Guerra degli scimpanzé del Gombe

conflitto tra due comunità di scimpanzé del Parco nazionale del Gombe Stream

La guerra degli scimpanzé del Gombe, nota anche come guerra dei quattro anni del Gombe,[1] è stato un violento scontro che ha visto contrapporsi, dal 1974 al 1978, due comunità di scimpanzé del Parco nazionale del Gombe Stream in Tanzania. Le due popolazioni coinvolte erano gli scimpanzé Kasakela e Kahama, che occupavano rispettivamente le regioni nord e sud del parco.[2]

Popolazioni di scimpanzé del Gombe nel 2007

Le comunità di scimpanzé modifica

La comunità Kahama, a sud, era composta da sei maschi adulti (fra i quali gli scimpanzé che l'etologa Jane Goodall chiamava "Hugh", "Charlie" e "Goliath"), tre femmine adulte con i loro piccoli, e un adolescente maschio (chiamato "Sniff").[3] La comunità Kasakela era più grande e comprendeva dodici femmine adulte con i loro piccoli e otto maschi adulti.[3]

I due gruppi costituivano, in precedenza, un'unica grande comunità che, in base alle osservazioni della stessa Goodall, si era divisa in due intorno al 1974.[3] Successive analisi degli appunti della Goodall, eseguite con l'aiuto del computer, hanno rivelato che la frattura sociale tra i due gruppi aveva iniziato a manifestarsi almeno dal 1971.[4]

La guerra modifica

Il primo documentato episodio di violenza avvenne il 7 gennaio 1974,[5] quando un gruppo di sei maschi adulti Kasakela attaccò e uccise "Godi", un giovane maschio Kahama intento a mangiare su un albero.[2] Fu il primo caso descritto di uccisione deliberata di uno scimpanzé da parte di un suo simile.[5]

Nel corso dei successivi quattro anni, tutti i sei maschi adulti della comunità Kahama furono uccisi dai Kasakela.[6] Per quanto riguarda le femmine, una fu uccisa, due scomparvero, mentre tre furono picchiate e rapite dai maschi Kasakela, che presero possesso del territorio occupato in precedenza dai Kahama[6]. L'occupazione, tuttavia, non perdurò, in quanto il nuovo territorio acquisito confinava direttamente con quello della comunità Kalende,[7] molto superiore in forza e numero, e alcune violente schermaglie al confine spinsero presto i Kasakela ad abbandonare buona parte del territorio conquistato.[7]

Reazione di Jane Goodall modifica

Lo scoppio del conflitto turbò profondamente Goodall, che in precedenza considerava gli scimpanzé come animali dal comportamento più amichevole rispetto agli uomini.[8] Insieme all'osservazione, nel 1975, dell'infanticidio a scopo di cannibalismo praticato da una femmina di rango elevato nella comunità, la guerra rivelò alla ricercatrice il "lato oscuro" nel comportamento degli scimpanzé.[8] Scrisse nelle sue memorie:

(EN)

«For several years I struggled to come to terms with this new knowledge. Often when I woke in the night, horrific pictures sprang unbidden to my mind—Satan [one of the apes], cupping his hand below Sniff's chin to drink the blood that welled from a great wound on his face; old Rodolf, usually so benign, standing upright to hurl a four-pound rock at Godi's prostrate body; Jomeo tearing a strip of skin from Dé's thigh; Figan, charging and hitting, again and again, the stricken, quivering body of Goliath, one of his childhood heroes. [...]»

(IT)

«Per alcuni anni feci fatica a capacitarmi di queste scoperte. Spesso, quando mi svegliavo la notte, immagini orribili si rivelavano: Satan [una delle scimmie] raccoglieva con le mani giunte il sangue dal mento di Sniff, che colava da una grossa ferita sulla sua faccia, per berlo; il vecchio Rodolf, di solito così benevolo, si ergeva in piedi per lanciare una pietra di quattro libbre [1,8 kg] sul corpo a terra di Godi; Jomeo strappava un lembo di pelle dalla coscia di Dé; Figan caricava e colpiva, ancora e ancora, il corpo battuto e convulso di Goliath, uno degli eroi della sua infanzia. [...]»

Influenza modifica

Quando Goodall descrisse gli eventi legati alla vicenda, i suoi resoconti di una guerra occorsa in ambiente naturale fra scimpanzé non furono accettati da tutti. I modelli usati all'epoca per descrivere i comportamenti umano e animale erano quasi del tutto disgiunti.[10] Alcuni scienziati la accusarono di eccessivo antropomorfismo,[10] mentre altri ipotizzarono che la sua presenza e la sua pratica di fornire cibo agli animali avesse creato dei conflitti violenti in una comunità naturalmente pacifica.[11] Tuttavia, studi successivi realizzati con metodi di ricerca meno invasivi[in che senso?] confermarono il fenomeno della guerra fra comunità di scimpanzé allo stato naturale.[11][12]

Note modifica

  1. ^ Tahar Ben Jelloun, Il razzismo spiegato a mia figlia: I nuovi razzismi in Italia, Bompiani, ISBN 978-88-587-0153-9.
  2. ^ a b Goodall 2010, p. 121.
  3. ^ a b c Goodall 2010, p. 120.
  4. ^ Colin Barras, Only known chimp war reveals how societies splinter, in New Scientist, 7 maggio 2014. URL consultato l'11 giugno 2014.
  5. ^ a b Morris, p. 288.
  6. ^ a b Morris, p. 289.
  7. ^ a b Goodall 2010, pp. 129-130.
  8. ^ a b Goodall 2010, p. 128.
  9. ^ Goodall 2010, pp. 128-129.
  10. ^ a b G. A. Bradshaw, Elephants on the Edge: What Animals Teach Us about Humanity, Yale University Press, 2009, p. 40, ISBN 978-0-300-15491-7.
  11. ^ a b Morris, p. 290.
  12. ^ (EN) Nature of war: Chimps inherently violent; Study disproves theory that 'chimpanzee wars' are sparked by human influence, su sciencedaily.com. URL consultato il 28 gennaio 2016.

Bibliografia modifica