Governo Ciampi

50º esecutivo della Repubblica Italiana

Il governo Ciampi è stato il cinquantesimo esecutivo della Repubblica Italiana, il secondo e ultimo dell'XI legislatura. Fu anche l'ultimo governo della cosiddetta Prima Repubblica.[1]

Governo Ciampi
StatoBandiera dell'Italia Italia
Presidente del ConsiglioCarlo Azeglio Ciampi
(Indipendente)
CoalizioneDC, PSI, PSDI, PRI, PLI, PDS, FdV, AD
LegislaturaXI
Giuramento29 aprile 1993
Dimissioni13 gennaio 1994
Governo successivoBerlusconi I
11 maggio 1994
Amato I Berlusconi I

Rimase in carica dal 29 aprile 1993[2][3][4][5] all'11 maggio 1994[6], per un totale di 377 giorni, ovvero 1 anno e 12 giorni.

Fu il primo governo della storia della Repubblica Italiana a essere guidato da un non parlamentare e il primo dal 1947 a partecipazione (sia pure per dieci ore) di esponenti post-comunisti. Giurò intorno alle 10:30 del 29 aprile[7], ma quando fra le ore 19 e le 19:30 la Camera dei deputati respinse quasi tutte le richieste di autorizzazione a procedere nei confronti di Bettino Craxi[8], il PDS verso le 20:20 decise il ritiro dei propri ministri[9][10][11]. Altrettanto fece la Federazione dei Verdi un'ora dopo ritirando il suo unico ministro[12].

Ottenne la fiducia alla Camera dei deputati il 7 maggio 1993 con 309 voti favorevoli, 60 contrari e 182 astenuti[13]. Ottenne la fiducia al Senato della Repubblica il 12 maggio 1993 con 162 voti favorevoli, 36 contrari e 50 astenuti[14]. Diede le dimissioni il 13 gennaio 1994[15][16].

Compagine di governo modifica

Sostegno parlamentare modifica

Camera dei deputati Seggi
Democrazia Cristiana
Partito Democratico della Sinistra
Partito Socialista Italiano
Partito Repubblicano Italiano
Partito Liberale Italiano
Partito Socialista Democratico Italiano
Federazione dei Verdi
Lista Marco Pannella
Südtiroler Volkspartei
Vallée d'Aoste
Totale maggioranza
206
107
92
27
17
16
16
7
3
1
492
Lega Nord
Rifondazione Comunista
Movimento Sociale Italiano
La Rete
Federalismo
Lega Autonomia Veneta
Totale opposizione
55
35
34
12
1
1
138
Totale 630
Senato della Repubblica Seggi
Democrazia Cristiana
Partito Democratico della Sinistra
Partito Socialista Italiano
Partito Repubblicano Italiano
Partito Liberale Italiano
Federazione dei Verdi
Partito Socialista Democratico Italiano
Südtiroler Volkspartei
Vallée d'Aoste
Totale maggioranza
107
64
49
10
4
4
3
3
1
245
Lega Nord
Rifondazione Comunista
Movimento Sociale Italiano
La Rete
Per la Calabria
Federalismo
Lega Autonomia Veneta
Lega Alpina Lumbarda
Per il Molise
Totale opposizione
25
20
16
3
2
1
1
1
1
70
Totale 315

Appartenenza politica modifica

L'appartenenza politica dei membri del governo si può così riassumere:

Partito Presidente Ministri Sottosegretari Totale
Democrazia Cristiana - 8 20 28
Partito Socialista Italiano - 5 10 15
Indipendente 1 9 - 10
Partito Socialista Democratico Italiano - 1 4 5
Partito Liberale Italiano - 1 3 4
Partito Democratico della Sinistra - 3 - 3
Partito Repubblicano Italiano - - 1 1
Federazione dei Verdi - 1 - 1

Dieci ore dopo il giuramento del governo, a causa della mancata concessione da parte del parlamento dell'autorizzazione a procedere contro Bettino Craxi, PDS e FdV ritirarono i propri ministri. Le dimissioni furono formalizzate il giorno dopo e il 5 maggio il gabinetto fu reintegrato da personalità indipendenti[17].

