Sindrome di Churg-Strauss

malattia dei vasi sanguigni
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La sindrome di Churg-Strauss (in inglese Churg-Strauss syndrome in sigla CSS), nella nuova classificazione ufficiale internazionale detta granulomatosi eosinofila con poliangioite[1] (Eosinophilic granulomatosis with polyangiitis o EGPA), è un tipo di vasculite sistemica dei piccoli vasi sanguigni, sia arterie (arterite delle arteriole) che vene. Tale malattia, di natura autoimmune come quasi tutte le vasculiti, è così chiamata in onore dei primi medici che descrissero le manifestazioni del morbo, Jacob Churg e Lotte Strauss, nel 1951.[2]

Sindrome di Churg-Strauss
Microfotografia di un reperto anatomico che mostra la sindrome di Churg-Strauss
Malattia rara
Cod. esenz. SSNRG0050
Specialitàimmunologia e reumatologia
Classificazione e risorse esterne (EN)
ICD-9-CM447.6
MeSHD015267
eMedicine1083013 e 1178795
Sinonimi
Granulomatosi eosinofila con poliangioite
Granulomatosi allergica
Vasculite di Churg-Strauss
Vasculite eosinofila
Vasculite allergica
CSS
Eponimi
Jacob Churg
Lotte Strauss

Epidemiologia ed eziologia modifica

Colpisce prevalentemente i maschi nella fascia di età compresa fra la terza e la sesta decade, spesso soggetti con storia di allergia, di rinite allergica con perdita dell'olfatto (anosmia), di asma bronchiale molto frequente, con una spiccata tendenza all'eosinofilia sanguigna.

Non è chiaro cosa sviluppi la vasculite negli individui allergici, con asma, rinite ed eosinofilia, che la contraggono (una piccola percentuale di questi pazienti allergologici), probabilmente un problema ulteriore al sistema immunitario, fattori genetici o l'uso di alcuni particolari farmaci possono innescare la patologia.

Sintomatologia modifica

I sintomi e i segni clinici presentano (gli stadi non sono necessariamente e nettamente separati):

Diagnosi e controllo periodico modifica

La diagnosi primaria avviene tramite la clinica dei sintomi, e i rilevamenti dell'ipereosinofilia nel sangue con presenza contemporanea elevata degli anticorpi ANCA, reperti tipici della sindrome, poi la diagnosi definitiva con la biopsia dei piccoli vasi. Vi è spesso suscettibilità alle malattie autoimmuni, frequenza di rinite allergica.

 
Porpora cutanea dovuta a vasculite

I marcatori diagnostici includono specialmente i granulociti eosinofili e i granulomi nel tessuto affetto e la presenza degli ANCA. L'American College of Rheumatology nel 1990 stabilì per la diagnosi della sindrome di Churg-Strauss questi criteri, oltre alla presenza degli ANCA e a volte degli ENA:

 
Neuropatia visibile su biopsia di nervo periferico, dovuta a vasculite.

Ai fini della classificazione, si dice che un paziente abbia la sindrome di Churg-Strauss (CSS) se almeno 4 di questi 6 criteri sono positivi. La presenza di 4 o più dei 6 criteri produce una sensibilità dell'85% e una specificità del 99,7%. Presenza di ANCA ed eosinofilia, con criteri inferiori a 4 su 6 può aumentare il rischio futuro di contrarre la sindrome[4] Gli esami mirano a confermare la diagnosi e valutare il grado di coinvolgimento degli organi nonché a distinguere con diagnosi differenziale la CSS da altri disturbi con eosinofilia (infezioni parassitarie, reazioni a farmaci, singole polmonite eosinofila acuta e polmonite eosinofila cronica, aspergillosi broncopolmonare allergica, sindrome ipereosinofila idiopatica). La diagnosi si evince dal quadro clinico e dai risultati degli esami di laboratorio, generalmente la confermata arriva con una biopsia del polmone o di un tessuto colpito. Gli esami del sangue e la radiografia del torace (RX torace) vengono eseguiti, ma non sono diagnostici specifici. L'emocromo con formula leucocitaria è eseguito periodicamente per verificare l'eosinofilia. I livelli di IgE e di proteina C reattiva e la velocità di eritrosedimentazione sono controllati periodicamente per i livelli di infiammazione, così come l'esame delle urine e la creatininemia (per monitorare il coinvolgimento del rene) e i livelli di elettroliti. La RX torace può moestrare infiltrati polmonari a chiazze. L'ecocardiogramma 2D del cuore deve essere eseguito almeno una volta, periodicamente in caso di sintomatologia cardiaca.[3][5]

Prognosi modifica

Il gruppo francese posto a capo dello studio delle vasculiti ha scoperto cinque fattori di rischio che possono portare alla morte della persona affetta da tale patologia:[6]

 
Eosinofili aumentati nel sangue periferico.

