Partito Verde di Inghilterra e Galles

partito politico inglese
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Il Partito Verde di Inghilterra e Galles (in inglese Green Party of England and Wales - GPEW; in gallese Plaid Werdd Cymru a Lloegr) è un partito politico del Regno Unito.

Partito Verde di Inghilterra e Galles
(EN) Green Party of England and Wales
(CY) Plaid Werdd Cymru a Lloegr
LeaderCarla Denyer e Adrian Ramsay
StatoBandiera del Regno Unito Regno Unito
Sede1a Waterlow Road,
Londra, N19 5NJ
Abbreviazione(EN) GPEW
(CY) PWCL
Fondazione1990
Derivato daPartito Verde del Regno Unito
IdeologiaAmbientalismo
Progressismo
Europeismo
CollocazioneSinistra[2][3]
Partito europeoPartito Verde Europeo
Affiliazione internazionaleGlobal Greens
Seggi Camera dei comuni
1 / 650
Seggi Camera dei lord
2 / 786
Seggi Amministrazioni locali
744 / 18 725
Organizzazione giovanileYoung Greens of England and Wales
Iscritti50.000 (2019)[1]
Sito webwww.greenparty.org.uk

Fondato nel 1990 a seguito della dissoluzione del Partito Verde del Regno Unito, è entrato per la prima volta alla Camera dei Comuni in occasione delle elezioni generali del 2010, quando è stata eletta Caroline Lucas, allora leader del partito ed europarlamentare dal 1999.

A seguito delle elezioni del 2019 conta un rappresentante nella Camera dei Comuni (Caroline Lucas, eletta nel Collegio di Brighton Pavilion ininterrottamente dal 2010); ha inoltre due esponenti nella Camera dei Lord.[4] Esprime centinaia di rappresentanti a livello locale, tra cui tre nell'Assemblea di Londra.

A livello internazionale il partito è affiliato ai Global Greens.

Ideologia e posizioni modifica

L'ideologia del partito combina l'ambientalismo (progressivo abbandono dei combustibili fossili e dell'energia nucleare) con politiche economiche di sinistra, che prevedono servizi pubblici forti. Propone un'economia di stato stazionario interventista e l'introduzione del sistema proporzionale nel Regno Unito. Assume un approccio progressista in materia di diritti civili, animalismo, diritti LGBT e riforme in materia di droghe. Il partito promuove inoltre la nonviolenza (anti-militarismo, anti-interventismo, anti-NATO[5][6]), il reddito di base, il salario di sussistenza e la partecipazione democratica.

Alcuni esponenti del partito si sono dichiarati favorevoli all'abolizione della monarchia britannica.[7][8][9]

Nel referendum sulla permanenza del Regno Unito nell'Unione europea del 2016 il Partito Verde si schierò a favore dell'appartenenza del Paese all'UE,[10] pur sostenendo il referendum stesso in quanto opportunità per creare "un'Europa più democratica e con responsabilità, con uno scopo più chiaro per il futuro".[11]

Struttura modifica

Presidenti principali modifica

Presidente principale femminile modifica

Presidente principale maschile modifica

Leader modifica

Risultati elettorali modifica

Elezione Voti % Seggi
Generali 1992 170.047 0,5
0 / 650
Europee 1994 471.257 3,0
0 / 87
Generali 1997 61.731 0,3
0 / 659
Europee 1999 568.236 5,3
2 / 87
Generali 2001 166.477 0,6
0 / 659
Europee 2004 948.588 5,6
2 / 78
Generali 2005 257.758 1,0
0 / 646
Europee 2009 1.233.303 7,8
2 / 73
Generali 2010 265.247 0,9
1 / 650
Europee 2014 1.136.670 6,9
3 / 73
Generali 2015 1.111.603 3,6
1 / 650
Generali 2017 512.327 1,6
1 / 650
Europee 2019 1.881.306 11,8
7 / 73
Generali 2019 865.697 2,7
1 / 650

Note modifica

  1. ^ BREAKING: Green Party membership hits 50,000, su bright-green.org, Bright Green, 25 settembre 2019. URL consultato il 24 ottobre 2019.
  2. ^ The Independent – Election 2015: The Green Party want to give disgruntled left-wing voters a new voice (archiviato dall'url originale il 25 settembre 2015). Author – Morris, Nigel. The Independent [online]. Date retrieved 5 March 2015. Date published 3 September 2014.
  3. ^ Ryan Bakker, Seth Jolly e Jonathan Polk, Mapping Europe's party systems: which parties are the most right-wing and left-wing in Europe?, su blogs.lse.ac.uk, London School of Economics / EUROPP – European Politics and Policy. URL consultato il 25 settembre 2015 (archiviato il 26 maggio 2015).
  4. ^ Natalie Bennett becomes second Green in the Lords, in Business Green, 10 settembre 2019. URL consultato il 26 dicembre 2019 (archiviato dall'url originale il 26 ottobre 2019).
  5. ^ Christopher Hope, British army to be replaced by 'home defence force' if Greens win power in May, in The Daily Telegraph, 25 gennaio 2015. URL consultato il 26 dicembre 2019 (archiviato il 26 ottobre 2019).
  6. ^ Peace & Defence, su greenparty.org.uk. URL consultato il 3 maggio 2015 (archiviato dall'url originale il 1º maggio 2015).
    «In the long term, we would take the UK out of NATO.»
  7. ^ Our Supporters Include..., su republic.org.uk, Republic (archiviato dall'url originale il 26 settembre 2009).
  8. ^ Bridie Pearson-Jones, An Interview With Natalie Bennett, su Wessex Scene, 30 aprile 2015. URL consultato il 12 giugno 2019 (archiviato dall'url originale il 17 aprile 2016).
  9. ^ Charlie Brinkhurst-Cuff, Sheffield's lord mayor might be a 'zaddy' but he's serious about change, in Guardian, 21 maggio 2018.
  10. ^ Melissa Freeman, Yes to an EU Referendum: Green MP calls for chance to build a better Europe, su GreenParty.org.uk, The Green Party of England and Wales. URL consultato il 4 aprile 2015 (archiviato dall'url originale il 10 aprile 2015).
  11. ^ Policy: Europe, su policy.greenparty.org.uk, greenparty.org.uk. URL consultato il 27 maggio 2016.
  12. ^ Dimissioni di Jonathan Bartley

Voci correlate modifica

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN159218513 · ISNI (EN0000 0001 0614 1427 · LCCN (ENn89669269 · GND (DE409723-3 · J9U (ENHE987007332864305171 · WorldCat Identities (ENlccn-n89669269