La radicale Emma Bonino rifiutò subito l'incarico di sottosegretario agli Esteri con delega alla cooperazione e pertanto non giurò[18].

Provenienza geografica modifica

La provenienza geografica dei membri del Consiglio dei ministri si può così riassumere:

Regione Presidente Ministri Sottosegretari Totale
  Toscana 1 3 3 7
  Lazio - 5 2 7
  Lombardia - 3 4 7
  Campania - 3 3 6
  Puglia - 1 5 6
  Calabria - - 5 5
  Piemonte - 3 1 4
  Sardegna - 2 2 4
  Veneto - - 4 4
  Emilia-Romagna - 2 1 3
  Sicilia - 1 2 3
  Marche - 2 - 2
  Friuli-Venezia Giulia - 1 1 2
  Trentino-Alto Adige - 1 1 2
  Liguria - 1 - 1
  Abruzzo - - 1 1
  Basilicata - - 1 1
  Molise - - 1 1

Composizione modifica

Presidenza del Consiglio dei ministri Sottosegretari di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri
Presidente del Consiglio   Carlo Azeglio Ciampi (Indipendente)
Ministri senza portafoglio Sottosegretari di Stato
Affari sociali   Fernanda Contri (PSI) Carica non assegnata
Coordinamento delle politiche europee   Valdo Spini (PSI) - fino al 04/05/1993 Carica non assegnata
  Livio Paladin (Indipendente) - dal 04/05/1993
Funzione pubblica   Sabino Cassese (Indipendente) Carica non assegnata
Rapporti con il Parlamento   Augusto Antonio Barbera (PDS) - fino al 04/05/1993 Carica non assegnata
  Paolo Barile (Indipendente, poi Alleanza Democratica[19][20][21]) - dal 04/05/1993
Riforme elettorali e istituzionali   Leopoldo Elia (DC) Carica non assegnata
Ministero Ministro Sottosegretari di Stato
Affari esteri   Beniamino Andreatta (DC) - fino al 19/04/1994
  ad interim Leopoldo Elia (DC) - dal 19/04/1994
Interno   Nicola Mancino (DC), con delega al coordinamento della Protezione Civile - fino al 19/04/1994
  ad interim Carlo Azeglio Ciampi (Indipendente) - dal 19/04/1994
Grazia e giustizia   Giovanni Battista Conso (Indipendente)
Bilancio e programmazione economica   Luigi Spaventa (Indipendente)
Finanze   Vincenzo Alfonso Visco (PDS) - fino al 04/05/1993
  Franco Gallo (Indipendente) - dal 04/05/1993
Tesoro

Il dicastero accorpa il ministero delle partecipazioni statali a causa del referendum abrogativo del 1993