La sola presenza di uno di questi fattori porta ad una mortalità che si attesta sul 12% che si alza drasticamente con la presenza di un altro dei fattori citati, fino al 26 %, mentre al 46 % a 5 anni dalla diagnosi in caso di presenza di più fattori di rischio.

Tuttavia, come per altre patologie autoimmuni (come il lupus eritematoso sistemico, le altre vasculiti e la sclerodermia), negli ultimi anni la prognosi della maggioranza dei pazienti è molto migliorata grazie alle nuove terapie, per cui il 90 % dei pazienti ottiene una remissione parziale o totale dei sintomi per almeno 5-10 anni dopo la diagnosi, evitando a volte l'instaurazione dello stadio vasculitico che è il più pericoloso a causa del coinvolgimento cardiaco e renale. La diagnosi precoce aumenta le aspettative di vita oltre il 90 %.[7][8]

Terapia modifica

 
Molecola di azatioprina.

Il trattamento, come per molte forme di vasculiti, avviene tramite somministrazione di farmaci quali immunosoppressori, quali corticosteroidi (es. glucocorticoidi), seguiti da altri agenti come la ciclofosfamide, l'azatioprina e il metotrexato. I corticosteroidi monofase sono il trattamento primario, ma spesso non ottengono remissione completa e duratura.[3]

In certi casi si deve ricorrere a interventi chirurgici gastrointestinali per asportare parti di organi necrotizzati. A volte si deve ricorrere alla riabilitazione di certe facoltà danneggiate, come nel danno neurologico.[3]

Dagli ultimi anni sono disponibili nuovi farmaci specifici che hanno dato buoni risultati come, dal 2017, il mepolizumab, un farmaco approvato per l'asma grave.[3]

Note modifica

  1. ^ Granulomatosi eosinofilica con poliangioite
  2. ^ (EN) Churg J, Strauss L, Allergic granulomatosis, allergic angiitis, and periarteritis nodosa, in Am. J. Pathol, vol. 27, 1951, pp. 277-301.
  3. ^ a b c d e Granulomatosi eosinofila con poliangioite (precedentemente nota come sindrome di Churg-Strauss) di Alexandra Villa-Forte, MD, MPH, Staff Physician, Center for Vasculitis Care and Research, Department of Rheumatic and Immunologic Diseases, Cleveland Clinic
  4. ^ Masi AT, Hunder GG, Lie JT, The American College of Rheumatology 1990 criteria for the classification of Churg-Strauss syndrome (allergic granulomatosis and angiitis), su Arthritis & Rheumatism, volume 33, fascicolo 8, pp. 1094–100, su rheumatology.org, agosto 1990, DOI:10.1002/art.1780330806.
  5. ^ Jennette JC, Falk RJ, Bacon PA, et al: 2012 Revised International Chapel Hill Consensus Conference Nomenclature of Vasculitides. Arthritis Rheum 65(1):1-11, 2013. doi: 10.1002/art.37715.
  6. ^ (EN) Guillevin L, Lhote F, Gayraud M, Prognostic factors in polyarteritis nodosa and Churg-Strauss syndrome. A prospective study in 342 patients, in Medicine (Baltimore), vol. 75, 1996, pp. 17–28.
  7. ^ Sindrome di Churg-Strauss : sintomi, cause, diagnosi e cure, su informazionimediche.com. URL consultato il 3 luglio 2016 (archiviato dall'url originale il 22 agosto 2016).
  8. ^ Organizzazione Italiana Sindrome di Churg-Strauss - FAQ Archiviato il 17 settembre 2015 in Internet Archive.

Bibliografia modifica

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