante nel Pd, su Pagella Politica, 01 marzo 2021. URL consultato il 27 gennaio 2022.
  5. ^ Stefano Marroni, E' SCONTRO APERTO TRA LA SINISTRA DC E IL CLAN SBARDELLA, in la Repubblica, 3 novembre 1989. URL consultato il 27 gennaio 2022.
  6. ^ Eligendo Archivio - Ministero dell'Interno DAIT, su Eligendo. URL consultato il 24 aprile 2025.
  7. ^ Eligendo Archivio - Ministero dell'Interno DAIT, su Eligendo. URL consultato il 24 aprile 2025.
  8. ^ Eligendo Archivio - Ministero dell'Interno DAIT, su Eligendo. URL consultato il 24 aprile 2025.
  9. ^ Alberto Mattone, Bettini-Rutelli divorzio annunciato, in la Repubblica, 20 febbraio 1999. URL consultato il 27 gennaio 2022.
  10. ^ Archivio storico delle elezioni, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno.
  11. ^ Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali, su amministratori.interno.gov.it. URL consultato il 23 aprile 2025.
  12. ^ Giuseppe Cerasa, "Ecco perché ho lasciato la Festa del cinema", su roma.repubblica.it, 7 giugno 2008. URL consultato il 27 gennaio 2022 (archiviato dall'url originale il 28 gennaio 2022).
  13. ^ Tutti gli uomini (e le donne) del segretario, su Corriere.it, 4 novembre 2007. URL consultato il 27 gennaio 2022.
  14. ^ Il braccio destro di Veltroni lascia per occuparsi del Pd, al suo posto arriva l'ex segretario della Uil Pietro Larizza, su il Giornale.it, 28 novembre 2007. URL consultato il 27 gennaio 2022.
  15. ^ Al via dal 24 al 28 luglio a Bangkok la terza edizione del Moviemov_Italian Film Festival, su Radio Cinema, 12 luglio 2013. URL consultato il 27 gennaio 2022.
  16. ^ Fabrizio Roncone, Il «monaco» Bettini e Renzi: dalla grande intesa alla rottura amara, su Corriere.it, 21 febbraio 2021. URL consultato il 27 gennaio 2022.
  17. ^ Il «monaco» Bettini e Renzi: dalla grande intesa alla rottura amara, su Huffingtonpost.it, 4 dicembre 2021. URL consultato il 27 gennaio 2022.

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