  Piero Barucci (Indipendente)
Difesa   Fabio Fabbri (PSI)
Pubblica istruzione   Rosa Russo Iervolino (DC)
Lavori pubblici   Francesco Merloni (DC)
Risorse agricole, alimentari e forestali
Il dicastero modifica la propria denominazione da ministero dell'agricoltura e delle foreste a causa del referendum abrogativo del 1993
  Alfredo Luigi Diana (DC)
Trasporti
Il dicastero viene soppresso con la legge n. 537 del 24 dicembre 1993
  Raffaele Costa (PLI) - fino al 02/01/1994
Marina mercantile
Il dicastero viene soppresso con la legge n. 537 del 24 dicembre 1993
ad interim Raffaele Costa (PLI) - fino al 02/01/1994
Trasporti e navigazione
Il dicastero viene istituito con la legge n. 537 del 24 dicembre 1993 dall'accorpamento del ministero dei trasporti con il ministero della marina mercantile
Raffaele Costa (PLI) - dal 02/01/1994
Poste e telecomunicazioni   Maurizio Pagani (PSDI)
Industria, commercio e artigianato   Paolo Savona (Indipendente) - fino al 19/04/1994
  ad interim Paolo Baratta (Indipendente) - dal 19/04/1994
Sanità   Mariapia Garavaglia (DC)
Commercio con l'Estero   Paolo Baratta (Indipendente) Carica non assegnata
Lavoro e previdenza sociale   Luigi Giugni (PSI)
Beni culturali e ambientali   Alberto Ronchey (Indipendente) Carica non assegnata
Turismo e spettacolo   ad interim Carlo Azeglio Ciampi (Indipendente) Carica non assegnata
Ambiente   Francesco Rutelli (FdV), con delega ai problemi delle aree urbane - fino al 04/05/1993
  Valdo Spini (PSI), con delega ai problemi delle aree urbane - dal 04/05/1993
Università e ricerca scientifica e tecnologica   Luigi Berlinguer (PDS) - fino al 04/05/1993
  Umberto Colombo (Indipendente) - dal 04/05/1993

Cronologia modifica

1993 modifica

Aprile modifica


Maggio modifica

Giugno modifica

Luglio modifica

  • 3 luglio - Il governo, la Confederazione generale dell'industria italiana e le Confederazioni sindacali concludono un negoziato sul protocollo che stabilisce che nei contratti di lavoro gli aumenti salariali non possono superare il tetto dell'inflazione programmata.
  • 20 luglio - L'ex presidente dell'Eni, Gabriele Cagliari, si toglie la vita nel carcere di San Vittore dove è detenuto da 134 giorni per corruzione e violazione della legge sul finanziamento ai partiti nell'ambito dell'inchiesta sui fondi neri dell'Eni a cui si erano aggiunti ordini di custodia cautelare per le inchieste sugli accordi in campo assicurativo nella vicenda Enimont. Si riaccende così la polemica sulla carcerazione preventiva. Il ministro di grazia e giustizia, Giovanni Conso, alla Camera dei deputati risponde alle interrogazioni presentate dai vari gruppi sulla morte di Gabriele Cagliari e dispone un'ispezione alla procura di Milano per verificare la correttezza del comportamento dei giudici.
  • 22 luglio - Al Senato della Repubblica il ministro di grazia e giustizia Conso risponde alle interrogazioni presentate dai vari gruppi sulla morte dell'ex presidente dell'Eni Gabriele Cagliari, attaccando duramente il pool di Mani pulite accusando i magistrati di aver dimenticato il detenuto.
  • 23 luglio - Il governo, la Confederazione generale dell'industria italiana e le Confederazioni sindacali firmano il protocollo, su cui si trovò un accordo preliminare il 3 luglio, denominato "Patto per la politica dei redditi e lo sviluppo".

Novembre modifica

  • 2 novembre - Il presidente del Consiglio Ciampi, incontra il ministro della difesa, Fabio Fabbri, il ministro dell'interno, Nicola Mancino, e il comitato parlamentare di controllo per esaminare la proposta di riforma dei servizi segreti.
  • 5 novembre - Delle voci sulle dimissioni del presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, a seguito del caso S.I.S.De., provocano il caos sui mercati finanziari. L'ondata speculativa che fa vacillare la lira è in parte arginata dalle dichiarazioni del presidente del Consiglio Ciampi, che annuncia di aver chiesto l'intervento della magistratura per far luce sulla vicenda in cui è coinvolto il capo dello Stato Scalfaro e il ministro dell'interno Mancino.
  • 9 novembre - Alla Camera dei deputati si discutono le interpellanze e le interrogazioni sullo scandalo dei fondi neri al SISDe. Il presidente del Consiglio Ciampi definisce gli agenti del Servizio per le informazioni e la sicurezza democratica dei malfattori e difende da ogni accusa il presidente della Repubblica Scalfaro. Illustra così le caratteristiche della riforma dei servizi segreti. Durante questa discussione il leader della Lega Nord, Umberto Bossi, attacca duramente il presidente del Consiglio chiedendo le dimissioni del governo e le elezioni anticipate minacciando di costituire un governo del Nord e non partecipare più ai lavori del Parlamento della Repubblica Italiana.

