Gruppo risolubile

un gruppo che possiede una serie normale abeliana
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In algebra, un gruppo risolubile è un gruppo che possiede una serie normale abeliana, ovvero tale che esiste una catena di sottogruppi

(dove è l'elemento neutro del gruppo) in cui ogni è normale in e il quoziente è abeliano. Se è un gruppo finito è equivalente richiedere che questi quozienti siano non solo abeliani, ma ciclici.

I gruppi risolubili prendono il nome dalla teoria di Galois: infatti un polinomio è risolubile per radicali su un campo di caratteristica zero se e solo se il suo gruppo di Galois su è risolubile.

Esempi modifica

Ogni gruppo abeliano è banalmente risolubile attraverso la serie  . Altri esempi di gruppi di cui è facile dimostrare la risolubilità sono i gruppi diedrali   e i p-gruppi, cioè i gruppi con   elementi (con   numero primo); anche i gruppi nilpotenti sono risolubili.

William Burnside dimostrò nel 1904 che sono risolubili tutti i gruppi di ordine  , con   e   primi dispari; la sua congettura che questo valesse anche per tutti i gruppi di ordine dispari fu dimostrata nel 1963 da Walter Feit e John Griggs Thompson;[1] questo risultato, noto come teorema di Feit-Thompson, fu un importante passo verso la classificazione dei gruppi semplici finiti.

Il più piccolo gruppo non risolubile è il gruppo alterno  , con 60 elementi. Ogni gruppo semplice non abeliano, non possedendo sottogruppi normali, non è risolubile; altri esempi importanti di gruppi non risolubili sono i gruppi simmetrici  , per   maggiore o uguale a  ; questi sono importanti nel contesto della teoria di Galois, in quanto il polinomio generale di grado   ha come gruppo di Galois proprio  , e quindi non è risolubile per radicali.

Proprietà modifica

In virtù dei teoremi di isomorfismo, sia i sottogruppi che i quozienti di un gruppo risolubile sono risolubili; nessuno di questi due criteri può essere tuttavia invertito, in quanto ogni gruppo contiene sottogruppi abeliani (quindi risolubili) e ogni gruppo ha come quoziente  , cioè il gruppo col solo elemento neutro, che è ovviamente risolubile. Combinare queste due proprietà dà tuttavia un criterio sufficiente: se   è un sottogruppo (normale) di   e sia   che   sono risolubili allora anche il gruppo   è risolubile. Attraverso questa proprietà si dimostra che il prodotto diretto di un numero finito di gruppi risolubili è ancora risolubile.

Una caratterizzazione dei gruppi risolubili può essere data anche attraverso la sua serie derivata: detto   il sottogruppo derivato di  , cioè il sottogruppo generato dai commutatori di   (gli elementi nella forma   al variare di   e   in  ), un gruppo è risolubile se e solo se la successione

 

in cui ogni sottogruppo è il derivato del precedente, raggiunge il sottogruppo banale  , oppure, in modo equivalente, se esiste un   tale che

 

Per i gruppi finiti, la risolubilità equivale all'esistenza di una serie di composizione i cui fattori siano tutti gruppi semplici abeliani; questo non vale per i gruppi infiniti, perché, ad esempio, sebbene   degli interi sia risolubile (perché abeliano) ha ogni sottogruppo non banale isomorfo a sé stesso, e quindi non possiede una serie di composizione.

Note modifica

  1. ^ (EN) Walter Feit e John Griggs Thompson, Solvability of groups of odd order, in Pacific Journal of Mathematics, vol. 13, 1963, pp. 775-1029, ISSN 0030-8730 (WC · ACNP), MR 0166261. URL consultato il 29 maggio 2009.

Bibliografia modifica

  • Giulia Maria Piacentini Cattaneo, Algebra - un approccio algoritmico, Padova, Decibel-Zanichelli, 1996, ISBN 978-88-08-16270-0.
  • Stefania Gabelli, Teoria delle Equazioni e Teoria di Galois, Milano, Springer, 2008, ISBN 978-88-470-0618-8.

Collegamenti esterni modifica

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