Dicembre modifica

  • 18 dicembre - Viene approvata la legge finanziaria del governo. Dunque, il presidente del Consiglio Carlo Azeglio Ciampi dichiara esaurita la missione del governo e la possibilità di andare alle elezioni.

1994 modifica

Gennaio modifica

  • 2 gennaio - Continuano le pressioni per la formazione del nuovo governo. Marco Pannella lancia un appello ai ministri invitandoli alle dimissioni. Mariotto Segni lancia un ultimatum al presidente del Consiglio Carlo Azeglio Ciampi, chiedendogli di dichiarare esplicitamente se egli fosse il candidato di sinistra per le prossime elezioni. Il presidente del Consiglio smentisce dichiarandosi estraneo alla futura competizione elettorale.
  • 4 gennaio - Il presidente del Consiglio Ciampi, prima del dibattito parlamentare sulla mozione di sfiducia presentata da Marco Pannella, consulta le forze politiche. Per la Democrazia Cristiana si dovrebbe votare a giugno mentre per il Partito Democratico della Sinistra e la Lega Nord ad aprile.
  • 12 gennaio - Alla Camera dei deputati si discutono la mozione di sfiducia al governo presentata da Marco Pannella. La maggioranza, che si era pronunciata a favore della sfiducia, alla vigilia del dibattito cambia posizione con l'obiettivo di evitare le elezioni e si orienta sulla fiducia. Dunque la Lega Nord propone di formare un governo presieduto da Mariotto Segni mentre il presidente del Consiglio Ciampi decide di dimettersi.
  • 13 gennaio - Il presidente del consiglio Ciampi, dopo aver annunciato il giorno prima la volontà di dimettersi, sale al Colle e rassegna le dimissioni.
  • 16 gennaio - Dopo l'apertura formale della Crisi di governo anche su volontà dei partiti di andare al voto il presidente della Repubblica Scalfaro scioglie le camere e indice le elezioni per il 27 ed il 28 marzo 1994.
  • 21 gennaio - La FIAT organizza uno sciopero di due ore contro la cassa integrazione. Il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Antonio Maccanico, annuncia che il governo sta preparando nuove proposte per favorire la ripresa del dialogo tra sindacati e aziende.
  • 22 gennaio - Alla Conferenza programmatica del Partito Repubblicano Italiano Giorgio La Malfa chiede una settimana di tempo per decidere sulle alleanze per le prossime elezioni pronunciandosi per Carlo Azeglio Ciampi come candidato presidente del Consiglio.
  • 28 gennaio - Il presidente del Consiglio Ciampi trasmette al Parlamento della Repubblica Italiana la relazione semestrale sulla sicurezza.

Febbraio modifica

Marzo modifica

Aprile modifica

  • 28 aprile: Il leader di Forza Italia e capo della coalizione di centro-destra uscita vincente alle elezioni Silvio Berlusconi viene invitato al Quirinale e incaricato a formare un nuovo governo. Il presidente incaricato accetta con riserva.

Maggio modifica

  • 10 maggio: Dopo 12 giorni di trattative coi partiti, il presidente del Consiglio dei ministri incaricato Silvio Berlusconi scioglie la riserva e annuncia la lista dei ministri.
  • 11 maggio: Con il giuramento del governo Berlusconi I e il passaggio di consegne al Quirinale termina ufficialmente il governo Ciampi.

Note modifica

  1. ^ Il Governo Ciampi è stato infatti l'esecutivo immediatamente precedente al Governo Berlusconi I, il primo della Seconda Repubblica. Inoltre è stato l'ultimo governo della XI legislatura, l'ultima ad essere eletta con il sistema elettorale proporzionale tipico della Prima Repubblica, prima dell'applicazione del maggioritario Mattarellum alle elezioni politiche del 1994.
  2. ^ 29 aprile 1993 Il Presidente della Repubblica riceve in udienza, su archivio.quirinale.it.
    «10,30 (Salone delle Feste) Giuramento del Presidente del Consiglio dei ministri e dei componenti del Gabinetto Ciampi.»
  3. ^ Comunicato concernente la formazione del Governo, in "Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana", Serie generale, n. 106 dell'8 maggio 1993, pp. 11-12.
  4. ^ Governo: i ministri hanno giurato, in Adnkronos, 29 aprile 1993.
  5. ^ Filippo Ceccarelli, Dal giuramento al triste addio Le parabole dei "ministri brevi", in la Repubblica, 6 luglio 2010.
  6. ^ Governo: iniziata cerimonia giuramento, in Adnkronos, 11 maggio 1994.
  7. ^ Governo: stretta di mano fra Elia e Barbera, in AGI, 29 aprile 1993. URL consultato il 26 settembre 2020 (archiviato dall'url originale il 16 ottobre 2016).
  8. ^ Craxi: dalla camera, due sì e quattro no, in Adnkronos, 29 aprile 1993.
  9. ^ Governo: Occhetto - "Siamo indisponibili", in Adnkronos, 29 aprile 1993.
  10. ^ Governo: D'Alema - Si sono dimessi i ministri PDS, in Adnkronos, 29 aprile 1993.
  11. ^ Giulia Merlo, Occhetto: «Che errore uscire dal suo governo», in Il Dubbio, 16 settembre 2016. URL consultato il 30 settembre 2016 (archiviato dall'url originale il 2 ottobre 2016).
    «Fui io a decidere, pur essendo in minoranza, per l'ingresso del PDS nel governo. (...) Il salvataggio di Craxi scaricò su di me un'enorme pressione da parte dell'opposizione interna nel partito e mi costrinse all'uscita dal governo. Col senno di poi, però, si trattò di un errore. Indotto dalle pressioni dell'opposizione interna nel PDS e dal fatto che l'ingresso fu una forzatura, ma pur sempre un errore»
  12. ^ Craxi: verdi non appoggeranno governo ciampi, in AGI, 29 aprile 1993. URL consultato il 26 settembre 2020 (archiviato dall'url originale il 16 ottobre 2016).
  13. ^ Camera dei Deputati - XI Legislatura - Seduta n. 176, Comunicazioni del Governo, pp. 13328-13334.
  14. ^ Senato della Repubblica - XI Legislatura - Seduta n. 154, Votazione nominale con appello, pp. 56-59.
  15. ^ Camera dei Deputati - XI Legislatura - Seduta n. 297, Dimissioni del Governo (Annunzio), p. 2374.
  16. ^ Ciampi si è dimesso: comunicato quirinale, in AGI, 13 gennaio 1994. URL consultato il 26 settembre 2020 (archiviato dall'url originale il 16 ottobre 2016).
  17. ^ GOVERNO: GIURANO I NUOVI MINISTRI
  18. ^ GOVERNO: BONINO RIFIUTA INCARICO DI SOTTOSEGRETARIO
  19. ^ Alleanza Democratica, parte la sfida, su ricerca.repubblica.it.
  20. ^ "Un'alleanza per salvare l'Italia", su ricerca.repubblica.it.
  21. ^ In campo il patto dei progressisti, su ricerca.repubblica.it.
  22. ^ Dallo Stato-imprenditore allo Stato-stratega: dibattito sull'Iri, Osservatorio Globalizzazione, 8 gennaio 2020

Voci correlate modifica

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